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Autore: I Biscotti Inflessibili    22/12/2012    5 recensioni
I Vendicatori hanno un peculiare talento a ritrovarsi in situazioni assurde, ma questa le supera tutte. Che ci fa una teiera gigantesca in una zona disabitata ma non troppo distante da una delle numerose basi dello S.H.I.E.L.D.? Ma soprattutto, perché diavolo gli eroi più forti della Terra si dovrebbero trovare al suo interno? Sicuramente sotto ci sarà lo zampino di un nuovo, temibile supercattivo.
Ma anche no.
Genere: Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Note delle autrici:

Salve!

La presente storia è stata scritta a sei mani dalle illustri menti di Charme, Ladyhawke e Krixi in un'occasione all'insegna del totale delirio. I fatti si riferiscono a un'occasione particolare in cui una sala da tè venne erroneamente definita una 'teiera'. Ma non una teiera normale, oh, no, una teiera con l'acca. Sissignori, una 'theiera'. Ed ecco da dove trae spunto quella che è una storia innegabilmente demenziale e nonsense che speriamo possa essere apprezzata da qualcuno che non siamo noi tre.

Steve Rogers non è stato maltrattato durante la scrittura di questa fanfiction, malgrado le rimostranze di Lady a tal proposito.

Molti saluti a tutte le anime che si cimenteranno nella lettura.





C'era una volta una theiera grande grande color lavanda, piantata in mezzo ad una radura.

Si diceva che un tempo quella theiera fosse stata abitata, e c'era chi vociferava che l'inquilino fosse una potentissima e malvagia strega e chi invece sosteneva che fosse stata creata per qualcuno con molti, molti soldi da spendere e un pessimo gusto nell'arredamento, ma la verità è che la theiera sembrava spuntata lì dal nulla, all’improvviso.

Tuttavia, quel giorno, strani rumori provenivano dal suo interno.
"Tony, si può sapere come diavolo ci siamo finiti, in una theiera?" gridava una voce disperata. "E com’è possibile starci, qui dentro? Fisicamente, dico! Non ha senso!"
"Direi che visti gli ultimi avvenimenti affidarsi alla scienza non basta. Jarvis!" tuonò Tony, dall'interno della sua armatura "Che diavolo di posto è questo?"
"Da quello che posso intuire, signore, si tratta di una teiera"
"Questo lo sapevamo già. GRAZIE."
"Spiacente di non poter fornire altre informazioni" rispose l'intelligenza artificiale, dispiaciuta.

Nel frattempo, Capitan America esplorava tutt'intorno. L'unica finestra pareva situata in corrispondenza di quello che, in una teiera di dimensioni normali, sarebbe stato il beccuccio. Forte delle sue strabilianti doti fisiche, spiccò un balzo in quella direzione, e per poco non batté una craniata memorabile.
"È dipinta! E non vedo porte. Non possiamo far altro che aprirci una via d'uscita."
Iron Man dovette ammettere che, per una volta, Steve aveva detto una cosa sensata; un po' meno sensato era invece il suo tentare e ritentare di buttare giù a spallate la finta finestra. Tony sbuffò alzando gli occhi al cielo, consapevole che alla fine avrebbe dovuto risolvere tutto lui come al solito; si mise immediatamente a fare calcoli e misure, per scoprire quale fosse il punto debole di quella strana struttura.
"Scusate" li interruppe Hawkeye, che fino a quel momento si era limitato a guardarsi attorno in silenzio, "e se tirassimo quella leva?"
Tutti i presenti osservarono la leva con sospetto. Era strano che nessuno di loro l'avesse notata, ma d'altra parte Occhio di Falco doveva pur essersi guadagnato quel soprannome per un motivo. Un simpatico caso di omertà fece sì che nessuno s'azzardasse a tirare la leva per primo, ma alla fine gli indugi furono rotti da Natasha.
Non appena la leva cambiò posizionamento, un gavettone di quello che sembrava tè bollente si rovesciò su Cap, che fece qualcosa che lasciò di stucco persino l'imperturbabile Tony.
"CAZZO!" esclamò il capitano lessato.
"Cosa odono le mie orecchie?" disse ironico Tony. "Il capitano Rogers ha appena usato un termine scurrile? Ah, il mondo sta proprio andando a rotoli."
"Scusate." disse Capitan America, mortificato.
Vedova alzò un sopracciglio. "Non è niente per averti scaraventato addosso tè bollente, tranquillo" disse. "La leva è da non toccare più, ad ogni modo."

Un suono simile ad un rombo di tuono coprì la risposta sarcastica di Tony Stark, e tutti si voltarono stupiti verso Thor.
"È che ho fame," si giustificò lui.
"Magari con i tè potremmo avere anche i biscotti" disse Bruce, pacato.
"Il tuo umorismo a sproposito non è d'aiuto" commentò truce Tony, ringraziando di cuore che il liquido bollente non fosse finito sul dottore, altrimenti si sarebbe trasformato in un bestione verde, riducendo ancora di più il piccolo spazio vitale di quel luogo angusto.
"Posso rimanere in silenzio, se preferisci"
"No, grazie. Il rombo di stomaco del Dio del Tuono risulterebbe ancora più fastidioso e imbarazzante. Per noi." chiarì Tony.
"Apparentemente, l'unico modo di uscire è spaccare tutto. Mandiamo avanti i tank...?" ipotizzò Clint, accennando a Thor e Cap.
Iron Man parve offendersi per la sua mancata inclusione nella categoria degli spaccatutto, ma era difficile intuirlo, da dietro la maschera.
"Come ‘spaccare tutto’? È una theiera così graziosa... Sarebbe un peccato" obiettò Capitan America.
"Stai scherzando, vero?" commentò Natasha, un sopracciglio inarcato.
"Beh, no... Non si potrebbe, che so, romperne solo una parte? Così poi Tony potrebbe aggiustarla più facilmente. Non vorremo mica distruggere una proprietà non nostra," aggiunse subito vedendo le facce di tutti. "Poveri proprietari!"
"Controproposta: usiamo Rogers come ariete di sfondamento. CHI È CON ME?" esclamò Tony, non del tutto a torto. Probabilmente al vecchio si era lessato il cervello.
"Io. Perché chi vuoi che ci viva in una teiera, del resto?" sbottò Clint "La strega del bosco?"
"La Baba Yaga?" fece eco Natasha.
"Be'... potrebbe"
Il rumore della mano guantata d'acciaio di Tony sul suo elmo fece digrignare i denti a molti.

"Per quanto io debba ammettere che l'idea di utilizzare Cap come ariete non mi dispiaccia, non sarebbe meglio tornare a focalizzarci sul problema?" intervenne Bruce, sempre pratico e con i piedi per terra - quando non era un gigante verde privo di senno, ovviamente.
"Giusto," annuì Thor, giusto perché non parlava da un po' e cominciava a sentirsi escluso.
"E il punto è che siamo in una fottuta teiera. Vero, Jarvis?"
"Indubbiamente, signore."
"E, di grazia, o mia utilissima Intelligenza Artificiale, potresti perlomeno analizzare la composizione dei muri della stessa?"
"È presto fatto, signore. Le pareti sono costituiti da una rara lega minore del vibranio, che renderebbe - temo - ogni vostro tentativo di abbattimento oltremodo inutile."
"Grazie, Jarvis, adoro il modo delizioso con cui mi condanni a morte."
"E poi non ho mica capito se sia una teiera o una theiera," constatò Steve, perso in elucubrazioni mentali. "Ci va l'h o no? Perché in effetti, più che una normale teiera, pare più una sala da the, dunque direi theiera, ma bisogna considerare che..."
"Jarvis," lo interruppe Tony. "Controlleresti se ci sono radiazioni o qualcosa? Il capitano, qui, sembra ancora più cretino del solito."
"Dovrei essere in possesso di una fiala di sedativo per rinoceronti, se mi date il tempo di caricare la freccia..." si offrì Clint, solerte come al solito.
"Perchè questa fissa coi rinoceronti, Clint?" sbottò animatamente Vedova sbuffando. "È una mania!"
"Cos'è un rinoceronte?" chiese Thor. Gli occhi di Barton si illuminarono, mentre il resto del gruppo annichiliva.
"Ehm... sono grossi. Con due corna sul muso. Non li avete, su Asgard?" sintetizzò Bruce.
"Le corna mi parevano in voga, dalle vostre parti." ridacchiò Stark.
Thor parve ancora più perplesso. "Qual è il significato dell'espressione ‘in voga’?"
Tony sospirò. "Te lo spiegherò un altro giorno... O forse no. Adesso, vediamo di andarcene da qui."

Qualcuno - preferibilmente qualcuno con il cervello a posto - stava per contraddirlo, ricordandogli ancora una volta che a quanto aveva detto la vocina computerizzata nella sua testolina, uscire di lì era impossibile, ma ecco che i presenti udirono chiaramente il suono di un campanello, cui fece seguito la balsamica voce dell'Agente Phil Coulson.
"Signori, siete là dentro? Tutto bene?"
"Phil! Finalmente qualcuno sano di mente!" esclamò grata Natasha. "Tiraci fuori di qui, ti prego!"
"Temo che potrebbe non essere troppo facile, Agente Romanoff. Purtroppo siete incappati nell'ultimo ritrovato della tecnologia dello SHIELD."
"UNA TEIERA?" tuonarono tutti.
"Una tHeiera?" fece eco Steve, guadagnandosi una mezza dozzina di meritatissime occhiate assassine.
"Una trappola, in verità, ideata per il contenimento di Tea-Man."
"Tea-Man. Mi dica che sta scherzando. Ho l'assoluto bisogno di sentire queste esatte parole. 'Io sto contrastando la mia seriosa natura da impiegato dello SHIELD e sto facendo il burlone, signor Stark'. Prego. Quando vuole."
"Temo proprio che non sia uno scherzo. Tea-Man esiste, e sta seminando il panico in città. Questa è l'unica prigione in grado di contenerlo."
"Fantastico," commentò ironico Tony. "E quale sarebbe il suo potere? Lanciare bustine di tè? Rendere la gente particolarmente diuretica? Cosa?"
"Ehm..." tentennò Phil.
"Non dirmi che ha indovinato." pigolò Occhio di Falco.
"In effetti, sì" disse Phil, e tutti loro poterono immaginarsi la sua espressione affranta. "Ma lancia anche tè bollente dalle mani!" aggiunse in fretta.
"Oh, sì, un supercattivone, insomma."
"Tea-man è un soggettino difficile."
"Una vescica debole quando si indossano prevalentemente costumi in spandex privi di cerniere o bottoni può effettivamente essere un grave handicap." convenne Steve.
"È un inconveniente anche se hai una tuta di metallo" disse Stark “Non parlo per me, naturalmente. Sapete del prodigioso sistema di ricircolo di cui ho dotato la mia…?”
“SÌ, grazie mille. Passiamo oltre.” Tagliò corto Phil, cui era stato raccontato dalla povera Pepper il penoso episodio avvenuto tempo prima a una festa di compleanno di Stark.
"O un'armatura" riprese Thor, abbassando lo sguardo, pensieroso.
Natasha scrollò le spalle. "Uomini. Noi donne conviviamo con una vescica piccola e ore di fila interminabili al bagno da generazioni. E non venitemi a dire che i nostri vestiti siano più facili da sfilare o slacciare."
"Mi sembra di non essermi lamentato, se ben ricordo" disse Bruce, che indossava pantaloni normali.
"Vorrei uscire di qui" pigolò Capitan America. "Agente Coulson, puoi aiutarci?"
"Beh... potrei. Ma teoricamente dovrei ispirarvi affinché voi possiate trovare un modo di collaborare e riuscire a venirne fuori da soli, come una vera squadra, unita e coesa."
"Che stronzata è questa?" esclamò Tony.
"Che vuol dire COESA?" chiese Thor.
"'Coesa' significa 'coesa'. - tagliò corto Phil, che aveva poco interesse nell'ampliare le conoscenze del futuro Re di Asgard, ora come ora - Capitano, stia tranquillo. Vedrà che tutti insieme troverete un modo per uscire. Adesso noi dello SHIELD dobbiamo preoccuparci del supercattivo. Tea-Man doveva essere prelevato in condizioni di estrema sicurezza e traslato con un raggio speciale direttamente all'interno della teiera, ma qualcosa dev'essere andato storto. Possiamo supporre solo che, se voi siete lì, lui dovrebbe trovarsi dove voi eravate in precedenza."
"Tea-Man si trova quindi in una scuola per l'infanzia? Be', fortunatamente lì la lotta con la diuresi eccessiva è aiutata dai pannolini. Ma sarà meglio mandare rinforzi." Già. Quel giorno i Vendicatori erano impegnati con un servizio sociale piuttosto impellente che era fare visita a una scuola materna e avere a che fare per l'intera giornata con ranocchietti dai due ai cinque anni d'età. Chissà come si sarebbe divertito Tea-Man.
“Spiegatemi una cosa" intervenne Bruce, "se Tea-Man è così pericoloso, com'è che non ne abbiamo mai sentito parlare?"
"Era stabile in Inghilterra," disse Phil, "lì non creava particolari problemi, anzi, a quanto pare, lavorava per una prestigiosa sala da tè di Londra, dove i suoi servizi venivano particolarmente apprezzati. Ma poi è stato licenziato."
"...E quindi ha ben deciso di darsi alle rievocazioni storiche e attuare un nuovo Boston Tea Party? Che supercattivo ridicolo." lo liquidò Tony.
"Boston Tea Party?" domandò Thor, aggrottando la fronte in quella che doveva essere la sua espressione più dolorosamente pensosa.
"Fu un atto di protesta da parte dei coloni della costa atlantica del Nord America diretta contro il governo britannico, in relazione alle loro recenti leggi sulla tassazione, con la quale vennero distrutte molte ceste di tè." snocciolò Steve, parlando a velocità allarmante e sfoggiando un irritantissimo sorriso compiaciuto.

"Ma codesto tè di cui andate tanto parlando che cos'è, esattamente?" chiese Thor, ponendo la questione che fece definitivamente cadere le braccia a Iron Man.
"Jarvis, sicuro non ci siano radiazioni?"
"Signori, una domanda. Mi auguro sentitamente che nessuno di voi abbia avuto la malaugurata idea di tirare la leva sulla sinistra del comò." interloquì la voce di Phil.
Uno sguardo pregno d'orrore intercorse tra i Vendicatori.
"Poniamo l’ipotesi che qualcuno l'abbia fatto... - disse Clint in tono vago - Le conseguenze quali sarebbero?"
"Il rilascio di una potente tossina in grado di destabilizzare e inibire le normali funzioni umane. Un forte calmante. Nel caso in cui Tea-Man avesse manifestato segni d'irrequietezza, si capisce."
"Caro il mio Coulson, quanto la prenderesti sul personale, se tu scoprissi che al momento il tuo beneamato Capitano sembra lo Stregatto sotto metanfetamine?"
"AVETE ROVESCIATO UNA POTENTE TOSSINA SUL CAPITANO ROGERS?"
"E che problema c'è? Io sto benissimo!" squittì Steve, saltellando sul posto.
"...Evidentemente il siero del Super Soldato ha drasticamente ribaltato i consueti effetti del tranquillante." sintetizzò Bruce, trattenendo una ben poco appropriata risatina.
"Ah, ma dunque il tè altro non è che questa potente tossina! Ora tutto appare più chiaro," disse Thor con l'aria di chi ha finalmente capito tutto della vita.
Natasha sospirò, stanca. "Phil, ti prego," lo implorò, "se non vuoi che li ammazzi tutti, TIRACI FUORI DI QUI."
"Non è una cosa carina da dire." osservò Cap.
"Ma non mi dire, Rogers, ci sei arrivato da solo, oppure hai frequentato un corso d'aggiornamento, per capirlo?" sibilò Stark, palesemente irritato.
"Signori, se non volete che intervenga Quello Verde, vi conviene rimanere calmi." impose Bruce, onde evitare bisticci degni di una scuola elementare.
"Non mi piace quello verde" disse Steve, cominciando ad agitarsi. "Cioè, Quello Verde."
"Steve, noi non le vediamo, le maiuscole che dici" spiegò Bruce con pazienza, "e nemmeno le h."
"Se tu credessi nelle h potresti vederle!" ribattè Steve, come un meraviglioso e gigantesco bambino di cinque anni.
"E dopo questa sono MOLTO intenzionato ad uscire." disse Stark, frastornato e angosciato da Capitan America. Cominciò a pensare a come poter uscire da quella trappola. Niente uscite, pareti indistruttibili, scarsità di aria... "Un momento, se non siamo ancora morti soffocati, dov'è la presa d'aria in questa dannata teiera?"
Cominciò a guardarsi attorno, e Bruce, avendo colto il punto, fece lo stesso, mentre Cap continuava a battere le mani, borbottando in sottofondo qualcosa che suonava terribilmente simile a "Io credo nelle h, lo giuro, lo giuro."
"Forse nella parte alta, dove di solito c'è il coperchio." disse Vedova. "Agente Coulson, c'è un'apertura lassù?"
"Non posso dirvelo, ma vi consiglio di tentare!"
"Adoro le storie con la fata madrina e la principessa." disse Steve.
Ignorandolo, Clint aiutò Natasha ad arrampicarsi sulle sue spalle per esplorare la parte alta di quella teiera.

"Nel frattempo, Thor, necessito del tuo aiuto. Tutti noi dobbiamo fare la nostra parte per uscire e collaborare tutti insieme, ne convieni?" disse Tony con aria grave.
"Certamente, compagno. Sono pronto ad assisterti in qualunque strategia d'attacco tu abbia ideato."
"Magnifico. Scarica un fulmine su quell'inutilissimo essere che favoleggia di fate e principesse."
"Signor Stark, non OSI corrompere Thor. Quando uscirete di lì, mi assicurerò personalmente che il Capitano Rogers sia nelle medesime condizioni di salute in cui era prima di entrare nella theiera."
"Ve lo dicevo, io, che era con l'acca!" esultò Steve, incurante del fatto che probabilmente una scarica di svariati Volts si sarebbe abbattuta su di lui di lì a poco.
"Se non lo tramortiamo non ci sarà utile per la missione, e noi non potremo uscire mai più. Mai più" sillabò Tony. "È questo che vuole?"
"...Magari una scarichetta piccolina. A basso voltaggio, mi raccomando." capitolò Coulson, la voce densa di nervosismo.
Prima che Thor potesse rispondere - e la sua faccia stava diventando di uno sgradevolissimo color viola acceso, probabilmente per l'intensa attività cerebrale, cosa a cui non era abituato - Natasha gridò, facendoli sussultare: "Non posso crederci!"
All'urlo, Tony aveva istintivamente creato uno scudo ionico attorno a sé per difenderlo da eventuali gavettoni tossici in grado di ridurlo a un decerebrato in fissa per le fiabe, ma in mancanza di un pericolo immediato, si arrischiò a chiedere quale fosse il problema. L'ennesimo.
"Basta spingere e si apre. Questo coso si apre. La tecnologia dello SHIELD ha subìto dei drastici tagli al budget e non ne sono stata informata?"
"Oh, be', questo non accadrebbe, se quel testone di Fury si fosse deciso ad avvalersi dei materiali di prima scelta delle Industrie Stark. Ma facciamola finita e usciamo di qui."
"Filiamo come il vento, compari! È tempo di condurre il malvagio incontro alla sua giusta punizione!" arringò Thor, facendo roteare Mjolnir e decollando fuori dalla teiera. Senz'acca.
"Signor Stark, non faccia il furbo e prenda con sé il Capitano." disse la voce di Coulson, cogliendo sul fatto Iron Man.
"Sì, credo che anche a me farà comodo un passaggio." aggiunse Bruce, mentre Natasha aiutava Clint ad arrampicarsi, ed entrambi uscivano dalla trappola.
"E va bene. Prossima tappa, la scuola materna e Tea-Man." si arrese Tony, accarezzando però l'idea di abbandonare lì Rogers, non visto da Coulson.

Phil Coulson estrasse una fialetta da laboratorio al suo taschino e la fece bere a Capitan America, dolce e solerte come un'infermierina. "Tempo due minuti e sarà come nuovo."
"Perché non volevi dirci dell'apertura?" chiese Natasha, mentra osservava la teiera assurda da una nuova prospettiva.
"Lavoro di squadra, Fury ci tiene." rispose Phil, senza guardarla.
"Dopo i Chitauri e Loki? Questa è mancanza di fiducia." commentò Bruce.
"Poco importa, ci sono dei bambini da salvare" disse Thor, con fare eroico. "Andiamo"

Nel frattempo, nell'asilo del Sacro Cuore, Tea-Man stava rischiando un esaurimento nervoso. E non per colpa della teina.
"Perché parli in modo così strano?" gli chiese una bambina, per quella che lui aveva contato essere la diciassettesima volta negli ultimi cinque minuti.
"Perché vengo da molto lontano." ribatté lui, spiccio. Quelle suore erano guardiani più attenti degli Yeoman Warders della Torre di Londra.
"E perché sei vestito in modo così buffo?" tornò all'attacco la bimbetta, accennando al classico costume cromaticamente raccapricciante che ogni supercattivo deve, per contratto, indossare.
"Perché sì."
"Suor Gertruda dice che 'perché sì' non è una risposta."
Suor Gertruda doveva essere quella che lui chiamava 'Suor Tricheco'. "Be', vorrà dire che suor Gertruda..."
"VENDICATORI, UNITEVI!"
Fu un attimo, e una schiera di Vendicatori apparve davanti a lui e ai bambini.
"GUARDATE" gridò uno di loro. "C'È IRONMAN!"
"E THOR!"
"E CAPITAN AMERICA"
"E VEDOVA NERA E OCCHIO DI FALCO"
"E..." le voci si spensero. Bruce Banner, senza il colorito verdastro, non era un supereroe interessante.
"E il super dottor Banner!" tuonò Stark, tutto contento. "Tea-man, l'ora del tè è finita. Torna al tuo paese!"
Capitan America si volse verso i compagni, parlando a bassa voce: "Mi raccomando di usare garbo e di non mettere Tea Man in condizioni di disagio: tutti questi poveri bimbi innocenti devono essere terrorizzati, non oso pensare a cosa succederebbe se decidesse di usare degli ostaggi".
"E a questo non potevamo pensarci prima di irrompere nell'asilo urlando?" gli fece notare Vedova Nera, mentre Tony Stark si esibiva in un IronFacePalm.
"Sarebbe stato meglio, in effetti." disse Occhio di Falco, mentre notava che un bambino fissava rapito le sue armi.
"Stupidi Vendicatori, pensate forse di sconfiggermi?"
"Ma Ironman non è mica stupido" protestò una bimba, alzandosi in piedi. "Lui vola" chiarì.
Stark non disse nulla e non diede segno di aver sentito, ma il suo orgoglio, ben nascosto dalla sua armatura, esplose.
“Anche io volo!" protestò Thor, punto sul vivo
"Thor ha il martello." annuì un altro bimbo, con aria convinta.
"Se Thor ti colpisce ti fa male, lo sai?" disse un altro, rivolgendosi a Tea Man.
"Ma è Hulk il più forte!" esclamò un altro bimbo. "Lo sanno tutti!"
"Ma anche Capitan America è fortissimo!" obiettò l'ennesimo bambino. "E lui è il più furbo!"
"Il più furbo... LUI?! Stai scherzando!"
"Stark!" lo richiamò Vedova Nera.
"Dico solo la verità" si lagnò Tony.
E mentre discussioni di quel tipo continuavano, Tea Man rimaneva lì in piedi, dimenticato da tutti, sembrando un po' stupido.
Il litigio dei bambini su chi fosse il Vendicatore più forte proseguì per qualche istante, finché l'irritazione di Tea Man non arrivò a farlo somigliare in maniera impressionante alla sua arma più temibile, la Teiera a raggi ionici. Fu allora che, come paventato dal Capitano, afferrò un ragazzino per la maglietta e gli puntò contro quello che sembrava un gigantesco filtro per il tè.
"Scusa tanto, ma quello, di grazia, cosa sarebbe?" domandò, solo parzialmente interessato, Iron Man.
"Solo la mia invenzione più geniale - rispose Tea-Man, in tono altezzoso - se si gira questa leva, si surriscalda rapidamente, arrivando fino a una temperatura di 220° gradi. Apparentemente, è molto doloroso. Sono sicuro che non vogliate verificarne l'efficacia su questo povero bambino, vero?"
"Oh, no di certo, malgrado i suoi gusti in fatti di supereroi siano a dir poco discutibili" aggiunse Iron Man. Il bambino preso in ostaggio era infatti quello che aveva parlato in favore dell'acume e della brillantezza di Capitan America.
Vedova approfittò del momento di confusione e senza che nessuno la notasse strappò il bambino dalle mani di Tea Man, mettendolo in salvo. "Mai abbassare la guardia" disse.
Scornato, Tea Man tentò di afferrare un altro bimbo, ma Capitan America fu così rapido da lanciare il suo scudo e colpire il nemico al braccio, mentre i bambini correvano in tutte le direzioni-
"Lo dicevo che è furbo!" urlò il bimbo ancora vicino a Vedova.
Iron Man sbuffò rumorosamente. "Ma l'hai visto o no che è stata Vedova a salvarti?"
"Tony," intervenne Bruce, "ti prego, è solo un bambino. Vogliamo pensare a sistemare il problema più urgente?”
"Una nuova generazione evidentemente traviata da supereroi scadenti È il problema più urgente!"
Fortunatamente nessuno diede troppo peso all'ultima affermazione di Stark, e Tea Man prese un ragguardevole numero di mazzate, fino a che non si arrese, ma non prima che Suor Gertruda gli desse un forte colpo sulla nuca.
"Come si è permesso di minacciare un bambino? Si vergogni, e preghi per la sua anima!"
Vinto e sconfitto, Tea Man chiese e implorò pietà, e una tazza di tè.
"Ma è un vizio!" sbottò Clint, irritato.
"Io questo tè vorrei proprio assaggiarlo, però" disse Thor, ancora incuriosito dalle strane cose di Midgard.
E così, con la promessa solenne di Tea Man - giurò addirittura sulla Regina - di non tentare di fuggire o ledere a nessuno dei presenti, la classe dell'asilo, suor Gertruda e i Vendicatori fecero una meritata pausa, gustandosi un tè preparato dal migliore, nel campo.
Thor lo giudicò gradevole, ma certo non all'altezza di quel gustoso trionfo dei sensi che era il caffè. Ciononostante, fu sufficientemente lungimirante da non esprimere quel pensiero di fronte a Tea Man.
Infine, venne l'ora di andare, e di assicurare Tea Man alla giustizia. Lui si rivelò estremamente docile, e, mantenendo la promessa senza fallo, si apprestò ad andarsene, scortato dai Vendicatori.
Peccato però che i bambini non avessero intenzione di lasciarli andare senza prima aver ottenuto i loro autografi.
A Clint fu chiesto di lasciare l'impronta della mano, perché una bambina era convinta che, essendo un Falco, dovesse avere gli artigli.
Il piccolo fan di Capitan America non si rivelò essere il solo, perché l'eroe di guerra si ritrovò attorniato da bimbetti entusiasti che gli chiedevano amenità come quanti cattivi avesse ucciso.
Suor Gertruda li rimproverò, ma poi non resistette all'idea di chiedere a sua volta un autografo al Capitano.
"BAH. Gente priva di gusto." sentenziò puerilmente Tony, prima di sentire una manina che bussava sull'armatura all'altezza del gomito. Si ritrovò davanti un bambino adorante che gli porgeva un disegno che lo rappresentava in tutto il suo dorato splendore. La cosa lo inorgoglì da impazzire, e passò l'intera durata del viaggio di ritorno pavoneggiandosi senza posa.
Molte bambine vollero essere tenute in braccio da una Vedova un po' restia: non si sentiva adatta ai bambini, e ancora meno sotto lo sguardo divertito di Occhio di Falco e di Capitan America, assurdamente intenerito dalla scena. Perfino a Bruce furono richiesti autografi, perchè uno come il Super Dottor Banner non lo si vedeva tutti i giorni, a quanto pareva.
Fury si dimostrò cautamente soddisfatto della missione, e si arrogò il piacere di rispedire Tea Man nella sua madre patria, in catene.
"Bene, direi che la missione è compiuta" si congratulò Phil.
"E perché la teiera è allo S.H.I.E.L.D.?" domandò Thor.
"Accertamenti, credo, senza contare che a molti piace. È l'arma più carina che abbiano mai visto qui dentro, a quanto pare."
"Degna del cattivo più stupido mai visto." convenne Bruce.
"Comunque di’ a Fury di tenere d'occhio Suor Gertrude, ce la vedo benissimo a fare coppia con la nostra Agente Romanoff".
"Ma chiudi il becco, Stark".
"Sarebbe d'uopo mettere un cartello vicino all'arma con scritto "THEIERA"," constatò Steve. "Nel caso in cui qualcuno si domandasse quale sia la grafia corretta."
Diverse facce perplesse si voltarono a guardare il Capitano.
"Dite che non sia ancora svanito l'effetto di quella sostanza?" chiese Clint.
"No, è così au nature" disse Tony, chiudendo definitivamente la questione.

 

FINE.

 

  
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