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Autore: Bryluen    18/06/2007    7 recensioni
Piena estate, il sole brilla accarezzandovi la pelle, il mare vi invita a buttarvi tra le sue onde cristalline. Le sentite le risate di quella piccola comitiva? Due gemelli albini e due amiche del cuore stanno dando vita ad appassionate schermaglie d'amore. Provate a scorgere i fili invisibili che già si annodano e si sciolgono tra di loro.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Dante, Vergil
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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-Fede sbrigati, dobbiamo spicciarci prima che ci sia troppa gente altrimenti non vediamo più niente- una giovane dai capelli biondi correva nell'atrio della scuola, gridando, ansiosa, si voltava indietro, facendo ondeggiare i capelli in disordine, davanti al viso.
-Cooooooosa?? ma guarda che mi tocca sentire, quella che è in ritardo sei tu! ti posso ricordare che io abito qui a fianco!- Federica  rincorreva l'amica, gridando a sua volta, più per scherzare che per una vera ira. Non che il loro rapporto fosse bello liscio, ogni tanto si facevano delle litigate memorabili; le due amiche si adoravano, erano come sorelle, entrambe avrebbero fatto qualunque cosa per l'altra, erano una ugauali ma diverse, una tranquilla e l'altra casinista, una principessa Disney e l'altra pancha bestia...entrambe pazze, fantasiose, adorabili, e tutte e due odiavano la scuola.
Era il giorno dei quadri, l'anno scolastico era giunto al termine una settimana prima, e adesso Sveva e Federica correvano verso la scuola perchè, incredibilmente, non avevano la più pallida idea dei voti con cui erano passate. Era quella la loro vita, stavano con la testa fra le nuvole, pensando alla danza, alla scrittura ai videogiochi e ai romanzi, ma mai allo studio, o meglio a quello ci pensavano un ora a notte, da mezzanotte all'una, giusto per apparare qualcosa per il giorno dopo. Non erano propriamente delle alunne dilgenti,  ma in classe erano straordinariamente attente, e quello che non avevano seguito lo compensavano con l'intelligenza, al contrario dei loro compagni.... facevano qualunque cosa al contrario dei loro compagni, per loro non nascondevano il loro odio e disaprovazione. Il che non era così sorprendente, erano molto diverse dai loro coertanei.

Sveva arrivò per prima, ma essendo la più timida, nonchè la più fifona, si fermò all'istante, davanti alla sala in cui erano esposti i quadri, deglutì davanti alla folla di ragazzi e ragazze firmati da capo a piedi che ciarlavano, si abbracciavano e parlavano al cellulare, si girò quasi impaurita, per cercare l'amica, non voleva entrare per prima, non da sola. Sveva era così molto cuore, poco coraggio, per qualunque "impresa" si appoggiava a Federica , più coraggiosa e forse meno lungimirante.
-Che è quella faccia da funerale che manco siamo entrate...- Fede abbracciò la biondina -Perchè intendiamoci adesso che entriamo si che ci sarà da piangere!- si misero a ridere entrambe superando l'uscio della sala, abbracciate.
-Credo che ti cederò il passo-
-Ok,- Fede si fece strada, trascinando per la manica l'amica, fino alla grande bacheca- secondo B, secondo B, eccolo! guarda-  spingendo la bionda accanto a sè, -si, si ,si sono senza debiti, non ci credo, non ci credo- Federica, l'amica dai capelli castani, alta quanto un grattacielo, per essere una ragazza, e con un corpo da mozzare il fiato, si fece notare ancora una volta nella scuola, iniziando a saltare davanti alla bacheca e urlando ai meno fortunati la sua felicità
-Brava tesorrrrrrooo, sono feliiiiice- disse Sveva, facendo una vocina piccola piccola, abbracciando l'amica, condividendone sinceramente la contentezza, ma la sua durò decisamente di meno, alzò lo sguardo e cercò il suo nome sul tabbellone, il sorriso le scomparve dalle labbra- Non ci credo, quella grandissima stronza della profesoressa di matematica-  guardò l'amica con malagrazia, e adesso, malcelata invidia Federica, -Mi ha messo il debito non ci credo- un ultimo sguardo, al resto dei voti, poi scosse la testa, si fece spazio fra i compagni di scuola e si allontanò dai quadri, scordandosi di annotarsi i voti restanti e di sbriciare quelli dei non amati compagni di classe
-Eddai non te la prendere- Federica le mise un braccio sulle spalle, non sapendo che dire (non era mai stata brava con le parole) -Lo sai come è fatta quella, e poi a settembre lo recuperi-
-Si certo- rispose l'altra con gli occhi fiammeggianti, dalla rabbia, dalla delusione e dalla vendetta...-Va bene, io la giornata non me la faccio rovinare- Abbracciò Fede, sorridendole in modo sinistro... -Tanto prima di partire vado dalla preside- continuò con una mezza risata e una voce melliflua, che, a volte, sapeva nascondere l'impeto della battaglia.
Federica previde guai...

Intanto in un altra città
-Ragazzi svegliatevi! Dovete andare a scuola!-
-Mamma ma la scuola è finita da  un pezzo- Un belissimo ragazzo albino, si tirò il lenzuolo color  porpora, o color sangue, come diceva lui, fin sopra la testa, nascondendo il viso alla luce del mattino, voleva palesemente, continuare a dormire, come minimo fino alle due..
-Poltrone alzati! Ci sono i quadri oggi-  Un altro ragazzo, identico a quello che dormiva fece il suo ingesso nella stanza, coperto solo da un pantaloncino azzurro, sembrava già sveglio e fresco, si passò la mano sulla testa a ravvivarsi i capelli -Certo che i tuoi voti fanno comunque schifo, ma i miei no, quindi muoviti e andiamo-La madre stava per rimproverarlo, ma lui fu più svelto si avvicinò al letto del fratello e gli strappoò il lenzuolo di dosso lasciandolo scoperto, a quel gesto la mamma non potè ribattere, se non osservare divertita la scena.
-Ahhhh maledizione Verg-  Si mise seduto, di scatto, rivelando il torso nudo, il corpo perfetto, anche lui come il fratello aveva dormito solo con il pantaloncino, soprendentemente, i due erano uguali, identici, come solo due gemelli possono essere, la stessa fisicità, la stessa espressione, anche se Vergil appariva più controllato, mentre Dante sembrava più istintivo e caotico.-Ma non potevi essere più delicato?-
-No. Perchè?- Un sorriso beffardo, e uscì dalla stanza, passando accanto alla madre e dandole un bacio affettuoso, -Comunque preparati, che ho fretta- Si sentì un ultimo grido, prima che una portà li accanto sbattesse, chiudendosi.
-Tuo fratello ha ragione Dante, è proprio ora di alzarsi- Eva, la madre dei due gemelli, si avvicinò al letto del figlio e lo baciò teneramente, come fosse ancora un bambino piccolo, e probabilmente Dante pernsò che quel gesto, era l'unica cosa buona da quando si era svegliato.

Soltanto quell' evento  poteva distrarre le ragazze dell'istituto dai quadri appena affissi: l'arrivo dei gemelli Sparda
-Ciao Dante-
-Ciao Vergil-
Ragazze adoranti, si voltarono a salutarli, spalancando gli occhioni, maledicendosi per non essersi messe qualcosa di più sexy e sorridendo civettuole, come non avevano mai fatto per altri ragazzi,  gli studenti maschi invece erano divisi, chi salutava tentando disperatamente di farsi notare dalle ragazze, come "amici degli Sparda"; e chi ostentava indifferenza ma suo malgrado dimostrava una grande, grandissima invidia.
Dante e Vergil entrarono nel cortile, guardandosi attorno, affiancati, studiarono qualche attimo la folla, poi senza dirsi niente si separarono.
Il primo si era evidentemente preparato in fretta e furia, indossava dei jeans chiari, e una t-shirt bianchissima, un po'spiegazzata e aderente che metteva in risalto il fisico perfetto, i capelli in disordine, andava girando salutando ragazzi con energiche pacche sulle spalle e facendo sorrisetti di apprezzamento alle ragazze, sembrava un PR, infatti era evidente che le relazioni pubbliche gli interessassero più delle valutazioni scolastiche, la folla adorante lo osservava come fosse stato un re con i suoi sudditi, era inevitabile : tutti amavano Dante.
Vergil, il gemello, era completamente diverso, dall'abbigliamento al modo di comportarsi. Bellissimo, come un dio greco, freddo come una statua di marmo. Si era vestito con un jeans nerissimo, dal taglio elegante, una cintura con una grande fibbia a forma di drago a stringerlo in vita, e una camicia verde scuro, il bavero alzato, i capelli tirati indietro, lenti nere a tenerlo distante dalla gente, passò davanti a tutti senza bisogno di farsi strada: forse studiatamente, Vergil passava accanto alle ragazze e quelle si spostavano per lasciarlo passare e contemporaneamente lo salutavano facendogli complimenti sul suo look impeccabile. Il sorriso di soddisfazione, che aveva dipinto sul viso, non si spense nemmeno davanti alla bacheca dei voti. Si tolse gli occhiali per osservare meglio il suo trionfo: il migliore della classe, i voti più alti, media alle stelle, del resto se lo aspettava. Si girò, tornò indietro, e iniziò, finalmente, a parlare con i compagni, e le compagne, sorridente e affascinante come mai era stato, la comitiva gli sorrideva, chi con odio malcelato, chi con la speranza di avere un sorriso, un gesto, o qualcosa in più....: Vergil era il migliore
Così come era venuto, vergil lasciò la gente con cui stava parlando, salutò sempre educato, come un lord inglese, e andò a cercare il fratello. Lo trovò.
-Dante hai visto i quadri?-
-Si, una volta al Louvre, ma non credo di ricordarmelì. Perchè?- Scherzò lui, girandosi a guardare il gemello e rubandogli le lenti scure -Belle, stanno meglio a me!-
-Va bene, bambinastro, tanto tu hai avuto la solita media!- disse Vergil inacidito, calcando la voce sulla parola "solita" , come a deriderlo, ma inaspettatamente gli lasciò tenere i suoi occhiali, forse neanche lui disdegnava un po' di sole di inizio estate.
-Solita? Il che vuol dire più bassa della tua- Sospirò, fingendosi disperato, poi guardò Vergil dritto negli occhi, come a voler prendersi una grossa rivincita -Comunque, dimentichi, FRATELLO, che abbiamo la stessa età, bambinastro- Così aveva affondato la lama.
  
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