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Autore: ginevrag_    08/12/2012    6 recensioni
Ricordate quel bambino che volava e che non voleva mai diventare grande? Quel bambino non c'è più, perché in un mondo senza pensieri felici Peter Pan muore.
E se Pan avesse abbandonato l'Isola che non c'è?
Genere: Drammatico, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Campanellino, Capitan Uncino, Peter Pan, Quasi tutti, Wendy Darling
Note: AU, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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In un mondo senza sogni Peter Pan muore

 

Ricorderete tutti quel bambino che non voleva mai crescere, quello che viveva in un'isola sperduta insieme a bambini altrettanto sperduti, quello che entrava dalle finestre delle giovani ragazze londinesi; sì certo che ve lo ricordate. Beh, quel bambino ormai vive solo nei ricordi, nelle fiabe, nei cinema o nei teatri, perché in un mondo senza sogni e senza “pensieri felici” Peter Pan muore.

 

 

Erano le cinque della mattina quando il sole apparve in quella fredda e piovosa Londra e un raggio entrò dalla finestra cadendo sul letto disfatto, al centro della stanza. Il letto era vuoto come ogni mattina, il ragazzo aveva l'abitudine di svegliarsi prima all'alba o meglio, sembrava che il sole avesse l'abitudine di svegliarsi con lui. Era in piedi in bagno, a torso nudo a guardarsi allo specchio: la barba era ricresciuta e gli pungeva sul viso, i muscoli delle braccia erano tesi e le cicatrici sul petto racchiudevano un passato che voleva dimenticare, e che doveva dimenticare. Passò molto tempo femo ad osservarsi, come se non riuscisse ad accettare quello che lo specchio rifletteva; i suo occhi avevano ormai perso la loro scintilla, non erano più azzurri come un tempo, ma il dolore, i rimorsi e i ricordi li avevano tinti di grigio, erano spenti.

Avrebbe voluto passare l'intera giornata così ad autocommiserarsi, ma quel giorno era importante per lui, si era appena traferito e non poteva assolutamente mancare il primo giorno di scuola. Infilò velocemente un paio di jeans e una felpa, si mise il cappuccio e prese lo zaino e uscì dal suo appartamento; aveva percorso molte volte quelle strade anche se in una maniera diversa.

Entrò nella scuola senza sapere dove andare e senza aver voglia di chiederlo a nessuno, il suo carattere gli impediva di essere troppo socievole, era come se provasse repulsione per gli uomini e anche per la parola stessa forse. Secondo i fogli che gli erano stati consegnati dalla segreteria la prima lezione era nell'aula 14, quindi si mise a cercarla e senza troppe difficoltà, la trovò; era sempre stato bravo a trovare le cose. C'erano molti ragazzi dentro, alcuni seduti a ripassare, altri alle finestre a fumare e altri ancora a raccontarsi le vicende di quell'estate ormai svanita; appena superò la porta ebbe gli occhi di tutti addosso, occhi penetranti quasi da far male. L'arrivo della professoressa fortunatamente spezzò la tensione che si era creata in quel momento.

Allora ragazzi, forza sedetevi.. la scuola è iniziata ed è ora di mettersi a lavorare. Oh, tu devi essere il nuovo studente! Un secondo.. tu sei.. James..”

Bond” qualcuno suggerì dal fondo dell'aula, e tutti scoppiarono in una grande risata, tutti tranne lui.

Signor Isaacs la prego di moderare la sua quantità di sciocchezze, almeno a inizio anno. Torniamo a noi, James Barrie, giusto?”

Si Signora” la sua voce roca tuonò nell'aula.

Bene, allora accomodati, per favore” la Signora Driscoll sorrise e indicò un posto libero in seconda fila.

James si trascinò fino a lì, ma mentre camminava la sua attenzione venne catturata da una ragazza che occupava il banco vicino al suo: indossava un maglione azzurro che le metteva in risalto la pelle pallida e i capelli rossi che le cadevano morbidi sulle spalle. James di accorse di averla fissata per troppo tempo quando lei alzò gli occhi verso di lui permettendogli però di ammirare il suo viso, era bellissima, una di quelle bellezze che si trovano solo nei libri o nei sogni. Lui si voltò di scatto e si sistemò sul banco, anche se sentiva il bisogno di guardarla e di incrociare di nuovo il suo sguardo. C'era qualcosa in lei, qualcosa che lui sentiva gli appartenesse; solo una volta nella sua vita aveva visto degli occhi come quelli, verdi e quasi brillanti. Solo una persona aveva degli occhi, ma quella persona apperteneva ormai al passato. Scosse la testa.

Bene facciamo l'appello! Allora: Art Stevens, Blane John Gibson, Bob Clarson, Clair Marc Weeks...” ad ogni nome qualcuno rispondeva e si alzava in piedi, al suo turno James ebbe di nuovo gli occhi di tutti i compagni stampati sulla pelle, odiava tutto questo.

La Driscoll continuò: “Sam McDonnell, Thomas Mac, Tom Webly, Ward Kimboll e per ultima, ma non ultima, la nostra Wendy Moira Angela Darling”.

Appena James sentì quel nome il sangue gli si fermò nelle vene. Di colpo il cuore iniziò a battere come fosse impazzito e il corpo si pietrificò.

Un momento di silenzio e la ragazza dai capelli rossi che gli sedeva vicino, si alzò. 



Direi che era troppo tempo che non mi mettevo a scrivere e sì, mi mancava. Questa ff è giustificata dalla mia passione (o ossessione?) per Peter Pan, non prometto nulla, potrei anche decidere improvvisamente di non continuare. Non posso darvi anticipazioni perché svelerei troppo la storia, ma è tanto tempo che che l'ho in mente; che Wendy Moira Angela Darling sia la nostra Wendy? Perché James è così "oscuro"? Cosa nasconde? 
Se vi è piaciuto il capitolo, lasciate un commento anche piccolo piccolo! Fa sempre piacere e mi da la voglia di continuare a scrivere, se non dovessi ricevere recensioni, penso che cancellerei il tutto. Non voglio essere antipatica, è solo che scrivere per me è terapeutico. 
Bene, se avete twitter potete seguirmi, sono @dreaminpeterpan :) 
Ho già tante idee per il prossimo capitolo, la storia evolverà velocemente e sarà ricca di sorprese. 
P.S.: i nomi citati nella storia sono quasi tutti omaggi ai grandi che hanno aiutato a creare il cartone animato Disney di Peter Pan, ci saranno riferimenti a quello, alla storia originale e ai film, per tutta la ff. 
Baci, Ginevra.

  
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