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Autore: albaazzurra    27/12/2012    5 recensioni
Finalmente mi è ritornata l'ispirazione :D ed ecco una nuovissima storia di Megamind. Spero che vi piaccia. Comunque...secondo voi un ascensore bloccato può far scattare qualcosa nei cuori dei nostri protagonisti principali del film 'Megamind? Leggete e scoprite!
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Megamind, Roxanne Ritchi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sentì il telefono squillare dalla cucina, e mentre tentavo di mettermi le scarpe nuove e allo stesso tempo di truccarmi, lo raggiunsi, e appoggiando il rossetto sul tavolo alzai la cornetta.
 
“Pronto?”
 
“Ehi Roxy! Non ti pare un po’tardi?” Rispose la voce dall’altra parte della linea.
 
“Ma Rachel, non sono nemmeno le sette e mezza!” Risposi con irritazione.
 
“Bhe,cerca di essere puntuale, lo sai com’è mamma in queste cerimonie. Ti aspettiamo alle otto, non un minuto di più! Hai capito?”
 
Sbuffai.
 
“Si si, ho capito!”
 
“Hai preso il vestito in sartoria?”
 
“Secondo te faccio la testimone indossando la nuova collezione di ‘Intimissimi’?” Risposi scocciata.
 
“Tsè..le scarpe?”
 
“Ma che cavolo, si le ho prese!!”
 
“E il regalo?”
 
“Si, anche il regal-“
 
“…Roxie?Non avrai dimenticato il regalo…vero?”
 
“Emh…no no! Non me ne sono dimenticata sta tranquilla!!”Tentai di mentire con tono più realistico possibile.
 
“Sei sicura?”
 
“Si si!Non vi preoccupate…alle otto sono li!”
 
“D’accordo. Non dimenticarti del regalo!Lo sai che è molto importante!!”
 
“Emh… s-si certo.”
 
 
 “Ti ricordi l’indirizzo della chiesa?”
 
“Si me lo ricordo.”
 
“E quello del ristorante?”
 
“Si, anche quello!Ora lasciami andare altrimenti-“
 
“Va bene, va bene! Ciao!”
 
Senza salutare mia sorella sbattei la cornetta e corsi verso camera mia. Come potevo essere così scema da aver dimenticato il regalo?!Ora dovevo anche passare al negozio a ritirarlo.
 
Era il matrimonio di mia cugina, e si sa la famiglia Ritchi non perde mai l’occasione per sfoggiare tutta la sua puntualità ed efficienza. Solo io potevo essere definita la ‘pecora nera’. Non ero fiscale, nè sempre puntualissima, nè con il programma della mia vita sempre in mano e sempre aggiornato. Mi sentivo un estranea messa al loro confronto.
 
Ma in quel momento non ebbi il tempo di pensarci. Mi infilai le scarpe, e mi precipitai in bagno per controllare il trucco.
---
 
Poco dopo guardai l’orologio. Mancavano quasi venti minuti alle otto. Solo con un miracolo avrei potuto farcela. Come un fulmine chiusi la porta d’entrata e corsi verso l’ascensore, notando che era già acceso e stava arrivando al mio piano. Lo aspettai passandomi una mano tra i capelli sistemandoli dietro l’orecchio.
 
Era arrivato. Le porte si spalancarono…
 
“Aaah!! Lanciai un urlo che fece venire il cuore in gola anche a chi avevo di fronte.
 
“Aaah!!”Ripetè lui. “Che c’è??!!”
 
No…no! Dio ti prego dimmi che non è vero! Pensa la mia testa…e invece la verità era proprio come ce l’avevo davanti.
 
Megamind era davanti a me nell’ascensore. Mi passai una mano sulla fronte.
 
“C’era bisogno di urlare così  Miss Ritchi??!!”Sbottò mettendo le braccia lungo i fianchi.
 
“Che cosa diavolo ci fai qui?!” Gridai.
 
“Che domande!La routine no?”
 
“Che?!” Dissi irritata e confusa.
 
“Bisogna seguire la routine e lei deve rispettare il contratto!”
 
“Ma il contratto stabiliva il week-end libero e quattro giorni di rapimento sui cinque restanti!”
 
“Si, ma se ben ricorda, lunedì aveva l’influenza, e avendo saltato un giorno glielo faccio recuperare il sabato.”
 
“E se io rifiutassi?!”Incrociai le braccia tenendo la pochette nella mano sinistra.
 
Mi guardò con aria di sfida.
 
“La forza sarà la mia arma segreta.” Disse minaccioso.
 
“Che intendi dire?”
 
“Che la costringerò a seguirmi.”
 
“Che cosa vuoi fare?”Chiesi ridacchiando.”Farmi il solletico e portarmi in braccio fino al covo?”
 
Le sue labbra serrate si inarcarono insieme alle sopracciglia formando un ghigno spaventoso.
 
Ampliai che occhi. Alzò le braccia. Lentamente si avvicinò a me…
 
Quando le sue mani mi stavano per raggiungere, sbattei con forza la pochette contro la sua guancia, facendo attenzione a far aderire per bene il bottone di metallo sulla sua pelle. Emise un grido di dolore mettendosi le mani sulla pelle rossa.
 
“Miss Ritchi!! Ma è impazzita??”
 
Continuò per qualche secondo a massaggiarsi la guancia viola…e notai che era rimasto davvero il segno del bottone di metallo…ero stata così crudele?
 
Nonostante ciò risposi a toni.
 
“No ,tu sei pazzo, non io!!”
 
Mi guardò con gli occhi umidi, ma con sguardo scocciato.
 
“E va bene! Me ne vado…” Si girò per rientrare in ascensore.
 
Provai una fitta di rimorso.
 
“Aspetta…”Gli dissi. Lui si girò ancora con una mano sulla guancia.
 
“Mi spiace…non avrei dovuto…non so cosa mi sia preso…”
 
Mi sorrise.
 
“Accetto le sue scuse Miss Ritchi. Vuole un passaggio fino alla chiesa?”
 
“Bhe…non sarebbe mal-HEI! E tu come fai a sapere che è il matrimonio di mia cugina questa sera?!”
 
Arrossì violentemente…
 
“Emh…perché io…emh…insomma lo vuole questo passaggio o no?”
 
Sapevo già che mi sorvegliava…mi teneva sott’occhio da tanto tempo. Trovavo spesso qualche robot-cervello in giro per casa che mi spiavano con i loro occhi luminosi. E non sapevo precisamente a che scopo… sicuramente non per farmi del male, sapevo bene che non ne sarebbe mai stato capace. Ma in quel momento non volevo pensarci.
 
Entrai in ascensore con lui e le porte si chiusero.
 
Entrambi schiacciammo il bottone che portava al piano terra. Il mio dito era sopra il suo…lo staccammo subito con imbarazzo.
 
Il piccolo sobbalzo ci avvertì che la discesa era iniziata.
 
Qualche minuto di silenzio passò lentamente… lo sfioravo con lo sguardo, e notavo che girava la testa dall’altra parte. E con la coda dell’occhio vedevo che spesso rimandava i miei sguardi. Sorrisi leggermente.
 
Lo sentì sospirare…lo dovevo ammettere. Era così carino…i suoi occhi tremanti, il suo viso che si contorceva in espressioni in bilico tra l’imbarazzo e la sua invana azione di cercare di rimanere composto e fiero di sè stesso…e anche se era calvo e blu, sinceramente non notavo la differenza con un normale essere umano. Era dolce, gentile, cortese, divertente…molte volte testardo, ostinato e irritante…ma ognuno ha i suoi pregi e i suoi difetti.
 
E dovevo ammettere che quella situazione era piuttosto imbarazzante. Entrambi eravamo muti e silenziosi.
 
L'ascensore era abbastanza grande ma...eravamo così vicini che le nostre dita si sfioravano leggermente...facendomi battere il cuore come un treno.
 
Ma qualcosa lo fece battere ancora più forte.
 
SBAAAM!!
 
L'ascensore  tremò violentemente, poi si fermò all'improvviso.
 
Mi ritrovai per terra tremante e spaventata in un angolo dell’ascensore, con le braccia sulle pareti.
 
Mi rialzai a fatica.
 
"Che...che cosa è successo?"Domandai con paura."Non possiamo essere arrivati..."
 
Megamind si alzò sistemandosi il mantello che gli era finito sulla testa.
 
"Non...non lo so...ma...premiamo il pulsante d'allarme!"
 
Ancora una volta le nostre dita premettero il pulsante insieme...ma facemmo più caso al fatto che non suonava nessun'allarme.
 
“Oh no…è bloccato.” Disse.
 
"E che cosa succederà se nessuno verrà a salvarci?”Cominciai a farmi prendere dal panico.
 
Mi sentì la sua mano sulla spalla.
 
"Sta tranquilla Roxannne...vedrai che ci libereranno. Andrà tutto bene, vedrai..."
 
Strofinò lentamente la mano sulla spalla seminuda... un fulmine gelido mi attraversò la schiena, che in men che non si dica le sue dita raggiunsero, e che continuarono ad accarezzare con dolcezza.
 
Avevo anche dimenticato il cappotto...e senza riscaldamento cominciava a fare freddo, molto freddo. Incrociai le braccia e cominciai a tremare.
 
"Roxanne...stai bene?"
 
Io annuì, in contrasto con la verità.
 
"S-si..."
 
Improvvisamente mi sentì abbracciare. Mi cinse con le sue braccia esili e forti.
 
Lo lasciai fare. Era un sensazione piacevole e rassicurante. Ma non smisi di tremare, e questa volta non avevo freddo. Era imbarazzo. Ma chiusi leggermente gli occhi abbandonandomi al suo calore. Cominciava a crescere un piccolo sorriso sulle labbra.
 
Improvvisamente sentì una piccola vibrazione nella pochette che avevo in mano. Poi cominciai a sentire la suoneria telefonica: Supervillain di Nicole Scherzinger.
 
Quando Nicole cominciò a cantare le mie guance si colorarono di un rosso brillante.
 
Megamind si staccò dall’abbraccio e mi guardò con sguardo malizioso.
 
“A-ah…quindi…questo cosa dovrebbe significare Miss Ritchie?”
 
“Mi piace solo il ritmo, le parole non significano nulla!” Misi le braccia lungo i fianchi. Megamind mi sfilò la pochette dalle mani e prese il mio cellulare.
 
“Ehi! Ridammelo!” tentai di riprendere il mio telefonino, ma lui me lo impedì.
 
“No no Roxanne, non si fa!” Disse ridacchiano, e nel frattempo rispose al telefono.
 
“Pranto? Chi è?”
 
“Cos… e tu chi saresti?!?”Disse la voce a me famigliare.
 
Oh no…Rachel.
 
 “Chi sei?! Che cosa hai fatto a Roxanne?! E che cosa vuol dire quel pranto?!”
 
“Stia tranquilla, Roxanne sta bene. Mi scusi, ma lei chi è?”
 
“Sono sua sorella Rachel… e tu non dirmi che sei…”
 
“Megamind, Miss Ritchi. E’ un vero piacere conoscerla.” Rispose a mia sorella con un sorriso.
 
“Megamind piantala!! Ridammelo!!” Tentai di togliergli il cellulare dalle mani.
 
“Oh…ho forse interrotto qualcosa?” Chiese mia sorella.
 
Megamind ridacchiò e si morse il labbro inferiore.
 
“Bhe…”
 
“DAMMI QUA!!”Riuscì a prendergli il cellulare dalle mani e me lo portai all’orecchio.
 
“Rachel!!”
 
“Roxanne!!Ma dove diamine ti sei cacciata?!
 
“Sono bloccata in ascensore.”
 
“Oh…sei bloccata in ascensore…con Megamind?!”
 
“Emh…si.”
 
“Mh…bhe, direi che non tutto viene per nuocere, vero RoxY?” Mi disse con un piccolo risolino.
 
“C-che?!!!”
 
“E dai!! Immagina: un amore che nasce in un ascensore…al freddo e al buio…lui che la cinge con le sue braccia forti e possenti per riscaldarla e-“
 
“RACHEL!!!!” Sbottai con una miscela di imbarazzo e rabbia che mi esplodeva nello stomaco. Notai che Megamind era con l’orecchio posato sul cellulare e ascoltava tutta la conversazione con un sorriso sulle labbra.
 
“Che cosa c’è?!”esclamò Rachel.
 
“Ci sta ascoltando!!!”
 
“E allora? Che cosa c’è di male?!”
 
“Senti Rachel, tu-!! Insomma, tu sei-!! Insomma, tu-!! Saluta mamma!!” Terminai la chiamata e ficcai il cellulare nella pochette.
 
Megamind mi guardava con le mani dietro la schiena e con sguardo provocatorio, con quelle sue meravigliose sopracciglia che mi facevano venire i brividi…
 
Si appoggiò alla parete dell’ascensore e incrociò le braccia mordendosi il labbro inferiore.
 
“Mh… è stato un discorso molto interessante…non è vero Roxie?”
 
Incrociai le braccia. Tenevo la bocca tappata. E ricominciai a tremare di freddo. Distolsi lo sguardo da lui per qualche minuto.
 
Dopo un po’, lentamente mi avvicinai a lui, e lo abbracciai. Sentivo la sua insicurezza, la sua rigidità…teneva le braccia lungo i fianchi, ma poco dopo riuscì a stringerle dolcemente intorno alla mia schiena.
 
 ‘Ma che cavolo ti sta succedendo Roxanne?! Lo stai abbracciando e gli stai permettendo di ricambiare…’
 
Ma in quel momento sentivo il bisogno di calore umano e di affetto…e finalmente lo avevo trovato…e non sapevo esattamente perché avevo scelto proprio lui…e in quel momento intervenne la mia coscienza:
 
Si certo, non ne hai proprio idea, vero Roxy? Ma quand’è che crescerai e imparerai a non mentire?!
 
Cos-E tu chi saresti?!
 
Fai finta anche di non riconoscere te stessa?! Ma brava, ma cosa ti ho insegnato in tutti questi anni?!
 
A quanto pare non molto, coscienza!
 
Clichè…comunque. Non sono qui per parlare dei miei…dei tuoi errori. Ma del fatto che tu riesca a mentire anche a te stessa… tu sai.
 
Io so cosa?!
 
Ciò che provi per lui!
 
Io…io non provo assolutamente nulla!! E’ un alieno, un supercattivo, lui è…lui è…
 
Lui è tuo.
 
CHE?!!
 
Lui è tuo e tu sei sua. Sai benissimo che nel tuo cuore c’è un vuoto. Un vuoto che solo lui può riempire.
 
Ma…ma…io non…
 
Tu cosa?
 
Io…
 
Guardati…sei tra le sue braccia… hai le guance infiammate, e se provassi a toglierti da lui saresti pronta a difenderti proprio come prima, spiaccicandomi la pochette sulla guancia.
 
…io…non so che dire…
 
E allora agisci, non dire, e non pensare.
 
E ora…che cosa faccio?
 

 
Coscienza…ehi??!
 
“Ci sei?!”
 
“Con chi stai parlando?”
 
“EH?!” Avevo parlato ad alta voce. Un lieve rossore invase le mie guance.
 
“Con chi stavi parlando…” Ripetè.
 
Lo guardai negli occhi, senza lasciarlo andare.E non riuscivo a trovare le parole per rispondergli...
 
Ma riuscì a sussurrare…
 
“Megamind…”
 
“Si?”
 
“Mi hai rovinato la serata, lo sai questo, vero?”
 
“Mh…si…”
 
“Ora devi pagare….”
 
“Che?” Rispose confuso.
 
“La routine, mio caro…” Mi avvicinai con un sorriso e appoggiai il naso sul suo. Cominciò a tremare. Le sue palpebre si contrassero, lasciando trasparire paura e terrore.
 
“Emh…io…”
 
Strofinai la sua punta del naso contro il mio. Chiuse gli occhi appoggiandosi alla parete dell’ascensore. Le sue guance erano viola, il suo respiro irregolare.
 
“Shh…sta zitto…”
 
D’istinto, afferrai le sue guance, e lo baciai. Chiusi gli occhi… non avevo parole per descrivere ciò che provavo nello stomaco, e la luce non avrebbe mai potuto eguagliare la velocità delle pulsazioni del mio cuore. E mi venne in mente la canzone di Nicole che finalmente era riuscita a farmi capire che era lui che desideravo. Ecco il perché mi piaceva tanto ascoltare quella canzone nelle sere di luna piena, mentre mi lasciavo trasportare da sdolcinati pensieri d’amore. Avevo finalmente imparato la lezione ed ero pronta a superare il mio esame.
 
Continuai a passare le mie labbra sulle sue. La sua pelle era cosìmorbida…e non riuscì a staccarmi da lui per un bel po’ di tempo. E quando mi staccai, fu solo il tempo necessario per pronunciare queste parole:
 
“Ti amo Megamind…”
 
I suoi occhi si fusero nei miei.
 
“Roxanne… non hai idea di quanto tempo ho aspettato per sentirti dire queste parole.” Disse con un sorriso.
 
Ridacchiai.
 
“Sciocchino…”
 
“Roxy…ti amo da morire…”
 
Appoggiai la testa sulla sua spalla e mi lasciai abbracciare. Gli presi la mani e lentamente gli tolsi i guanti di pelle. Quando finalmente tutti e due i guanti furono appoggiati alla moquette del pavimento, intrecciai le  dita con le sue e mi portai il dorso della sua mano alle labbra,lasciando una leggera scia di baci fino ad arrivare alla sua tuta di pelle che ricopriva le braccia. Era quello l’ostacolo che non mi permetteva di assaporarlo fino alla fine. E avevo intenzione di eliminare quell’ostacolo il più presto possibile.
 
Mentre ci pensavo, trasportai i miei baci nuovamente alle sue labbra.
 
Mi accorsi che le ginocchia di Megamind cedettero, e si lasciò cadere lungo la parete dell’ascensore, senza lasciarmi andare, e in poco tempo io fui sopra di lui.
 
Sentivo le sue falangi sfiorare la stoffa del mio vestito dalla schiena, fino al fondoschiena.
 
Aprì la bocca e lasciai che le punte delle nostre lingue si toccarono, e si unirono in una danza meravigliosa.
 
Improvvisamente mi alzai, e d’istinto cominciai a togliergli il mantello e a lanciarlo via da noi.
 
Si alzò anche lui e con sorriso cominciò ad accarezzarmi i seni. Non ne rimasi assolutamente scandalizzata. Mi avvicinai a lui e cominciai a mordicchiargli il collo e il lobo dell’orecchio.
 
“Roxanne… ti amo…” Lo sentì sussurrare.
 
Stavo per rispondere, quando improvvisamente mi accorsi che c’era qualcosa che non andava. L’ascensore si stava muovendo…
 
Anche Megamind si bloccò. Ci guardammo intorno spaesati, mentre l’ascensore scendeva verso il basso.
 
 
No… no! Non poteva succedere nel momento più bello di tutta la mia vita…
 
Sospirai. Megamind mi rialzò il viso con una mano.
 
“Ehi…che cosa c’è?” mi chiese
 
“Bhe… l’ascensore ora funziona…”
 
“E allora?”
 
Lo guardai. Come allora? Che cosa intendeva dire?
 
Non tardai a scoprirlo.
 
In effetti…facendo un paio di ragionamenti...
 
“Bhe… in effetti… al matrimonio di mia cugina non c’è molta necessità di andarci. Potrei sempre dire che l’ascensore è rimasto bloccato per molto più tempo…”
 
 
 
“Mh…vedo che sei un allieva che impara in fretta.” Posò nuovamente le mani sul mio seno.
 
“Megamind che ti succede? Non sei mai stato un vero pervertito.”
 
“Mh… che ci posso fare…sono fatto così.”
 
“No, non è vero…” Disse ridendo.
 
“Si che è vero! E se vuoi posso anche dimostrartelo…” Cominciò a baciarmi di nuovo il collo. Ma lo bloccai.
 
“Emh… tesoro…non è il caso.” Dissi mettendogli le mani sulle spalle.
 
“C-c’è qualcosa che non va?”
 
“Si… l’ascensore è quasi arrivato al piano terra, e probabilmente ci sarà qualcuno.”
 
Ansimò leggermente.
 
“E che c’è di male se diamo spettacolo…?”
 
“Megamind!” Dissi ridendo. “Ma che stai dicendo?!”
 
“E dai Roxy… “
 
“Spero che tu stia scherzando! Che spettacolo sarebbe?!”
 
“Uno spettacolo da tutto esaurito, da far crollare il palcoscenico!”
 
Scoppiai a ridere.
 
“Ora, a parte gli scherzi…” mi alzai e premetti il pulsante dell’ultimo piano.
 
L’ascensore cominciò a salire.
 
“Raccogli le tue cose, tra poco arriviamo.”
 
Poco dopo si mise al mio fianco e entrambi aspettavamo impazienti l’arrivo della ascensore.
 
Con il sudore che si calava sulla mia schiena come un alpinista per scendere dalla montagna, osservavo il numero rosso che ogni tanto cambiava : 1….2….3...
 
Mancava poco. Presi la sua mano nuda e la strofinai contro la mia.
 
Il mio cuore continuò a battere con velocità crescente. Chiusi gli occhi. Immaginai che cosa sarebbe accaduto quella notte… tutte le coccole, i baci, le carezze… e molto altro.
 
Pensando l’ascensore arrivò al mio piano. Prima che potessi fare il primo passo, Megamind mi prese tra le sue braccia e mi portò fino alla porta del mio appartamento.
 
“Mia cara…eccola alla sua porta.” Mi fece scendere parlando con accento francese.
 
“Grazie signore, davvero molto gentile.” Risposi sorridente.
 
Mi baciò la mano. Tirai fuori dalla pochette la chiave di casa e aprii la porta. Mi prese nuovamente in braccio e varcammo la soglia, e quando entrammo, Megamind chiuse la porta con un calcio. Cominciò a baciarmi, sempre più voracemente, con dolcezza e amore, e in men che non si dica ci ritrovammo sul paimento…
 
---
 
Venni svegliata da un leggero raggio di sole che mi solleticava la palpebra. Mi accorsi di essere sdraiata sul pavimento, con il corpo appoggiato al mio vestito nuovo. Mi accorsi che però stavo ancora indossando le scarpe con il tacco, e ciò mi provocava un po’di dolore. Me le tolsi rilassandomi. Mi accorsi di essere completamente nuda e…di non essere sola. Sentivo il morbido respiro del mio compagno che mi sfiorava la pelle. Mi girai verso di lui e mi avvicinai, pianificando di svegliarlo con un bacio. La mia intenzione sembrò gradita. Si formò un sorriso sulle labbra blu, e poi vidi i suoi occhioni verde smeraldo.
 
“Buongiorno tesoro…” Sussurrai.
 
“Roxy…buongiorno cara.” Si stiracchiò e mi avvolse tra le sue esili ma forti braccia.
 
“Questa notte è stata meravigliosa…”
 
“Già…” gli risposi. “Meravigliosa…”
 
“Ti amo Roxy…”
 
“Ti amo anch’io Megamind.”
 
 
Le nostre labbra stavano per toccarsi quando sentì Nicole che ricominciò a cantare. Mia alzai a malincuore e cercai la pochette. Era finita sotto il divano. Quando riuscì a prendere il cellulare mi accorsi di avere ben 15 chiamate perse.
 
Ero indecisa se rispondere. Guardai Megamind. La mia cara sorellina con una predica di tre ore, o l’amore della mia vita tutto nudo e desideroso di amore e di affetto?
 
La mia decisione fu semplice. Spensi il cellulare, e mi precipitai da lui, per baciarlo, amarlo, e decisa a non lasciarlo mai, a stare con lui per sempre, per l’eternità.
 
Io e lui, insieme per sempre.
 
 
Uao, due storie in un giorno, devo dirlo, mi sono proprio superata! Ma è mai possibile che l’ispirazione mi debba venire proprio alle 23:16 di sera e mentre è in corso una chiamata Skype? (Saretta anche se non sei su EFP ti chiedo perdono per averti ignorato). Comunque, bando alle ciance. Questa è molto più lunga devo ammetterlo, e ci ho messo molto impegno. E spero tanto che vi sia piaciuta. Fatemi sapere :D buone feste e tanti auguri da AA!!
 
Ps: scusate gli errori di ortografia ma ormai sono le 23:38, sono stanca…abbiate compassione! :D
 
  
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