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Autore: Aoimoku_kitsune    05/12/2012    4 recensioni
Ultima parte del ciclo di Lui vive in te.
***
Susugi non pensava quasi mai al futuro. Se lo faceva era solo quando era riverso nel suo sangue, soggiogato dalle violenze del padre. Pensava ad una casa in mezzo al bosco, circondata da bellissimi e profumatissimi fiori. Anche una compagna, perchè no! E un figlio... ohh, lui voleva così tanto un figlio da amare più della sua vita. Ma era un sogno, e se ne accorse fin troppo presto.
Nell'istante in cui incrociò lo sguardo di quell'uomo, nero come la notte ma con dei sorprendenti riflessi argento, capì di voler tutt'altra cosa.
Dal diario di Madara Uchiha.
[Cit... E quando i miei occhi si specchiarono nei suoi, vidi la primavera per la prima volta. Assaporai la pace, l'amore e il desiderio di appartenere ad una persona. Provai la felicità di quell'effimero momento. Poi, così come sopraggiunse il sogno, si fece spazio anche l'incubo e la mia vista si macchio di rosso.
Il suo sangue. Il loro sangue... ]
Genere: Angst, Guerra, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Mpreg | Contesto: Prima dell'inizio
- Questa storia fa parte della serie 'I'd come for you'
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Hola!
Non finisco con far away e spunto con questa, scusate, ma in realtà ho postato questa storia per chiedrvi un grosso favore!
Stiamo cercando una fic... stiamo perchè in realtò mi hanno chiesto se la conoscevo, ma non l'ho mai letta, perciò ecco la trama che mi è arrivata.
Spero tanto che qualcuno la conosca, perchè mi piacerebbe aiutare la ragazza che me l'ha chiesto e anche perchè sono curiosa di leggerla. Penso di aver letto il manga che ha ispirato questa storia... mmm... era simile!
Concludo dicendo che questa sarà una Madara/Susugi... il personaggio è nuovo, ma Madara nella scelta non c'era proprio... hanno escluso lo zietto.... sigh!
Se qualcuno si ricoda il misterioso rotolo di Madara in Lui vive in te, bhe, qui è spiegato molto meglio, visto che più avanto andrà alla ricerca di risposte.
Ultima cosa, aggiornerò questa fic il prossimo anno... Kami, detta così demoralizzo tutti! Più che altro è perchè ho solo questo capitolo e volevo chiedervi se conoscevate la fic qui sotto, ma aspettare un aggiornamento di Far away... emm... Vado in vacanza, perciò... hehe... non trucidatemi.
Vi lascio alla lettura e che qualcuno me la mandi buona!
Un bacio a tutte voi.

Parecchio tempo fa ho letto una fic sempre Sasuke/Naruto
ho provato più volte a cercarla ma a quanto pare non vuole proprio venire fuori :P e con tutte quelle cose che hanno aggiunto alla ricerca per un fic impazzisco, prima era più semplice e pratico, ora è una papocchia! XD mi confondono solamente e poi, se sto cercando una fic che non ricordo quasi nulla come faccio a sapere se è una One-shot, occ, l'avvertimento ecc? Per non parlare di quando premi il tasto "cerca" li sì che hanno fatto proprio una cazzata -.-" ... *sospira* ahhh Comunque questa storia parlava di Kushina e Mikoto che bambine erano diventate amiche e si erano ripromesse di far sposare i loro figli così da grandi sarebbero state imparentate. Questo viene raccontato da Kushina a Naruto che ormai cresciuto aspetta l'arrivo di Sasuke; di lui ha solo una foto di quando era bambino e lo scambia per una bambina XD *come al solito no? XP* così quando si ritrova un bell'imbusto rimane colpito, anche perchè credeva che Sasuke fosse un nome da bambina, mentre Sasuke inizia gia a pensare a posizioni poco caste per il biondo. Questo più o meno è l'inizio, ora non ricordo esattamente il seguito ma proverò comunque a spiegarti quel poco che mi ricordo; Sasuke inizia a frequentare la stessa scuola di naruto e a fare i suoi "agguati" per conquistarlo *è una fic dove il teme è il solito geloso e possessivo *---* ed era abbastanza carina e anche divertente :D* ma Naruto proprio non se lo fila, perchè pensa che voglia solo portarselo a letto; fin quando nascosto dietro un armadietto della scuola non sente una conversazione del teme con Gaara, dove Sasuke dice tante belle parole su naruto e alla fine del discorso Gaara lo chiama vecchia volpe perchè entrambi si erano accorti che Naruto li stava spiando. Arrivato a casa Naruto e Sasuke si "riappacificano" e il teme gli salta completamente addosso dicendo di voler fare le cose zozzone con lui *ò* ma il biondo gli risponde che andrà a letto con lui solo dopo il matrimonio. Nello sguardo del teme si accende una luce malvagia e corre al piano di sopra, da Mikoto e Kushina dato che non si erano più lasciate XD, per dire loro che voleva sposarsi il più presto possibile, mentre un naruto tutto trafelato che cerca, correndo per le scale e inciampando qua e la, di fermarlo perchè le loro madri con il teme in squadra sarebbero state capaci di farlo sposare anche la settimana seguente.


I’d come for you

-Verrò per te-


Avevo gli occhi bendati, ma adesso riesco a vedere.
La mia mente si stava chiudendo, adesso sto credendo.
Ho finalmente capito cosa significa lasciar entrare qualcuno, vedere il lato di me che non vede nessuno, o nessuno vedrà mai.
Non importa cosa si metterà in mezzo,
fintanto che ci sarà vita in me,
al di là di tutto, ricorda, tu sai che io
 verrò sempre per te.
Qui e adesso, faccio voto di questo:
ormai dovresti saperlo che verrei per te,
nessuno altro che te.
Sì, verrei per te ma solo se me lo dicessi tu.
Combatterei per te, mentirei, è vero!
Darei la mia vita per.
Tu sai che verrei sempre
per te.

I’d come for you- Nickelback




Madara, seduto sul trono creato dall’albero si svegliò di soprassalto, quando sentì rientrare il ragazzo Uchiha che aveva raccolto come se fosse stato un gatto selvatico.
Obito si staccò di forza dal clone, buttando all’aria il mantello che si era procurato, mentre le lacrime gli rigavano il volto violentemente.
Madara lo guardò appena curioso, e si mosse, spostando il peso sulla parte sinistra.
-Bhe? Non ti è piaciuto il viaggio?
Domandò ghignando.
Obito gli rivolse uno sguardo di fuoco, ringhiando.
-Bastardo. Sono arrivato tardi… per colpa tua.
Madara alzò il mento, guardando serio il giovane che si tese.
-Colpa mia?! Quello che facciamo sono soltanto le conseguenze delle nostre scelte… il dolore che provi è solo una piccola parte di quello che proverai in tutta la tua vita… sei giovane, e non capisci quale sia il verso dolore.
Tuonò, poi tossi, rilassandosi sul trono.
Obito avanzò di un passo, maldestro sulla gamba ferita.
-Ho perso la persona che amo per mano del mio migliore amico… tu che ne sai del vero dolore?
Urlò straziante.
-Tu hai mai amato veramente, per provarlo?
Gli domandò il giovane, sputando quelle parole con odio.
Madara lo guardò, fissandolo truce e poi socchiuse le palpebre. Un viso si formò faticosamente nei suoi ricordi di una vita che aveva dimenticato.
-Anch’io una volta, avevo conosciuto quella parola. Decadi e decadi fa… amore. Così effimero… se solo fossi arrivato in tempo.
Mormorò le ultime parole sulle labbra, e Obito si voltò verso Madara, guardandolo chiudere gli occhi, ancora.
Ma ora, non stava cercando di riposare.
Stava ricordando.
Obito spalancò gli occhi.

*

**

***

Sbuffò.
Un ennesimo sbuffo di noia, dettata da quella stupidissima merce che si portava dietro.
Kami! Che noia.
Il giovane si spostò una ciocca rossa da davanti al viso, mettendosela al riparo dietro all’orecchio destro e fissò l’orizzonte, in cerca di una sagoma che potesse avvicinarsi al suo villaggio.
Odiava camminare per giorni, odiava il lavoro del padre, come droghiere.
Susugi sbuffò un ennesima volta e ringhiò un avvertimento, quando il bue fece la mossa di fermarsi.
Il sole d’estate splendeva nel cielo terso del paese del fuoco, portando una calore insopportabile, senza un filo d’aria.
-Non provare a fermarti sotto il sole, capito bestiaccia…
Urlò, quando l’animale sbuffò e si fermò, scuotendo il capo e muovendo la coda a scatti.
Susugi afferrò la corda, si puntellò sul terreno, e tirò con tutte le sue forze, strizzando le palpebre per lo sforzo.
-Su… dai… muoviti stupido animale…
Ansimò, stizzito.
Il bue sbuffò ancora, arretrando e il ragazzo perse l’equilibrio, cadendo sulle ginocchia e sporcando il kimono grigio con l’erba.
-Argh… giuro che quando arrivo a casa, ti cucino con queste mani, così poi vediamo se mi ascolterai in futuro.
Urlò, incazzato, alzandosi di scatto e fronteggiando il suo nemico.
-Se arriviamo in ritardo, mio padre mi uccide, quindi muoviti.
Susugi cercò con tutta la sua forza di muovere quella bestiaccia che lo stava facendo sudare inutilmente.
Sbuffò, chinando il capo sconfitto e mandò uno sguardo di fuoco al bue che, tranquillo, aveva preso a mangiare l’erbaccia sottostante.

Amava guardare come i corpi dei nemici cadevano sotto i suoi attacchi e fendenti.
Era una sensazione che lo portava quasi all’estasi, ma poi, dopo che nel campo di battaglia scendeva la quiete, il suo animo si ombrava, cadendo in una depressione nera.
Sospirò, quando i suoi occhi colmi di potere, fissarono con malcelato disgusto, gli uomini che cercavano di scappare a quel massacro, realizzato da un solo uomo.
L’armatura brillò, sotto un raggio di sole, e il simbolo del casato venne mostrato con fierezza, quando uno sbuffo d’aria li sollevò dalla schiena, i lunghi capelli nero corvino, lasciati sciolti.
Madara Uchiha afferrò il ventaglio che negli anni lo aveva accompagnato nelle sue innumerevoli battaglie e missioni, e lo mosse, veloce e con un gesto secco, distruggendo una grande quantità di alberi, e le lame d’aria tranciarono i corpi dei fuggitivi, uccidendoli.
-Tzk! Gli insetti, rimarranno sempre insetti.
Sputò tra i denti il suo sdegno per qui ninja di ultima categoria e, rinfoderando l’arma, si voltò, dirigendosi verso casa con studiata calma.

Avvicinò la brocca alle labbra carnose, e bevve un lungo sorso, fissando con sguardo omicida l’animale che pascolava tranquillo.
Fece un lungo respiro e poi appoggiò la schiena contro l’albero, socchiudendo appena gli occhi quando sentì la fresca aria accarezzargli il viso spigoloso e simmetrico.
L’aria gli rinfrescò il corpo, passando nella scollatura pronunciata del kimono, che lasciava intravedere il petto glabro e lisco come seta, e le gambe scoperte, lunghe e sode.
I capelli rossi si mossero nel vento, alzandosi in una lenta danza e si riposarono di nuovo sulla spalla del ragazzo, quando questi aprì le palpebre, scoprendo un paio di iridi azzurro ghiaccio.
Le sopracciglia si contrassero in un tic nervoso quando osservò tre uomini avvicinarsi al suo carro.
-Ehi. Che pensate di fare.
Urlò, avvicinandosi al gruppo che lo fissarono sorpreso.
-… Quel carro è mio, perciò smammate, se no…
-Oppure? Cercherai di picchiarci, ragazzina?!
Disse divertito uno dietro Susugi che si irrigidì e poi si voltò furente.
-Come mi hai chiamato?
Ringhiò, mostrando i denti e stringendo i pugni.
Il capo dei banditi sorrise divertito, mandando uno sguardo ai suoi sottoposti che cominciarono a circondare il ragazzo.
-Ohhh… il gattino caccia le unghie.
Mormorò un altro, accanto a lui, facendo ridere i presenti.
Susugi voltò di scatto il capo e con uno scatto improvviso, e con forza che non pensava di avere, si tuffò sull’uomo, con un grido di battaglia.

Madara si scostò un ciuffo nero da davanti agli occhi, e poi proseguì per il bosco, camminando con passo felpato.
L’aria gli accarezzò il viso sudato, rinfrescandolo e gli portò alle narici una dolce fragranza che lo rilassò e lo inebriò.
Mai , in vita sua, aveva sentito un odore così delicato, e così eccitante.
Si fermò, prendendosi il tempo di assaporarsi a pieno quelle delicate note.
Ma la sua quiete non durò allungo, che sentì un urlo di dolore, provenire poco lontano di li.
Il capo si voltò verso quel punto e sbuffò, avanzando tranquillo, senza curarsene eccessivamente.
La sua missione era terminata, e non aveva la voglia e l’interesse per un’altra battaglia inutile.
Madara avanzò tranquillo, facendo un passo e poi un altro, ma si fermò, chinando la testa e sbuffò, quando l’urlo si ripeté, più agognante di prima.
Voltandosi, fece un balzo e si portò verso i rumori di lotta, correndo sugli alberi.
Ancora non capiva perché alla fine aveva deciso di andarci.

Susugi venne buttato con violenza al suolo e gemette di dolore, quando il fianco destro strisciò sul terriccio, procurandogli un dolore pungente sulla pelle.
I capelli rossi gli ricaddero disordinatamente sul viso, coprendogli l’espressione dolorante.
I banditi ridacchiavano e lo schernivano, mentre il giovane stringeva i pugni, maledicendosi per la sua debolezza.
Poi, una folata di vento e l’urlo macabro che cacciarono i banditi gli fecero alzare di scatto la testa.
Davanti a lui si stagliò un ombra, e gli occhi chiari seguirono la forma, scorgendo un ragazzo dai lunghi capelli neri, scalati, e l’armatura da combattimento brillò alla luce del sole.
I banditi spalancarono gli occhi e si alzarono dal suolo, correndo verso il bosco, perdendosi nel suo interno.
Quando il moro si voltò verso di lui, Susugi si perse in uno sguardo fiero e altezzoso, nero come l’oscurità.
La mascella aveva allentato un po’ la presa, in quel viso duro?
Madara si perse un attimo per affogare in quello sguardo azzurro come il ghiaccio, illuminato da un raggio del sole.
Era un colore così bello, che mai in vita sua aveva avuto occasione di contemplare. Era di una lucentezza pura che lo sorprese e lo affascinarono.
-Mmmm… c’è l’avrei fatta anche da solo.
Borbottò il giovane, imbarazzato e anche arrabbiato, quando Madara alzò un sopracciglio.
-Davvero?
Sasugi fece un passo indietro, quando l’uomo parlò.
Era una voce così carica di indifferenza e freddezza, così triste, che lo spaventarono e incuriosivano.
-…Si…
Annuì convinto, e poi scosse il capo, spazzolandosi da dosso la polvere dal kimono.
Madara non poté fare a meno di seguire i movimenti del giovane, contemplandone la bellezza esotica e diversa, da quelle della sua vita.
I capelli rossi come lava, lo affascinarono così tanto, che in lui crebbe la voglia di poterli toccare.
Contemplare quegli occhi chiari, fieri ma gentili, sembrava un bellissimo passatempo, ancor meglio del combattere.
Susugi si sentiva spoglio sotto quello sguardo così intenso, che decise di voltarsi, per poi sentirselo dietro alle spalle.
Si avviò verso il carro, strofinandosi un dito sotto il naso.
-Non si ringrazia?
Madara non capiva perché gli aveva chiesto una cosa del genere. Non era nella sua indole.
Non riusciva a capire perché stesse ancora lì, con quel giovane.
Susugi si voltò, e il moro vide come le guance fossero più colorate, rispetto alla pelle chiara del viso.
-Pff… io non ti ho chiesto mica di intervenire…
Rispose di getto.
In realtà non voleva proprio rispondergli così. Anzi. Voleva ringraziarlo, con tutto il cuore, ma erano come se le parole fossero uscire da sole.
Madara storse appena il naso, scrollandosi le spalle come se fosse indifferente, ma in realtà era arrabbiato.
Eppure, non perdeva mai il suo autocontrollo, e la sua rabbia era sempre stata sotto controllo.
Stava per rispondere, ferire con le parole quel ragazzo, ma quando Susugi si voltò verso di lui, le parole gli morirono in gola.
Un raggio di sole lo colpì, in pieno volto, e la pelle chiara del ragazzo brillò come se fosse diamante e i capelli rossi si mossero nel suo movimento e nella carezza dolce del vento.
-Bhe… mmm…
Sembrava imbarazzato il ragazzo, Madara se ne accorse dalla sua riluttanza di guardarlo negli occhi e dalle guancia colorate.
-Gr… grazie…
Disse velocemente e poi si voltò, afferrando le redini del bue e tirandoselo verso di se, allontanandosi il più velocemente possibile.
Madara, senza saperne il perché, lo seguì con lo sguardo, finché non sparì nell’orizzonte, inghiottito dal paesaggio e dal sole morente.

-Ti sembra l’ora di arrivare, bastardo…
Urlò il padre, assestandogli uno schiaffo che gli fece rivoltare il viso dall’altra parte.
Sentì così velocemente il sapore ferroso del sangue, che non riuscì a fermare la smorfia di fastidio, e il gemito di dolore gli fluì troppo facilmente fuori dalla gola.
-S… scusatemi, padre.
Rispose, ansante, prendendosi la guancia dolorante nella mano fredda, cercando di alleviare il dolore pulsante.
Lo sguardo rimase basso, e si morse un labbro per respingere le lacrime che volevano infrangersi sul suo viso.
-Tsk… sei solo una nullità. Non varrai mai niente.
Susugi deglutì, chinò il capo e poi si diresse verso la sua camera, quando il padre glielo consentì.
Che vita di merda che era la sua.
Sorrise amaramente, inginocchiandosi davanti al futon preparato, e alzò lo sguardo verso il cielo nero, che si intravedeva dalla finestra.
E inspiegabilmente, gli ritornò in mente lo sguardo magnetico di quel ragazzo che lo aveva salvato.
I suoi occhi neri e profondi, come il cielo della notte.

Le fiamme del focolare danzavano tra la legna e l’aria, e Madara, affascinato, non riuscì a distogliere lo sguardo.
La mente cominciò a svuotarsi, e le fiamme rosse, divennero fluidi capelli lunghi e lucenti.
-Tsk… che diamine mi prende…
Si prese la testa tra le mani, socchiudendo gli occhi.
   
 
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