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Autore: SilviAngel    28/12/2012    4 recensioni
Qualcosa di assurdo era successo.
Per quanto Stiles fosse oramai avvezzo a considerare l’assurdo la sua quotidianità, quello era troppo anche per lui.
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Eccomi tornata, dopo la fatica dei due capitoli extra di "Tutta colpa di Halloween", ad aggiornare le mie long.
Buona lettura.

Cap. 11 

Derek, cucciolo senza alcun ritegno
 
Stiles sbuffando si infilò in camera propria e borbottando ne uscì poco dopo con le braccia cariche di vestiti e un asciugamano buttato a casaccio sulla spalla.
Sceso al piano di sotto, Derek lo vide aprire la porta accanto a quella che dava sul giardino e non sapendo dove essa potesse condurre, lo seguì velocemente per non correre il rischio di perderlo.
Si ritrovarono ad attraversare il garage e si fermarono all’’improvviso davanti a quella che pareva essere una sottile porta a soffietto.
“Oh di bene in meglio. Non ci sono né maniglia né tanto meno serratura! Derek tu starai qui davanti a… a fare quello che ti pare, l’importante è che non ti infili nei guai e non combini altri casini”
                                                                                                                                   
“Tranquillo Stiles, l’idea è quella di infilarmi nel bagno e godermi lo spettacolo”pensò il cucciolo anche se, all’apparenza, obbedì immediatamente alle parole del ragazzo, sedendosi tranquillo.
Dovette risultare parecchio credibile, dato che il figlio dello sceriffo non proferì più sillaba, limitandosi a entrare nella piccola stanzetta e a richiudersi la fisarmonica di plastica alle spalle.
Non appena lo scroscio dell’acqua si fece sentire, Derek entrò in azione e avvicinandosi al punto in cui l’ultimo segmento si univa all’intelaiatura, iniziò a spingere con il musetto, aiutandosi con le zampe.
Come aveva previsto quel metodo di chiusura era completamente inutile e infatti dopo neppure un minuto, era già visibile un piccolo spiraglio che in men che non si dica si trasformò in un comodo passaggio attraverso il quale poter passare in tutta tranquillità.
Il cucciolo zampettò all’interno del bagno senza emettere il benché minimo rumore e si guardò intorno, trovando immediatamente a terra il mucchio di abiti sporchi, quelli puliti piegati sul ripiamo di una vecchia lavatrice e agganciato a un cerchio metallico conficcato nel muro, apparve il nemico: l’asciugamano.
Posizionatosi esattamente sotto il lembo di spugna penzolante, Derek iniziò a saltare con il chiaro intento di afferrarlo e trascinarlo giù per, se gli riusciva, nasconderlo in qualche angolo.
La sua missione ebbe successo e per un attimo tutto divenne buio dato che il telo lo ricoprì del tutto e fu in quel preciso momento che l’acqua venne chiusa.
Stiles con tutta probabilità aveva iniziato ad insaponarsi e quindi ora più che mai, il lupo doveva essere silenzioso. Per questo motivo rimase completamente immobile finché, con un cigolio il rubinetto venne di nuovo ruotato.
Derek uscì di corsa da quel morbido fagotto e si accorse di una cosa che prima non aveva notato o a cui non aveva dato il giusto peso.
Attorno alla doccia non vi era nessuna cabina di vetro, ma solo una tenda di plastica con disegnati pesciolini e stelle marine e un’altra sconcia idea prese forma nella sua mente: avrebbe anche potuto dare una sbirciatina infilando il muso sotto il bordo che a malapena sfiorava il piatto in ceramica, nessuno se ne sarebbe accorto.
 
Coprì la distanza che lo separava dalla tenda e allungando e abbassando il collo infilò il naso sotto la plastica e da lì ad avere quasi l’intera testolina all’interno della doccia, il passo fu molto breve.
Alzando gli occhi ebbe una visione.
Stiles completamente nudo stava lavando via la schiuma dal proprio corpo, facendo scorrere le mani sulle braccia e sul petto, giù fino a sfiorare l’ombelico, seguendo poi lento lo stretto sentiero di peli scuri che scendeva fino al pube.
Derek deglutì, indeciso se sperare che si fermasse o se, al contrario, scongiurare qualche divinità affinché continuasse a toccarsi.
Le sue ultime preghiere vennero ascoltate e in modo decisamente superiore a quanto preventivato, infatti non solo le dita continuarono a  muoversi, ma intrufolatesi tra la folta peluria, giunsero a stringere la base del pene ancora a riposo.
E solo allora il moro vi posò sopra lo sguardo.
Era rosa chiaro, a malapena più scuro sulla punta e anche se la mano a intervalli regolari lo nascondeva in parte alla vista, Derek poteva solo pensare una cosa.
Stiles aveva un pene bellissimo.
 
Che pensiero gay!
O meglio che pensiero fottutamente gay!
 
Stiles aveva occhi luminosi, un sorriso accattivante, un corpo niente male, un meraviglioso nasino alla francese!
E allora perché tutto ciò a cui ora Derek riusciva a pensare era che avrebbe dato anche la sua posizione di Alfa per sostituire le sue dita a quelle del castano – e magari la sua bocca – e iniziare a carezzarlo, prima lentamente, con tocco quasi impalpabile e poi in modo sempre più ruvido e vigoroso così da strappargli suppliche e gemiti indistinti?
 
Con gli occhi fissi in un unico punto, non si accorse immediatamente di tutti i piccoli cambiamenti che si erano accavallati tra loro.
Il respiro di Stiles era divenuto irregolare, il torso si era inclinato in avanti a causa della mano libera che era corsa alla ricerca di punto di appoggio e lo aveva trovato nel muro, sottili mugolii fuggivano dalla bocca semiaperta del ragazzo e la mano si era chiusa in modo più sicuro sul suo membro ora completamente eretto.
I muscoli delle cosce si tendevano ritmicamente simulando brevi spinte e seguendo i loro movimenti sottopelle, lo sguardo del lupo carezzò il perfetto e sodo sedere di Stiles che già tante soddisfazioni era stato in grado di dare a Derek da coperto, figuriamoci ora che si mostrava in tutta la sua magnificenza.
 
Stiles, con un gridò trattenuto che sfociò in un eccitante gemito, venne, macchiando le piastrelle e poggiando la fronte più in alto sulla stessa parete alla ricerca del refrigerio donato dalla ceramica.
Derek ingoiando un tenue guaito si ritrasse e guardando in basso si accorse che la stessa cosa era accaduta anche a lui, infatti a terra vi era una piccola chiazza di liquido che lo inchiodava come colpevole.
Arretrando ulteriormente il cucciolo venne preso dal panico – cosa a cui non era per nulla abituato – e senza accorgersene urtò un flacone che cadde con un tonfo.
 
La testa del liceale sbucò immediatamente dalla tenda e cercando la fonte del rumore, i suoi occhi incrociarono il lupo seduto in un angolo e a capo chino.
“Derek che ci fai qui?” chiese dopo aver chiuso definitivamente l’acqua “Scusa, so che non puoi dirmelo” continuò nascondendosi di nuovo alla vista e arricciando parte della plastica, il moro vide una mano muoversi sul muro alla ricerca dell’asciugamano.
Mentre tastava le piastrelle alla ricerca della spugna, Stiles si maledisse in tutti i modi che conosceva. Senza pensarci si era masturbato sotto la doccia come abitualmente faceva, senza considerare che Derek avrebbe potuto sentirlo, certo lui pensava che il licantropo fosse aldilà della porta, ma sapeva benissimo che alla fine poco importava. Derek sarebbe stato in grado di sentire i suoi gemiti, il suo battito e forse anche il mutamento del suo odore, anche se fosse rimasto nel garage.
Non poteva essersi davvero toccato con Derek nella stessa stanza!
 
Imbarazzato oltre l’immaginabile, il lupacchiotto corse a recuperare il telo e giuntò in prossimità della doccia abbaiò per attirare su sé l’attenzione.
“Oh, grazie! Deve essere caduto” si riscosse il ragazzo e piegandosi recuperò la spugna e quando uscì finalmente dalla doccia essa era saldamente legata attorno ai suoi fianchi “Derek, ora o ti giri o esci. Non sono un tipo esibizionista”
Se fosse stato possibile il licantropo avrebbe riso, ma era ancora così profonda la vergogna per quanto accaduto – non gli interessava che Stiles ne fosse completamente ignaro – che in silenziò obbedì e decide di andare ad aspettarlo di fuori.
 
Pochi minuti dopo, Stiles uscì richiudendo la porta e, dirigendosi verso la casa, prese a parlare tranquillamente con il cucciolo “Credo sia meglio telefonare a Scott per essere sicuri dei conti fatti da Allison. Se non sbaglio, l’effetto dell’intruglio che ti hanno fatto bere avrebbe dovuto durare circa 72 ore ed essendo accaduto di sera o più probabilmente di notte, credo che entro domani mattina avrai di nuovo forma umana” e guardandolo sorrise, a Derek parve che le labbra tese fossero lievemente forzate, ma non volle indugiare su tale possibilità e camminandogli accanto giunsero in cucina.
“Dovremo anche trovare una storiella sulla tua sparizione da propinare a mio padre. Penso che gli dispiacerà, si stava affezionando” convenne sconsolato iniziando a preparare la cena.
“Oggi zuppa d’orzo” urlò il castano guadagnandosi un grugnito dal padre che stava scendendo le scale e vedendo il cucciolo fare strane smorfie, si piegò sulle ginocchia e sussurrò “a te aggiungo anche delle polpettine, contento?”
Un allegro “Woaf” lo ricompensò per quella premura e Derek sentendo le voci di una telecronaca sportiva provenire dal salotto, raggiunse lo sceriffo per godersi un po’ di TV e forse qualche coccola extra.
Appena superata la soglia della stanza, l’uomo lo chiamò “Derek! Ehi bello… qui, forza” battendo la mano sul divano accanto a lui; il cucciolo coprì gli ultimi metri quasi di corsa, ma ciò non fu sufficiente, il saltò andò a vuoto e mortificato dovette ricorrere all’aiuto del padrone di casa per raggiungere la seduta.
 
Quando la zuppa fu pronta, Stiles non li chiamò dalla cucina, ma li raggiunse e fermandosi sotto l’arco di ingresso, in silenzio di appoggiò alla parete, godendosi quell’assurdo spettacolo.
Suo padre, concentrato sulle notizie sportive, si prodigava in continue carezze, lisciando la pelliccia del cucciolo e a volte andando a grattargli giocosamente il ventre e Derek non si opponeva, non si allontanava, ma anzi pareva gradire molto tutti quei gesti affettuosi.
“Allora voi due!” proruppe il ragazzo per attirare l’attenzione “Avete intenzione di cenare oppure no?”
Sia il lupacchiotto che lo sceriffo voltarono nello stesso istante il capo nella direzione da cui proveniva la voce e l’uomo ironicamente rispose al figlio “Se devo essere sincero figliolo… quella brodaglia che ci propinerai non è che sia molto allettante, vero Derek?”
Quel piccolo traditore gli diede corda abbaiando in appoggio e strusciandosi ancora una volta sulla sua mano.
“Oh bene, allora vi mando entrambi a letto senza cena”
“Figlio degenere! Davvero avresti il coraggio di fare questo a tuo padre?”
“Certo che sì, dato che voglio continuare ad averne uno! Forza in piedi e avanti marsch!”
 
Cenarono in allegria e mentre i due scansafatiche se ne tornavano alla chetichella in sala, Stiles si mise a riordinare e in quell’attimo di tranquillità e silenzio, si rese conto per la prima volta che tutto quel caos stava per finire.
Sospirando, asciugando i bicchieri, scoprì di non saper interpretare in modo esatto ciò che stava provando. Se una parte di lui sognava di continuare a prendersi cura del cucciolo di lupo, l’altra voleva a tutti i costi non avere più quel botolo per casa e forse dietro quest’ultimo pensiero si celava in realtà il desiderio di riavere indietro Derek, ringhio facile e muscoli da toccare compresi nel pacchetto.
Riponendo lo strofinaccio, Stiles si riscosse sentendo vibrare il telefonino che aveva in tasca.
“Ehi Scott, hai letto il mio messaggio? Che mi dici allora?”
L’amico confermò nel bene e nel male tutte le ipotesi fatte in precedenza: la pozione avrebbe esaurito in tempi molto brevi il suo effetto e al più tardi durante la notte oramai vicina, il lupetto avrebbe lasciato spazio all’uomo.
Fingendo entusiasmo Stiles salutò Scott e raggiunse il padre “Io sono di sopra, mi porto avanti con una ricerca e poi sto un po’ al pc, buonanotte papà”
“Buonanotte Stiles” e vedendo il cucciolo avvicinarsi al bordo per scendere dal divano, lo sceriffo lo agguantò e deponendolo a terra, cosicché potesse correre dietro al figlio e raggiungerlo sulle scale. 
   
 
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