Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |       
Autore: Tomoko_chan    19/12/2012    20 recensioni
Tokyo, inverno. Naruto si imbatte in una buffa ragazza tremendamente goffa e impacciata.
All'inizio nascono alcune incomprensioni, ma poi i due cominceranno a frequentarsi assiduamente. Lei è la ricca ereditaria degli Hyuga, ma da sempre in contrasto col padre. Lui è un cantante, un chitarrista, un ex teppista e il leader di una band.
E così, fra risate, amici folli, musica e rock'n'roll, quale sarà il destino degli Origin e della giovane Hyuga?
[NaruHina doc] [Accenni SasuSaku, InoShikaTema, KibaHanabi]
****
Eccomi qui con una fic del tutto nuova. Ho accennato che nella storia si parlerà di musica: in ogni capitolo sarà presente una Song.
Tutte le canzoni saranno dei Negrita! Più che altro per le loro bellissime poesie.
Vi consiglio di aprire questa fic nonostante non amiate il genere Rock o Pop/Rock. E' pur sempre una storia d'amore!
Tratto dal testo:
Non ringrazierò mai abbastanza chiunque lassù abbia deciso di affidarmi a te. O forse devo ringraziare qualcuno all’inferno, perché non ho ancora deciso se sei l’angelo custode o il diavolo tentatore.
ULTIMO CAPITOLO.
Genere: Introspettivo, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Kiba/Hanabi, Sasuke/Sakura, Shikamaru/Ino, Shikamaru/Temari
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'Gli ultimi sognatori.'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Incontro (scontro) fatale.

“Sempre la solita stupida, Hinata!”
Una ragazza mora correva imbacuccata sulla neve, ripetendosi nella mente qualche rimprovero cattivo.
“Sei un'imbranata!”
Hinata aveva venti anni, quasi ventuno. Lavorava presso una delle grandi aziende di famiglia e si occupava di marketing in una delle filiali.
Le aziende Hyuga erano famose per la loro grandezza e ricchezza: comprendevano inoltre più settori, dal ramo finanziario a quello discografico. Vantava un grande ospedale attrezzato, un paio di case editrici, molte banche, alcune aziende d’abbigliamento e una di auto.
Hinata lavorava presso una delle aziende di moda, si ammazzava di lavoro da mattina a sera per affermare il proprio valore non come figlia del capo, ma come semplice donna.
Fatto sta che lei continuava a impegnarsi e, al tempo stesso, a fare figuracce. Era tremendamente timida e impacciata, a volte anche goffa.
Quel giorno ad esempio, era inciampata sul tappetino del cucinotto dell’ufficio proprio quando aveva finito di versarsi un caffè bollente, cadendo sulla povera Mitsuki di contabilità, sporcandole il golfino bianco panna e scottandosi le dita.
Per mezzora aveva chiesto scusa e aiutato la donna a ripulirsi, mentre questa la rimproverava per la sua sbadataggine. Aveva insomma perso tempo, poiché la macchia bruna non voleva saperne di venir via, e aveva finito per far tardi anche al pranzo con Sakura e Ino.
Ecco spiegato il motivo per cui in quel momento stesse correndo, nonostante a ogni passo affondasse nella neve che le arrivava a metà ginocchio.
Per giunta, l’aria fredda di dicembre le pungeva gli occhi, facendoli arrossare. Li chiuse un momento per impedire a una lacrima di uscire fuori dai suoi occhi lilla, accorgendosi troppo tardi della porta del locale accanto a lei che si apriva facendo uscire chissà chi.
Sentì il proprio naso sbattere contro qualcosa di duro e… peloso, per poi sentire un tonfo per terra e un “ahi” dolorante.
“Già, sei proprio un’idiota” si disse mentalmente.
Anche lei era finita per terra, con la neve fredda che le inumidiva la gonna a tubino nero.
Aprì mugolando gli occhi e mise a fuoco la figura di un ragazzo, o meglio, un uomo che sembrava avesse la sua età inginocchiato meno aggraziatamente di lei per terra.
Aveva i capelli arruffati di un biondo caldo e luminoso, i lineamenti mascolini e virili, le spalle larghe e possenti così come le braccia, gambe lunghe e slanciate.
Indossava dei jeans scuri e un impermeabile verde opaco lungo fino a meta coscia, con un cappello ornato di un arricciatura pelosa.
Gli occhi erano coperti da due spessi occhiali da sole verdi che stonavano con l’atmosfera e l’ambientazione, ma che gli stavano dannatamente bene.
Si rimise quasi subito in piedi, massaggiandosi il sedere. Si chinò verso di lei offrendogli una mano per alzarsi e gli occhiali scivolarono leggermente sul naso, mostrando due laghi profondi e azzurri negli occhi.
-Tutto bene?- la voce calda e virile gli arrivò quasi ovattata tanto era persa ad ammirarlo, ma capì con qualche secondo di ritardo e annuì lievemente, per poi prendere la mano che le offriva.
Una mano grande e forte.
-Scusami, non ti avevo vista.
-No, scusami tu.- disse lei arrossendo –Correvo e per un attimo ho chiuso gli occhi per proteggermi dal vento.
-Si, e magari hai avuto una brutta giornata a lavoro rischiando di fare tardi al pranzo con le amiche- disse lui, con un pizzico di ilarità.
-Esattamente.- rispose ingenuamente, battendo le mani sul cappotto che si era impolverato.
Lui rise di gusto, osservando che la ragazza non aveva notato il suo sarcasmo.
-Beh, allora stai facendo tardi e non sarò io a trattenerti ulteriormente. Bye!- salutò, passandole accanto e prendendo la direzione contraria alla sua.
La ragazza si voltò verso di lui e lo vide camminare deciso e con le mani nelle tasche del giubbotto.
Aprì la bocca indecisa, voleva parlargli, chiedergli come si chiamava, ringraziarlo per la sua premura.
-Ah… ah… Scusami!
Il biondo si fermò e voltò leggermente la testa, mostrando il suo perfetto profilo.
-Io sono Hinata. Come ti chiami?- disse lei, la voce meno tremante.
-Naruto.
E si voltò, ricominciando a camminare.
-Allora, grazie, Naruto!- esclamò lei, la voce nuovamente timida.
Lui alzò la mano in un gesto di saluto, poi svoltò dietro l’angolo.
La ragazza rimase ancora un attimo a guardarlo scomparire, ascoltando lo sfrigolio dei suoi passi sulla neve ed osservando attentamente il disegno delle orme dei suoi piedi.
Si voltò per andare anche lei a destinazione e vide, fra la neve d’un bianco luminoso, una macchia d’un arancione intenso. Si chinò per afferrare l’oggetto e se lo rigirò tra le mani. Era una lunga sciarpa arancio.
-Oh.- si stupì nel leggere il nome sull’etichetta.
Naruto.


Sono 776 parole, ma il primo capitolo, di cui questo prologo ne era l'inizio, dura molto di più.
Chi già mi conosce sa bene come è il mio stile e quanto mi piace scrivere tanto (e tanto!) ma spero di non annoiarvi.
Non dovrei cominciare un'altra long ora (ne ho quante, tre?) ma esco da un'insoddisfazione perenne e da un contest ( il primo, cavolo che esordio ) sbagliato, quindi mi consolo così.
E conosaltemi un pò voi, fatemi sapere cosa ne pensate e cosa avete capito di quel poco che ho scritto qui.
Aggiornerò ad inizio vacanze, sempre che la profezia Maya non venga in mio aiuto.
Un bacione, Cla.

 
   
 
Leggi le 20 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Tomoko_chan