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Autore: AsfodeloSpirito17662    29/12/2012    18 recensioni
Doveva ubriacarsi. Non c'era altro modo di affrontare quella grigia, grigissima tragedia. Il punch scivolò giù nella gola che una vera bellezza! Forse un po' troppo bene, tant'è che lo stomaco iniziò a bruciargli come avesse inghiottito un fiammifero. Lasciò cadere il bicchiere di plastica vuoto a terra e si appoggiò al muro durante un giramento particolarmente crudele. Era alla maledetta festa della confraternita dei Camelot, Arthur Pendragon era lì da qualche parte a strusciarsi in mezzo alla bolgia ubriaco come una melanzana e lui, che finalmente era riuscito a trovarsi nello stesso posto alla stessa ora e non perché avevano lezione insieme, era vestito da donna!
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Lancillotto, Merlino, Mordred, Morgana, Principe Artù | Coppie: Gwen/Lancillotto, Merlino/Artù
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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PRIMO CAPITOLO


I'm in transit, floating stranded on this boat! And I pledge myself allegiance to a better night sleep at home! (1)


"Cristo santo guarda dove vai!"


Merlin sfarfallò le ciglia scure con aria interdetta, ritrovandosi a fissare la faccia incazzosa di uno dei Camelot. Doveva essere uno dei Camelot.

O almeno credo. Ma è la loro festa, no?


And the sweet, sweet sun's comin' downh hard, the sun's comin' down, hard, it burns the bones!


"Sì, scusa!" urlò di rimando, cercando di sovrastare il chiasso della musica alta. In realtà non era molto dispiaciuto, non poteva impiegare energie anche in quello, non quando le stava già usando tutte per cercare di non vomitare od inciampare nella maledetta sottana che gli avviluppava le gambe come un boa constrictor.

Appuntatelo, Merlin. Mai, mai, mai fare scommesse con Morgana. Mai più.


"Scusa un cazzo!" ribatté il tipo vestito da cowboy, sorpassandolo con una spallata decisamente maschia e virile. Talmente virile che Merlin quasi si ammazzò addosso ad un povero cristiano vestito da hot dog gigante(2).

E' alle feste in maschera che il gusto dell'orrido delle persone dà il meglio di sé.


So hold a hand for cover hold a hand for cover hold a hand for cover from harm!

UH-UH-UUUUUUUUHHHHHH!!!


Merlin balbettò altre scuse con tono abbastanza confuso e monocorde, mentre le luci lampeggianti lo facevano sentire come fosse pesantemente fatto di LSD. Si appoggiò alla prima cosa che gli capitò sotto tiro, cercando di bloccare la sala che continuava a girare attentando alla sua integrità.

Integrità un paio di palle. E' morta nel momento in cui ho perso la scommessa. Non sono integro, sono a pezzi!


Quando un criceto lo chiamò principessa e gli chiese se andasse tutto bene, decise che affogare i suoi dispiaceri nell'alcool non era stata una mossa molto brillante. Arrivò quasi a rispondere per le rime ma poi, in un misero lampo di lucidità, realizzò che forse era un bene non essere riconosciuto (non in quei panni!) Cercò di dirigersi verso il tavolo delle bevande, era arrivato il momento di votarsi all'acqua; forse, se avesse bevuto a sufficienza avrebbe fatto talmente tanta pipì da tornare sobrio.


Talk don't change a thing, oh, it's fading fader!


Ebbe non poche difficoltà, con tutti quei piedi che gli pestavano l'orlo del vestito. Con le mani lo afferrò per sollevarlo da terra e sgusciò tra i corpi saltellanti e chiassosi con una certa abilità consumata. Tra tutte quelle teste dai copricapi eccentrici, spuntava sopratutto il suo, un grazioso cappellino verde smeraldo a banda larga con dei fiori appuntati da un lato, tenuto fermo da un voluminoso fiocco legato sotto il mento(3).

Perché Morgana ha questa roba nell'armadio? Perché?!


Mentre puntava ad una zona momentaneamente libera da esseri umani ubriachi e giulivi, ricordò vagamente che essendo membro del club rievocazioni storiche, Morgana possedeva diversi costumi appartenenti a differenti epoche e culture.


Stronza com'è deve avermi rifilato il più ingombrante. Spero morirà soffocata dalle sue risate. E io non andrò al suo stupido funerale!


Caduto nuovamente in quel vortice post depressione apocalittica e dimentico dei suoi buoni propositi di smaltire la sbornia attraverso la sacra via dell'acqua liscia meglio se leggermente frizzante, con aria decisamente poco gioviale si appropriò del punch di uno zombie che passava di lì per caso.


Words don't sink, it swims oh, it's fading fader!


"Ehi, quello è mio!"


Merlin fece un sorriso brillo e sputò nel bicchiere.


"Lo rivuoi?"


Lo zombie rispose con una faccia disgustata e lo insultò prima di tornare sui suoi passi e prenderne un altro.


"Che stronza!"


Stronzo. Sono uno stronzo! Perché nessuno se ne accorge?!


Oramai convinto di aver fatto la scelta giusta (quella di tornare a cavalcare la via dell'alcool libero), trangugiò quasi tutto d'un fiato il punch sottratto (con scarso tatto), al povero morto vivente. Punch che si sommò ad altre schifezze che già ribollivano nel suo stomaco, come birra, prosecco, qualche shottino e che diavolo ne sapeva lui. Merlin non era mai stato un amante degli alcolici, anzi, faceva davvero schifo come bevitore. Ma quella era una serata particolare.

Sì. La serata in cui potrò dire addio a tutti i miei piani, se mai avrei voluto davvero boicottare la lucidità mentale di Pendagron per rincoglionirlo e fare del suo corpo ciò che ne avrei voluto, prima o poi. Morgana ha preso i miei sogni dal cassetto, li ha buttati nel cesso e ha tirato lo sciacquone. Questa si chiama amicizia.


Doveva ubriacarsi. Non c'era altro modo di affrontare quella grigia, grigissima tragedia. Il punch scivolò giù nella gola che una vera bellezza! Forse un po' troppo bene, tant'è che lo stomaco iniziò a bruciargli come avesse inghiottito un fiammifero. Lasciò cadere il bicchiere di plastica vuoto a terra e si appoggiò al muro durante un giramento particolarmente crudele. Era alla maledetta festa della confraternita dei Camelot, Arthur Pendragon era lì da qualche parte a strusciarsi in mezzo alla bolgia ubriaco come una melanzana e lui, che finalmente era riuscito a trovarsi nello stesso posto alla stessa ora e non perché avevano lezione insieme, era vestito da donna!


Bless this mess we tried our best thats all that we can do! While the angels walk with the lonely ones in the cold rain to rescue you!


Se Dio esiste mi odia. Oppure è gay e vuole Pendragon tutto per sé. Egoista.


Perché Morgana non era ancora venuta a calpestare la sua ex dignità? Le era bastato farlo quando l'aveva aiutato ad indossare quell'abominio di costume? Guardò come il corpetto, della stessa tonalità del cappello, gli stringesse il petto piatto, risultando un po' largo in mancanza di tette da contenere(4). Era il giorno più brutto della sua vita ed avrebbe già tentanto il suicidio se solo non fosse stato vestito così.

Mi rifiuto di morire vestito da donna. Almeno nella morte potrò pretendere virilità!


Quando si sentì abbastanza sicuro di sé, si staccò dal muro e si immerse nuovamente nella folla. Non aveva una meta precisa, ma stare fermo sembrava peggiorare la sua condizione di neo alcolizzato e credeva seriamente che avrebbe vomitato, di lì a poco. Gli balzò in mente che forse, andare a prendere un po' di aria fresca, non sarebbe stata una cattiva idea e cercò di capire da che parte fosse l'uscita; era circondato da braccia e gambe scalpitanti, da facce mostruose e costumi appariscenti, non aveva la più pallida idea di dove si trovasse esattamente e se non avessero smesso di saltare su e giù, gli sarebbe stato impossibile vedere aldilà di tutte quelle teste! E le luci, le maledette luci lampeggianti che non gli facevano vedere un tubo! Con un principio di irritazione crescente, dimenticò di sollevare la veste ed inciampò, per l'ennesima volta, come una pera cotta.

Ecco, questa è la volta buona che me la spacco sul serio la testa! O qualcuno lo farà per me!


Nonostante le sue funeste previsioni, Merlin fu ben lungi dallo spiaccicarsi con la faccia addosso a qualcuno o per terra, perché due braccia lo afferrarono al volo impedendo l'avverarsi di quella profezia. Il primo istinto del ragazzo, ovviamente, fu quello di scusarsi per l'ennesima volta.


"Scusa! Io... io credo di essere un po' ubriac-"


Un elettroencefalogramma piatto. Si tramutò esattamente in questo, il cervello di Merlin, quando sollevando lo sguardo si ritrovò a fissare da vicino la faccia da schiaffi di Arthur Pendragon. Biiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii. L'abbiamo perso. Arthur era lì, con le braccia attorno alle sue spalle e lo guardava con una faccia un po' babbea, ma era colpa dell'alcool ed era figo comunque. Lo guardava e forse stava aspettando di sapere qualcosa.


"Ti sei fatta male?"


Biiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii. Aveva detto qualcosa. Era abbastanza sicuro che Arthur avesse detto qualcosa. Assottigliò le palpebre ed optò per un diplomatico "Forse", che stava sempre bene un po' ovunque. Lo vide aggrottare le sopracciglia bionde, il respiro che sapeva di alcool probabilmente tanto quanto il suo, gli occhi azzurri lucidi e brilli e quella corona(5) che gli cadeva un po' sbilenca da un lato, sbilenco come di solito era il sorriso con il quale se ne andava in giro per i corridoi del college. Un ragazzino viziato, ecco cos'era Pendragon. E Merlin ci moriva dietro dal primo, maledetto anno. Ah, per la cronaca, ne stavano frequentando il quinto ed ultimo.


And this fable world's comin' down hard, walls comin' down hard, in all our homes!


*


Morgana aveva perso di vista Merlin un po' di tempo fa. Diciamo... quattro o cinque drink. Ma, ehy, era una festa e lei l'aveva deriso decisamente abbastanza! Non aveva intenzione di umiliarlo per tutta la sera, voleva anche divertirsi ed era quello che stava facendo. Alzò le braccia in alto, cantando ad alta voce Fader come non ci sarebbe stato un maledetto domani. Saltellando su e giù, rovesciò sbadatamente qualche goccia del suo alcolico sulle teste degli altri, compresa la sua, ma a chi importava? Nessuno ci fece caso e continuarono a spintonarsi e strusciarsi tutti insieme, drogati dalle note di quel rock dai ritmi decisamente festaioli.

Quella che si dice una festa di inizio anno! Merlin mi ringrazierà!


Si sentì afferrare all'improvviso per una spalla e quando si voltò, incrociò lo sguardo di Valiant che aveva i capelli appiccicati alla fronte per il sudore. Non si spostò schifata solo perché era sudata anche lei e sperò distrattamente che il trucco da vampira non fosse colato a picco; smise di saltellare come una matta e cercò di capire cosa l'altro gli stesse dicendo.


"Cosa?" urlò, invitandolo a ripetere una seconda volta.

Ma perché deve parlare proprio adesso? Tra poco arriva il pezzo fico!


"Usciamo un attimo, non mi sento molto bene!"


E quindi?

Morgana lo guardò interdetta per interminabili secondi.


So hold a hand for cover hold a hand for cover, hold a hand for cover from harm!

UH-UH-UUUUUUUUHHHHHH!!!


Ecco il pezzo fico. E lui ha interrotto il mio ritmo. Giustamente, lo doveva fare proprio adesso. Ma, tra parentesi, che stai male, a me...?


Valiant interpretò il suo silenzio come un assenso e se la trascinò dietro verso l'uscita che dava sui prati intorno al college. Studiare mitologia classica ed iconografia non era male, se lo facevi all'interno di un castello adibito ad edificio scolastico. L'aria fredda impattò sul volto accaldato di Morgana come uno schiaffo e la fece rabbrividire; sentiva il sudore che le imperlava la fronte e che le inumidiva i capelli legati, ghiacciarsi sulla cute.

Cioè, fammi capire, lui sta male ed io dovrei prendermi una polmonite per... solidarietà?


Scesero gli scalini e si inoltrarono nel prato, mentre distrattamente la mente della ragazza venne attraversata da un pensiero fugace.

Dove stiamo andando?


"Lì" rispose Valiant. Evidentemente l'aveva detto ad alta voce. Notò che l'altro le indicava una panchina poco lontana; a quella distanza il suono della musica giungeva ovattato ed incomprensibile ed attraverso i vetri delle finestre, le luci intermittenti si infrangevano sul prato senza uno schema preciso. Morgana si abbracciò le spalle cercando di darsi un po' di calore, rilasciando nuvolette di vapore ad ogni respiro. Aveva bevuto, ma reggeva abbastanza bene gli alcolici ed a parte un senso generale di confusione, si sentiva bene.


"Ehi, tutto ok?"


La voce di Valiant la colse impreparata. Lo guardò con espressione sorpresa, cercando di capire che cosa intendesse dire. Aveva colto la nota di preoccupazione nella sua voce, ma non riusciva a capire a cosa fosse dovuta.

Lui sta male e chiede a me se va tutto bene? Ma è cretino?


"Sì, perché?"

"Bè... la panchina è leggermente più a destra. Dove stai puntando, esattamente?"


Vide come l'altro cercò di non riderle in faccia ed, in effetti, notò come stesse tendendo un po' troppo verso un'altra direzione, rispetto la panchina. Corrugò la fronte colpita nell'orgoglio e rimase stoicamente impassibile, dando a vedere di sapere perfettamente quello che stava facendo.

D'accordo, forse avrei potuto evitare gli ultimi due o tre drink. Sei una peccatrice Morgana e finirai all'inferno per questo. Sappilo.


"Senti, io me ne torno dentro" decretò, sentendo già i piedi trasformarsi in due stalattiti. Non sapeva neanche perché avesse seguito Valiant lì fuori ma dovette ammettere che l'aria fresca le aveva ridato un po' di lucidità.

Non che non intenda disfarmene di nuovo. La notte è giovane e io pure. Finché lo stomaco regge, tutto regolare.


Non fece in tempo a voltarsi che Valiant le si parò davanti con una prontezza un po' eccessiva, per uno che non si sentiva tanto bene. Morgana gli lanciò uno sguardo accigliato, non ci provò neanche a fingersi amichevole. Quel ragazzo non le era mai piaciuto ma faceva parte della combriccola di Arthur e bene o male, aveva sempre sopportato la sua presenza. Che diavolo gli prendeva di punto in bianco? Valiant sorrise di un sorriso scintillante... o forse erano le luci psichedeliche che vedeva provenire da dietro le finestre oltre le sue spalle, a renderlo così brillante?


"Che fretta c'è? Stai qui con me cinque minuti, non vorrai lasciarmi da solo in questo stato?"


Stato? Quale stato? Se camminassimo entrambi sul ciglio del marciapiede sono sicura che chi cadrebbe per strada sarei io.


"A me sembra tu stia piuttosto bene" disse infatti Morgana, con un tono di voce molto spicciolo e che faceva intendere di voler concludere in fretta la questione. Se Valiant voleva usare la tattica di far presa sulla sua coscienza, aveva toppato alla grande. Lei non aveva una coscienza. Lei le coscienze se le mangiava a colazione in mezzo alle frittelle.


Mi serve bere molto più di così, per farmi fessa, mio caro.


Tuttavia l'altro non si diede per vinto e stringendosi nelle spalle, continuò a sorridere con aria pacifica senza liberarle il passaggio. Morgana tentò di scartare a sinistra per superarlo, ma venne bloccata di nuovo; allora tentò verso destra, col risultato di far ripetere la stessa scena. La ragazza strinse i denti, cercando di non mettersi a ringhiare e piantò i suoi occhi chiari in quelli scuri di Valiant, tentando di emanare una sorta di aura autoritaria e poco incline al gioco.


Adesso tiro fuori i miei finti denti da vampira e gli faccio uno squarcio lungo un chilometro sulla giugulare. Oh, Arthur, mi dispiace tanto, non so che fine abbia fatto il tuo amico! L'ultima volta che l'ho visto stava annaspando agonizzante in mezzo al suo stesso sangue, ma dopo non ho proprio idea di cosa possa essere successo!


"Fammi passare" sibilò. Sbagliava o faceva anche più freddo di prima, lì fuori? No, non era la paura a farle quell'effetto. Morgana aveva una personalità troppo aggressiva; quando qualcosa non le piaceva, lei attaccava. Tuttavia, se non avesse bevuto tutto quell'alcool, il suo buon senso le avrebbe detto che c'era qualcosa di strano.


"Andiamo, rilassati, mica ti mangio. Solo cinque minuti, eh?" commentò Valiant, infilando le mani nelle tasche dei pantaloni. Si era vestito come l'eletto di Matrix, peccato che in quel momento Morgana lo vedesse più adatto nei panni dell'agente Smirz. O Spinck. O Stitch.

Com'è che si chiamava...?


"Hai freddo?" tornò a parlare il ragazzo, avvicinandolesi di qualche passo con una strana luce negli occhi. Morgana sentì un brivido farle accapponare la pelle, ma non era dovuto alla bassa temperatura. Non le piaceva il modo in cui l'altro la stava guardando, le sembrava la stesse mangiando (o spogliando) con gli occhi. Disgustata, scacciò violentemente la mano che Valiant aveva voluto poggiare sulla sua spalla come approccio iniziale, ma quel movimento brusco le causò con sorpresa un giramento di testa che la fece vacillare. Valiant colse l'occasione per passarle le braccia intorno alle spalle, con la scusa di evitarle una caduta e la prima cosa che Morgana riuscì a notare, fu il pesante respiro alcolico che il ragazzo le soffiò direttamente sulla faccia, parlandole vicino.


"Non ti agitare, lo vedi poi cosa succede?"


"Levami immediatamente le mani di dosso o giuro che mi metto ad urlare!"


Valiant sorrise con un pizzico di sarcasmo, quel tanto che bastò a dargli un'aria da delinquente (nel totale senso negativo del termine). Lanciò un valutativo sguardo al parco della scuola, sondando con simulata attenzione i prati praticamente deserti. Morgana era troppo intelligente per non capire cosa quegli occhi scuri stessero cercando di comunicarle ed avvertì con precisione lo stomaco sprofondarle all'altezza delle ginocchia. Forse, adesso, un po' di paura ce l'aveva.

Ma un pizzico proprio. Bella mossa, Morgana. C'è una festa, è normale che siano tutti lì a spassarsela. Merda.


"Non ti conviene fare il coglione con me, Valiant, le conseguenze sarebbero talmente devastanti che una volta uscito di qui, se ci uscirai, non ti assumerebbero neanche per fare il maledetto gelataio in mezzo al deserto!"


"Mh, può darsi. Ma questa è una serata speciale..." le rispose lui, cercando un contatto con la pelle del viso di Morgana, che allungò il collo quanto poté per evitare anche solo di odorare il suo fiato pesante "... c'è una festa, siamo tutti ubriachi e non c'è nessuno che ci sta guardando. Potrai fare la testimone di te stessa, se è quello che desideri"


Non poteva credere alle sue orecchie. Quel verme stava osando davvero sfidarla? Lei, Morgana Pendragon, per gli amici Gana e per gli sfigati cagasotto la Banshee? Le braccia di Valiant erano pesanti; così pesanti che sentì l'esigenza estrema di liberarsene subito. Cominciò a dimenarsi in quella stretta, voleva allontanarlo e voleva filarsela alla velocità della luce da Arthur. Gli avrebbe raccontato tutto e sapeva che suo fratello avrebbe reso Valiant l'equivalente di una massa informe senza volontà né utilità e lei aveva tutta l'intenzione di aiutarlo nel far avverare quella realtà.
Il ragazzo strinse la presa, diventando ancora più soffocante e le sue mani, grandi e poco delicate, iniziarono a prendersi confidenze che in condizioni normali non gli sarebbero state concesse neanche fosse stato l'ultimo uomo sulla terra. Morgana tentò di affondare le unghie da gatta nel collo di Valiant, non certo per una carezza appassionata e sembrò riuscire a fare davvero qualcosa, tant'è che lo sentì ringhiare di dolore. Quando vide l'occhiata raggelante che lui le lanciò, resa inoltre lucida dall'alcool, il pensiero che forse aveva peggiorato la situazione si tramutò quasi in realtà. Sentì una delle sue mani enormi stringerle la gola e l'altra scivolare lungo il suo fianco, verso la gonna, cercando un accesso che lo potesse far arrivare tra le sue cosce.
Il sangue le rombava nelle orecchie ed il cuore le scalpitava nel petto. Per quanto potesse dimenarsi, Valiant sembrava essersi reso immune alle sue rimostranze, forse perché pesantemente ubriaco.

O magari è così maiale e figlio di puttana tutti i giorni del creato!


L'istinto le suggerì di urlare, anche se la razionalità le diceva che sarebbe servito a poco. Ma non è che si sentisse molto in vena di razionalizzare in quel momento, così aprì la bocca ed urlò. Urlò e le mani di Valiant si strapparono con violenza dal suo collo, lasciandola barcollante lì sul prato in preda ad una tachicardia precoce. Si tocco la pelle sotto il viso, sentendosi finalmente libera da quella morsa soffocante e cercò di vedere oltre la nebbia che le appannava gli occhi chiari. Qualcosa lì sul prato, davanti a lei, stava accadendo.


*


Merlin era ad una festa. Merlin era ad una festa della confraternita dei Camelot. Merlin era ad una festa della confraternita dei Camelot vestito da donna ed Arthur Pendragon, l'asino imbecille che lo stava rendendo monogamo unilateralmente parlando da cinque, maledetti lunghi anni, lo stava stringendo tra le braccia cercando di capire se si fosse fatto male. Anzi, se si fosse fatta male. Ma cosa poteva fregargliene di essere infilato in un contesto femminile anziché maschile, quando era così deliziosamente brillo ed ebbro della vicinanza di quell'incomparabile primato di deficienza? Arthur era lì, in tutta la sua maschia virilità, in tutta la sua biondaggine, i suoi occhi azzurri, la faccia un po' cretina tipica dell'alcolizzato medio e... e... non poteva fare a meno di pensare quanto fosse carino. Merlin, francamente parlando, si sentì del tutto giustificato. Voglio dire, quando uno gnocco di tale portata viene e ti stringe e ti guarda con quegli occhi lì, là, su e giù (da pesce lesso insomma) e tu sei completamente partito per la tangente da un bel po' oramai, considerando che la stanza non ha ancora smesso di girare... che fai? Non lo baci? Ma certo che lo baci. Infatti, Merlin fu obbligato dalle regole di buona creanza (che tutti conoscono) ad avviluppare le braccia intorno al collo di Re Pendragon (riteneva quella corona di plastica di Burger King sempre più adatta) e far scontare le labbra con le sue in un bacio che di dolce o tentennante non aveva nulla. Anzi, lo scontro fu piuttosto doloroso ma l'alcool avrebbe pensato a cancellare quello scomodo dettaglio. Dopo la prima, maldestra cozzata guidata dall'ardente desiderio, Merlin ci provò di nuovo; stavolta tentò di non spaccare il labbro di nessuno dei due e con i denti saggiò la consistenza della bocca di Arthur. Non seppe dire se a farla schiudere fu la sorpresa per quello che aveva avuto il coraggio di fare, l'alcool o il fatto che volesse davvero ricambiare il suo bacio, ma Merlin non era abbastanza in sé per porsi una domanda del genere. Non appena realizzò di poterlo fare, fece scivolare la lingua nella sua bocca calda, immaginando di baciarlo come se l'era figurato durante tutti quegli anni a mormorargli dietro. Per degli attimi che gli parvero infiniti, spense completamente il cervello ed assaporò quel momento come mai avrebbe potuto permettersi di fare se fosse stato sobrio. Cercò e saggiò e pretese il sapore di Arthur, riversò in quell'istante infinitesimale tutto ciò che in cinque anni lo aveva tormentato. Quando Merlin sentì, all'improvviso, che il biondo aveva (non senza una certa titubanza) iniziato a ricambiare quelle sue attenzioni quasi disperate, perse completamente la ragione. Affondò le dita nei suoi capelli biondi, stringendoli alla cute senza tirare e registrò distintamente le mani di Arthur che gli artigliarono i fianchi con una buona dose di determinazione.

Oh Dio, porco mondo, oh Dio, Gesù, Giuseppe, Maria e tutte le pecore del presepe!


Merlin affondò in quel calore come non ci sarebbe stato un maledetto domani, mentre la musica di una nuova canzone gli riempì le orecchie unita alle grida della gente. Era una situazione così irreale, eppure così sua! Lo stava baciando davanti a tutti ma nessuno li vedeva davvero! Era così... così esaltante!

In questo momento è mio. Questo istante non ritornerà mai e per questo resterà sempre il mio momento.


La lingua di Arthur si scontrava con la sua e, davvero, non avrebbe mai potuto chiedere niente di meglio. Anche se il suo sapore era mascherato dall'alcool, poteva sentirlo, poteva indovinarlo.
Fu il biondo ad interrompere quel contatto, staccandosi bruscamente solo per incamerare aria. Le sue mani restarono ancorate sui fianchi di Merlin e le labbra, che bevevano ossigeno come dopo una lunga apnea, sembrarono non volersi allontanare troppo da quelle dell'altro. Rosse, gonfie dal suo bacio, Merlin avrebbe voluto morderle come fossero state una mela.

Cazzo, già sono vestito da principessa, se adesso mi metto a pensare pure come Biancaneve sono finito. Mi farò ricoverare di mia spontanea volontà. Tutto questo sentirmi dare della femmina mi sta facendo il lavaggio del cervello.


"Chi sei?"


La domanda di Arthur gli congelò il sangue nelle vene. Pendragon l'aveva appena sussurrata e lo guardava con una sorta di ingenua meraviglia negli occhi azzurri che bastò a mandarlo nel panico. Davvero pensava di poterlo baciare così, in un modo del genere e poi pretendere che nulla fosse successo?

Beh, con tutte quelle che avrà avuto, non sarà neanche la prima volta che bacia una persona che non conosce, che diavolo?!


Non aveva pensato al fatto che forse, forse, avrebbe dovuto dare delle spiegazioni per ciò che aveva fatto. Anche se, a conti fatti, Arthur non gli stava chiedendo delle spiegazioni. Voleva solo sapere chi avesse appena baciato.
Merlin aprì e chiuse la bocca più volte, facendo la figura di un pesce fuor d'acqua, ma non sapeva proprio che cosa dire. Non voleva svelare la sua vera identità! Quel bacio e quell'atmosfera erano stati perfetti per renderlo un evento isolato, fuori dallo spazio e dal tempo e la risposta a quella domanda, avrebbe reso tutto dolorosamente reale.
Perché Merlin sapeva come sarebbe andata a finire.

Arthur Pendragon baciato da un ragazzo. Che disonore! Disonore su di lui, sul suo cane e la sua mucca!(6) Probabilmente verrebbe sottoposto a degli esami batteriologici per controllare che io non l'abbia reso impotente o sterile, infettandolo con i miei feromoni. Manco fossi un Visitor.


Nel bel mezzo del suo status un po' troppo giulivo, Merlin fu abbastanza lucido da allontanare le mani di Arthur da sé. Stese le labbra in un sorriso un po' enigmatico ed approfittando del movimento convulso della folla, sgusciò tra gli altri studenti sfoderando di nuovo quella stessa abilità consumata usata poco tempo prima. Non si voltò neanche una volta per controllare se Arthur avesse tentato di seguirlo oppure se fosse tornato a ballare ed a bere già dimentico di lui (lei). Non si voltò, perché se l'avesse fatto credeva che avrebbe trovato il coraggio per rispondere a quella domanda, ma non voleva farlo accadere.

Sto bene così, è il mio ultimo anno e voglio finirlo nella piena pace dei sensi. L'ho baciato, pensavo non sarebbe mai accaduto invece è successo. Fattelo bastare, Merlin.


Quando l'aria fresca della sera lo schiaffeggiò, si affrettò a sbarazzarsi di quel maledetto cappello verde e solo allora si accorse che il fiocco sotto al mento aveva contribuito stoicamente alla sua nausea. Quando se lo tolse, infatti, si sentì decisamente meglio. Inspirò profondamente un paio di volte, ad occhi chiusi, cercando di ingoiare lo stomaco arrivato fino alla gola e di calmare i battiti del suo cuore. L'aveva baciato!


"Ho baciato Arthur Pendragon!" esclamò con una certa emozione, come se il pronunciarlo ad alta voce lo potesse rendere ancora più assurdo! Quel che non si aspettò, ovviamente, fu un commento.


"Che cosa?!"


*


Valiant sputò saliva mista a sangue sull'erba verde del parco; i suoi occhi scuri sembrarono sul punto di lanciare fiamme, dirette al ragazzo dal labbro spaccato che lo nascondeva alla vista di Morgana, celata dietro il corpo del suo eroe senza macchia né paura.

Ma chi diavolo è?


Aveva poi scoperto che la nebbia che le appannava gli occhi non era causata da altro che lacrime di paura. Il fatto che Valiant fosse riuscito a fargliene provare, l'aveva seriamente mandata in bestia. Lei non aveva paura di niente e nessuno. Semmai erano gli altri, a doverla temere. Quel cane glie l'avrebbe pagata cara.

Oh, eccome se la pagherai, povero sciocco. Hai deciso di giocare con la persona sbagliata.


Tuttavia, una volta eliminata qualsiasi traccia di potenziale piagnisteo, non aveva comunque riconosciuto quello che si era aggrovigliato nell'erba insieme a Valiant, improvvisando un'azzuffata in suo evidente soccorso.

Mi sento tanto dama del castello. Finalmente qualcuno che mi tratta come si conviene ad una donna del mio calibro. Sì, picchiatevi per me, sanguinate in mio onore!


Morgana, oltre ad avere una natura essenzialmente aggressiva e despota, era anche vagamente egocentrica. Della serie, me la tiro perché posso. Adorava sentirsi al centro dell'attenzione, adulata e rimirata, era una femmina nel senso stretto del termine e faceva sue le più vaste sfumature del significato della parola vanità. Come ogni egocentrico che si rispetti, fingeva una buona dose di modestia, ma solo con chi non riteneva degno della sua amicizia e fiducia. Era, per concludere, sulla buona strada per la megalomania compulsiva. E se ancora non esisteva, beh, lei l'avrebbe fatta inventare, diavolo.


"Te ne pentirai, Duirvir(7)! Dovevi farti gli affari tuoi!"


Duirvir? Dov'è che ho già sentito questo cognome?


Morgana studiò con attenzione i capelli neri e riccioluti del suddetto ragazzo, cercando di fare (con scarso successo) mente locale. Ma se quello continuava a darle le spalle, dubitava seriamente che sarebbe riuscita a ricordare qualcosa.

Memoria fotografica. E' la migliore che ho. Tutto il resto posso buttarlo in pasto ai coccodrilli.


"Se non evapori entro cinque secondi, ti darò l'occasione di farmene pentire e vediamo che succede. Fai schifo"


Valiant digrignò i denti come un animale furioso messo alle strette. Era evidente che non gli piacesse neanche un po' sentirsi dire cosa doveva fare, anche se in quel caso sarebbe stata di fatto la scelta migliore, quella di levarsi di torno. Passò il dorso della mano sotto al naso, asciugando il sangue che dalle narici, gli colava sulle labbra. Gli occhi scuri cercarono Morgana oltre le spalle del suo avversario, intrisi di un risentimento che solo qualcuno di molto tenace, poteva provare. E lui lo era. Era di una tenacità sconcertante.

Hai vinto una battaglia ma non la guerra, Duirvir. L'anno universitario è appena cominciato e sarà lungo. Molto lungo.


"Ci vediamo domani al corso" disse invece, con un sorriso ferino sulle labbra macchiate. Quelle parole suonarono più come una minaccia, che una promessa o saluto. Voltando loro le spalle, si allontanò sull'erba, diretto verso i dormitori maschili anziché verso la festa ancora in corso. Gli occhi chiari di Morgana restarono appigliati alla sua schiena sino a quando, girando ad un angolo, non le fu più possibile vederlo. Esalò un sospiro di sollievo piuttosto sentito e di colpo, tutta l'adrenalina che aveva accumulato, le precipitò addosso. Barcollò sui tacchi in un modo un po' imbarazzante (per una del suo calibro parlando) e soltanto l'aiuto di quel Duirvir le impedì di cadere col sedere per terra. Non avrebbe saputo dire perché, ma si sentiva più brilla di prima; non ricordava di aver avvertito nausee mentre seguiva Valiant lì fuori, ma adesso le aveva.


"Mi viene da vomitare" disse molto candidamente, adocchiando il volto del ragazzo che le stringeva gentilmente un braccio per darle una sorta di equilibrio.

Ah, sì! L'ho visto da qualche parte, insieme a...


"Sei nei Camelot con mio fratello?"


"Sì" rispose quello, stendendo le labbra in un sorriso, ma pentendosene subito dopo. Con un sibilo di dolore, toccò l'angolo tumefatto della bocca, dove Valiant l'aveva colpito pesantemente.


"Come ti chiami?"


"Mordred"


Mordred. Mordred, Mordred, Mordred... Ah, Mordred!


"Tu sei quello che l'anno scorso ha battuto il record!" esclamò la ragazza, colta da un lampo di consapevolezza in tutto quel nebbiume che era il suo cervello. Mosse i primi titubanti passi per tornare alla festa. Si sentiva uno schifo, doveva ammetterlo e forse dopo lo spavento che si era presa, sarebbe stato meglio per lei tornare al dormitorio... ma col cavolo.

Finché non sverrò a terra e non saranno costretti a portarmi via su una barella, non andrò proprio da nessuna parte. Io sono l'anima della festa. Se me ne vado io, allora tanto vale chiudere baracca e burattini.


Mordred le restò al fianco, lasciandole il braccio e mantenendo tuttavia la mano mezza sollevata per aria, pronto per riacciuffarla in caso di bisogno. Morgana non ci fece neanche caso, se avessero chiesto a lei, avrebbe risposto che stava una favola e che meglio di lei, davvero, non stava proprio anima viva. Ricominciò ad avvertire un freddo penetrante ma tenere le braccia libere di navigare ai lati del suo corpo, la aiutava a destreggiarsi su quei trabiccoli che erano diventati i suoi tacchi.

Se fighe e letali si vuole apparire, l'osso del collo alla morte bisogna offrire.


"Sì, il record" confermò Mordred, con un sorriso di sottile ironia. Sottile perché, se fosse stata più accentuata, avrebbe sentito di nuovo dolore alla bocca. "Uno dei pochi che hanno fatto entrare in confraternita al primo anno. Questa storia sta diventando piuttosto scocciante" aggiunse, passando distrattamente la lingua sul taglio che bruciava come l'inferno. Anche Valiant faceva parte dei Camelot, ma non aveva idea di come fosse riuscito a farsi accettare nella cerchia. Sapevano tutti che era un verme approfittatore e che se aveva la possibilità di piantarti un pugnale nelle spalle, l'avrebbe fatto senza tanti complimenti. A Mordred quel tipo non era mai andato a genio e dopo quella sera, non sarebbe mai più stato in grado di farselo piacere.


"Che aria da uomo vissuto che hai, per essere uno del secondo anno" commentò schietta Morgana (che due calcoli era ancora in grado di farli), mentre raggiungeva la scalinata che l'avrebbe riportata all'interno della sala. Sbatté le palpebre un paio di volte perché la vista si era annebbiata di nuovo. Il cuore era tornato a battere regolarmente, sì, ma c'erano tutti quegli effetti collaterali che la facevano sentire strana. Aggrappandosi al corrimano di pietra, iniziò a salire scalino dopo scalino, con la fronte corrugata, come stesse pensando a qualcosa di particolarmente impegnativo.

Non. Vomitare. Non. Vomitare. Non. Vomitare. Non. Vomitare.


Mordred, per niente irretito dal tono di voce che la ragazza aveva usato nei suoi confronti, infilò le mani nelle tasche dei pantaloni ed iniziò a salire insieme a lei, imitandola in maniera un po' stronza (e cioè, facendo uno scalino alla volta con la faccia di uno che si stava divertendo a spese altrui). La lasciò al suo destino, senza neanche cercare di aiutarla e sospirò sereno, il suo stato fisico e mentale in netto contrasto con lo straccio che era diventata Morgana. Fortuna che lei non l'avesse ancora realizzato!


"Detto da una come te è poco credibile. Comunque prego, è stato un piacere"


"Prego cosa?"


"Prego, è stato un piacere evitare che Valiant ti infilasse le mani sotto la gonna" specificò Mordred, senza perdere quell'aria un po' sbeffeggiante che lo rendeva meno eroe senza macchia né paura. Morgana gli lanciò un'occhiataccia in tralice, senza mollare il corrimano.


"Avevo tutto sotto controllo" biascicò con la lingua impastata, cercando di salvare quel minimo di dignità che le restava.


"Sì, l'avevo notato. E' per questo che sono intervenuto. Perché avevi tutto sotto controllo. E, tra parentesi, dovresti davvero evitare di metterle così corte. Non ci sarà sempre qualcuno nei paraggi che potrà intervenire quando hai tutto sotto controllo, sai?"


Come pizzicata sul vivo, Morgana afferrò la gonna cercando di abbassarla un po', ma l'occhiata malevola non si incrinò di un millimetro. "E' una gonna da vampira" disse, "E le gonne da vampira sono fatte così punto e basta. E poi tu cosa diavolo ci facevi lì?"

Sei un guardone. Dillo che sei un guardone!


Mordred, con una notevole nonchalance, si strinse nelle spalle e virò lo sguardo altrove.
"Tutto quel baccano mi aveva fatto venire mal di testa, sono uscito per prendere un po' d'aria" commentò serafico, ricominciando a salire, sempre un gradino alla volta, senza aspettarla. Quando arrivò in cima, si voltò verso di lei e la guardò con le sopracciglia inarcate.

Bè, che aspetti, l'autobus? stava dicendo la sua faccia da schiaffi.


Morgana si morse la lingua e ricominciò a salire, eppure c'era qualcosa che non andava. Se lo sentiva che c'era e quel dettaglio le stava sfuggendo, non riusciva ad afferrarlo, lo sentiva scivolare sempre più in fretta, mentre metteva piede accanto a Mordred. Cercò di concentrarsi, osservò il volto del ragazzo con un'indiscrezione a dir poco disdicevole, esaminò la profondità dei suoi occhi chiari per cogliere quel qualcosa, ma quel qualcosa che non riusciva proprio a concretizzare inaspettatamente le sfuggì dalla bocca. Si voltò in tutta fretta e gettandosi sul porta ombrelli vicino la porta, iniziò a vomitare anche l'anima, senza un briciolo di quell'eleganza di cui tanto amava vantarsi. Stava vomitando e lo stava facendo in un modo piuttosto rumoroso.

Ok, questo è il punto in cui saranno costretti a portarmi via su una barella. Uccidetemi. Uccidetemi adesso!


Mordred trovò molto tenero il modo in cui Morgana strinse tra le braccia il porta ombrelli. Talmente tenero che, addolcito da quella visione, con il cuore in tumulto, tirò fuori dalla tasca dei pantaloni il cellulare per fare una bella foto. Una bella foto in cui si premurò di inquadrare il volto della ragazza impegnata a tirar fuori anche il probabile tacchino di tre settimane prima.


*


Merlin si voltò con il cuore in gola, ma quando i suoi occhi azzurri incontrarono il volto di Gwen, per poco il sollievo non lo fece accasciare a terra in una massa informe di pelle, ossa e merletti. La sua migliore amica lo stava guardando con un'espressione incredula, le labbra semi dischiuse a sottolineare il suo stupore. A forza di guardarla, Merlin assunse la stessa identica faccia da babbeo.

L'ho baciato davvero?


Sì, l'aveva fatto eccome.

Evviva l'alcool!


"Merlin, ma sul serio?" chiese nuovamente Gwen, mentre uno strano sorriso sornione le addolcì i lineamenti del volto. La faccia sconvolta dell'amico, nonché le labbra ancora gonfie dalla storica pomiciata, dovevano aver risposto al suo posto, tant'è che lei gli saltò al collo con un gridolino eccitato.

Amo circondarmi di persone che sanno condividere la mia gioia in questo modo. Voglio poter fare anche io gridolini così. Ma sono un uomo e questo non accadrà né ora, né mai. Però se lo penso nessuno lo saprà mai. Quindi lo penserò. Lo penserò molto intensamente. Wiiiii! Adesso basta.


Merlin barcollò un po' sotto l'assalto di Gwen, perché brillo com'era faticava già a tenere in piedi se stesso. Lei si staccò solo per avere la possibilità di lanciargli uno sguardo indagatore, un misto tra adesso tu stai bene? e perché puzzi di punch? Ma lui non stava bene e se non avesse puzzato di punch non avrebbe mai fatto quello che aveva fatto. Era tutto collegato, era tutto stato necessario.


"Lui dov'è?" chiese la ragazza, alzando le sopracciglia con genuina curiosità. Davvero pensava che la cosa fosse stata consenziente?

Cioè, lo è stata, ma solo perché non sapeva chi fossi. Che merda. Però che bello.


Merlin scosse la testa e si strinse nelle spalle.
"E' dentro a ballare, credo. E' ubriaco come una spugna e... non lo so, credo di non essere da meno. Credo... anzi, no,
è stata una cosa del momento, Gwen, ma ho apprezzato il tuo gridolino di gioia. Credo..." rispose, corrugando la fronte con aria confusa.

Per caso sono stato un po' ripetitivo? Ma leggermente poco poco?


Gwen gli appoggiò le mani sulle spalle e sorrise incoraggiante. Non era vestita da qualche strano essere/animale/cosa, quindi lo aveva raggiunto dai dormitori, di sicuro. Ma aveva raggiunto lui o qualcun altro? Stordito come un ciuchino, Merlin cercò di elaborare una domanda che fosse intellegibile, ma la ragazza lo precedette.


"Lo sai cosa? Staremo a vedere domani, se è stata una cosa di passaggio o meno. Un cambiamento, nel bene o nel male, dovrà pure esserci Mer! Voglio dire, se è successo davvero quel che è successo, perfino lui non potrà fare finta di niente!"

Sempre se ricorderà qualcosa di questa serata, ma Gwen preferì non esprimere a voce quell'osservazione.


"Non che non sia felice di vederti, ma che ci fai qui? Credevo non saresti venuta..." Merlin optò per un cambio di argomento. Finché l'effetto alcolico fosse durato gli sarebbe parso tutto bello e meraviglioso, ma se avesse iniziato a pensarci seriamente, sarebbe caduto in un baratro di depressione talmente profondo che l'avrebbe portato dritto in Cina.

Bé Merlin guarda il lato positivo. Arriveresti in oriente senza pagare il biglietto! Simpatia portami via, sono una vera sagoma stasera... Che freddure! Devo smetterla di leggere i link di quel Gwaine su Facebook...


"Infatti non sono qui per la festa. Stasera io e Lance dovevamo vederci ma non ha più risposto ai miei messaggi, così sono venuta a cercarlo qui..."


"Ma?" la incalzò l'amico, rigirandosi il cappello verde tra le dita pallide.


"Ma... non c'è. Leon mi ha detto di provare alla palestra..." Gwen si torse le dita ed abbassò lo sguardo con un muto presentimento negli occhi. Merlin la conosceva talmente bene che non aveva bisogno di chiederle che cosa le frullasse nel cervello. Ingoiando l'ennesimo conato, si impose di comportarsi come un migliore amico avrebbe fatto e sospirò, poggiandole le mani sulle spalle.

Oh, vedi! Mi sento anche più stabile!


"Gwen... Lance non ti tradirebbe mai. Voglio dire, ti muore dietro da... sempre! Non cominciare a farti filmini assurdi perché qualsiasi cosa tu stia pensando, è sbagliata!"


La ragazza gli lanciò un'occhiatina poco convinta attraverso i morbidi riccioli scuri che le ombravano il volto. Lancelot e Gwen erano come Romeo e Giulietta, il ketchup sulle patatine, i pop-corn al cinema! Se dicevi il nome di uno dovevi accodarci per forza anche quello dell'altro! Merlin la guardò con eloquenza, sfidandola a contraddirlo. E contraddire una persona ubriaca non poteva essere di certo una mossa molto intelligente. Alla fine, la ragazza si ritrovò a sospirare con pazienza e stese le labbra in un sorriso dolce, dolce come era la sua natura. Lance era caduto come una pera cotta davanti tutta quella dolcezza e quella purezza d'animo e se Merlin fosse stato etero, sicuramente avrebbe fatto effetto anche su di lui.

Voglio dire, come si fa a non amarla? E' fantastica! Non solo è carina, ma ha anche un cervello!


"Sei merce rara Gwen, roba da mercato nero" disse Merlin in uno slancio di affetto per la persona che lo conosceva meglio di chiunque altro, a parte sua madre "E Lance l'ha capito. Tu invece?" concluse, raggiungendo così l'apice del meglio che poteva dare di se stesso in quelle condizioni. Gwen, visibilmente rincuorata dalle sue parole, lo abbracciò nuovamente e gli scoccò un bacio sulla guancia con affetto.


"Grazie Merlin. Lo vedi perché sei il mio migliore amico?"


*


Cercò di affondare ancora un po' di più sul divano, che vibrava ininterrottamente al suono della musica alta. Dove diavolo era finita? Aveva cercato quella ragazza in un lungo ed in largo, ma sembrava essersi volatilizzata.

Eppure con quel cappello è difficile non farsi notare.


Gli occhi azzurri esaminarono ancora una volta la bolgia di corpi urlanti e festosi che sembravano non essere minimamente stanchi, neanche con l'approcciarsi delle tre del mattino. Si passò di nuovo la lingua sulle labbra, ma oramai quel sapore particolare se ne era andato e l'intontimento del bacio tornava ad essere sostituito da quello dell'alcool. Con il palmo della mano accarezzò prima la bocca e poi il mento; sembrava voler catturare una sensazione che gli stava sfuggendo via tra un assolo di chitarra e volti truccati con colori disumani. Dove poteva cercarla?

Chi era? In che confraternita sta? Che corsi frequenta?


Queste ed altre domande vorticavano con logica random nella mente del giovane Pendragon, ma quando il seme del male viene piantato, quello germoglia anche nelle più pessime condizioni. Allungò le braccia sullo schienale del divano e reclinò la testa all'indietro, con occhi un po' vacui. Un vestito verde. Dove aveva già visto quel vestito? Gli era sembrato vagamente familiare, ma non abbastanza da saperlo ricollegare a qualcosa. O a qualcuno. E le luci stroboscopiche gli avevano anche impedito di vedere bene il suo viso, quindi non sarebbe stato in grado nemmeno di riconoscerla se per caso l'avesse incontrata per i corridoi dell'università. Arthur sbuffò infastidito, non sapeva bene neanche lui perché si stesse incastrando tanto per una cosa del genere; l'unica cosa di cui poteva dirsi certo, era che quel bacio gli era piaciuto. Gli era piaciuto tanto. Tanto che quando quella ragazza gli aveva sorriso e se ne era andata, aveva soltanto potuto pensare ne voglio ancora.

Non è che la situazione sia cambiata fino ad ora. Non riesco a non pensarci, mi sono ammattito. Niente che della vodka non potrebbe cancellare, però. O forse no? Ma che ne so! Ancora, ne voglio ancora!


"Ehy, Arthur, hai per caso visto Mordred?" domandò Gwaine, caracollando verso di lui nel suo costume da Gandalf, "Voglio che mi faccia da secondo nella gara di bevute, nel caso dovessi morire nel tentativo di vincere" specificò, sorridendo di un sorriso smagliante.


Perché io non ho i denti così bianchi? pensò distrattamente l'interpellato, tirandosi su dal divano alla meno peggio. Basta, devo reagire. Di questo passo mi fondo con i cuscini.


"No, non l'ho visto" biascicò, già oltrepassandolo per andare a prendersi qualcosa dal tavolo delle bevande. "Prova in dormitorio" concluse e, ancora una volta, scandagliò con attenzione i costumi di tutte le ragazze che gli capitarono a tiro d'occhio.

Tanto ti trovo, che ti credi.


*


Gwen era titubante. Dalle finestre della palestra non filtrava nessuna luce, quindi dubitava seriamente che Lance potesse trovarsi lì dentro. Tuttavia, dato che oramai si trovava lì, dare un'occhiatina non le sarebbe costato nulla. Non è che l'idea la facesse impazzire di gioia, i luoghi bui non le erano mai piaciuti e, si vergognava un po' ad ammetterlo, sin da bambina aveva avuto la necessità di dormire con la porta accostata su un corridoio illuminato o con una piccola luce accesa sul comodino. Inspirò profondamente, indecisa sul da farsi e sfregò le mani fredde tra loro cercando di scaldarle.

Lo sa che odio questo genere di cose, dannazione. Se sta cercando di farmi prendere un colpo è sulla giusta strada per riuscirci!


Si avvicinò di soppiatto all'entrata, neanche si sentisse una ladra in procinto di fare qualche effrazione. Erano cinque anni che frequentavano la stessa università ma Gwen si era 'accorta' dei sentimenti di Lancelot solo l'anno prima. Non è che non avesse avuto occasioni precedenti per farlo, considerando il modo in lui le era sempre ronzato attorno, ma non si era mai sentita pronta per impegnarsi in qualcosa di veramente serio, perché Lance sicuramente era quello che avrebbe richiesto da lei: serietà. Durante l'estate non si erano potuti frequentare, lui aveva fatto qualche lavoretto in giro racimolando una discreta sommetta e lei era dovuta tornare temporaneamente in Francia da una sua zia che si era ammalata e che si aspettava come minimo una lunga visita. Quindi, quella sera, non appena il suo aereo aveva toccato il suolo inglese, si era precipitata all'università per gettarsi letteralmente tra le braccia del suo uomo. Ma questi, con un'abilità che l'aveva lasciata sconcertata (ed impaurita) si era reso irreperibile.
La mente femminile, se lasciata macerare in solitudine, è in grado di creare le più devastanti tragedie greche e quella di Gwen, ovviamente, non era da meno.
Spinse la porta della palestra, affacciandosi oltre la soglia per lanciare all'interno un'occhiata valutativa. Buio, proprio come aveva pensato.


"C'è nessuno?" provò a dire, sentendosi in realtà un po' stupida nel farlo.

Certo che c'è qualcuno Gwen, sono tutti nascosti al buio pronti a farti una sorpresa stile festa di compleanno. Peccato che non è oggi il mio compleanno.


Un rumore proveniente da un angolo giù in fondo alla palestra attirò la sua attenzione, nella maniera più negativa possibile. Il cuore di fatto perse un battito e si mise subito in allerta.

Questa è la realtà, non un film horror. Col cavolo che entro per controllare cos'è stato. Io me ne vado e anche subito!


Non fece in tempo a tornare sui suoi passi che qualcuno la attirò dentro bruscamente e la sola cosa che poté fare, fu urlare.












NOTE DELL'AUTORE: ragazze, PARLIAMONE. Cioè, dai, facciamolo. E' il capitolo più lungo di... di SEMPRE che abbia mai scritto in tutta la mia carriera! Cioè, per i miei standard questa lunghezza equivale ad una fanfiction intera, SONO SCIOCCATA. O forse è la fine di Merlin che mi ha scioccata e mi ha resa una scrittrice migliore?(?) Ai posteri l'ardua sentenza! Comuuunque, partiamo subito con delle premesse. Ho una trama. So già cosa dovrà accadere per ben 11 (dico UNDICI, non so se mi spiego) capitoli. Ad occhio e croce, dovrebbe durarne una quindicina, ma si sa che scrivendo, le idee cambiano e si evolvono. Non so se ogni capitolo sarà lungo in questa maniera, dipenderà dalle necessità della storia, non vi assicuro niente. Non posso dare certezze neanche sulla frequenza degli aggiornamenti, perché anche se ho la cronologia degli eventi, devo ovviamente scriverla. E faccio un lavoro con orari improponibili, quindi tra un attimo di respiro e l'altro io mi ci metto, sul serio. Quiiindi... ho bisogno di tutto il vostro supporto XD e di una beta reader, per chi volesse offrirsi volontaria! L'ho cercata in lungo ed in largo ma credo di essere invisibile, non lo so ç_ç Per concludere, alcune precisazioni:

(1) La canzone è Fader, dei The Temper Trap. Qui il video: http://www.youtube.com/watch?v=LCFpeA54BAk

(2) Questo è l'hot-dog gigante: http://yourmotivational.com/uploads/9011.jpg

(3) Questo il cappello. Immaginatevelo verde e con un bel fiocco sotto il mento: http://i36.photobucket.com/albums/e28/makll/CC/Ann-F.jpg

(4) Quello di Merlin è al centro, obviously: http://today.uconn.edu/wp-content/uploads/2012/01/dresses.jpg

(5) La corona di Arturo: http://4.bp.blogspot.com/_6qwb-C-y4qI/TCM8rszgEhI/AAAAAAAAAAU/Ovtygfr6UEs/s1600/coronapl1.jpg

(6) Citazione voluta di Mushu (Mulan) xD

(7)Allora... ho cercato in lungo ed in largo, su internet, il cognome di Mordred. Ma, considerando che nella leggenda originale è figlio illegittimo di Artù, per rigor di logica il cognome dovrebbe essere Pendragon... il che, non si sposa né con gli eventi del telefilm, né (di conseguenza) con la storyline di questa fanfiction. Ergo, ho creato un cognome per lui che ritengo abbastanza adatto e lo vado di seguito a spiegare: Duirvir significa Druido ed è ricavato da "duir", che vuol dire quercia, e "vir", una parola che significa "saggezza", entrambi termini celtici.


p.s. con questa storia mi dò l'auto benvenuto nel fandom Merliniano. Evviva me! <3

Ciao.

Dico sul serio.

   
 
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