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Autore: Tatan    03/12/2012    1 recensioni
Ci sono suoni lievi, da pianto sommesso. Tintinnii di posate e cristallo, voci chiare e canto d’acqua.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ci sono suoni lievi, da pianto sommesso. Tintinnii di posate e cristallo, voci chiare e canto d’acqua.
Bambini ridono, ruggiti di vento e leoni,  la terra respira sotto i nostri piedi nudi.
L’aria all’alba è nebbia e fili d’oro, la bruma sottile di una ragnatela ad avvolgere il cielo.
 Ci sono scarpe da ballerina appese ad una parete, e dal salotto arriva ogni tanto il suono di cicale.
 Il tetto è un cielo, le pareti di corteccia.  D’inverno, la sera, c’è un profumo di legna bruciata e miele, mentre le notti d’estate sanno di sangria,  di frutta, di stelle.
I tuoi occhi ci sono in tutti gli specchi, nell’armadio d’abete trovo i tuoi vestiti.
Lampadari di carta dondolano sulle nostre teste, d’agosto lucciole gocciolano attorno ai vetri delle finestre.
La musica di un carillon per svegliarsi il mattino, c’è una culla a cigolare la nostra ninna nanna di notte.
 Dondoliamo su un lento fatto di respiri.
 A primavera l’erba ci colora le ginocchia,  mentre d’autunno i nostri letti hanno coperte di uva e di foglie che sembrano fiamme.
Gli angeli ci pisciano in testa di tanto in tanto, e allora ogni cosa diventa fradicia e fredda e un po’ viscida perfino, ma il muschio ci fa da cuscino e le pozzanghere da tappeto, continuiamo a ballare.
Abbiamo le nostre mani come calici, mangiamo con forchette d’argento, ho il cuore leggero.
 La nostra pelle è calda anche quando la neve ammutolisce ogni cosa.
Alle orecchie ho conchiglie, tra i capelli piume e perle, corriamo liberi nella savana dei film.
Macchie d’inchiostro sulle mie mani.

  
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