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Autore: Kuno84    03/12/2012    11 recensioni
“Fino a qualche tempo fa, non avrei mai creduto di poter compiere un gesto come quello di oggi”. Perché le persone invecchiano, cambiano. Almeno un po’.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ranma Saotome
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: luoghi e personaggi appartengono a Rumiko Takahashi, io li prendo solo in prestito per le poche righe che seguiranno ;-) Ringrazio di cuore Moira per avermi betaletto questa storiellina.


 
“Non piace anche a te questo panorama?”
“Mmm.” Rispondo, senza prestarle davvero attenzione.
Sento il rumore dei suoi passi che si avvicinano, ma decido che non è il caso di voltarsi verso di lei.
“Non credo di aver mai visto tanta neve in tutta la mia vita!” Esclama con voce entusiasta, velatamente infantile. “Sembra di trovarsi in un mondo incantato.”
Senza staccare lo sguardo dalla corteccia, bofonchio un’altra risposta. O almeno mi pare di averlo fatto. Non riesco a condividere il suo stupore: dopotutto avrò assistito centinaia di volte a paesaggi del genere, nel corso dei miei anni di addestramento in giro per il Giappone. So già che non ci sarà ai miei occhi qualcosa di nuovo e mozzafiato, almeno non degno di distrarmi dalla mia attività.
“Ma insomma!” Ora il suo tono è diverso, alterato, più consono a quello della ‘dolce fidanzata’ che conoscevo. Mi chiedevo appunto quando sarebbe tornata. “Si può sapere cosa stai facendo di tanto importante?! Potresti almeno guardarmi in faccia, non sono queste le circostanze per mettersi in un angolo a giocare come un bambino dell’asilo!”
Trattengo a stento una grossa risata. Parla proprio lei, pretendendo di darmi lezioni di maturità. Lei, irruenta, permalosa e testarda com’è. Ma forse… non ha proprio tutti i torti. Per quanto mi suoni un po’ strano ammetterlo, neanch’io sono perfetto.
Forse la verità è che noi due siamo molto simili, e ciò almeno spiegherebbe perché ci troviamo in questo posto, circondati dal suo ‘panorama da sogno’, benché io non nutra alcuna considerazione verso certe romanticherie da ragazza.
Per esempio anch’io so essere testardo, lo ammetto. E soprattutto entrambi siamo molto orgogliosi, attaccati alle questioni d’onore, o più semplicemente al nostro amor proprio, anche se… Reprimo una fitta, rivivendo il passato. Anche se, concludo dentro di me, proprio questo nostro carattere difficile ha rischiato seriamente di allontanarci, di separare le nostre vite, più di una volta. Adesso ricordo bene come mai ci troviamo qui.
“Ora basta! Fammi vedere che cosa stai combinando con quell’albero!” La sua voce mi riscuote dai miei pensieri; mi accorgo che i suoi passi si sono fatti vicini, troppo vicini, e io non ho ancora finito. Che stupido, alla fine mi sono distratto lo stesso.
“Mi avevi promesso che non avresti guardato finché non te l’avessi detto io!” Protesto, sforzandomi di celarle il mio lavoro. Dopotutto so di avere ragione.
“Beh, ho cambiato idea.” Ribatte nervosamente. Di certo il fatto che nemmeno adesso mi sia voltato nella sua direzione non sta contribuendo molto a calmarla.
Eppure mi basta solo un altro momento…
“Ti ricordo che questo viaggio al Deai Resort sarebbe stato pensato per due. È troppo chiedere la tua piena attenzione almeno in luna di miele?”
Ecco, ci siamo. Gratto via gli ultimi trucioli.
“Là, finito! Se proprio ci tieni tanto, puoi guardare!”
Mi scanso bruscamente, liberando la visuale e prendendola in contropiede.
“Non starò un altro minuto a... eh?” Si arresta e fissa sbigottita quel che sta alle mie spalle.
Dopo qualche secondo il suo viso arrossisce sensibilmente ed è allora che comincio a rendermi conto che il mio gesto potrebbe essere interpretato in modo, uhm, imbarazzante.
Mi giro lentamente e contemplo in silenzio insieme a lei, inciso sul grosso tronco dell’albero, il disegno stilizzato di un ombrello: da una parte e dall’altra del manico, gli ideogrammi che compongono i nostri nomi; a lato, la scritta ‘Giuramento di amore eterno’. Davvero un Ai Ai Gasa con i fiocchi, se mi è concesso dirlo.
Eppure comincio a sudare freddo, il mio respiro diventa affannato e la tensione mi sta salendo alle stelle. Se lei fraintendesse? Se avesse già frainteso? Dopotutto non ha più proferito parola.
“E-ecco, comunque, se non ti piace, fa nulla.” Giocherello nervosamente con le dita, abbassando lo sguardo sulla punta delle mie scarpe. “L’ho inciso co-così, per, uhm, passare il tempo…”
Una mano si posa con delicatezza sulla mia spalla e mi spinge a voltarmi di nuovo verso di lei.
“Chi sei tu e cos’hai fatto al mio fidanzato?” Mi domanda, scandendo bene la frase. E non c’è asprezza nel suo tono, semmai un accenno di divertita irriverenza.
Di colpo mi tranquillizzo e sto al gioco, pur badando a non fare osservazioni riguardanti il suo spirito di patata. “Intanto è più corretto ‘marito’. E poi dovresti saperlo che, in fondo, sono una persona sensibile e gentile… signora Saotome.”
Provo io stesso un brivido mentre formulo le ultime due parole. Mi ci abituerò mai? E dire che mi sembra ieri, quando eravamo due ragazzini in perenne lite tra loro. Ma il tempo passa, ci invecchia e un po’ ci cambia.
Non che personalmente mi senta tanto diverso da prima; però, fino a qualche tempo fa, non avrei mai creduto di poter compiere un gesto come quello di oggi.
“Perché io lo sappia dovresti darmene prova un po’ più spesso”, risponde lei, “ma questo è indubbiamente un buon inizio. Grazie… signor Saotome.” Avverto il suo sorriso prima ancora di incontrarlo con gli occhi. Riduce la distanza tra i nostri volti e mi dà un breve, caldo bacio sulla guancia.
Cresciuto o no, cambiato o no, non credo che mi abituerò davvero a certe smancerie. Perlomeno non a esserne io l’autore.
Però, ammirando il suo volto raggiante, devo ammettere che a volte ne vale la pena.


 
*****


 
“Eccolo, esattamente dove ricordavo che fosse!” Esclama l’uomo di fronte a me, e io fisso la scena incredulo, come di fronte a un film dell’orrore. Un film di serie Zeta, tra l’altro.
Non sembra essersene accorto e sospira, con aria trasognata. “Ora capisco come mai questo luogo mi sembrava tanto familiare. Ammira, Ranma, l’opera di un uomo innamorato!” Dice additandomi il tronco dello scandalo e lo scarabocchio che effettivamente reca impresse, appena leggibili e non per via dell’età, le scritte ‘Genma’ e ‘Nodoka’.
Fino a quest’istante, con tutta franchezza, avevo pensato a uno scherzo, a una delle sue tante fandonie.
“Chi sei tu e cos’hai fatto a mio padre?” Sibilo, fissandolo come un alieno.
Il mio vecchio tossisce rumorosamente e borbotta: “Dovreste capirlo, una buona volta, che questa battuta non fa ridere…” Non so a cosa si stia riferendo, non che me ne importi qualcosa.
Ripresomi dallo stupore, torno a guardare l’incisione e alcune domande mi sorgono spontanee.
Sono più che abituato a trattare con questo buono a nulla di un genitore che mi ritrovo, ma è possibile che a mia completa insaputa un tempo sia stato una persona diversa, tale addirittura da far innamorare una donna bella e distinta come mia madre?
Questo interrogativo ne comporta un altro, più personale: anch’io, crescendo, diventerò una persona diversa? Se il mio vecchio si è dato a certe romanticherie, ciò significa che anch’io potrei compiere un gesto simile per Aka… per la persona con cui un giorno deciderò di passare il resto della mia vita?
Rabbrividisco al pensiero, è fuori discussione.
Scuoto con convinzione la testa e, nel fare ciò, avverto lo sguardo di papà posato su di me.
Per un attimo giurerei che se la stia ridendo sotto i baffi.



 
Breve one-shot che avevo in mente da tempo e che ho realizzato - al volo, tra l’altro - soltanto adesso, colto dalla classica ispirazione fulminante mentre ero intento a scrivere il nuovo capitolo di CTES. La scena finale si colloca in un punto preciso del manga (l’episodio “Viaggio alle terme” del vol. 33) ma ciò non è assolutamente importante ai fini della comprensione della storia, rileva solo come fonte della mia ispirazione. ^_^
Spero che la caratterizzazione dei personaggi sia stata credibile.
Da Wikipedia: “Nella cultura giapponese l'Ai Ai Gasa (letteralmente condividere un ombrello) è il simbolo degli innamorati, equivalente ai cuori trafitti da una freccia in uso nel mondo occidentale. Viene rappresentato come un ombrello stilizzato, sotto al quale possono essere scritti i nomi dei due innamorati.”
 

   
 
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