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Autore: RakyKiki    09/12/2012    4 recensioni
Rachel torna a Beacon Hills dopo nove anni, e si ritrova catapultata in un mondo popolato da licantropi; la sua città natale che aveva sempre creduto fosse piuttosto tranquilla si rivela quindi un luogo molto più pericoloso del previsto.
Ambientata in un AU, questa fanfiction contiene spoiler sulla seconda stagione, quindi chiunque non voglia rovinarsi la sorpresa della seconda stagione conviene che non la legga ;) A tutti gli altri auguro una buona lettura!
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Past, present and future. '
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Epilogo: E così da qui ebbe fine l’inizio.

Detestava gli scatoloni.

Dopo una vita intera passata a spostarsi da una città all’altra Rachel odiava seriamente quelle scatole di cartone!

Ma ovviamente non ne aveva mai abbastanza il destino, figuriamoci se quella povera ragazza poteva concedersi un attimo di sollievo!

I casini con il Kanima si erano sistemati da nemmeno una settimana che subito arrivarono altri problemi, se vogliamo ancora più pericolosi.

Così quel tardo pomeriggio la ragazza si era diretta al deposito dei treni, dove ormai era solito alloggiare Derek con quel che rimaneva del suo branco.

La ragazza entrò senza bussare e nella sua testa continuava a ripetersi il discorso che avrebbe dovuto fargli.

Insomma doveva solo parlargli, non era mica un mostro!

Beh, magari se si tralasciano le zanne.

E gli artigli.

E la rabbia costante…

Ok va bene, magari Derek era anche un mostro/creatura della notte, ma era pur sempre umano!

“Derek?” chiese la ragazza giunta al fondo della rampa delle scale.

“Rachel! Che piacevole sorpresa cara!” esclamò Peter andandole in contro ed abbracciandola.

“Peter.” Rispose Rachel abbracciandolo di rimando.

“C’è Derek? Dovevo parlargli di…” iniziò a dire la ragazza quando vide arrivare l’Alpha.

Quando Derek la vide per un istante gli si illuminarono gli occhi, ne era consapevole, ma non se ne preoccupò.

Poi notò come lo zio non accennasse a sciogliere l’abbraccio, così decise di fare qualcosa a riguardo.

Quell’uomo era tornato dal mondo dei morti da poco tempo ma già gli faceva girare le palle.

“Rachel, come mai sei qui?” chiese avvicinandosi e mettendosi alle spalle dello zio, guardandolo cupo.

La ragazza riuscì a liberarsi dall’abbraccio infinito di Peter ed andò davanti a Derek.

“Avevo bisogno di parlarti di una cosa… in privato.” Disse marcando le ultime parole.

“Ricevuto l’antifona!” esclamò Peter per poi dileguarsi in un battito di ciglia.

Un silenzio imbarazzato scese tra i ragazzi che continuavano a guardare ovunque tranne che l’uno l’altro.

“Allora…” disse Rachel rompendo il silenzio e sollevando lo sguardo fino ad incontrare gli occhi del lupo.

“Ok, togliamoci il pensiero…” disse più rivolta a se stessa che a Derek Rachel, e quando fece per parlare nuovamente venne interrotta dal lupo, che sembrava essere tornato in possesso della lingua.

“Non sei incinta vero?” chiese preoccupato Derek, avvicinandosi quasi impercettibilmente alla ragazza.

“Cosa? Santo cielo no! Come ti viene in mente!? Comunque -disse Rachel riacquistando un po’ di calma- volevo parlarti di quello che è successo a febbraio. Ti voglio bene Derek, lo sai anche tu, sei il mio migliore amico. Ma sono innamorata di Stiles quindi…”

“Non era di questo che volevi parlarmi, ricorda che posso capire se menti, specialmente se menti più volte in una frase ma comunque…” ribatté Derek affondando le mani nelle tasche dei jeans.

Rachel sospirò, il cuore che correva veloce.

Prese un bel respiro e parlò tutto d’un fiato.

“Sto per partire. Sai per via del branco di Alpha. Me ne vado. E lo zio voleva tu lo sapessi. Mi ha detto di darti questo foglietto con l’indirizzo e di dirti di impararlo a memoria e poi distruggerlo. Si è anche raccomandato di dirti di non dire per nessun motivo, a nessuno, dove andremo. Tutto ciò è così irreale, sembra quasi un déjà vu.” Rispose la ragazza iniziando a camminare per il magazzino.

“Almeno questa volta possiamo salutarci civilmente senza che io ti faccia correre via piangendo.” Rispose sarcastico Derek.

“Momento, momento! Derek Hale, hai appena tentato di fare del sarcasmo? Stai facendo progressi Sourwolf!” esclamò facendo finta di essere sorpresa Rachel fermandosi poi vicino alle scale e sedendosi su un gradino.

“Potrà sembrarti strano che ti chieda una cosa del genere ma… promettimi di prenderti cura del branco, ok? E sta attento a tuo zio, voglio dire è resuscitato una volta, chissà cos’altro potrebbe mai combinare quell’uomo!”  disse con fare teatrale la ragazza, strappando un accenno di sorriso all’Alpha.

“Te lo prometto.” Rispose Derek offrendo la mano a Rachel per farla alzare.

“Mi togli solo una curiosità?” chiese poi alla ragazza che gli fece cenno di continuare.

“Se lo ami così tanto come hai detto, perché non gli hai ancora detto che parti?”

“Io… aspettavo il momento giusto, che non sembra arrivare mai purtroppo.” Rispose onestamente la ragazza.

“Non capirà.” Rispose laconico il lupo.

“Non puoi saperlo.” Controbatté secca la ragazza.

“Sì che posso Rachel. E’ un umano, non capirà perché la sua ragazza debba sparire da un giorno all’altro perché rischia di essere schiavizzata, nemmeno se glielo spiegherai cento volte.” Ribatté Derek, incrociando le braccia al petto.

Rachel, indispettita, gli si avvicinò e tentò di dire qualcosa, ma non le venne in mente nulla con cui ribattere, così disse solo “Addio Derek.”dopodichè iniziò a salire le scale.

Le faceva male andarsene da quel magazzino, sentiva una parte dentro di lei che urlava affinché tornasse indietro.

E cedette.

Tornò sui propri passi e corse, letteralmente, tra le braccia del lupo, che la circondò in un abbraccio silenzioso, appoggiando il mento sulla sua testa.

In quell’abbraccio Rachel tentò di mettere tutti i sentimenti e le parole non dette e lo stesso sembrava stesse facendo il lupo.

Si separarono troppo presto, il lupo interiore che protestava.

“Ciao Rachel.” Disse solo Derek, allontanandosi dalla ragazza ed entrando in un vagone.

La ragazza tornò velocemente a casa e quando scese dalla machina trovò Stiles che l’aspettava sotto il portico di casa.

“Buon giorno, principessa!” esclamò andandole incontro.

Le circondò la vita con le braccia e le diede un bacio veloce.

“Veramente sarebbe sera, ma non importa.” Rispose la ragazza dando un altro bacio a Stiles.

“Vieni, ho una sorpresa per te.” Disse il ragazzo prendendola per mano e portandola a casa sua.

Salirono le scale e quando arrivarono davanti alla camera di Stiles, il ragazzo bendò Rachel e la condusse in soffitta.

“Aprili.” Disse poi togliendole la benda.

“Cos’è?” chiese la ragazza osservando il telo bianco davanti a lei.

Stiles non rispose ma sorrise, e scostò il telo: dietro una parte della soffitta era stata rimessa a posto e sul pavimento era stesa una tovaglia a quadri bianchi e rossa con sopra delle candele ed un cestino per il pranzo.

“Sorpresa! Ho pensato che dato che è tutto il casino è passato, ci meritavamo un momento di tranquillità tutto per noi.” Disse Stiles accompagnando la ragazza alla tovaglia e sedendosi sopra.

“E’ bellissimo amore! E questo profumo?” chiese la ragazza indicando il cestino.

“Soufflé di spinaci!” rispose Stiles tirando fuori due coppettine.

“O per meglio dire, avrebbero dovuto esserlo. Si sono sgonfiati.” Aggiunse poi sbuffando.

“Saranno buoni comunque dai!” lo incoraggiò la ragazza.

Stiles le sorrise e mangiarono tranquilli.

Si stesero poi l’uno accanto all’altro in modo da poter guardare fuori dalla finestra.

“Stavo pensando che ora che torneremo a scuola, Harris mi odierà ancora di più. Si insomma,  papà l’ha arrestato un’altra volta!” Disse ad un tratto Stiles.

Al pensiero di tornare a scuola Rachel realizzò di dover ancore dire a Stiles che sarebbe partita.

“Stiles…” iniziò a dire Rachel, fermandosi però non trovando più le parole.

“Dimmi tutto.” Rispose il ragazzo dandole un bacio sulla testa.

“… Io e lo zio partiamo.” Disse a bassa voce la ragazza, ma in modo che lui potesse udirla.

“Proprio ora che le vacanze finiscono? Avete un tempismo perfetto! Anche se credo sia dovuto ai suoi turni di lavoro vero? Comunque sia, quando tornate? Se starai via tanto prenderò io appunti per te, tranquilla.”  Chiese curioso lui.

“Partiamo tra due giorni.” Rispose la ragazza.

“Almeno ritardi il ritorno a scuola! Onestamente? Non ho voglia di rivedere Harris, è un sadico e mi odia! Immagino dovrò dirgli qualcosa, per via del lavoro di gruppo di chimica, ricordi quello che dovevamo finire nelle vacanze con Lydia e Scott.”

“Non dovrai dirgli nulla…”

“Perché?” chiese curioso il ragazzo.

“Lo sa già, che non tornerò…” rispose titubante Rachel.

Ok Rachel, modo più stupido per dirglielo non potevi trovarlo! Pensò la ragazza mordendosi un labbro.

“Che vuoi dire con non tornerò?” chiese Stiles mettendosi a sedere.

“Stiles… Secondo mio zio è più sicuro per me andare via. Un branco di Alpha è particolarmente pericoloso per una genitrice che normalmente appartiene già a qualcuno, figuriamoci per una che non appartiene a nessuno.” Rispose la ragazza tentando di spiegarsi.

“Come devi fare per appartenere a qualcuno?”

“Dovrei morderlo.” Rispose lapidaria la ragazza.

“Mordimi.” Disse serio Stiles, offrendole il collo.

“Non funziona così Stiles.” Rispose Rachel facendo un respiro profondo.

“E come funziona?”

“Deve volerlo il mio lupo interiore credo. Probabilmente succede in determinati periodi o momenti, questo non lo so, la zia Muriel non mi ha mai spiegato come funzioni.”

“O-ok… dove andrete?”

“Non… non posso dirtelo.”

“Come sarebbe a dire che non puoi dirmelo?!” chiese a questo punto il ragazzo alzandosi da terra.

“Non posso Stiles. Se tu lo sapessi gli Alpha potrebbero farti del male per scoprire dove mi trovo.”

“Oh andiamo! Sono il tuo ragazzo diamine!”

“Cerca di capire Stiles….” Tentò di far ragionare il ragazzo.

“Capire cosa? Che tra due giorni te ne vai così, di punto in bianco, senza sapere se mai tornerai? Da quanto lo sapevi? Perché me lo dici solo adesso?”

“Perché volevo che stessi male il minor tempo possibile.”

“Ah! E quindi me lo dici così dal nulla! Cosa dovremmo fare io e te, eh? ” rispose continuando a camminare per la soffitta Stiles.

“Forse dovremmo…” tentò di dire Rachel, ma venne interrotta dal ragazzo.

“Non provare a dire che dovremmo lasciarci! Non ci provare!”

“E allora cosa dovrei dire!?” chiese alzandosi anche lei in piedi e raggiungendo il ragazzo.

“Non lo so! Io proprio non capisco!”

“Aveva ragione…”  disse Rachel, più rivolta a se stessa che al ragazzo.

“Chi?”

“Lascia stare.”

“Chi aveva ragione, Rachel?!” chiese perdendo la pazienza il ragazzo.

Rachel poteva sentire i suoi battiti accelerati, la rabbia e la tristezza che combattevano per prendere il sopravvento.

“Derek. Diceva che non avresti capito…”

“Oh, perché adesso persino lui sa le cose prima di me! Scommetto che a lui hai detto dove andrai!”

“E’ il mio Alpha, Stiles! Deve saperlo!”

“Chi altro lo sa?”

“Derek e il suo branco, quindi presumo lo sappia anche Scott, e tuo padre. Zio gli ha detto di aspettare a dirtelo e… Stiles non fare quella faccia dai!”

“Sai cosa ti dico? Aveva ragione. Non posso capire tutto ciò. Ho provato a farmi una ragione del fatto che tu sia andata a letto con lui, perché so quanto perdiate il controllo durante la luna piena, ma ora… Davvero, non posso capire, io non sono un… un mostro come voi.” Rispose Stiles, sedendosi su uno scatolone.

“Quindi è questo quello che pensi di me, che io sia un mostro?” chiese Rachel con le lacrime agli occhi.

Come poteva dire una cosa del genere?

Dopo tutto quello che avevano passato?

Ma Rachel sapeva che il cuore del ragazzo non aveva accelerato né rallentato quando aveva pronunciato quelle parole, segno che non mentiva, e questo faceva male.

Molto male.

“Sì, è quello che penso.” Ribadì l’umano, fissando i propri occhi in quelli della ragazza.

“Bene.” Rispose soltanto Rachel.

Quindi quella era la fine della storia, non si sarebbero salutati né niente?

Fece un respiro profondo e prese le sue cose.

Giunta alle scale si voltò una volta sola verso il ragazzo, e lo vide che si osservava le mani.

Scese le scale senza salutarlo ed uscì, sbattendo la porta di casa.

Una volta in camera sua, la prima cosa che fece fu chiudere la finestra e tirare le tendine, dopodichè si buttò sul letto e pianse, per poi cadere in un sonno tormentato.

I giorni restanti Rachel li trascorse a riempire gli scatoloni.

Avrebbe voluto salutare Lydia, Scott e gli altri.

Avrebbe voluto dire loro quanto gli si era affezionata.

Avrebbe voluto dire loro quanto fosse stata bene in quei mesi.

E invece ora si trovava in quell’auto ad aspettare suo zio, che salutava lo sceriffo.

Con Stiles non aveva più parlato.

“Ok, andiamo.” Disse David chiudendo la  portiera dell’auto per poi mettere in moto.

Quella mattina pioveva, ed il tempo sembrava rispecchiare al meglio l’umore di Rachel, che silenziosamente, con la fronte appoggiata al finestrino, lasciava scorrere copiose lacrime, mentre suo zio si dirigeva verso l’autostrada.

Entrambi erano ignari di due paia di occhi rossi che, al confine della cittadina di Beacon Hills, li fissavano.

 

 

Fine.

 



NdA:

Salve!

Ebbene sì, siamo giunti alla fine di questa storia.

Ringrazio tutte le persone che hanno letto la storia.

Ringrazio tutti coloro che hanno inserito la storia tra le seguite, tra le ricordate, tra le preferite.

Ringrazio tutte le persone che hanno recensito questa mia storia.

Ringrazio tutti coloro che hanno letto la storia silenziosamente.

Ringrazio Jeff e tutti i ragazzi del Cast d Teen Wolf, senza i quali questa storia non avrebbe mai visto la luce.

Ringrazio le mie due migliori amiche, Anna ed Alessandra, mia sorella e tutte le persone che mi hanno sempre spinta a continuare a scrivere.

Grazie mille davvero a tutti quanti, per essere rimasti con me e “Ancient Love” fino alla fine.

Grazie di cuore.

Kiki.

 

   
 
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