Anime & Manga > Saint Seiya
Segui la storia  |       
Autore: aresian    11/12/2012    1 recensioni
E’ legata alla fanfictions “Un confronto chiaritore”. Giunto al Grande Tempio come nuovo Comandante delle Guardie di Athena, Ikki fa l’incontro di una intraprendente, dolce e avventata giovane Sacerdotessa Guerrero. Galeotto fu il primo… pugno.
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Phoenix Ikki, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
cassiopea 1

Note di Autore: Eccomi qui con il nuovo capitolo, questa volta sono stata decisamente più celere.^^

DISCLAIMER:
I Cavalieri dello Zodiaco, i suoi personaggi e tutti i film legati alle serie sono copyright © di Masami Kurumada, Toei Production e Shonen Jump.
Questa fanfiction è stata creata senza fini di lucro, per il puro piacere di farlo e per quanti vorranno leggerla.
Nessuna violazione del copyright si ritiene, pertanto, intesa….

CASSIOPEA - LA SACERDOTESSA GUERRIERO

CAPITOLO 4 – UN NUOVO SENSEI

Nel giro di una settimana, Ikki si era fatto un’idea precisa di cosa occorresse al Grande Tempio, dal punto di vista della Sicurezza e dell’Organizzazione delle Guardie. Di fatto, Cassiopea si era rivelata un aiuto prezioso anche se un po’ bissoso, alle volte, giacchè aveva la fastidiosa abitudine di dire la sua su ogni cosa; comunque in un paio di occasioni le sue osservazioni si erano rivelate azzeccate. Il villaggio era stato rimesso non a nuovo ma quasi grazie a Seiya, che si era davvero fatto in quattro per aiutare a coordinare i lavori, compiuti per l’occasione dai paesani con l’ausilio di qualche recluta del Tempio. A vederlo aggirarsi per il villaggio, come un ragazzino volenteroso, nessuno avrebbe scommesso un soldo bucato sul fatto che fosse il più potente tra i Gold Saints di Athena. C’era una cosa che, tuttavia, preoccupava sia Ikki che Seiya. Shaina aveva scoperto che l’incendio presentava una strana dinamica. Di fatto aveva tratto origine in mdo anomalo giacchè aveva avuto inizio in una zona scarsamente infiammabile per propagarsi, con una rapidità, pertanto, sorprendente. Del resto non si erano rilevate tracce che potessero far pensare che fosse doloso. Nel dubbio Shaina stessa aveva suggerito una ronda notturna intorno al villaggio, per qualche tempo, giusto a sincerarsi che non si trattasse dell’opera di qualche vandalo particolarmente abile o di furfanti disposti a tutto pur di ottenere guadagno facile, approfittando del caos derivante da un incendio. Procedevano, peraltro, anche le sedute di addestramento delle nuove reclute. Marin, in particolare, stava seguendo due ragazzi che dovevano giocarsi un’armatura d'argento che era stata, un tempo, di un avversario di Seiya ovvero l’armatura di Aracne il Ragno. Shaina invece si ritrovava immersa in un vero e proprio tour de force giacchè affiancava al ruolo di capitano della Guardia anche quello di addestratrice. In particolare stava seguendo l’addestramento di un paio di ragazzi per l’armatura di quel che fu il Cavaliere di Bronzo della Fiamma, resa nuovamente disponibile, a discapito dell’addestramento di Cassiopea.

“Seiya, devo parlarti” esordì Shaina, irrompendo nella 9^ Casa di Sagitter, sapendo bene che a quell’ora del giorno il Saint di Pegasus soleva trascorrere il suo tempo nel piccolo sacrario dell’austero tempietto, a far cosa lo sapeva solo lui. Non si era sbagliata, giacchè lo vide uscire dal corridoio che si innerpicava per cento metri nel cuore della montagna.
“E’ successo qualcosa?” chiese questi, sorpreso per quell’improvvisata. Erano d’accordo di vedersi quella sera, dopo il tramonto, ma con Shaina niente era mai… stabilito in partenza.
“Ho bisogno che tu mi faccia un favore” esordì la donna, in tono meno autoritario di quando lo aveva “convocato”.
Il cavaliere si rilassò. Fortunatamente non si trattava di un problema da risolvere.
“Che genere di favore?” chiese concigliante.
La maschera d’argento della donna brillò all tenue luce delle fiaccole. Shaina sapeva bene che quanto stava per chiedere al compagno lo avrebbe innorgoglito, all’istante, per poi gettarlo nel… panico.
“Tra tre settimane le due reclute che sto seguendo si disputeranno, nell’Anfiteatro, l’armatura della Fiamma” iniziò a dire Shaina in tono piatto.
“Lo so, ne ero al corrente. Per l’occasione anche Lady Saori arriverà al Grande Tempio, così da consegnare personalmene l’armatura” interloquì Seiya, rammentando bene che era più che altro quella ragione, ovvero la visita di Athena, più che altro a spingerlo a far dare una sistemata a tutte e 12 le Case, più ovviamente la 13^ e più importante.
“Comprenderai anche tu che, proprio per questo, e per l’importanza dell’investitura di un nuovo Saint io debbo assolutamente dedicare il mio tempo a questi due ragazzi”.
“Ovvio” assentì il Saint domandandosi dove avrebbe parato dopo quella lunga premessa.
“Ne consegue che non potrò seguire l’addestramento di Cassiopea, pertanto vorrei che te ne occupassi tu” lo accontentò Shaina enunciando alfine la sua ricniesta.
Pegasus sbiancò all’istante per divenire, pochi secondi dopo, più rosso di un pomodoro.
“Ma… sei matta? Io non ho la più pallida idea di come si addestri una Sacerdotessa Guerriero. E poi lo sai che detesto combattere contro una donna, non riuscirei mai ad essere incisivo e deciso quanto occorre” protestò immediatamente. Al diavolo, Shaina non lo avrebbe incastrato con un compito del genere. Non voleva certo prendersi una simile responsabilità. Era da quattro anni e mezzo che Shaina addestrava la giovane, che terminasse lei, in fondo si trattava di allungare l’addestramento di tre settimane, mica di procastinarle alle calende greche.
“Insomma, Seiya. Quando mai ti ho chiesto un favore? Cosa ti costa darmi una mano” sbottò Shaina provando con la tattica, ormai consumata, del farlo “sentire in colpa”. Tuttavia, almeno in questa circostanza, parve non funzionare.
“E’ vero non me ne chiedi mai ma questo non posso fartelo, mi spiace. Perché non lo chiedi a Ikki? Del resto c’è già stato un primo round tra loro e poi sono certo che è più adatto di me” protestò il cavaliere, subito sulla difensiva.
Shaina stava per ripartire all’attacco quando qualcosa nel discorso di Seiya la colpì. Forse il compagno non aveva torto, Ikki avrebbe potuto rappresentare la soluzione ideale. Del resto, in quelle due settimane, avevano avuto modo di frequentarsi spesso visto che lei gli aveva fatto da guida.
“Come non detto. Riguardo stasera non venire a cercarmi, sai com’è sarò impegnata con un addestramento” ribattè comunque, in tono velatamente risentito, lasciando il povero Seiya con un’espressione interdetta dipinta sul volto.
^Perfetto. Adesso si è pure alterata, e chissà per quanto tempo me lo rinfaccerà?^ pensò il cavaliere, vedendola uscire dalla Casa, con quel suo incedere flessuoso e determinato al contempo.
“Caro Ikki, mi sa che la sua sfuriata te la becchi tu” borbottò alfine, ad alta voce, tornando nel sacrario. Tanto era certo che l’amico non si sarebbe fatto smontare facilmente, neanche dall’ira di Shaina.

Ad accoglierla il silenzio austero della 5^ Casa di Leo un luogo che, lo sapeva bene, Marin evitava quasi come la peste. Non sapeva nemmeno lei per quale ragione le fosse venuta in mente quella considerazione. Inconsapevolmente, lasciò che il pensiero corresse all’amica. Solo un’osservatore attento avrebbe notato l’atteggiamento leggermente confidenziale che passava tra Marin e Aiolia, il Gold Saint del Leone. Lei, tuttavia, che per molto tempo era stata costretta a tenere nascosto il proprio amore per Seiya, aveva intuito il forte legame che aveva unito Marin al Leone Dorato e comprendeva, ora, il dolore dell’amica per la sua perdita. Scacciando dalla mente quelle riflessioni Shaina meditò dove potesse essersi cacciato Ikki, giacchè la Casa di Leo era, palesemente, vuota. Rammentò, poi, che Cassiopea le aveva confidato di averlo visto spesso alla 3^ Casa di Gemini. Shaina lo aveva trovato alquanto strano, giacchè sapeva come non corresse affatto buon sangue tra il Saint della Fenice e Saga. A quanto le risultava Ikki lo odiava con ogni fibra del suo essere. Perché allora trascorrere così tanto tempo in quella Casa, che era stata del Gold Saint che l’aveva condotto all’oscurità per motli anni? Conosceva troppo poco, sul piano caratteriale, Ikki per poter comprendere le ragioni di tale strano contegno, ma tant’è doveva parlargli e pertanto si apprestò ad entrare. Immediatamente avvertì una strana sensazione, come una vibrazione stessa del proprio cosmo, che la mise in allerta. Cercando di non fare il minimo rumore si addentrò oltre il colonnato d’ingresso, fermandosi un istante per abituare lo sguardo alla penombra che permeava quel luogo. Strano, sembrava deserto. Eppure quella sensazione anomala non l’abbandonava. Spinta dalla curiosità tentò di rilevare la fonte generatrice di quelle sensazioni spingendosi addentro sino al corridoio che conduceva al Sacrario, anche qui sito all’interno della montagna come alla Casa di Sagitter. In fondo al corridoio, illuminato dalla luce del sole che filtrava da un piccolo lucernaio, ricavato perforando la roccia stessa della montagna, sostava lo splendido cloth dorato di Gemini. Le occorse qualche istante per rendersi conto che la fonte del turbamento del suo microcosmo era proprio il cloth.
“Ma bene, ecco scovata una piccola ladra” esordì all’improvviso la sarcastica voce di Ikki, facendola sobbalzare. Dannazione a lui, non lo aveva sentito arrivare. Sciocca, se fosse stato un nemico  si sarebbe ritrovata in difficoltà, un errore da non ripetere.
“Spiritoso” bofonchiò, abbandonando la posa di difesa istintivamente assunta, per fissare il volto diveritito del suo interlocutore.
“Piuttosto, ho avvertito una stranissima sensazione quando sono entrata nella Casa, come se ci fosse una forza occulta all’interno di essa. Può sembrarti strano ma sono certa che provenisse dal colth di Gemini” si decise poi a spiegare, per giustificare la sua presenza nel Sacrario giacchè, come Silver Saint, non le era concesso accedere al luogo ove erano custodite le armature dei Gold Saints.
Il sorriso sardonico abbandonò il volto di Ikki mentre un’espressione severa e pacata lo sostituiva.
“Lo so. L’ho avvertito anch’io. E’ il microcosmo di Saga” spiegò poi, avvicinandosi al cloth.
“Che cosa? Ma è impossibile. Saga è morto da più di dieci anni” sbottò Shaina, disorientata.
“Non è affatto soprendente. Hai forse dimenticato che è stato il microcosmo di Aioros, a suo tempo, a porre il cloth di Sagitter tra Seiya e Aiorla? “ le rammentò in tono brusco.
Shaina si azzittì all’istante. Era per questo, allora, che Ikki passava molto tempo nella Casa di Gemini? No, non aveva senso. Perché ricercare il residuo di un cosmo appartenuto ad un uomo odiato.
“Stavi cercando me, o bighellonavi alla caccia dei microcosmi dei Gold Saints?” le chiese all’improvviso Ikki, cambiando argomento, o quasi.
Shaina lo avrebbe volentieri strozzato, a volte quella sua sprezzante arroganza era alquanto irritante, poiché doveva chiedergli un favore si trattenne dal ribattere.
“Come sai tra tre settimane ci sarà l’investitura di due nuovi cavalieri. Come addestrastrice sono tenuta a seguirli sino all’ultimo giorno, ma  ne consegue che non potrò, per tre settimane, seguire gli allenamenti di Cassiopea. Ho bisogno di qualcuno che mi sostituisca per quel periodo. Ho pensato a te”.
Il tono di Shaina era pacato, serio e soprattutto determinato.
“Scordatelo. Non ho certo il tempo per fare la baglia di una Sacerdotessa in erba”  fu la secca risposta di Ikki mentre abbandonava il Sacrario costringendola, di fatto, a seguirlo.
“Lungi da me isegnarti come si gestisce la Sicurezza del Grande Tempio ma in qualità di  Comandante delle Guardie dovrebbe essere un tuo primo pensiero l’efficienza dei soldati e delle Sacerdotesse impegnate in questo delicato compito”.
Avere a che fare con la dialettica pungente di Shaina era come ingaggiare un duello all’arma bianca. Era pronto a scommettere che fosse passata prima da Seiya ma, innanzi al suo secco rifiuto, già ce lo vedeva l’amico alle prese con l’addestramento di quella viragò di Cassiopea, aveva dirottato la richiesta su di lui.
“Non cercare di infinocchiarmi con la questione dei doveri, giacchè essendo una tua allieva il dovere di addestrarla è esclusivamente tuo. In secondo luogo, non è una grave perdita se una Sacerdotessa Guerriero non si allena, con un sensei, per una ventina di giorni. Recupererà in seguito” fu la pronta risposta del Saint, che ritenne chiuso l’argomento. Fatto salvo rimanere spiazzato dall’affermazione successiva di Shaina.
“Cassiopea non può permettersi una sosta di tre settimane giacchè è da anni che la sto allenando per rinfoltire la scarna schiera dei Silver Saints”.
Che diamine aveva in mente Shaina? Si era battuto con Cassiopea, aveva una discreta tecnica ma era del tutto incapace di sviluppare il proprio microcosmo, anche se doveva ammettere che aveva percepito in lei una forza superiore a quella manifestata nel loro confronto.
“So cosa stai pensando. Il microcosmo che è in grado di sviluppare è, apparentemente, alla stregua di quello di un Bronze Saint ma ti garantisco che, nel corso di un allenamento, cinque mesi fa ha sprigionato una potenza impressionante che ha colpito anche Marin per la sua intensità. Da quel giorno non mi è più riuscito di tirargliela fuori, ma so che c’è. Se riuscirò a farla emergere ne farò un ottimo Silver Saint. Andiamo, Ikki, ti chiedo di seguirla per una ventina di giorni, non per l’eternità, cosa ti costa?”.
Ikki parve soppesare l’ultima osservazione della donna, per poi arrendersi all’evidenza della sua stessa curiosità. Se davvero Cassiopea nascondeva in sé le doti di un Silver Saint era quanto mai deciso a farle emergere.
“Essia. Ma se non tiene il passo con i miei allenamenti resterà al palo. Hai capito?” acconsentì in tono deciso.
Shaina si rilassò. Di certo per Cassiopea sarebbero stati venti giorni terribili, ma confrontarsi costantemente con un Saint del livello di Ikki sarebbe stato un banco di prova importante per scorprire sino in fondo le qualità latenti della giovane.

GRANDE TEMPIO – Il Promontorio delle Lacrime.
Quel lembo di terra brulla, sito sul retro della montagna ove si dipanava la Scalinata dello Zodiaco, ovvero quella intervallata dalle 12 Case dei Gold Saints, era da secoli uno dei luoghi che avevano conosciuto le lacrime, il sangue e la fatica di centinaia di aspiranti cavalieri e sacerdotesse guerriero. Quel nome, Promontorio delle Lacrime, era stato attribuito non già dal Gran Sacerdote, custode per secoli seppur con volti differenti di quel sacro luogo, ma dalle reclute che ivi avevano trascorso per anni ogni giorno della loro esistenza ad apprendere l’arte sopraffina e difficilissima del micro-cosmo e della “forza delle stelle”. Da un paio di giorni, Cassiopea, si intratteneva in quel luogo da sola, giacchè Shaina era occupata a completare l’addestramento di Drako e Desandro, i due contendenti al cloth della Fiamma. Nei momenti di libertà, ovvero quando non era intenta ad eseguire un ordine di Ikki piuttosto che di Shaina stessa nel suo ruolo di soldato del Grande Tempio, li trascorreva lassù a sperimentare una più profonda ed introspettiva conoscenza del proprio micro-cosmo. Non era comunque una novità per lei, giacchè spesso tendeva a sperimentare quegli esercizi da sola al di là degli allenamenti rituali con il suo sensei. Di fatto, Cassiopea era già stata eletta Sacerdotessa Guerriero, giacchè erano talmente scarsi i cavalieri da operare nomine anticipate per coloro che avessero compiuto più di quattro anni e mezzo di addestramento. Nella realtà le sue potenzialità non raggiungevano ancora il livello di un Bronze Saint. Ora, seduta a terra con le gambe incrociate innanzi al petto, la giovane stava richiamando, con lentezza esasperante, il proprio micro-cosmo per avvertire, di secondo in secondo, il suo fluire dall’interno del corpo ed espandersi verso l’esterno come ad ascendere verso le stelle che lo governavano. All’improvviso lo percepì, quell'esplodere violento di un cosmo avverso, provenire dalle proprie spalle. Senza esitazione alcuna balzò agilmente in piedi, voltandosi verso la fonte dell’avvertita minaccia, giusto in tempo per schivare un gancio in pieno viso mentre arretrava repentinamente sottraendosi al secondo colpo avversario.
“Che diamine ti prende?” sbottò poi la voce fredda e controllata mentre, dietro la maschera d’argento sua prigione e sicurezza, osservava il volto deciso di Ikki.
“Niente. Volevo solo mettere alla prova i tuoi riflessi, Sacerdotessa. Giusto per stabilire da dove iniziare la lezione odierna” fu la pronta risposta che ricevette.
Cassiopea sussultò a quell’affermazione. Mettere alla prova i suoi riflessi? Lezione odierna?…
“Ma di cosa stai parlando? Quale lezione?” balbettò confusa.
Un lampo attraversò le iridi azzurre di Ikki, che diamine così Shaina si era dimenticata di avvertire Cassiopea della novità, oppure… più semplicemente aveva ritenuto superfluo farlo.
“Come, Shaina non te lo ha detto? Poco male, vorrà dire che te lo spiegherò io. Da oggi, sino all’investitura del Saint della Fiamma, sarò io ad allenarti in vece del tuo sensei”.
Il tono di voce di Ikki era calmo e controllato, mentre un sorriso vagamente ironico si delineava sulle sue labbra. Di certo era divertito dalla possibile reazione che quelle parole le avrebbero suscitato, pensò la ragazza. Accidenti a Shaina, ma proprio a Ikki doveva chiedere di addestrarla? Era l’ultima cosa che avrebbe voluto, specie dopo il fallimentare combattimento che aveva consumato con lui qualche settimana addietro. Comunque fosse non esistevano alternative. Si era spesso domandata che genere di Saint fosse il suo sarcastico Comandante, ora avrebbe avuto ben tre settimane per scoprirlo.
“Ho capito. Da cosa vuoi cominciare?” chiese in tono piatto, non rivelando alcuno dei pensieri che le avevano attraversato la mente.
L’unica reazione di Ikki, alla sua composta risposta, fu un leggero innarcarsi del sopracciglio destro, in una vaga espressione di perplessità.
“Attaccami”.
Lapidario l’ordine, che non lasciava alcun adito ad incomprensioni. Evidentemente Ikki era uno di quei sensei che preferiva addestrare a suon di… pugni. Non si sarebbe certo lasciata intimidire per questo. Con decisione balzò in avanti, tentando di colpirlo con un calcio volante, ma rimase  esterefatta nel rendersi conto che aveva evitato il suo colpo senza, praticamente, spostarsi di un millimetro. Ma come diamine aveva fatto? Eppure, al suo arrivo al Grande Tempio, ricordava bene di essere riuscita a colpirlo o quasi giacchè aveva sempre parato tutti i suoi colpi con gli avambracci. Mentre realizzava questo, un poderoso pugno, in pieno stomaco, la feceva piegare in due, e il successivo calcio la scaraventava ad un paio di metri di distanza, a saggiare la dura terra riarsa dal sole.
“Tutto qui?” lo sentì chiedere in tono ironico. Accidenti a lui, neanche i suoi colpi era riuscita a vedere. All’apparenza non si era mosso eppure il pugno e il calcio li aveva sentiti, anche troppo bene.
“Mi stai prendendo in giro?” chiese, rimettendosi in piedi. Detestava quell’atteggiamento di arrogante sufficienza che gli vedeva dipinto sul volto.
Ikki sorrise divertito. Ecco che il proverbiale caratterino di Cassiopea riemergeva dal suo autocontrollo.
“Secondo Shaina avresti il potenziale di un Silver Saint ma onestamente ritengo che, allo stato attuale, tu verresti messa al tappeto da qualsiasi Bronze Saint, anche il più scarso” le disse placido. Voleva provocarla, giacchè nutriva il sospetto che solo in quel modo la giovane avrebbe raggiunto il limite del proprio micro-cosmo.
Cassiopea strinse i pugni, senza tuttavia cedere alla provocazione.
“Se continuerai a spostarti alla velocità della luce non avrò mai possibilità di colpirti. Non sono un’idiota, Ikki. Shaina mi ha già fatto, il primo giorno di addestramento, la lezioncina sulla differenza di velocità negli spostamenti e nei colpi tra le tre gerarchie di Saint. Giacchè, secondo te, non appartengo neanche a quella dei Bronze Saints mi spieghi come potrei colpire un Gold Saint?”.
Non c’era alcuna forma di irriverenza o accusa nel tono di Cassiopea, cosa che lo sorprese favorevolmente. A quanto pareva non era poi così avventata in battaglia.
“Quando Seiya ed io, insieme ai nostri compagni, abbiamo combattuto contro i Silver Saint del Grande Tempio e contro i Gold Saint fedeli ad Arles, eravamo dei Bronze Saints. Questo, purtuttavia, non ci ha impedito di sconfiggere i nostri avversari. Non prendere pertanto a scusante il tuo livello di combattimento. Davanti all’avversario devi sempre dare il meglio di te, per sopravvivere. Ricominciamo” fu la drastica spiegazione di Ikki, rendendo subito palesi i suoi intenti rispedendola nella polvere.
Il resto del pomeriggio, Cassiopea lo passò ad incassare un numero considerevole di colpi, nel vano tentativo di “vedere” da che parte arrivassero, e senza riuscire a sfiorare Ikki una sola volta. Decisamente sconfortante. Si sentiva a pezzi, inginocchiata a terra con le braccia che si ostinavano, ormai per puro orgoglio, a tentare di sorreggerla mentre disperatamente cercava di rimettersi in piedi.
Ikki osservò per un po’ gli sforzi della giovane, era certo che se l’avesse lasciata sola avrebbe finito col dormire lassù giacchè difficilmente avrebbe avuto la forza per tornare a valle. Era stato duro con lei, lo sapeva, ma era l’unico modo che conoscesse per addestrare qualcuno. Metterlo alle corde e costringerlo a tirare fuori tutto quello che aveva dentro, come aveva fatto con la giovane. Per quanto, con tutta probabilità, Cassiopea considerasse quella giornata un disastro completo, un’umiliante lezione impartita ad una giovane ed inesperta guerriera, non se l’era cavata poi così male. Era intelligente, tattica, aveva studiato la situazione di palese e imbarazzante svantaggio cercando di studiare una via di uscita. Shaina aveva visto giusto, in quella ragazza c’era del potenziale occorreva tuttavia trovare il modo per incanalarlo nella giusta direzione e farlo emergere.
“Per oggi abbiamo finito, Cassiopea. Puoi tornare nei tuoi quartieri” le disse duro, non lasciando trasparire alcun apprezzamento per l’operato dell’allieva. Se aveva carattere, come si aspettava, non si sarebbe arresa anzi avrebbe fatto di tutto per strappargli un cenno di consenso.
Cassiopea trassè un involontario sospiro di sollievo, se avesse preteso ancora un solo attacco sarebbe crollata definitivamente al tappeto. Accidenti, era talmente stanca da dubitare di avere la forza di tornare nel suo alloggio. Radunando ogni briciola di energia che le era rimasta si rimise in piedi, traballando sulle gambe malferme. Ikki la vide incamminarsi verso il sentiero che conduceva al Grande Tempio, mentre si sorreggeva alla parete di roccia per non cadere. Non fece nulla per aiutarla, del resto sarebbe stato considerato un gesto del tutto inopportuno, sapeva quanto fossero orgogliose le ragazze che indossavano la maschera d’argento, piuttosto sarebbe giunta al tempio ruzzolando per tutto il sentiero ma mai avrebbe accettato il suo aiuto. Scuotendo la testa, giacchè trovava alquanto incomprensibile quella dannata regola che imponeva alle donne di nascondere il viso dietro una maschera, scese a sua volta, lentamente, pronto ad evitarle, alla faccia del suo orgoglio, un quanto mai pericoloso giro turistico in un crepaccio.

Forse per la presenza di Ikki alle spalle, davanti al quale mai avrebbe mostrato la disarmante debolezza che la pervadeva, o forse per il suo atavico orgoglio, Cassiopea riuscì miracolosamente a tornare al quartiere della Sacerdotesse senza finire lunga e distesa al suolo. Qui, senza una sola parola per il cavaliere che l’aveva seguita, in silenzio si era infilata nella sua misera casupola ove, finalmente protetta da sguardi indiscreti, si era lasciata scivolare a terra... sfinita.

- continua -
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Saint Seiya / Vai alla pagina dell'autore: aresian