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Autore: thedragontosaphira    19/12/2012    24 recensioni
E’ Natale, anche quest’anno Draco Malfoy si accinge a trascorrerlo da solo nel suo grande attico nel centro di Londra. Ma questa volta qualcosa sta per accadere, la magia natalizia è all’opera nelle vesti di una bimba di nome Alyssa Granger, come un piccolo folletto vestito di rosso invade con la sua allegria la vita del playboy. Sotto l’albero di Natale un ricco dono forse lo attende, desideri sognati e mai esauditi…
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
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cap 1 fan di natale

Per festeggiare insieme a voi, vogliamo condividere questo breve racconto natalizio. Un piccolo pensiero da godere sotto l'albero.

Auguri di Buon Natale a tutti i nostri lettori e lettrici.

The Dragon e  To Saphira







                                          Desideri sotto l'albero.
                                                 cap.1




" Come arrivano lontano i raggi di una piccola candela, così splende una buona azione in un mondo malvagio "
(W. Shakespeare )








Era dalla mattina che la neve scendeva fitta.

Aveva ricoperto tutti i tetti  e sembrava ovattare i rumori della notte.

Hermione, sfinita, stava cercando di mettere a letto sua figlia Alyssa.

Cinque anni di argento vivo, sembrava a carica solare, non si spegneva nemmeno ora, dopo il bagno e favola della buonanotte.

Stava discutendo del Natale, nonno Matt le aveva detto che a Natale ogni desiderio viene realizzato, che il Natale è magico e anche loro erano magiche, ma sapeva che non doveva parlarne con nessuno. Sia sua mamma che i nonni si erano raccomandati, doveva mantenere il segreto.

Hermione sospirò al cicaleccio della  bimba, mentre per l'ennesima le rimboccava le coperte e sempre per l’ennesima volta ascoltava la stessa richiesta.

- Allora che ne dici mummy.. Un cane, e se poi vicino ci fosse un papà, sarebbe meglio. -

- Ne abbiamo già parlato amore, questi sono desideri troppo grandi anche per Babbo Natale, e poi un cane non possiamo tenerlo lo sai. - Negarle quello che desiderava le pesava ogni volta, ma un cane sarebbe stato troppo difficile da gestire. Quanto all'ipotetico papà, come faceva a spiegarle che non poteva certo trovarne uno sotto l'albero?

- Ma mamma, nonno dice ..- Lei le diede un bacio in fronte, mentre mentalmente stava uccidendo suo padre, che prometteva la luna e poi toccava a lei disilludere la piccola.

- Dormi piccola su, è tardi e domani dopo la scuola abbiamo molte cose da fare. - Cercò di distrarla.

- Lo chiederò a zio Harry, sono sicura che lui me lo regalerà. -  Insistette testarda.

" Ed io lo avadavakevrizzo, se ci prova. " Amava sua figlia, ma un cane era un impegno non indifferente, ed inoltre il padrone di casa non glielo avrebbe fatto tenere.

Per la seconda richiesta, beh, quella la " passava "... Con gli uomini aveva chiuso, dopo Ron aveva avuto due brevi storie, concluse come si erano fatte pressanti.

Sua figlia non aveva un padre e lei aveva fatto del suo meglio per sopperire.

Dove non arrivava lei, c'era Harry, suo padre, e tutti i maschi Weasley, l'unico disinteressato era proprio Ron, preso dalla fama, girava il mondo come portiere di una delle squadre di Quiddicht più famose.

Ricordava ancora le sue parole

- " Non sono pronto, Hermione, nè per fare il marito, nè per fare il padre. Per la prima volta qualcuno vede in me un potenziale, lo voglio sfruttare. Sono sempre stato un passo dietro di voi, sempre... L'amico scemo di Potter, il ragazzo sfigato della mente del trio, ma ora non sono secondo a nessuno. Non posso farmi sfuggire questa occasione, un figlio ora rovinerebbe ogni cosa, non posso permetterlo. Ti manderò denaro, se deciderai di tenere il bambino, ma non lo riconoscerò, nè me ne occuperò. Mi spiace, so di deluderti, ma cerca di capire il mio punto di vista.  " - Aveva parlato quasi senza guardarla in faccia, poi vedendola muta, era uscito senza aggiungere altro. Lei era rimasta paralizzata, pallida e sconvolta. Il “suo” Ron l'aveva abbandonata sola e incinta e lei era scivolata sulle ginocchia sconvolta, dove Harry l'aveva raccolta ore dopo. Le ci era voluto un po', giorni in cui aveva vagato per casa come in trance, incapace di reagire, ma poi aveva capito, aveva pianto e si era disperata, ma alla fine, come una fenice, era risorta dalle sue ceneri .

Aveva rifiutato il denaro di Ron ed alla piccola aveva detto che suo padre era morto nella grande guerra. Non avrebbe mai accettato i galeoni che Ron inviava per ripulirsi la coscienza. Se lui non voleva sapere nulla di loro, loro non volevano sapere niente di lui.

Non aveva negato però ai Weasley di fare da nonni, anzi di comune accordo, se la piccola avesse chiesto, il defunto Fred sarebbe stato suo padre, in fondo era certa che a lui non sarebbe dispiaciuto. Infatti Molly aveva tentato di tutto per fare ragionare suo figlio, ma a nulla erano valsi i suoi strilli, Ronald aveva fatto le valigie e se ne era andato.

Lei aveva amore da dare alla figlia per due. Non aveva bisogno di lui. Un uomo simile come padre sarebbe stato un disastro. Alla fine stavano meglio da sole. Però Alyssa desiderava quello che non poteva avere e la cosa, che la stava " uccidendo ", era la richiesta che, da circa due anni a questa parte, si ripresentava puntuale da quando Alyssa aveva incominciato, sotto consiglio della madre, a frequentare l'asilo babbano del quartiere.

Voleva un padre ed un cane, non in questa precisa sequenza, ma questi erano i suoi desideri.

" Non poteva essere come le altre bambine? Desiderare una bambola? " No, a lei era toccata una figlia speciale, non solo nell'intelligenza ma anche nell'animo.

Mentre raccattava giocattoli e vestiti sparsi qua e là per la cameretta, Hermione rifletteva.

 

Non lontano qualcun altro faceva il bilancio della sua vita e doveva dire che, a parte il lato sentimentale, si poteva dire soddisfatto.

Era diventato un uomo d'affari, conosciuto in entrambi i mondi, aveva una grossa società di import ed export.

Ma per quello che riguardava il cuore, beh, lì era un altra storia.

Stanco di quel falso mondo in cui viveva, cercava di evitare eventi mondani.

Le sue serate le passava con un buon libro e con il suo cane, un grande pastore dei Pirenei  dal manto bianco come la neve, che lui aveva chiamato appunto Neve.

Quella sera si era fatto convincere per una partita a poker con i suoi vecchi compagni di merende

Rientrando buttò le chiavi sul mobile accanto all'ingresso, aveva scelto di vivere al margine del mondo magico e di quello babbano, che aveva imparato ad apprezzare, in uno splendido attico, che dominava l'intera città di Londra e dava su uno splendido parco, dove lui faceva lunghe passeggiate con la sua amica a quattro zampe.

Si sbottonò la giacca che lanciò sulla spalliera del divano e, slacciandosi i polsini, si tirò su le maniche ed andò a versarsi un bicchiere, chissà non gli conciliasse il sonno.

Un grosso abete decorato faceva bella mostra vicino al camino acceso, ma era asettico, elegante ma freddo, sembrava mancare di qualcosa.

Draco  si avvicinò alla finestra, il bicchiere in mano e l'altra affondata nella tasca, guardava  i grossi fiocchi scendere e per la prima volta sentì freddo.

Gli mancava il calore vero di un abbraccio, era per questo che odiava il Natale, si sentiva vuoto, per lui quella parola significava famiglia, quella che lui non aveva.

Sentì il naso umido di Neve che si strofinava contro le sue gambe, senza neanche guardarla le accarezzò il grande capo.

- Ancora un  Natale noi due da soli bellezza, - disse senza distogliere lo sguardo dalle luci nella notte.

Era arrivato, sexy, desiderato da molte donne, ricco sfondato, era l'uomo che spesso riempiva le copertine dei giornali di gossip, non poteva desiderare nulla,  eppure un desiderio c'era, intimo e forse irrealizzabile.

 

Daphne ridendo gli diceva che il Natale è magia, ma lui era magia, era un mago e cosa c'era di più speciale di lui.

Tutti gli insegnamenti, tutta l'educazione ricevuta non erano servite a nulla.

Non gli avevano dato quello che lui cercava.

" L'amore è effimero Draco. Credi solo in quello che puoi toccare con mano. L'amore è un arma a doppio taglio e spesso può essere usata contro di te. "

Queste le parole di suo padre, quando ragazzo aveva incominciato ad occhieggiare le prime ragazze.

E lui ne aveva fatto il suo credo, aveva trattato le donne per il suo unico piacere, facendosi la fama di plaboy senza cuore. Ma ora era stanco di questo tipo di relazioni, di sesso senza scopo, di donne senza volto.

Quella notte, mentre la città dormiva, coperta da una coltre di neve,  che scendeva silenziosa, due persone, anzi tre cercavano la magia nel Natale, facevano il bilancio delle loro vite e si rendevano conto che c'era un posto vuoto nel loro cuore, che, forse inaridito dalla vita stessa, non lasciava spazio ai sogni.

Ma c'era una bimba che riponeva tutta la sua fiducia in quei sogni, con tutta la forza del suo piccolo cuore lei credeva che si sarebbero realizzati se ci avesse creduto abbastanza.

Quella notte, come la madre uscì dalla sua stanza, convinta che dormisse, sgattaiolò dal suo lettino ed andando ad osservare il cielo chiese

 

- Babbo Natale, io sono Alyssa Granger e quest'anno, come l'anno scorso,  ti faccio la stessa richiesta, un cucciolo e magari un papà, così la mia mamma potrà sorridere anche lei. Io so che il Natale non è più la sua festa preferita, la vedo che è triste quando tutti si scambiano i doni, sai zio Harry e zia Ginny, ridono si abbracciano e si baciano. E lei caro Babbo, non ha nessuno è sempre sola. - La preghiera di quella bimba si alzò accorata ed in quel momento una luce attraversò il cielo, e la piccola lo prese per un segno sorrise e ritornando a letto disse

- Grazie, giuro che non ti chiedo più nulla  finchè vivo. - Sorrise felice, convinta che il suo desiderio fosse stato ascoltato ed accolto.

 

La mattina dopo una insonnolita Hermione, che aveva dormito poco e male, rigirandosi nel grande e " freddo " letto, si alzò con sforzo titanico, più stanca che riposata.

Era amareggiata, anche quest'anno non avrebbe potuto accontentare sua figlia.

 Ma il cinguettio di primo mattino di Alyssa le stava trapanando il cervello.

Aveva una forte emicrania, ed in quegli ultimi giorni, prima delle feste al ministero, l'attendeva un sacco di lavoro da smaltire.

Mettendogli davanti la colazione la spronò

- Sbrigati cucciola, è tardi e, per una mattina, vorrei che arrivassimo entrambi puntuali, tu all'asilo ed io al lavoro. -

 - Sai mamma, stanotte Babbo Natale ha ascoltato il mio desiderio. - Raccontò con la bocca ancora piena, tutta convinta.

- Ti prego Alyssa, basta con questa storia, quando avremo una casa nostra e con il giardino, prenderemo un cucciolo, per ora accontentati di un gioco come tutti i bambini normali. - Rispose con tono seccato.

Tanto che la piccola aprì la bocca per contestare, ma la richiuse immediatamente all'occhiataccia della madre, che stava mettendo e tazze nel lavello.

Poi spingendola le infilò il cappottino rosso, le mise cappello e sciarpa, ed uscirono.

Quasi la trainava, cercando di non scivolare, affondavano entrambe con i piedi nella soffice neve.

Poi qualcosa catturò lo sguardo della piccola.

- Mamma guarda non è bellissimo? - Disse, fissando qualcosa che Hermione nemmeno notò, né si preoccupò di osservare.

- Si Alyssa, è bellissimo, ora entra nel cortile e raggiungi le tue amiche. - Aveva parlato senza neanche voltarsi, presa già dagli innumerevoli programmi che si stava stilando nella testa.

La piccola alzò il viso per guardare la madre, che la stava baciando e augurando buona giornata, senza non prima averle fatto le solite raccomandazioni.

- Mi raccomando Alyssa, niente magia. Fa la brava, verrà il nonno Matt a prenderti. -

Lei annuì, ma era offesa.

Ultimamente sua madre sembrava non volerla ascoltare.

E questo la faceva stare male, erano sempre state complici, sua mamma c'era sempre per lei, eppure quando arrivava Natale sua madre si trasformava.

Come la vide girare l'angolo girò lo sguardo verso il parco e, senza farsi notare, se la squagliò dall'asilo, nella sua mente solo quella splendida visione.

Non aveva visto mai niente di più bello.

Con le sue gambette corte imboccò il cancello del parco e fece correre lo sguardo intorno alla ricerca del suo piccolo " Eldorado ".

E poi lo vide che correva affondando con le zampe nella neve, quasi si mimetizzava con l’ambiente, tanto era candido il suo manto.

Alyssa arrancava nella neve, mentre cercava di raggiungere il cane bianco.

Era convinta che fosse il suo dono, che Babbo Natale glielo avesse fatto trovare come per caso, in modo che gli altri bimbi non fossero gelosi, in fondo lei era speciale.

Quando si trovarono di fronte, Alyssa l'abbracciò, coprendolo di baci.

- Sei bello e so che sei mio – gli confidò con il viso affondato nel suo morbido pelo. Poi infilò la manina nella tasca e tirò fuori una caramella, che scartò ed offrì all'imponente animale, che si era accucciato davanti a lei.

Da lontano Draco notò Neve che sembrava fare amicizia con una bimba, che a lui sembrava un folletto, visto che era tutta vestita di rosso.

Fece un fischio modulato per richiamarla, ma la malandrina sembrava attratta dalla sua nuova amica e fingeva di non sentirlo, nonostante le sue sensibilissime orecchie avessero avvertito benissimo il comando del suo padrone.

Alyssa fece delle palle con la neve e cominciò a lanciarle lontane, Neve le inseguiva abbaiando, mentre con piccoli balzi saltava i cumuli di neve .

La bimba rideva, felice come non si era mai sentita. Dimentica delle raccomandazioni di sua madre e della scuola. Si rincorreva con il cane.

Draco, seccato per l'improvvisa disubbidienza della cagna, cercò di seguirli richiamando il cane all'ordine.

Palla dopo palla, lancio dopo lancio, ridendo con le guance arrossate dal freddo, la piccola si ritrovò molto lontano dall'ingresso del parco, esattamente al centro di esso, dove vi era un piccolo laghetto che in quel momento era gelato.

Conosceva i pericoli, non solo sua madre glieli aveva illustrati, ma anche tante volte nonno Matt. Nonostante questo, però, dimentica delle parole tante volte ascoltate, corse spensierata sul ghiaccio. Le sue scarpe, incantate dalla madre ad hoc, facevano perfetta presa impedendole di scivolare, ma questo non le sarebbe stato di alcun aiuto se il ghiaccio avesse ceduto.

Poi un rumore sotto gli stivaletti, un crack sordo e Alyssa cadde nelle acque gelide, annaspava cercando di tenere su la testa, ma il cappottino si era inzuppando e  stava trascinandola sotto.

La Cagna cominciò ad abbaiare furiosa, girando in circolo intorno al punto dove la sua amica era caduta.

Draco richiamato dal latrare che sembrava disperato, corse e vide appena in tempo la piccola, l'istinto  gli fece dimenticare che era un mago, veloce si sfilò il cappotto pregiato e, scivolando sulla pancia, cercò di avvicinarsi alla crepa per afferrare la bambina, che ora lo fissava negli occhi spaventata e chiedeva aiuto con lo sguardo.

- Forza piccola, afferra la mia mano  - disse deciso, cercando di rassicurarla. Non doveva farsi prendere dal panico o sarebbe stata la fine.

Ma nonostante lo sforzo titanico non riuscì a tirarla su, gli sgusciò tra le mani e  i guantini gli rimasero in mano. Quando ormai disperato stava perdendo le speranze, un uggiolio alle sue spalle, e vide Neve che aveva tra i denti la sua bacchetta.

- Razza di stupido idiota!! – ringhiò contro se stesso, poi appellò la bacchetta che finì dritta nelle sue mani mormorando – grazie, amica mia. -  A quel punto con un gesto del polso fece lievitare fuori dall'acqua la piccola che sembrava priva di sensi.. Preoccupatissimo per la possibile ipotermia, l’ asciugò con un incantesimo non verbale e  l'avvolse nel suo cappotto e senza indugi si smaterializzò nel grande attico.

Qui, chiamò il suo maggiordomo che era un magonò .

- Miles, chiama subito un medico! – Il suo tono urgente fece scattare l’uomo, che colse al volo la gravità della situazione.

- Subito signore  - disse l'uomo che l'aveva visto comparire con un fagotto tra le braccia.

La poggiò sul divano di fronte al camino che accese con un colpo di bacchetta e  rapidamente la spogliò.

Sembrava così strano per lui, avvezzo a denudare donne adulte, sfiorare quel corpicino, che poi frizionò con una morbida spugna, cercando di riattivare la circolazione. La bimba era gelata, rapido andò nella cabina armadio, prese una sua felpa di quando era ragazzo e la fece indossare alla bambina, che era ancora priva di sensi.

La coprì, tenendola stretta a se nel tentativo di scaldarla più velocemente,  poi attese che lo specialista arrivasse, contando i minuti che sembravano passare lentamente  e quest'ultimo per fortuna non si fece attendere.

Non pose domande e, dopo averla visitata accuratamente, disse che una buona dormita e il caldo l'avrebbe rimessa in sesto. L’intervento di Malfoy era stato tempestivo ed accurato, quindi fortunatamente non ci sarebbero state conseguenze pesanti all’incidente.

Per sicurezza prescrisse delle medicine per la febbre e lo rassicurò sul decorso.

- E' sana e robusta, certo una brutta esperienza, ma starà bene. Niente che il caldo ed una buona dormita non possa rimettere in sesto. -

Malfoy ringraziò e pagò il medico, che si mise a disposizione qualora c'è ne fosse stato bisogno.

 Con la camicia stazzonata ed i capelli scomposti,  frastornato, dopo aver richiuso la porta alle spalle del medico, si girò verso la piccola sconosciuta. Neve sembrava vegliarla, le si era accucciata accanto e sembrava proteggerla.

Un sorriso apparve sul viso del biondo, che per la prima volta aveva realmente fatto qualcosa per gli altri e senza torna conto, ed in quel momento si chiedeva come sarebbe stato sentire la risata di un bambino in quella casa così fredda.

Non gli passò per la mente che forse in quel momento qualcuno potesse cercarla o essere in pena per lei. Il sollievo che la bambina stesse bene ed il piacere di averla lì prevalsero su tutto.

Prese la poltrona l'avvicinò a lei e ci si sdraiò osservandola in silenzio.  Voleva essere lì quando si fosse svegliata.

Vedeva il petto alzarsi ed abbassarsi, il che voleva dire che dormiva.

Cominciò ad esaminarla, aveva il  nasino coperto di lentiggini, i lunghi capelli ramati erano dei boccoli ben definiti.

Sembrava una bimba ben curata, sicuramente era sfuggita al controllo dei genitori.

- Oh Merlino i genitori!! - Esclamò battendosi una mano in fronte, ormai era tardi, che avrebbe dovuto fare, andare alla polizia babbana?

No, sicuramente l'avrebbero portata in qualche istituto in attesa che ritrovassero la sua famiglia.

Ci avrebbe pensato domani, per ora l'avrebbe tenuta e curata.

Per le scuse, beh, quelle se le sarebbe inventate, in fondo lui era un maestro nel mentire, visto che lo faceva spesso, anche con se stesso.

Sfinito si addormentò, ignaro che delle persone sgomente ed impaurite cercavano la piccola.

Matt, infatti, arrivato all'asilo, si era reso conto che la nipotina non c'era.

Sembrava che nessuno l'avesse vista, sparita nel nulla, agitato aveva chiamato Hermione che, corsa sul posto con il cuore in gola, cercava d capire che fine avesse fatto la figlia.

Nonostante le mille domande che poneva nessuno sapeva nulla.

Alyssa era come scomparsa nel nulla come per magia.

Hermione si sentiva in colpa quella mattina, aveva dato poca attenzione alla piccola, e senza rendersene conto, l'aveva lasciata senza affidarla, come faceva di solito, alla maestra, troppo presa dai suoi impegni e dalle sue elucubrazioni mentali.

 - E' colpa mia - disse con gli occhi pieni di lacrime.

- No, tesoro. Non è colpa tua, - rispose il padre che le cinse le spalle.  – Vedrai, la troveremo, magari ci vuole solo spaventare. Si sarà nascosta e tra poco salterà fuori, - cercò di convincersi anche lui delle parole che gli sortirono dalle labbra, ma aveva il cuore stretto in una morsa. Solo non voleva angosciare ulteriormente la figlia, che già era ad un soffio dal panico.

- Papà, Alyssa è sparita, stamani non l'ho ascoltata e lo sgridata per via della sua richiesta, con cui  mi tormenta da due anni, da quando frequenta l'asilo. – Ribattè lei con voce tremante. Se solo l’avesse accontentata, di certo non sarebbe scappata. Era stata troppo presa da se stessa e dai suoi problemi, sottovalutando le richieste della bambina.

- Lo so , è anche un po’ colpa mia, sai, io e i miei racconti sulla magia del natale… - Rispose Matt amareggiato. Anche lui si sentiva colpevole. Alyssa aveva una fantasia sbrigliata e lui l’aveva alimentata come uno stupido.

La donna disperata si guardava in giro, perlustrarono invano ogni angolo nei pressi della scuola, anche tutto il parco e le vie vicine, chiesero ai passanti se avessero notato una bambina vestita di rosso, ma nessuno seppe dare alcuna notizia,  alla fine decise che forse era meglio rivolgersi alla polizia babbana.

Dovevano attivare le ricerche, stava calandola notte e con esso il freddo, lei era la fuori da sola e sicuramente aveva paura del buio.

Angosciati, insieme alla squadra di ricerche perlustrarono tutta la zona, senza alcun risultato.

In uno splendido attico londinese intanto Draco crollò addormentandosi, e questa volta senza l'ausilio dell'alcool.

La mattina dopo venne svegliato da un cicaleccio proveniente dalla cucina, sentiva un chiacchiericcio e delle risate argentine.

Qualcosa sembrò allargargli il cuore, non sapeva esattamente cos'era, ma quella sensazione gli piaceva.

Si passò una mano nei capelli e raggiunse la cucina, vide Miles che chiacchierava con la sua ospite.

Un tempo tutto quel chiacchiericcio l'avrebbe infastidito, ma ora una strana sensazione di calore gli riempiva l'animo.

Si appoggiò alla porta e per un momento godette della scena, la monella inzuppava i suoi biscotti freschi di forno nel latte, mentre Miles sorridente le parlava.

- Direi signorina che è stata fortunata, sa?! Il signor Malfoy l'ha salvata -

 - Oh lo so, e so anche di essere nei guai. Ma io avevo espresso un desiderio e quando ho visto Fiocco ..-

L'uomo mentre le porgeva un bicchiere di succo d'arancia, la riprese

- Neve, si chiama Neve. -

- Beh si, Neve.. Io l'ho seguito, ma credo che la mia mamma sia preoccupata - poi prendendo un respiro continuò abbassando lo sguardo ed incupendosi - e forse anche molto arrabbiata. -

Staccandosi dalla porta Draco fece il suo ingresso, aveva visto il viso della piccola scurirsi.

-         Cercheremo di spiegarle tutto, vedrai che capirà – disse Miles.

Draco  non ne era molto sicuro, ma voleva vederla sorridere di nuovo, quindi ribadì, intervenendo nella conversazione

–       Non preoccuparti. Penserò io a convincere la tua mamma.-

La piccola gli sorrise grata e speranzosa.

Certo, se fosse stata sua figlia, una bella punizione con tutti i crismi non gliela avrebbe levata nessuno, e sospettava che i genitori di quella piccola monella non la pensassero in modo molto diverso da lui.

Poi lei, come ci avesse riflettuto su, scrollò la testa e rispose

- Uhmm, non conosci la mia mamma, come dice sempre mio zio, lei quando si arrabbia è come un drago che sta covando le uova - a quell'affermazione l'uomo appena sopraggiunto sorrise.

Gli venne in mente il suo quarto anno a scuola, il Torneo tre maghi e Potter, era tanto che non ci pensava.

- Finisci la tua colazione e poi vediamo come risolvere la situazione, ha ragione Miles, la tua mamma ed il tuo papà capiranno. -

Il visino s'intristì e gli occhi color dell'ambra si riempirono di lacrime, con il mento che tremava abbassò la testina sulla scodella e con la voce rotta mormorò

- Io.. Io.. Non c'è l'ho un papà. - Istintivamente Draco le si avvicinò e l'avvolse in un tenero abbraccio.

- E' tutto ok...Parlerò io con la tua mamma, - le soffiò tra i capelli che sapevano di talco.

Lei annuì e, tirando su con il naso rumorosamente, alzò lo sguardo, poi con le manine paffute prese il viso del biondo tra le dita e, portandoselo verso di se, gli pose un lieve bacio sulle labbra.

Quel gesto così intimo, così speciale, fece arrivare le pulsazioni di Draco alle stelle, un lieve rossore gli colorò le gote. Cosa gli stava facendo quella bambina? Il suo cuore freddo aveva improvvisamente preso vita.

Cercando di ricomporsi chiese

- Come ti chiami? -

- Alyssa - disse - Alyssa Granger. -

Per poco Malfoy non si soffocò con il caffè che stava sorseggiando, infatti se qualcuno l'avesse immortalato in quel momento, lo avrebbe visto sputare  con colpi di tosse ciò che stava ingurgitando.

- Hai.. Hai detto Granger? Non dirmi che tua madre si chiama Hermione? –

La piccola si illuminò in viso.

- La conosciii ? – Chiese, facendo un viso piacevolmente sorpreso.

- Si.. La conosco.. Eravamo compagni di scuola, - disse con tono sommesso, ancora incredulo per l’incredibile coincidenza.

- Allora anche tu sei speciale. – Disse Alyssa con aria di avere improvvisamente capito tutto.

- Si, speciale, per quanto si possa dire e credere… - Borbottò lui.

Compita, come se le si fosse stato svelato il segreto della creazione del mondo, riprese

- Allora sono convinta che la mamma sarà felice di rivederti, e forse mi scuserà per la mia fuga. -

" Ah, sicuramente molto felice! Come una persona buttata in un nido di Doxi " pensò, decisamente preoccupato per la scoperta Malfoy.

Erano nei guai, e grossi. La mezzosangue lo avrebbe cruciato come minimo. In che guaio si era cacciato?

Mentre rifletteva sul da farsi, la piccola che era scesa dall'alto sgabello, cominciò a giocare sul pavimento con il cane, che mugolava e guaiva.

Si rotolavano e stranamente, quando Alyssa provò a cavalcarlo vista la sua mole, la cagna fu remissiva.

Sembrava godere di tutte quelle attenzioni, e sinceramente a lui piaceva quello che vedeva.

La casa sembrava aver preso improvvisamente vita.

Prese la sua bacchetta e produsse un patronus, una splendida aquila reale alla quale affidò un messaggio.

- Ti invito a raggiungermi. Ho comunicazioni riguardanti tua figlia. Tranquilla, ora sta bene. Vieni a Kensington Park e ti spiegherò tutto. Draco Malfoy. - L'argenteo volatile sembrò librasi leggero, latore di una missiva, e lui sperò che la donna non lo avadakevadrizzasse una volta al suo cospetto.

 

Intanto dall'altra parte di Londra, Hermione  agitata stava spiegando ad Harry ed ai Weasley l'accaduto.

-         Non sappiamo dove può essere, se qualcuno l’ha presa… Se…- Il tono di voce le si era fatto al limite dell’isteria.

Prontamente Harry l’abbracciò e le sussurrò – non pensarlo nemmeno. La troveremo, non temere.- Il suo tono sicuro per un attimo la rassicurò. Si fidava di lui, se aveva detto che l’avrebbero trovata, sarebbe stato così.

Tutti erano pronti per le ricerche. Avrebbero riportato a casa la piccola.

Stretta nell'abbraccio del padre, Hermione dal viso sfatto e con le spalle curve, intanto si chiedeva se sua figlia stava bene, se aveva freddo o paura.

Come ogni madre con il pensiero andava alla sua piccola, al suo cuore.

Stretta in quel muto dolore che la schiacciava soffocandola.

All'improvviso, con lo stupore di tutti i presenti, una maestosa aquila argentata le apparì e con  una voce familiare le lasciò la missiva, che non solo la stupì ma la fece surriscaldare all’istante.

Cosa ci faceva sua figlia con quella viscida serpe?

Cosa voleva da loro?

Che c'entrava lui con la scomparsa di Alyssa?

Mille domande, e l'unica risposta logica era presentarsi all'incontro, anche se a lei già prudeva la bacchetta.

Agguerrita si presentò al rendez-vous con Malfoy, sperava per lui che avesse buone giustificazioni a sua discolpa, o non avrebbe risposto delle sue azioni.

In quelle ore aveva perso dieci anni della sua vita, pensando alle cose peggiori.

Era arrivata sul posto, all'entrata del parco, era voluta andare da sola nonostante le proteste di tutti.

Fremeva nell'attesa, l'ansia le attanagliava la bocca dello stomaco, camminava avanti ed indietro tormentandosi le mani.

Era nervosa ed al contempo furiosa.

Poi si bloccò, vide una figura indistinta ma dal portamento elegante avvicinarsi.

Ci mise poco a riconoscerlo indossava un cappotto di cachemire nero molto elegante, e la sua capigliatura bionda, che era decisamente migliorata, un filo più lunga di come la ricordava, era lasciata libera di cadergli sugli occhi, dandogli un aria di noncuranza che non stonava e ne accentuava per contrasto l’eleganza.

Scattò, andandogli incontro e puntandogli la bacchetta contro il petto, esclamò pericolosa

- Dimmi perchè mia figlia è con te! -

Lui alzando le mani come per arrendersi rispose tranquillo

- Frena.. Frena, mezzosangue. Ha ragione tua figlia sembri una femmina di drago, che cova le sue uova quando sei inc.. Ehmm arrabbiata -  poi con un dito cercò i spostare la punta del legno che lo stava minacciando.

- Forse è meglio che tu veda con i tuoi occhi – e, cercando di afferrarla per un gomito, voleva smaterializzarsi, ma lei si divincolò e, assottigliando gli occhi, sputò con astio

- Non vengo da nessuna parte con te! Dimmi perchè mai dovrei fidarmi! – La diffidenza fondata sul loro passato le brillava negli occhi evidente.

- Perchè le persone cambiano Granger, potrai non credermi, ma il ragazzino che conoscevi tu è morto la notte della grande battaglia. – La fissava serio, sperando che gli credesse e che intuisse la verità delle sue parole.

Hermione, non del tutto convinta, valutava le sue parole, ma il desiderio e l'ansia di riabbracciare la figlia ebbero la meglio.

- Portami da lei  e non provare a fare scherzi, o giuro che non festeggerai il Natale. -

- Tranquilla, comunque non ho nulla da festeggiare - le parole erano uscite con tono amaro.

Si smaterializzarono a casa di Malfoy.

La scena che vide la riempì ed al stesso tempo ferì.

Sua figlia rideva, mentre giocava sul tappeto con Neve, era buffa con quella felpa di tre taglie più grande che sicuramente apparteneva a Malfoy.

La risata di Alyssa rimbombava tra le mura, e quasi sobbalzò quando una voce alle sue spalle disse

- Ha una meravigliosa bambina Milady, se mi permette di dirlo. E' così serena e allegra, sembra che nulla la turbi - disse Miles che cercava di prendere il suo cappotto.

- grazie - rispose a disagio  la donna che fissava la figlia, che come se avesse sentito lo sguardo su di lei alzò il capo e come un tornado si lanciò tra le braccia della madre gridando stupita

- MAMMAAAAA!! – Urlò Alyssa notandola e correndole incontro con entusiasmo.

- Oh amore, sono stata così in pensiero, mi hai fatto diventare i capelli bianchi per la paura. Non so se strozzarti o soffocarti di baci, - disse Hermione, stringendola forte a se, ma mentre parlava lo stava già facendo, capo, occhi naso labbra, una miriade di baci piovvero sulla piccola.

Draco in un angolo osservava la scena, si sentiva di troppo eppure si sentiva sciogliere.

Avrebbe dato tutto l'oro che possedeva, per avere  potuto ricordare di aver ricevuto un abbraccio così da sua madre.

- Mamma vieni, ti voglio presentare la mia nuova amica, si chiama Neve, non è bellissimissima? E il signor Draco mi fa giocare con lei - ed andò ad abbracciare la cagna che, seduta composta, osservava la scena. Gli occhi vivi ed intelligenti fissi sulla nuova arrivata.

Hermione si avvicinò alla cagna che sembrò annusarla curiosa, poi, senza che lei se lo aspettasse, si alzò in piedi e, quasi sovrastandola, poggiando le grosse zampe sulle sue spalle la leccò sul viso senza imbarazzo. Mentre lei barcollava ridendo sotto il peso dell’enorme animale.

- Bene, direi che le sei simpatica, - disse Draco, ridacchiando alla vista del viso stupito della donna di fronte a tanta affettuosità.

- Meno male, non oso immaginare cosa farebbe ad una persona che le risultasse odiosa - rispose con una punta di ironia.

- Oh di solito li atterra per poi squarciargli la gola - la prese in giro lui.

 - Malfoy - squittì lei preoccupata, lanciando uno sguardo alla figlia pericolosamente vicina al muso della bestia.

- Scherzavo, devo dire che l'età ti ha peggiorata, non sai riconoscere una presa in giro? Accomodati - e con la mano fece segno al grande divano di pelle morbida.

Per la prima volta da quando era arrivata, osservò l'ambiente che era ampio e luminoso.

Per quando arredato con gusto, a lei sembrava freddo ed impersonale.

Tutto lindo e pinto, nulla fuori posto, e per lei, abituata al suo mini appartamento perennemente nel caos, venne da sorridere.

In questo Malfoy era rimasto uguale, anche da ragazzo a scuola risultava sempre perfetto, mai un pelo fuori posto.

Un silenzio imbarazzato calò tra i due, Hermione si guardava in giro mentre lui la fissava sfacciatamente. Ammirando in silenzio la donna che era diventata, ai tempi della scuola non l’avrebbe degnata di uno sguardo, ma ora gli piaceva quello che vedeva.

Miles arrivò con un vassoio, che posò su tavolino in cristallo, privo di qualsiasi impronta o macchia, ed a lei venne da pensare che se fosse stato a casa sua sarebbe stato ricoperto dalla polvere delle matite temprate da Alyssa, e dalle impronte delle sue dita.

- Prego serviti pure e, mentre bevi e ti riscaldi, magari chiudendo la bocca aperta dallo stupore, ti racconto cosa è accaduto. -

Hermione ascoltò, diventò di tutti i colori man mano che Malfoy le fece il resoconto di quello che era accaduto, ed il resto lo seppe a spizzichi e bocconi dalla figlia che annuiva.

Non sapeva se ridere o piangere alla fine, era morta di paura nelle ultime 12 ore, e loro sembravano non capire.

Anzi sembravano trovarlo divertente e si spalleggiavano l’un l’altro nel racconto come se si conoscessero da sempre.

- Tu sei nei guai signorina, ritieniti in punizione -  alla fine riuscì a dire, sbottando in un modo quasi isterico.

- Ma mamma.. - Piagnucolò la piccola.

- Ma mamma un accidenti, il tuo è stato un gesto sconsiderato. E se ti fosse successo qualcosa? E se non c'era Draco a salvarti? - ll tono di rimprovero fece riempire gli occhi di Alyssa di lacrime, che stranamente si rifugiò nelle braccia di Malfoy, che rimase spiazzato.

- Ha soli cinque anni Granger, non essere  così dura. – Disse, abbracciando la piccola. Sentendosi protettivo come mai era stato verso nessuno.

Fissandolo, irritata per la sua intromissione, acida disse

- Taci tu, non credere, c'è ne è anche per te. -

Baciando la piccola sul capo, la fece scendere dalle sue gambe e, dandole una pacca sul di dietro, la spinse verso Neve e disse

- Va a giocare piccola, i grandi devono chiarire alcuni punti. -

Lei girandosi a mezzobusto seria disse

-  Dovete litigare come fanno una mamma ed un papà? Me lo ha detto Rachel che quando i suoi genitori devono parlare di cose da grandi, la mandano a giocare. – Chiese preoccupata.

- No piccola, parlare forse come due amici - rispose serio Draco.

Lei annuì delusa, ma se ne andò seguita da Neve, che ormai era pazza di quella monella.

E le abbaiava intorno festosa.

- Granger rilassati, sta bene, lo hai potuto vedere anche tu, non sono un mostro, capisco che ti sei preoccupata, ma Alyssa sta bene. Per una volta smetti i panni da " tosta ed inarrestabile ", è solo una bambina. - Il tono era diventato dolce e le prese le mani tra le sue.

Erano così  piccole, calde e morbide, e le pensò su di se, mentre lo carezzava. Non potè farne a meno, i suoi pensieri presero il volo.

" Accidenti Draco, sei messo proprio male, se fai sogni simili ad occhi aperti e con la Granger per giunta, " si disse nella mente.

Hermione ritirò la mano, quasi si fosse scottata, ma poi si rese conto che il suo gesto l'aveva offeso.

Infatti si alzò in piedi e rigido andò verso la finestra. La mano come sempre affondata nella tasca, quasi volesse contenere la sua frustrazione.

Perchè era così che si sentiva, frustrato e deluso.

Lei si sentì in colpa, in fondo gli doveva essere grata, aveva salvato sua figlia, l'aveva curata a sue spese e, doveva ammetterlo, vegliata come se fosse la cosa più preziosa.

Si alzò ed in silenzio si avvicinò all'uomo e, poggiandogli una mano sulla spalla, fece una piccola pressione.

- Ti chiedo scusa, ma sai, mi sembra così strano tutto questo… - Lui non disse nulla, continuava a guardare fuori, lo sguardo perso nella Londra che stava per diventare sonnacchiosa un’altra volta.

Infatti milioni di luci brillavano, e la notte stava calando come un velo, dando alla città quell'aria così magica ed unica nel suo genere.

Visto che lui non parlava e sembrava ignorarla, lei chiamò  la figlia

- Alyssa, vieni, ringrazia e andiamo, il nonno ci sta aspettando. -

- Noooo mummy, ti prego.. Restiamo ancora un po’,  Miles mi sta facendo un piatto speciale ed io voglio mangiarlo, ho promesso. – Protestò agitata. Non voleva andare via. Le piaceva stare lì con Draco e Neve.

- Alyssa, non insistere. – La sgridò. Non era il caso che disturbassero ancora Draco. Senza contare che il modo in cui lui la guardava la metteva un po’ a disagio, anche se in modo piacevole. Non ricordava nemmeno più da quanto tempo un uomo non  la guardava con uno sguardo simile. Ma che quel uomo fosse Draco Malfoy non le sembrava possibile.

- Mammaaa!! -

- Alyssa!! – Esclamò dura  al culmine della sua pazienza, e stava per esplodere sul serio, quando una voce

- Rimanete, Miles è un ottimo cuoco, ed almeno non cenerò da solo. -

- Ti prego.. Ti prego mamma - implorò  la monella, che non intendeva lasciare la sua nuova amica tanto presto.

Sospirando Hermione disse

- Non vogliamo approfittare della tua ospitalità, ne abbiamo fin troppo  abusato, per oggi sicuramente avrai di meglio da fare. -

- Piantala di voler sapere meglio di me quello che voglio e desidero nella mia vita, sono io a chiedervelo. - Disse asciutto.

Alyssa corse da Draco e alzò le mani per farsi prendere in braccio, cosa che lui fece e lei di nuovo lo lasciò senza parole

- Ti voglio bene signor Draco!! - E gli posò un bacio sulle labbra, non prima di aver spostato una ciocca di capelli, che gli era scivolata sulla fronte a coprire quelli occhi così profondi e belli e poi, divincolandosi, disse

- Sai che hai gi occhi del colore dell'argento? - Lui facendola scendere, scosse il capo e ridacchiò

- Alyssa..Alyssa, peccato che sia così vecchio, se no ti corteggerei -

- Beh, puoi corteggiare la mia mamma, ci dicono che siamo uguali, io non sono gelosa e poi a me piace Albus. - Draco alzò un sopracciglio  e preoccupato disse

- Chi è Albus? Non è troppo piccola per avere un fidanzatino? -

Hermione esplose a ridere, non ci poteva credere, una battuta del genere uscire dalle labbra di Malfoy, lui il ragazzo d'oro che era stato desiderato da quasi tutte le ragazze di Hogwarts e, per di più, si stava comportando come un padre.

- Malfoy, mi stai lasciando a bocca aperta, a parte che mi sembra che vuoi fare il facente funzioni, ed Albus è il figlio di Harry.. Ricordi Potter, vero? Ha un anno meno di lei, ma vanno molto d'accordo.– Disse divertita per il cipiglio che aveva assunto, nemmeno Alyssa fosse figlia sua.

- E ti pareva che Potter non centrasse qualcosa, me lo ritrovo ovunque - disse storcendo il naso e facendola ridere. - Allora accetti il mio invito? - Lei annuì e disse

- Avviso mio padre, sarà preoccupato a morte, sapeva che dovevo incontrami con te.. – Il suo tono era pieno di sottintesi.

- Vuoi dire che tuo padre mi conosce attraverso i tuoi racconti, che saranno stati sicuramente dettagliati? – Chiese, capendo al volo.

- Diciamo che ti conosce come il piccolo bastardo, che faceva piangere la sua principessa.. –Rispose, mordendosi le labbra per non ridere.

Passandosi una mano nei capelli e scrollando le spalle, disse, mentre andava ad avvisare Miles,

-Perfetto, ho un nemico in più. Grazie Granger. -

- Di niente Malfoy. – Ghignò lei. Se non fosse stata una grifondoro, la si sarebbe potuta prendere per una serpeverde, a giudicare dalla sua espressione.

La cena non fu mai così bella per Draco, abituato a consumare da solo.

Miles accese le luci dell'albero e Neve, accuciata ai piedi della piccola, condivideva con lei il pasto.

- Alyssa, basta dare da mangiare al cane o esploderà. – Rimproverò la figlia.

- Ma a lei ci piace. – Ribattè con la sua logica inoppugnabile la bambina.

Hermione ruotò gli occhi esasperata e la riprese

- A lei piace, ma non puoi rimpinzarla in questo modo, anche se  in effetti era la migliore cena che abbia assaggiato dopo i tempi di Hogwarts. -

- Vuoi dire che nonna Molly non cucina bene? - Chiese ingenuamente la piccola, mentre sembrava seduta sugli spilli.

  - Posso alzarmi? – Chiese alla fine non resistendo oltre.

- Diciamo che siamo su due diversi piani di capacità e decisamene due stili diversi. – Cercò di glissare lei con diplomazia e poi aggiunse rispondendo alla sua domanda

- Siamo ospiti, devi chiedere a Malfoy. -

- Signor Draco, posso alzarmi?-

Pulendosi la bocca con il tovagliolo, che poggiò, disse

- Vai pure, quando arriva il dolce, ti chiamiamo - poi rivolto ad Hermione divertito osservò - E' argento vivo, sembra che si autorigeneri continuamente. -

- Oh, e non hai visto nulla. – Risero, ognuno aveva una visione netta e chiara di come quel piccolo ciclone poteva rivoluzionare la vita.

Lui la conosceva da circa ventiquattrore e ne era follemente ed irrimediabilmente innamorato.

Sapeva di essere ridicolo, ma era così. La cosa che lo rabbuiò, fu il pensiero che di lì a poco sarebbero entrambe uscite dalla sua vita, e lui sarebbe ricaduto nella sua " noiosa vita banale ".

Una cosa aveva imparato con l'entrata di Alyssa nel suo mondo, quello di cui aveva bisogno era il calore di una famiglia. Ora come non mai gli era chiaro.

E non una qualsiasi, ma qualcosa di speciale.                                                                Insomma aveva necessità di una cosa da nulla, la donna giusta accanto a se e poi i figli che gli avrebbe dato. Se il Babbo Natale dei babbani fosse esistito davvero, per quel anno era questo il regalo che gli avrebbe chiesto. E stranamente il volto della donna, che immaginava in quel ruolo e che gli sovveniva alla mente, era quello di Hermione Granger, e chissà poi perché, la piccola Alyssa non stonava in quel quadro.

Tornando alla realtà, fece una domanda a bruciapelo alla donna di fronte a lui

- Che ne è del padre di Alyssa?  - Per poco Hermione non si strozzò, tossendo lo fissò e, prendendo fiato, fece un breve resoconto della sua breve relazione con Ron, stando attenta che la piccola non sentisse. Non le piaceva parlare di lui, a Malfoy poi, ma era stato davvero disponibile con loro e a lei venne facile parlargli anche di cose tanto personali. Stranamente si sentiva a suo agio con Draco.

- Ora lo sai, ma ti prego, Alyssa non deve soffrire, non merita altro dolore. Essere stata rifiutata dal padre sarebbe troppo anche per lei. -

- Che fosse un coglione, ne ero già certo quando eravamo a scuola, ora ne ho avuto conferma! - Esclamò con tono duro,- e comunque i figli non sono di chi li fa, ma di chi li cresce e li ama, e tu sei un ottima madre Granger. -

- Grazie - disse quasi in un bisbiglio. Si sentiva rinfrancata dalle parole di Draco.

- E' una bambina stupenda, educata, intelligente, ma soprattutto senza pregiudizi e con tanto amore da dare, e questo grazie a te. Hai fatto un ottimo lavoro con lei, non dubitarne mai. -

Sentire quelle parole dette dalla sua nemesi davanti ad un invitante dessert, la fece ammorbidire verso di lui. Ora si sentiva decisamente più ben disposta a concedergli il beneficio del dubbio.

Se le avessero predetto che un giorno avrebbe cenato con Malfoy come due vecchi amici, li avrebbe fatti ricoverare in un ospedale psichiatrico.

Eppure dovette ammettere che stava bene, era da tempo che non si sentiva così serena.

Passata la paura, ora era se stessa, forse la vecchia Hermione faceva capolino, ma la cosa buffa era che stava " rinascendo " grazie al ragazzo che l'aveva derisa per anni.

Di colpo entrambi si bloccarono, uno strano silenzio era calato sull'attico, niente risate e niente guaiti. Entrambi scattarono in piedi e veloci arrivarono nel salone. Miles sembrava in adorazione della scena, sul tappeto vicino al camino col il viso appoggiato sul ventre di Neve, Alyssa dormiva, il viso sereno come se avesse raggiunto l'Eden.

Miles a bassa voce disse

- Era stanca ed è crollata. -

- Ma noi dobbiamo andare a casa - rimbeccò Hermione preoccupata. Ora avrebbe dovuto svegliarla.

- E' un peccato svegliarla Milady - disse l'uomo.

- E' vero Miles, è una piccola meraviglia - confermò Malfoy a bassa voce.

Lei  guardò i due  uomini, non capiva cosa volessero dire.

 
   
 
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