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Autore: Chartraux    28/12/2012    4 recensioni
Sterek! What else?
Stiles sta sbattendo più volte le palpebre sui suoi occhioni nocciola perplesso, insicuro e stupito "Puoi ripetere?" domanda con un tono basso ma stranamente isterico; perché quella richiesta non ha senso.
"Presentami a tuo padre" ripete con leggere stizza Derek incrociando le braccia al petto e sbuffando un ringhio.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Derek Hale, Sceriffo Stilinsky, Stiles Stilinski
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Can che abbaia, non morde.'
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Fandom: Teen Wolf
Autore: Chartraux
Beta: /
Titolo: Indovina chi viene a cena?
Capitoli: 1
Parole: 5.877
Personaggi: Stiles Stilinski, Derek Hale, Sceriffo Stilinski, con la partecipazione di Allison e Lydia, nominati un po’ tutti!
Genere: Romantico, Sentimentale, Introspettivo + Fluff, Slice of life.
Rating: Verde (lo potete leggere tutti XD).
Avvertimenti: OneShot, What if?, spero non OOC. + un po’ di angst ad un certo punto!
Desclaimers: La storia appartiene a Jeff Davis ed alla casa di produzione (Adelstein Productions, DiGa Vision, First Cause, Inc., Lost Marbles Television, MGM Television, Siesta Productions). Se fosse stata mia, probabilmente Stiles e Derek non sarebbero etero; ed interagirebbero tra loro in modo molto più che equivoco. V_V
Note Importanti: E’ la mia secondissima Sterek, siate clementi. Come mi sia venuta l’idea, proprio non lo so. Tra le altre cose, è partita come una commedia, ed invece si è rivelata un po’ più “complicata” del previsto. Spero comunque che vorrete, in qualche modo , farmi sapere che ne pensate.
E' stata pensata come sequel di "Cancella i miei lividi", ma potete leggerla anche senza aver letto l'altra (di raiting arancione).

 

Indovina chi viene a cena?



 


Stiles sta sbattendo più volte le palpebre sui suoi occhioni nocciola perplesso, insicuro e stupito "Puoi ripetere?" domanda con un tono basso ma stranamente isterico; perché quella richiesta non ha senso.
"Presentami a tuo padre" ripete con leggere stizza Derek incrociando le braccia al petto e sbuffando un ringhio.
"No, davvero, mi stai prendendo in giro? Perché non è carino. Voglio dire, sai quanto mi preoccupa che vi incontriate; ce l'ha ancora con me perché gli ho raccontato una –ok, più di una- bugia e con te perché sei riuscito a nascondere le tue tracce -beh, grazie, sei un lupo!- per un sacco di mesi! È normale che il mio cervello super-intelligente mi dice che non devo dare ascolto a questa tua richiesta. Che poi, volendo essere precisi, non è una richiesta, ma pare più un ordine, quindi-"
"Stiles!" lo interrompe con un ringhio l'Alfa sapendo quanto quel ragazzino possa diventare fastidioso quando inizia a parlare a vanvera.
"Sì?"
"Domani sera verrò da te."
Preso in contropiede, vista la vicinanza della data per "l'incontro", butta lì un "Domani papà lavora." sperando di chiudere così questo assurdo dialogo.
"Non mentire. Non ci sono stati altri strani omicidi e gli Alfa sono andati a farsi un giro portandosi dietro Peter e poi domani è il suo giorno libero, quindi..."
– Beccato! – si dice il giovane umano mordendosi l'unghia del pollice, pensando rapido ad un'idea geniale per liberarsi del licantropo – Magari compro delle interiora e le spargo per la città, così papà è obbligato ad uscire per capire che succede. Oppure potrei legare questo infimo fidanzato con dello strozzalupo! Ma forse quando lo libererei mi potrebbe uccidere... Magari potrei puntare a sedarlo. Nah, mi massacrerebbe comunque. Ucciderlo mi sembra l'unica soluzione davvero valida per non… –
"Stiles" di nuovo, la voce di Derek, lo riporta alla realtà.
"Sì?"
"Domani sera. E non voglio sentire ragioni!"
"Perché?" è una domanda lecita, vuole avere almeno una motivazione valida per poter digerire tutto questo.
"Perché sì!" dice con rabbia l'altro alzandosi dal letto e dirigendosi alla finestra.
– Motivazione validissima… – borbotta tra se e se Stiles, prima di vederlo saltare dal secondo piano facendolo mugolare un "Esistono le porte!" certo che lo senta.
Si mette le mani tra i capelli, deve trovare un modo per non fare avvenire questo incontro!
Prende il cellulare deciso a chiamare Scott, ma ci ripensa visto che l'amico non ha avuto altrettanta fortuna quando ha conosciuto i genitori di Allison... Di cui poi ha ammazzato la madre, quasi. E poi il suo amico non ha tutto questo cervello per dargli consigli realmente utili su questa 'faccenda'.
Scorre la rubrica ed elimina altri nomi: – Jackson no perché è Jackson e non gliene frega niente. Erica no perché è una squilibrata e se glielo dico si presenterebbe anche lei alla cena! Isaac e Boyd mi rifiuto, non comprenderebbero. sospira – Mi rimangono Allison e Lydia... E sì, anche il dottor Deaton, ma non penso sia qualificato per darmi delle indicazioni utili preso dallo sconforto manda lo stesso sms ad Allison e Lydia, sperando che non lo deludano.


"Oddio, stai scherzando?" domanda Lydia con scetticismo.
"Ehm, no. Derek vuole presentarsi come mio fidanzato a mio padre... Cielo! Dirlo ad alta voce fa anche più senso." mugola quasi dolorosamente.
Allison ridacchia, spostandosi una ciocca di capelli scuri dietro l'orecchio "Dai, non andrà così male!"
"Non andrà così male? Allison, ma lo hai visto? L'unica espressione che conosce è quella grugnosa; e l'unica cosa carina che sa dire è 'Vorrei ucciderti!'" dice cercando di imitare la stessa espressione antipatica del fidanzato-lupo.
"Ok" sospira Allison "andiamo con ordine. Cosa farai da mangiare?"
"Mangiare?"
"Non viene a cena?"
"Beh, questo non l'ha specificato. Ha detto che verrà questa sera..."
L'amica alza le spalle "Allora penso che ti convenga comunque preparare per tre, al massimo gli avanzi li potete mangiare domani."
Stiles arriccia le labbra "Ma non so nemmeno che gli piace..."
Lydia alza elegantemente un sopracciglio "State insieme da mesi e non sai cosa preferisce mangiare?"
"Beh" inizia il ragazzo arrossendo un poco "non è che abbiamo mai avuto degli appuntamenti seri."
Le due ragazze hanno un'espressione perplessa in volto e lui si affretta a rispondere alle loro mute domande "Qualche volta siamo andati al cinema, ma di cene vere non ne abbiamo mai parlato. Anche se lui mi offre sempre qualcosa."
"Tipo?"
"Tipo hamburger, popcorn, tramezzini..."
"E basta?"
"Uhm sì..."
Lydia è scandalizzata "Tutto questo è impossibile! Voglio dire, state insieme dall'inizio del casino con gli Alfa e non avete avuto un appuntamento decente?"
"Così pare" alza le spalle, Stiles.
"Eh no bello mio! Non puoi dirmi 'così pare' senza che tu sia quantomeno scocciato!"
"Ma non è un problema; capisco che essendo il capo, avendo dei Beta non maturi e decisamente un po' psicopatici, non abbia molto tempo per stare con me."
"Ma fate l'amore, vero?"
"Lydia!" dice Allison imbarazzata "non si dicono queste cose in un luogo pubblico!"
"Oh Allison, adoro il tuo pudore; ma tanto lo so che tu e Scott ci date dentro come ricci!" la mora distoglie lo sguardo punta nel vivo.
"Quindi," riprende Lydia "ci date dentro vero?"
"Beh" risponde pieno d'imbarazzo il ragazzo umettandosi le labbra "direi di sì."
"Direi?"
"Senti, passiamo oltre, ok? A questa sera: devo legarlo per non farlo venire?"
"Stiles" dice Allison tappando la bocca dell'amica con una mano certa che voglia esporre una battuta squallida piena di doppi sensi, "è un'occasione. Fosse stato per Scott avrebbe atteso decenni prima di incontrare i miei; quindi è un'ottima cosa che te lo abbia addirittura chiesto Derek! Sono rari i ragazzi che prendono questa decisione." gli regala un sorriso sornione "Credo proprio che Derek tenga a te."
Stiles risponde con un altro sorriso, poi incrocia le braccia sul tavolino e vi poggia il mento "Forse hai ragione"
"Certo che ha ragione" dice con enfasi la bionda-ramata che con una mano chiama un cameriere per un altro caffè "E tornando alla cena, con la carne vai sul sicuro! Sono lupi, infondo."
"Certo; magari del pollo alle erbe così mio padre rimane a dieta, ma con gusto!" ridacchia.
"Ma tuo padre lo sa che è un licantropo?" domanda Lydia con un cipiglio curioso.
Il ragazzo la guarda un istante, si umetta le labbra e sospira "Beh, sì, più o meno..."
"In che senso più o meno?"
"Nel senso che sa che Derek non è il colpevole di nessun omicidio vecchio o nuovo; sa che c'entra con tutte le stranezze ma che non ne è la causa -anzi, facendo due conti ha aiutato Isaac-; sa che è una persona un po'... 'particolare'."
"Ma che è un licantropo no."
"No"
"E che è il tuo fidanzato?"
"...no..." mugugna con uno strano dolore al petto.
Le ragazze lo guardano con una punta di compassione e lui non riesce a dire loro di non farlo, perché sa che hanno ragione... Lui è un vigliacco.
Ma già una volta suo padre non gli ha creduto quando lui gli ha detto di essere gay all'esterno di una discoteca per soli uomini; ma è anche vero che in quel periodo non ne era consapevole al 100% nemmeno lui -e tra l'altro stavano inseguendo il Kanima!-. Poi, beh, la coatta vicinanza con Derek ha cambiato le cose: in meglio ed in peggio. In meglio perché sta con il ragazzo più bello, affascinante -e un po' troppo scorbutico- di Beacon Hills; in peggio perché suo padre continua a non credere alla sua sessualità. Probabilmente perché ridacchia -a causa dell'imbarazzo e della vergogna- ogni volta che glielo rivela – In effetti nessuno mi prenderebbe sul serio... –
Sospira sapendo che sarà una serataccia.
"Quindi, oltre a prenderlo per la gola, che devo dire a mio padre?"
"Beh, credo che metterlo con le spalle al muro e sbattergli la verità in faccia sia un bel punto per voi!"
"Lydia!" la ferma scioccata Allison.
"Che c'è? Ho detto la verità!"
"Sì, ma non così..."
"E come dovrebbe dirmelo?" dice Stiles sorridendo mestamente alle due "Ha ragione. Potrebbe essere l'unica soluzione."
"Ma" prova di nuovo la Argent "non dovrebbe essere così..."
"Allison, con Derek come vuoi che sarà?"
Lei scrolla le spalle "Magari sarà meglio di quello che pensi."
"Magari..." e dopo un sospirone, affonda il viso tra le braccia incrociate.


Stiles è in cucina, sta preparando il famoso pollo con le erbe, ha pelato delle patate che sono state cotte al forno e ha cucinato anche i maccheroni pasticciati, e spera che tutto sarà di gusto per Derek Sempre che si presenti... –
Sospira ripensando al discorsi con le amiche avvenuto quella mattina. Spera che almeno un quarto dei pensieri di Allison andranno a buon fine; ma non ne è così sicuro.
"Che buon odorino!" esclama il padre entrando in cucina "Che succede?"
"Ma niente" risponde il figlio girando la carne "non posso cucinare qualcosa di più decente dei tramezzini una volta tanto?"
"Certo. Però l'ultima volta che mi hai preparato una cena del genere era per chiedermi un'auto."
"Ehm, non preoccuparti, non la voglio cambiare."
"Bene" dice l'uomo "perché te la puoi scordare."
Ridacchia, Stiles, sperando che la pistola sia rinchiusa lontana.
"Ma non hai fatto troppa roba?"
"Al massimo te la metto in un contenitore e la mangi domani in centrale. Così eviti panini."
"Ok. E?"
"E cosa?"
"Stiles, sono uno sceriffo, non un cretino."
"Ah"
Silenzio.
"Allora?" ripete il signor Stilinski scrutando il figlio che, finalmente, decidere di spegnere il fuoco sotto la pentola.
"Forse, viene una persona a cena..."
"Uh? Scott?"
"Ehm, no."
"Davvero? È un pezzo che non viene a cena, avrei fatto volentieri una chiacchierata con lui. Tutta quella storia dei mostri..."
"Papà!"
"Ok ok, lupi mannari." borbotta roteando gli occhi "Non mi dà fastidio che Scott lo sia, lo sai! Quindi puoi invitarlo quando vuoi."
"Riferirò, ma è abbastanza impegnato con Allison per avere tempo per noi" ridacchia.
"Quindi, chi dovrebbe venire?"
"Uhm" mugola, non sa bene cosa dirgli, sospira e poi balbetta un "Una persona..."
"Ho capito; ma chi?"
"Ehm... La conosci, direi..."
Lo sceriffo alza un sopracciglio "Stiles?"
"Papà?"
"Mi devo preoccupare?"
"Spero vivamente di no..."
L'uomo lo scruta pensieroso "È una persona importante?", nota il figlio fare un cenno affermativo col capo e sospirare "Per me sì."
Con calma, il padre gli si avvicina e posa le mani sulle sue spalle "Stiles, cosa c'è?"
"Ehm, io credo che... Sai, è una cosa normale alla mia età, quindi non impazzire. Voglio dire, prima o poi doveva capitare; meglio prima che poi aggiungerei, ho già l'età giusta, quindi sì."
Il signor Stilinski sospira esasperato "Stiles, seriamente, quando fai così vorrei rinchiuderti in cella e buttare la chiave!" poi brontola una cosa del tipo "Il tuo straparlare lo hai preso da tua madre", prima di dirigersi in sala ed accendere la tv.
Il ragazzo sbatte le palpebre più volte e poi sorride, sapendo che quello che gli è appena stato fatto, è un complimento.
Torna al forno, che spegne, e decide di apparecchiare la tavola: tutto per tre. Perché lo spera davvero che il suo fidanzato si presenti per cena.


Il campanello suona e Stiles lo raggiunge con qualche balzo che Scott reputerebbe "Felino?! Sei lontano dall'essere lupo!"; in un attimo è alla porta, si sistema la camicia a scacchi e liscia i pantaloni poi, con un sorriso splendente, apre la porta.
E rimane senza fiato.
Perché Derek Hale è davvero lì, bello da morire nei suoi jeans scuri e stretti, la maglietta bianca che risalta il colore della carnagione e dei capelli ed il chiodo di pelle nero.
Sospira estasiato Stiles "Ehi."
"Ehi"
"Sei qui davvero."
Il lupo gli sorride "Lo avevo promesso."
E le braccia del ragazzino si stringono attorno alle sue spalle per abbracciarlo stretto, dandogli un bacio a stampo sulle labbra.
"Sono così contento!"
"Spero lo sia anche tuo padre..." brontola l'altro incurvando verso il basso le sopracciglia.
"Eh, speriamo..."
Derek gli prende una mano nella sua "Andiamo? Vedrai che andrà tutto bene."
"Com'è che sei tu quello che mi tranquillizza questa volta?" chiede ridacchiando Stiles stringendo la presa sulle loro dita.
"Perché sei tu quello che potrebbe soffrire di più..."
E Stiles sa che ha ragione; sospira e poi lo invita ad entrare.
"Ok, andiamo!" e detto questo, si avvicinano alla sala da pranzo.


Un ultimo sospiro e poi Stiles chiama il padre; giusto per non trovarlo con la cintura slacciata (e la pistola sotto un cuscino del divano). Quando ode un "Sì!" stranamente eccitato, lui fa cenno a Derek di attendere un attimo; dopo un paio di passi tremolanti, si affaccia all'ingresso del soggiorno "Papà?"
"Allora" inizia l'uomo alzandosi e mostrando un sorriso a trentatré denti "chi è questa persona importante per te?"
Il ragazzo si gratta il collo dopo aver passato una mano sui suoi capelli un paio di volte -lo fa sempre quando è stressato-.
"Ecco, la conosci già, come ti ho precedentemente detto; ma ecco qui, ehm..." Derek si mostra, per diminuire tutte quelle parole che stanno trasbordando dalla bocca di Stiles "Salve" gli dice con garbo.
Gli occhi dello sceriffo si spalancano come piattini da caffè "Derek Hale?" sussurra pieno di perplessità.
"Eeeeeh, esatto" riprende Stiles "Papà Derek, Derek papà."
Silenzio.
L'uomo sposta lo sguardo dal figlio a Derek per un paio di volte, sempre con un'espressione stupita in volto, poi, come in segno di resa, fa cenno ad entrambi di sedersi sul divano.
"Ok, abbiamo un ospite a cena" borbotta spegnendo la tv "Ma perché tu, Derek? Non sai prepararti il cibo?"
"Papà!"
"No, ha ragione." lo frena il compagno, cercando di rimanere calmo -cosa alquanto difficile- per guadagnare qualche punto.
Torna a puntare lo sguardo in quello dello sceriffo di Beacon Hills "Non sono venuto a scroccare una cena; sono venuto perché Stiles mi ha invitato."
In realtà ti sei autoinvitato! – vorrebbe precisare il ragazzo, ma preferisce tenere la bocca chiusa.
"Stiles è troppo buono."
"Papà!"
"È vero" risponde subito il lupo facendo un piccolo ghigno.
Il ragazzino rotea gli occhi "Derek..."
"E quindi? Perché sei qui? Stavamo aspettando una persona. La persona importante per lui." continua additando il figlio.
Stiles scruta da sotto in su Derek, che ricambia con uno sguardo perplesso "Non lo sa?"
"Ehm, no..." sussurra pieno di imbarazzo l'adolescente martoriandosi le mani. Eccolo lì il punto della questione: papà Stilinski non sa che suo figlio è gay e che è fidanzato con Derek Hale.
E Stiles sa che un morso alla giugulare sarebbe la giusta punizione; ma nota solo il compagno sbuffare un ringhio ed afferrargli una mano scocciato.
– Rapido ed indolore! pensa il giovane mordendosi il labbro inferiore.
"Io e Derek stiamo insieme, papà."
Il silenzio riempie di nuovo la stanza, prima che una risata isterica spunti dalle labbra dell'uomo.
"Stiles, a che gioco stai giocando?"
"Nessuno."
Il signor Stilinski mantiene il sorriso sarcastico sul volto, mentre puntella i gomiti sulle ginocchia e, dopo aver incrociato le mani, vi appoggia il mento "Questo scherzo è di cattivo gusto."
"Non è uno scherzo!" ribatte rapido Stiles imbronciandosi. Derek continua a non proferir parola.
"Non capisco, cerchi ancora di convincermi di essere gay?"
"Certo, e continuerò a farlo finche non lo farai! Papà a me piace Derek!"
L'uomo si alza in piedi con stizza "Smettila di mentire!"
"Non lo sto facendo!" urla l'altro posizionandosi allo stesso livello.
"Stiles!"
"Papà, non ti sto mentendo."
Si osservano negli occhi per alcuni istanti e poi accade qualcosa che lascia tutti i presenti scioccati: Derek Hale ridacchia di quel momento; rendendosi conto solo in un secondo tempo del gesto appena compiuto.
I due Stilinski lo guardano perplessi prima di sentire loro dire "Siete davvero identici."
E Stiles si rilassa, abbozzando un sorriso e risedendosi vicino al lupo.
Un sospiro pesante si fa largo nella stanza; entrambi i giovani si voltano verso lo sceriffo che li guarda con un cipiglio preoccupato.
"Ok" dice incolore dirigendosi in sala da pranzo "la cena che Stiles ha preparato si raffredderà."


Hanno mangiato i maccheroni pasticciati in assoluto silenzio -per una volta, anche Stiles non ha  niente da dire-; poi Derek ha fatto i complimenti al cuoco dicendo che era da un sacco che non mangiava un primo così gustoso -e Stiles avrebbe voluto chiedergli da quanto tempo non mangiava, ma decise di tenerselo per se, visto l'andazzo della serata-.
"Allora" inizia sorprendendoli lo sceriffo "state davvero insieme?"
"Sì." risponde laconico Derek, stanco di quella situazione che ha involontariamente creato; era certo che il signor Stilinski non sarebbe stato felice, ma addirittura così...
Sbuffa l'uomo "Sarò sincero Derek, non sono contento che mio figlio abbia scelto te."
"Adesso credi che sia gay? Perché non l'hai fatto prima?"
"Perché mi hai sempre parlato solo di Lydia e mai di lui" conclude puntando la forchetta verso il licantropo.
Stiles ingoia il groppo che ha in gola da un po’, mentre una strana sensazione si fa largo nel suo corpo; ma non ci dà peso e la ributta da dov'è venuta.
"Ci ho provato; ma tutte le volte che te l'ho detto negli ultimi mesi hai sempre riso buttandola su un 'Ah, certo.'!" ribatte con leggera irritazione nella voce.
L'uomo sospira frustrato "Ridevi tutte le volte che me lo rivelavi; è ovvio che pensavo mi prendessi in giro."
"Si chiama imbarazzo, papà, imbarazzo."
"Lo sai che puoi dirmi qualunque cosa e non ti giudicherei mai -a meno che non ammazzi qualcuno!-, ma se ridacchi mentre riveli i tuoi gusti sessuali, credo che nessuno potrebbe prenderti sul serio."
"...vado a prendere il pollo." dice distogliendo lo sguardo e prendendo i piatti fondi; in un istante è in cucina.
Lo sceriffo lancia un'occhiataccia a Derek e gli sibila "Non mi piaci."
"Lo so."
"Stai in campana, Hale." e non è un ammonimento, ma una vera e propria minaccia.
Derek vorrebbe rispondere con un ringhio, ma vede tornare Stiles con una pirofila tra le mani, quindi preferisce evitare.
"Di che parlate?" domanda il giovane con preoccupazione nella voce.
"Oh, niente di che, stavo domandando ad Hale" dice il padre sventolando una mano nella direzione del lupo "se è mai venuto a vedere una tua partita di lacrosse;" poi rivolge un sorriso scettico al licantropo "perché, sai, non ti ho mai visto."
"Sì, tutte le volte che ho potuto. Ma come ben sa sono una persona schiva, non mi unisco alla massa, quindi ho guardato tutte le partite dalla parte opposta del campo."
Stiles si volta verso di lui con un'espressione tra l'estasiato e l’incredulo "Davvero?"
"Certo." gli sorride, più o meno, il lupo.
I loro sguardi si incatenano per alcuni istanti, dove ogni battito di ciglia ha un significato particolare e ben preciso; rimangono in quel mondo parallelo che si sono creati, fino a che un colpo di tosse non li risveglia.
"Allora, questo pollo?" chiede con imbarazzo e fastidio lo sceriffo, che non vuole vedere tutto quello.
"Certo, hai ragione!" sorride Stiles senza un vero motivo mentre versa una coscia e delle patate al forno nel piatto del padre e poi di Derek.
E, di nuovo, cade il silenzio; stridono solo le posate nei piatti di ceramica.


Finita la cena, Stiles domanda se vogliono il dolce, ha comprato del gelato appositamente per l'occasione, e dopo che suo padre biascica un "Sì, perché no?!", pensa che sono già alla conclusione della serata e che non è morto ancora nessuno.
Quello strano fastidio di poco prima si ripresenta nel suo stomaco, ma non riesce a dargli un nome; lo accantona in un angolo vicino alle budella una seconda volta.
Prende delle ciotole di vetro, che riempie con cioccolato e crema, sparge un po’ di topping al caramello e le porta in sala con un sorriso tirato, che scompare davanti a ciò che gli si mostra: Derek è in piedi, una mano poggiata sul tavolo e l'altra stringe il bavero della camicia di jeans del signor Stilinski; quest'ultimo è più o meno nella medesima posizione.
"Che state facendo?" espira il ragazzino con una punta di panico nella voce, avvicinandosi rapidamente.
Poggia il vassoio alla bene e meglio sul ripiano di legno e poi cerca di distanziare i due "Basta!" urla cercando di avere attenzione; ma pare che non siano interessati a lasciare il contatto violento tra loro. Stiles tira per un braccio il padre continuando a ripetere un "Lascialo stare!" con quanto più fiato ha in gola.
"Papà, ti prego! Derek! Smettila!" e appena vede il compagno liberare la stretta, spinge indietro il padre che, sorpreso, compie il medesimo gesto.
"Cosa stai facendo?" domanda il ragazzino allo sceriffo con rabbia.
"Stavamo discutendo."
"Vi stavate per picchiare!" urla di rimando il figlio ingoiando la nausea che si è improvvisamente fatta largo nella sua gola.
"No Stiles, stavamo mettendo in chiaro due cose."
"Non così! Non ci tengo che tu tratti così Derek!"
"E come dovrei trattarlo, Stiles? Come? Non è una brava persona, non ha un'etica morale valida, potrebbe uccidere davvero!" grida l'uomo guardando con rabbia il licantropo.
"Non lo farebbe mai! È una brava persona!"
"Stiles, devi smetterla di essere così gentile; voglio che apri gli occhi e ti rendi conto di chi hai davanti! È Derek Hale!"
"Ed è la persona che amo!"
Silenzio.
Si ode solo il respiro affannato del ragazzo, e Derek se ne preoccupa, perché sente i battiti del suo cuore aumentare esponenzialmente "Stiles," dice calmo, avvicinandosi un poco "è meglio che vada."
Il ragazzo gli afferra un braccio e vi si lega come fosse un salvagente in mezzo al mare "No!" grida "Non andartene, non farlo!"
"Stiles" riprova lui accarezzandogli una guancia "non preoccuparti. Calmati, ok? Il tuo cuore sta impazzendo."
"Non andartene, la cena non è finita!"
Derek gli accarezza i capelli e gli lascia un bacio semplice sulla fronte "Calmati, o non starai bene."
"Non... Non andartene ora, aspetta ancora dieci minuti. Il tempo del gelato! E magari una chiacchiera sul lacrosse; lo sport unisce i cuori!" tenta in extremis il ragazzino mantenendo salda la presa.
"Stiles!" urla il padre avvicinandosi ai due e tirandolo indietro con forza e quasi cattiveria inconsapevole.
"Papà! Papà aspetta!"
"Puoi andartene, Hale."
"Papà!" urla di nuovo il figlio con la paura che gli sale nelle viscere; è certo che se Derek esce dalla porta di casa sua non ritornerà più.
"Adesso basta Stiles!" grida con rabbia strattonando il figlio "Non voglio questa persona qua dentro un secondo di più!"
"Capisco" dice laconico il lupo osservando quella scena preoccupato "Vado via subito."
Stiles si volta di scatto, impaurito "No..." biascica con occhi spalancati "...non andartene."
Ma Derek si è già voltato e diretto all'ingresso.
"Derek?" chiama Stiles in un sussurro, ma il lupo non si gira; prosegue ed esce dalla casa, chiudendosi la porta alle spalle.
Gli occhi di Stiles si riempiono di ansia, paura, angoscia; annaspa inutilmente tra le braccia del padre per tentare di liberarsi. Ma lo sceriffo preme sulle sue spalle e lo blocca come fosse un criminale.
Si sente male, Stiles; si guarda attorno spaurito non riconoscendo più il luogo dove si trova, il suo cuore batte talmente veloce da assordarlo, la saliva si blocca in gola e l'aria nell'ambiente.
Non riesce a respirare.
Ci prova.
Ci riprova.
Ma l’ossigeno non entra nella nelle sue narici o nella sua gola. Non accade nulla.
Nota suo padre girarlo per guardarlo negli occhi, quegli occhi così simili ai suoi, ma non sono quelli che desidera vedere in punto di morte.
Perché lo sa, è troppo doloroso per essere un semplice attacco; uno di quelli che non gli vengono più dalla scomparsa di sua madre. Non riesce a pensare a niente, non riesce nemmeno a respirare nel sacchetto di carta che suo padre ha prontamente recuperato da un cassetto; sente la testa girare e gli occhi offuscarsi.
Vuole vedere Derek.


Derek sta camminando rapido, col passo pesante. Deve andarsene velocemente da lì.
Sapeva sin dall'inizio che non sarebbe stata una serata tranquilla, ma non aveva certo creduto che il signor Stilinski potesse essere così... crudele! Ha parlato male di sua sorella! Della sua sorellina uccisa nel modo più barbaro possibile!
Alzarsi di scatto e prendere quel maledetto sceriffo per fargli paura, per fargli rimangiare le sue parole è stata l’unica cosa a cui ha pensato. Ma non l'ha fatto, e Stiles è ritornato dalla cucina; guardare la sua espressione atterrita in quei grandi occhi nocciola, gli ha fatto male al petto.
Ringhia e digrigna i denti arrabbiato; eppure ha cercato di essere accomodante per l'intera serata! Lo sapeva dall'inizio che lo sceriffo non lo vedeva di buon occhio, ma almeno rendersi conto di tutte le volte che ha salvato il sederino di suo figlio, avrebbe quantomeno alzato il suo punteggio.
"Parlo come Stiles" borbotta tra se e se.
Si ferma un istante, è ancora nei pressi della casa del suo ragazzo; non è corso via perché è preoccupato per lui. Quegli occhi lo hanno colpito come una pugnalata in pieno petto.
C'era disperazione, dolore, abbandono in quello sguardo... Ma Derek non è riuscito a dirgli che lo sarebbe andato a trovare più tardi, salendo con un balzo sul tetto ed entrando dalla finestra della camera. Non lo ha fatto, perché le braccia dello sceriffo sono state più protettive di quanto aveva creduto.
Gira a destra per tornare verso la casa, appena Stiles entrerà in camera, lui gli si avvicinerà di nuovo, coccolandolo, perché sa che potrebbe piangere.
Dopo un paio di falcate, Derek si blocca perplesso: sente un solo battito cardiaco provenire dall'interno dell'abitazione.
Chiude gli occhi e dà più rilievo al solo senso dell'udito: un solo respiro, un solo cuore, un solo pianto...
Gli occhi di Derek si spalancano pieni di paura e preoccupazione; corre rapido verso l'abitazione Stilinski e, con un calcio, apre la porta secondaria.
Ed il suo respiro si mozza, il suo cuore si ferma.
Di fronte a lui c'è il corpo di Stiles che giace sul parquet privo di sensi, mentre il padre lo abbraccia non sapendo come muoversi. Con una falcata Derek si avvicina e, con ben poca gentilezza, sposta il padre del suo ragazzo.
"Che diavolo fai?" urla lo sceriffo, ma questa volta, il lupo, non è interessato a mantenere il controllo: si volta di scatto verso l'uomo, gli occhi si colorano di rosso sangue e spuntano i canini, le orecchie si allungano e del pelo inizia a crescergli in volto; il padre di Stiles arretra sconvolto.
"Tu... Tu sei..."
"Sì!" ringhia Derek "Ma non è il momento di pensare a me!" dice tornando umano. Si volta verso il corpo privo di vita del ragazzo e poggia l'indice ed il medio uniti sulla vena del collo "Il cuore è debole, ma batte ancora."
Con una mano chiude il naso del giovane mentre con l'altra tiene aperta la bocca; poggia le sue labbra su quelle dell'altro ed inizia a donargli ossigeno.
Una, due, tre volte.
Dopo una manciata di istanti che paiono ore, Stiles tossisce, girandosi su un fianco spalancando gli occhi; vede la figura di Derek che lo afferra e lo solleva abbracciandolo stretto.
"È tutto ok" gli dice per cercare di tranquillizzarlo "è tutto ok."
"Derek" esala biascicando, prima di iniziare a piangere, "Papà?" domanda piano cercandolo con lo sguardo pieno di lacrime.
"Sono qui..." e si avvicina al figlio prelevandolo dalla stretta del licantropo e ricambiando l'abbraccio di Stiles "Perdonami... Non sapevo davvero come rivelartelo. Eri sempre arrabbiato con lui..."
"Ok, non c'è problema. Andiamo in ospedale Stiles, per un controllo, ok?"
"Uuh" mugugna impaurito e pieno di preoccupazione; l'uomo lo solleva e si fa aiutare dal lupo a portarlo in auto, facendogli prendere le chiavi della vettura di servizio, e poi stendendo il ragazzo sui sedili dietro.
Dopo aver chiuso la portiera ed essersi infilato la cintura di sicurezza, il signor Stilinski abbassa il finestrino e balbetta rivolto a Derek "Ti aspettiamo in ospedale"
Il licantropo fa un cenno affermativo col capo e, dopo averli visti partire, prende il cellulare e avvisa Scott ed Erica, perché sa che chiameranno tutti gli altri.
Pochi istanti dopo, si accomoda nella sua Camaro e parte in sgommata verso l'ospedale; consapevole che dovrà spiegare molte, troppe cose.

 


 
 
 


 


Stiles si alza dal letto stiracchiando le braccia verso l’alto e aprendo la bocca in uno sbadiglio; si passa le mani sui capelli, diventati più lunghi nel tempo, scompigliandoli per bene.
Si infila la tuta e scende in cucina.

“Buongiorno ‘pà!” biascica ancora assonnato.
“Buongiorno, Stiles” risponde l’altro bevendo un sorso di caffè ed abbassando il giornale “È il grande giorno oggi, eh?!”
“Il giorno del diploma… un giorno meraviglioso…” brontola il figlio con poco interesse.
L’uomo ridacchia, sollevando gli occhi al cielo “Vai con Scott o vi trovate là?”
“Ci troviamo a scuola; lui viene con Allison, Lydia e Jackson.” prende una fetta di pane da toast e della marmellata alle more.
“Bene, questo vuol dire che posso accompagnarti?”
“Sicuro!”
Lo sceriffo inclina leggermente la testa di lato “E Derek?” domanda curioso, se non ha fatto male i conti, sono dodici giorni che non si vedono.
Stiles fa spallucce “Penso sia ancora in giro per la questione ‘Gerard Argent’…” borbotta versandosi del succo all’arancia e bevendone poi un sorso “…è più tosto di quel che sembra…”
L’uomo sospira, massaggiandosi le tempie.
Sono trascorsi due anni da quando Derek Hale ha attraversato la porta d’ingresso della sua casa, per quella cena di presentazione disastrosa; due anni in cui lo ha sempre visto accanto al figlio in ogni situazione.
Dopo quei paio di giorni di ospedale, in cui il licantropo è rimasto al capezzale di suo figlio per tutto il tempo, si è ritrovato impossibilitato a negare a Stiles la cena del venerdì senza la presenza del lupo. Se per i primi tempi, l’unico a riempire la sala di chiacchiere, era il suo “bambino”, successivamente -e con qualche spintarella da parte di Scott, Lydia ed Allison- ha iniziato a porre domande.
Ridacchia ripensando a quando hanno discusso per ore, loro tre, della pericolosità del “mondo lupesco” -come ama chiamarlo Stiles- e del fatto che “Se osi mettere in pericolo e non difendere mio figlio, giuro che la tua testa finirà appena al muro insieme a quella dell’alce!”, facendo impallidire la sua progenie e ghignare il compagno di quest’ultimo.
Alla fine dei conti– si dice – è andata meglio di quanto pensassi. – perché sì, Stiles e Derek sono ancora insieme, dopo due anni pieni di deliri, altri licantropi indesiderati, cene sostanziose, imbarazzi vari e amici fin troppo impiccioni.
Finiscono di fare colazione con calma ed un po’ in silenzio -Stiles è più agitato di quello che sembra- e, dopo essersi preparati, si dirigono alla Beacon Hills High School.
Stiles continua a fissare lo schermo del cellulare nella speranza che Derek gli mandi un sms, ma sa che, la lotta contro il vecchietto che gli ha quasi rotto una mascella, sarà più ardua del previsto; sospira affranto, mentre l’auto di pattuglia si arresta nel parcheggio scolastico.
“Ok figliolo, ci vediamo in palestra!” dice con orgoglio il padre aprendogli la portiera; il ragazzo gli fa un sorriso sghembo e poi telefona a Scott per incontrarsi.

Un’ora e mezza, centoquindici studenti, e tanti paroloni dopo, il diploma è nelle sue mani, il cappello per aria ed un sorriso emozionato sul volto!
Si fa scattare un sacco di foto: con Allison e Lydia che lo abbracciano; Isaac, Erika e Boyd che lo baciano per finta, tenendo gli occhi chiusi per non rovinare la stampa; con Scott e la signora McCall che fanno delle facce buffe; con suo padre, che impettito gli sta di fianco con un sorriso; con Jackson e Danny e le racchette di lacrosse e, per finire, una bellissima foto di gruppo -dove i licantropi indossano occhiali da sole-.
È contento Stiles, anche se un sospiro affranto esce dalle sue labbra.
“Stiles?” lo chiama suo padre.
“Uhm?”
“Andiamo a casa, c’è la cena del venerdì.”
“Ah, giusto…” mugugna sapendo che preparerà come al solito per tre, ma che rimarranno avanzi in frigo.
Le mani del signor Stilinski gli scompigliano i capelli “Tranquillo, andrà tutto bene.”
“Sì…” risponde senza davvero crederci; gli manca Derek, ma non lo rivela, suo padre se la prenderebbe con l’Alfa e non ne sarebbe felice. – Anche se – ammette a se stesso– nonostante un inizio decisamente turbolento, il loro rapporto è decisamente migliorato. –
Adesso, anche senza rendersene conto, guardano le partite di basket e baseball insieme di fronte alla tv, con Stiles in mezzo a loro, parlano del più e del meno, ed affrontano pericoli che, certamente, una volta suo padre non avrebbe mai nemmeno pensato. È vero che, comunque, il ragazzino, ora finalmente diciottenne, non approva questo lavoro di coppia papà-fidanzato; ma se è un modo per farli stare tranquilli e buoni, allora, “Al diavolo!”
“Con chi ce l’hai?” domanda perplesso il genitore parcheggiando nel vialetto di casa.
“Oh, nessuno, ho solo pensato al mio voto finale.”
Lo sceriffo alza un sopracciglio “Hai preso il massimo, Stiles.”
“Oh.”
“Già, Oh!... allora, che c’è che non va?”
“…ma niente…”
“Bugiardo.”
“Ok!” dice con rabbia e delusione sbattendo le mani sulle sue ginocchia “Mi manca Derek!”; il padre gli scompiglia i capelli “Tornerà.”
“Ma è venerdì.”
“Sarà certamente qui per cena.”
Stiles grugnisce qualcosa prima di scendere dalla vettura di servizio ed entrare in casa; salito in camera sua, si spoglia della tunica nera e si sdraia a pancia in giù sul letto “Derek, dove diavolo sei?” si domanda in un sussurro.
Non ottenendo nessuna risposta, mette silenzioso il cellulare e si addormenta.
Quando riapre gli occhi nocciola, fuori si è fatto buio.
Guarda l’orologio e nota che sono le otto passate; brontola un po’ prima di scendere al piano terra per vedere se suo padre ha mangiato patatine e birra invece di qualcosa di genuino. Sbadiglia e si gratta lo stomaco, con una mano si scompiglia i capelli pensando che è ora di tagliarli poi si blocca a metà scala perché sono due le voci che sente provenire dal salotto.
Corre saltando gli ultimi tre scalini -quasi rompendosi una caviglia- e si affaccia con il respiro corto alla stanza “Derek?!”
Il suo lupo, seduto sul divano di fronte allo sceriffo, volge lo sguardo verso di lui e gli sorride “Stiles.”
“Derek…”
“Stiles…?”
“Derek!”
“Che c’è Stiles! Sono io, sono vivo, non sto mordendo o mangiando tuo padre e non sopporto che mi chiami dodicimila volte se mi vedi benis-ouhf!” non riesce a finire la frase perché il ragazzino si è avventato su di lui e lo ha stretto in un abbraccio.
“Dio Derek! Ero così preoccupato! Non ti sei fatto sentire; che è successo?”
Il licantropo scrolla le spalle, battuto, e poi gli risponde “Anche l’ultimo cattivo pare essere stato eliminato.”
“Oh, bene!” gli sorride Stile dandogli un bacio sulla fronte “E sei giusto in tempo per la cena del venerdì.”
“Sai com’è, una promessa è una promessa” risponde sorridendo tenero al suo ragazzo e mostrando poi un ghigno verso il signor Stilinski; che ostenta un po’ di preoccupazione per il figlio che ancora non sa che lui ed il suo ragazzo andranno a vivere insieme in Massachusetts perché, Stiles, frequenterà il MIT l’anno successivo.
Ma è anche vero che nemmeno Derek Hale sa una cosa: che lo sceriffo Stilinski ha chiesto di essere trasferito al massimo ad un’ora di distanza da Cambridge dove i due giovani abiteranno.
Giusto per tenere d’occhio Stiles; o forse meglio dire Derek?
E per non saltare nessun venerdì in famiglia.


 



Il diario dentro l'armadio - ovvero: scleri post capitolo
Holè! Siete arrivati fino a qui?!
Ma siete stati fantastici! Lo ammetto, è così lunga che ho pensato di dividerla in due parti XD ma, mi spiace per voi, non avrebbe avuto senso; quindi, eccola postata tutta intera. 11 pagine di world... Si, beh, siete ancora vivi, non lanciatemi pomodori marci!
Ripensandoci, è incredibile, ma ho davvero scritto... questa cosa.
E, sì, sono perplessa tanto quanto voi XD
Davvero, all'inizio voleva essere una semplicissima commedia sugli equivoci, poi, invece, è venuta fuori così.
Ed io sono molto contenta del risultato, comunque.
Come ho scritto nelle note, questa si potrebbe considerare come il sequel di "Cancella i miei lividi", che ha avuto (e ha ancora) un sacco di letteri! Vi ringrazio moltissimo per il tempo che avete spero per entrambe le mie ff! Vi sono davvero grata di tutto il sostegno!
Beh, ora vi saluto, e chi lo sa, potrei tornare con il sequel del sequel magari. Con una Sterek "un anno dopo".
Bye Bye
Charty ^^

p.s.
Vogliate perdonare gli errori, ma ero senza beta ^^

  

  

 

  
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