Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Thumbelina    30/12/2012    10 recensioni
Dedico questa storia a SofiDubhe94, scrittrice favolosa che con una sua storia mozzafiato mi ha fatto scoprire il mondo delle ff su Hunger Games.
Ciò che non voglio assolutamente fare è adattare il capolavoro della Collins ai personaggi della Rowling, questo perchè so che versando la Coca Cola sulla Nutella quel che si ottiene fa davvero schifo. Non posso mischiare due meraviglie simili, non credo davvero di esserne ingrado, non sono così presuntuosa.
Quello che intendo fare, è, con un gioco di What if?, impiantare la genialata degli Hunger Games (ossia gli Hunger Games stessi), nel mondo di Harry Potter. Come? E' a questo che serve il What if!
Nella mia storia Harry è stato sconfitto, Voldemort, una volta insediata la sua dittatura, istituisce gli Hunger Games (il discorso che Presidente Snow fa a Seneca Crane nel film credo gli si adatti perfettamente).
E' Hermione a descriverci la vicenda in prima persona, come omaggio a ciò che la Collins ha fatto con la sua Katniss Everdeen.
Non so che altro dire, spero soltanto che questa storia non piaccia solo a me...
Beh, visto che ormai siete arrivati fin qui tanto vale entrare a dare un'occhiata, non trovate?
Buona lettura. Baci. Giulia.
Genere: Avventura, Guerra, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Corvonero, Hermione, Granger, Serpeverde, Tassorosso
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Da Epilogo alternativo
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

H.G.




 Le cose sono parecchio cambiate da qui a tre mesi fa. Dopo lo scontro finale, e la morte di Harry per mano del signore Oscuro non ci sono state altre vittime. Tutti coloro che avevano lottato nello scontro finale, tutti coloro che non erano passati seduta stante dalla parte dei mangiamorte, sono stati catturati, la nostra resistenza è durata ben poco. Per quanto io, Ron e i combattenti dell’Ordine provassimo a rianimare gli animi, a combattere, a reagire, per quanto duramente ci impegnassimo, senza la presenza di Harry Potter, del bambino che era sopravvissuto, il prescelto, il destinato, eravamo già condannati a fallire. Le schiere dei nostri combattenti, già decimate da diversi decessi, furono sfoltite ulteriormente dalla paura, tante furono le bacchette gettate a terra, mentre le mani che prima le stringevano si levavano adesso verso l’alto, in segno di resa. Sopraffatti, fummo catturati e resi prigionieri, dovemmo passare un mese intero ad Azkaban, e, quando le porte del carcere si riaprirono per restituirci alla luce del sole, eravamo già stati marchiati.

Non è un privilegio destinato solo a noi, quello del marchio. Da quando Voldemort è salito al potere, tutti i maghi e le streghe hanno avuto il piacere di vedersi incisa, sulla propria carne, una cicatrice a forma di saetta. Tutti, nessuno escluso, dai mangiamorte agli studenti, dai bambini ai prigionieri, tutti siamo stati marchiati, tutti portiamo indosso quella strana cicatrice a forma di saetta. Insistono a dire che sia una metafora di predominio, quel segno serve a ricordarci che per quanto possiamo essere forti, per quanto possiamo combattere, nessuno riuscirà mai a batterlo, che se proviamo siamo morti, proprio come Harry Potter. Anche il punto della marchiatura, poi, è strategico. Sul braccio sinistro, appena sotto la spalla, nel punto in cui in genere sta la cicatrice del vaccino contro il vaiolo, come a simboleggiare, appunto, l’estirpazione d’una malattia dal genere magico, un morbo chiamato speranza, un vaiolo di nome Harry Potter. Parlando in termini pratici, il marchio è un localizzatore, il governo, nella persona di Lord Voldemort, se ne serve per sapere dove siamo, con chi siamo, in qualunque momento di qualunque giorno. Quindi, in sostanza, non possiamo scappare, o radunarci, o ribellarci, l’effetto sorpresa ci è stato inevitabilmente negato, la privacy soppressa.

Non è passato neppure un anno.

Oggi è il primo settembre. Letteralmente. Il primo da quando Harry Potter è stato sconfitto. È anche il primo giorno del mese, comunque, e per l’occasione a tutti gli studenti non ancora diplomati è stato mandato un invito da parte del governo, a ritornare a scuola. Più che un invito, si può dire che fosse una specie di minaccia, ed anche ad una persona con un cervello meno sviluppato del mio non può essere sfuggita l’elegantissima formula: “Questo invito è formulato al fine di garantire la massima istruzione e sicurezza di coloro che saranno il futuro del mondo magico. Come è ben noto, Hogwarts è da sempre un luogo di massima sicurezza, e non vorremmo che a qualcuno di loro accadesse qualcosa di male in qualche altro posto, in caso volessero scegliere di non accettare il nostro invito.” I miei più sentiti complimenti, comunque: questa è senza dubbio la minaccia di morte più forbita che mi sia mai stata rivolta.

Quindi, siamo tornati tutti ad Hogwarts sotto invito, non mancava nessuno all’appello, o meglio mancavano due nomi o tre, ma erano già stati giustificati. Nell’appello, accanto al loro nome, spiccava la formula “Deceduto”. Anche le famiglie degli studenti sono state gentilmente invitate a recarsi ad Hogwarts per l’occasione, e, vista la formula “Non vorremmo mai che voi giovani veniste puniti a causa dei vostri genitori indisponenti”, non c’è un padre o una madre che stamani manchi all’appello. I Weasley, ad esempio, ci sono tutti. Siamo venuti insieme, noi nove. Fin da quando sono uscita insieme a loro dal carcere, la Tana è divenuta la mia casa. Nei primi tempi pensavo che sarei andata a cercare i miei genitori, che avrei spezzato l’incantesimo che danneggiava loro la memoria, e che avremmo affrontato insieme qualsiasi minaccia cosa il destino c’avesse riservato. Poi ho cambiato idea. Che senso avrebbe avuto, del resto, riportare a loro una figlia debole e sconfitta, trascinarli indietro in un mondo ormai soppresso, per far pagare anche a loro le pene che il governo assassino avesse deciso di infliggerle?

No, non li ho più cercati. Per quanto straziante fosse per me la loro mancanza, per quanto grande il desiderio di rivederli, mi sono rassegnata a vivere senza di loro. Forse un giorno, semmai il governo di Lord Voldemort sarà sconfitto, semmai diventerà buono di botto, noi tre potremmo finalmente ricongiungerci, per ora li lascio felici, da soli, al sicuro perché lontani da me.

Così, come ho già detto, appena uscita dal carcere sono stata ospitata in casa Weasley. Vista la mia relazione con Ron, nonché il mio ottimo rapporto con tutta la famiglia, era una cosa alquanto scontata che andassi a stare da loro, così il governo non ha avuto un bel niente da ridire. Inoltre, dopo la morte di Fred, è come se Molly ed Arthur avessero fatto di me il settimo dei loro figli. Sono più che sicura che, se Harry fosse rimasto in vita, quel privilegio sarebbe stato riservato a lui.

Siamo arrivati tutti e nove insieme, comunque, anche per discutere con la presidenza alcune controversie riguardanti la persona di George, il quale tecnicamente parlando, non si è ancora diplomato, ma non risulta comunque essersi ritirato. Quando lui e Fred hanno abbandonato la scuola, al quinto anno, non era certo occasione di compilare moduli, e poi, quando Silente è tornato a scuola, si è deliberatamente rifiutato di firmare il loro licenziamento da Hogwarts, congelandolo per un paio d’anni nella speranza che cambiassero idea, e Piton, l’anno dopo, quelle carte non le ha toccate. Quindi, formalmente, al momento George è probabilmente ancora uno studente di Hogwarts, pluribocciato.

È per questo che ci siamo divisi, appena arrivati. Arthur e George si sono messi in fila per la segreteria insieme ad un sacco di altre persone, per trattare il problema di cui ho appena parlato, e Percy è andato con loro, per aiutarli, dato che se la cavicchia per quanto riguarda questioni legali. Mentre Charlie, Bill e Mollie sono rimasti nell’atrio insieme agli altri genitori, poi, io, Ron e Ginny ci siamo recati in Sala Grande. Mentre la rossa di casa Weasley correva ad abbracciare la sua amica Luna e Ron sedeva al tavolo Grifondoro cominciando a conservare con Dean, Neville e Seamus, io mi sono diretta dalla professoressa McGranit.

Dopo la pubblica esecuzione di Severus Piton come pena per il suo tradimento, nessun membro del corpo insegnanti è stato toccato. Anche se la scuola è tornata nelle mani di Dolores Umbridge, restaurata preside, lo staff era rimasto pressoché invariato. I professori Vitius, Sprite, McGranit, Lumacorno, Marchbanks, Babbling, Ruf, Bumb, Vector, Sinistra e persino Hagrid e Coma, hanno mantenuto le proprie cattedre, e stessa sorte è toccata anche agli impiegati del castello, come Gazza, la Pince e la Chips. Ah, giusto, dimenticavo i “Pacificatori”, vale a dire una sorta di guardie incaricate di controllarci e di incuterci timore, credo. Babbanologia e Difesa Contro le Arti Oscure non rientrano più fra le materie contemplate. Il nuovo governo infatti, ha decretato, a partire dall’anno corrente, che nessun “nuovo” nato babbano sarà mai più accettato nella comunità magica, riducendo semplicemente al sequestro della bacchetta e alla confisca dei beni tutti i nati babbani che già ne facessero parte. Visto inoltre, che ogni interazione fra i mondi magico e non magico è stata vietata, la materia diventa, in sostanza, totalmente inutile, se non offensiva. Una nuova materia verrà integrata fra circa sei anni, ossia quando la scuola avrà finalmente chiuso i battenti a tutti noi sangue sporco, non so ancora che nome avrà, ma si tratterà di istruire maghi e streghe sull’inferiorità del popolo babbano. Si spera che io sia fuori di qui prima di poter vedere una cosa simile. Per quanto riguarda la Difesa Contro Le Arti Oscure, invece, diciamo solo che la materia è stata catalogata come superflua, non essendoci ormai alcun nemico da affrontare, poiché era più facile dichiararla inutile piuttosto che pericolosa. Eh sì, perché istruire degli studenti sottomessi alle arti del combattimento può essere controproducente per un governo basato sulla dittatura. Come stavo dicendo, comunque entrambe le materie sono state cancellate, e fine della storia.

Tornando alla professoressa McGranit, comunque, appena ha visto che mi stavo dirigendo verso di lei, è mi è corsa incontro a sua volta. L’ultima volta che l’ho vista è stato ad Azkaban, era stata rinchiusa con me, e appena liberate lei è stata richiamata ad Hogwarts, e così non ci siamo più viste. Sembra più magra rispetto all’ultima volta che l’ho vista, e sicuramente più sconvolta. Appena le mie braccia raggiungono le sue, mi accorgo che ci stiamo stringendo l’un l’altra, e che abbiamo qualcosa di importante da dirci.

- Le cose non vanno affatto bene, qui, signorina Granger, – dice ancor prima di salutarmi. – affatto bene.
- Avevo i miei sospetti. – dico senza lasciare le sue braccia magre – Le misure attuate dal governo nei nostri confronti erano state fin troppo pacate. Ma cos’è questa storia della scuola? Perché il signore Oscuro ci vuole qui? Che cosa ha in mente?
- Non lo so di preciso. – risponde la McGranit – Lumacorno è stato convocato in presidenza questa mattina, mi ha riportato tutto quello che gli è stato detto, ma neppure a lui è stata servita la spiegazione completa, per paura che spargesse la notizia fra noi altri insegnanti, suppongo. Gli hanno detto che il tributo verrà pagato, che la sua casata può ritenersi al sicuro, non correrà il minimo rischio, quanto agli altri… Guardati intorno, Hermione, - mi dice puntando al tavolo Serpeverde, mentre io mi giro a mia volta a guardarli – Horace non ne sa ancora nulla, a parte il fatto che può stare tranquillo, ma i suoi ragazzi sono particolarmente contenti stamane, non ti pare? La maggior parte di loro si è presentata in anticipo, come non volessero perdersi i posti miglior a uno spettacolo, ho visto la signorina Parkinson leccarsi deliziata le labbra nel momento in cui i primi studenti hanno cominciato a prendere posto in Sala Grande. Vitius ha sequestrato un’ora fa un sacchetto di galeoni con i quali un gruppo di loro stava scommettendo.
- Scommettendo? – chiedo – Scommettendo su cosa?
- Non ne abbiamo la minima idea. – mi risponde la McGranit – Vitius ha tolto 10 punti a testa, minacciando di toglierne altri 50 in caso non gli avessero detto subito di cosa si trattasse. Si sono limitati a rispondergli che poteva anche togliergliene 100 a testa, di punti, se lo aggradava, con aria alquanto strafottente. Le cose sono cambiate qui, signorina Granger, per quanto noi insegnanti ci impegniamo a sostenerci l’un altro non abbiamo più alcun potere su di loro. Anche Horace è diventato una caricatura d’insegnante, i suoi studenti fanno quello che più gli pare senza che lui riesca minimamente a controllarli, era così già dallo scorso anno, ed i Carrow non facevano che incoraggiare i loro comportamenti assurdi, ma quest’anno le cose hanno tutta l’aria di peggiorare. Nemmeno il Servizio d’Ordine sembra avere intenzione di muovere un dito contro di loro, pare che la loro arroganza li diverta. Non credevo che l’avrei mai detto, soprattutto visti i risvolti dei due anni passati, ma sento davvero la mancanza di Severus Piton. Spia o non spia, Mangiamorte o membro dell’Ordine che fosse, quell’uomo sarebbe stato in grado di trattare quei ragazzi con la frusta, e Vitius non sarebbe stato umiliato in quel modo da dei semplici studenti, e quel banco di scommesse non sarebbe mai nato. A lui avrebbero sicuramente portato molto più rispetto. La sua morte è stata…

Qui rabbrividisce, e finisco io di parlare al posto suo.

- Atroce. – dico terminando la sua frase – Ucciso dinnanzi all’intera popolazione magica perché la sua morte fosse di lezione, è stato terribile, dico davvero.
- Era un combattente, – aggiunge la mia insegnante – è riuscito ad umiliare il governo un’ultima volta, prima di morire, è stato incredibile. Quando si è trovato in quell’arena, circondato da chiunque volesse provare ad ucciderlo, ed è riuscito a battere comunque tutti i suoi avversari, ad ucciderli tutti, o a ridurli alla fuga, lui, solo, contro tutti quei mostri di uomini. Quello sì che era un risvolto che Lui non si sarebbe mai aspettato.
- Non mi pare che la cosa L’abbia messo troppo in difficoltà comunque. – commento amaramente.
- Già, - conviene la McGranit – condannato a morta per lo sterminio di quelle persone, senza contare il fatto che quelle stesse avevano appena tentato di ucciderlo, e che avesse fatto null’altro di ciò che gli era stato ordinato di fare. Arso vivo… Merlino, avrei quasi voluto sentirlo urlare, sarebbe stato più umano, capisci? Indecifrabile, impassibile, come in vita così in morte.
- Per un momento ho sperato che stesse fingendo, - confesso – che avesse fatto un incantesimo alle fiamme, come le streghe inquisite nel Medioevo, ma immagino che la cenere non menta, ed io l’ho visto bruciare dinnanzi ai miei occhi. Per qualche tempo è girata la voce che potesse essere un Animagus anche lui…
- Oh, sì, - fa la McGranit – una fenice, arso dalle proprie fiamme, probabilmente era già risorto dalle sue ceneri, ed ora aspettava solo il momento più opportuno per saltar fuori e guidare nuovamente la resistenza contro il governo del Signore Oscuro.
- Mi sarebbe davvero piaciuto riuscire a crederci. – commento.
- Già, - conviene la mia insegnante – credo che queste siano le ultime speranze a cui un popolo sconfitto riesce ad aggrapparsi quando non vede più via d’uscita dal presente… Ma adesso basta con questi discorsi tristi, – dice interrompendosi – non ricordo neppure più come mai avevamo incominciato a parlare di lui.
- Stavamo parlando dei Serpeverde, – rispondo – del fatto che sembrano entusiasti per qualcosa che voi neppure sapete.
- Ah, già, i Serpeverde, – continua lei – temo ci sia di mezzo qualcosa, signorina Granger, qualcosa di grosso, e noi non possiamo far nulla per impedirlo. Insieme al sacchetto di galeoni Vitius ha sequestrato anche il foglio su cui erano segnate le scommesse.
- Cosa diceva? – domando.
- Era un elenco, un semplice elenco, nomi e cognomi di tutti gli studenti Grifondoro, Corvonero e Tassorosso, divisi per casa in tre colonne. C’erano delle quotazioni accanto a molti dei candidati, era su di voi che stavano scommettendo.
- Su di noi? – chiedo sconcertata - Perché? Cosa avrebbero da scommettere? Chi subirà più pene corporali? Chi sarà espulso? Chi…?
- Non credo sia questa la cosa di cui dovrebbe preoccuparsi lei, signorina Granger: c’è qualcosa di più grave per quanto la riguarda. In cima all’elenco delle scommesse, sopra ancora della divisione fra le tre case, figurava una sigla.
- Una sigla?
- Due iniziali, puntate.
- Perché due iniziali dovrebbero preoccuparmi, professoressa McGranit?
- Perché sono le tue. H.G. Hermione Granger.
- Come è possibile? – boccheggio io – Cosa c’entro io con tutto questo?
- Non ne abbiamo la minima idea – confessa la McGranit – e magari ci stiamo sbagliando, magari non era un riferimento a te, ma è l’unica cosa che ci sia venuta in mente. Hermione, - aggiunge dandomi una carezza con aria materna, cosa che fra l’altro mi fa capire quanto posso sembrare sconvolta – qualunque cosa accada, di qualunque cosa si tratti, voglio che tu stia attenta, capito?

Ci metto un po’ a rispondere alla sua domanda, probabilmente perché non capisco neppure a che cosa si riferisca, ma temo che questo non lo sappia neppure lei. Quando sento di essere pronta per rispondere, mi accorgo di aver cominciato ad annuire già da un po’, e quindi mi limito ad abbracciare la mia insegnante, per poi recarmi al mio tavolo, e sedermi accanto al mio ragazzo.

Credo che mi stia dicendo qualcosa. Ron, probabilmente, ma anche gli altri, ed io non riesco a sentirli. Le parole della McGranit rimbombano senza sosta nella mia testa, mentre i miei occhi non la smettono di fissare il tavolo Serpeverde. H.G. Hermione Granger. La professoressa aveva ragione, sono particolarmente allegri, particolarmente irrequieti. Credo che abbiano messo a punto una nuova lista, dato che ho notato un certo giro di galeoni nei dintorni di Theodor Nott. Chissà se le mie iniziali sono state riportate anche lì. Draco Malfoy è forse quello fra di loro ad avere l’atteggiamento più strano, e più in contrasto con quello dei suoi compagni. Sembra quasi che non gli vada di stare qui, che si trovi in disappunto con l’euforia dei suoi compagni, in contrasto con loro. Il giro di galeoni si è svolto più di una volta nei pressi del suo posto, e lui si è limitato a guardare disgustato la scena, alzandosi per andare a sedersi da qualche altra parte.

I nostri rapporti sono un po’ cambiati dai tempi di Hogwarts. Tanto per cominciare, ho apprezzato il fatto di non aver dovuto combattere contro di lui, nello scontro finale, dato che ha scelto semplicemente di andare via. La sua non era una delle bacchette puntate contro di noi, quando fummo catturati, può sembrare una stronzata, ma non lo è. In quel momento eravamo lo spasso di tutti, persone insignificanti come Asteria Greengrass o Kain Montague si sono permessi di minacciarci, e quindi il fatto che Malfoy non fosse lì in quell’occasione gli regala sicuramente qualche punto. C’è stata un’altra cosa, poi, un’altra cosa a farmi rivalutare quel ragazzo.

È stato durante uno dei miei giorni di prigionia. Ero ad Azkaban da circa tre settimane, quando lui capitò in visita con suo padre. Lucius doveva tipo parlare con Walden Macnair, il boia, un suo amico mangiamorte, e per raggiungerlo lui e il figlio sono dovuti passare in dinnanzi a diverse celle, fra cui la mia. La mia poi è un parolone, dato che dovevo condividerla con Angelina Johnson, Fleur Delacour e, per l’appunto, Minerva McGranit. Quando è passato dinnanzi alla nostra cella, comunque, Draco ha indugiato un momento a guardarci. Non è che la cosa mi abbia sorpresa più di tanto, infondo ci conoscevamo da un sacco di tempo, era prevedibile che fosse quantomeno strano per lui vederci dietro quelle sbarre. Non ha riso però, né gioito, né ghignato come avevo visto fare a dei suoi compagni Serpeverde. Tutto ciò che si è limitato a fare è stato guardarci intensamente, con un’espressione stampata sul volto che non sono riuscita a decifrare. Prima di andar via, senza che nessuno lo vedesse, ha fatto scivolare fra le sbarre una barretta di cioccolato. Ora, se stai da tre settimane rinchiusa in una cella circondata da dissennatori mangiando nient’altro che pane stantio e purea di patate, del cioccolato è probabilmente il regalo più fantastico che qualcuno possa mai farti. Abbiamo diviso la barretta in quattro e ce la siamo praticamente divorata, al diavolo la parsimonia, ed abbiamo chiacchierato tanto su quel gesto. L’ipotesi che la barretta potesse essergli semplicemente caduta fra le sbarre l’abbiamo totalmente esclusa. Il modo in cui ci aveva guardato, con cui aveva incatenato il suo sguardo al mio per poi abbassarlo sul suo regalo affinché io lo imitassi, queste non potevano essere coincidenze. Probabile che abbia semplicemente provato un po’ di compassione per noi, anche se Fleur, da brava francese, ci ha già montato su un fotoromanzo, ma comunque non abbiamo potuto fare altro che lodare quel gesto, anche perché è una cosa proibita, e lui, una delle persone più codarde che io avessi mai conosciuto, s’era appena messo in pericolo per farmi avere un po’ di cioccolata. Era senza dubbio un fatto notevole.

È proprio quel giorno che mi ritorna in mente, quando i suoi occhi incontrano i miei ed abbassa immediatamente lo sguardo con aria colpevole. In qualche misura so di dovergli essere in parte riconoscente, ma allo stesso tempo mi sento come braccata, minacciata, quelle sole due lettere rimbombano nella mia mente come il conto alla rovescia per una promessa di morte. H.G. H.G. Hermione Granger. Hermione Granger.

Immagino sia per questo che mi alzo stizzita dal tavolo, ignorando Ron che sta cercando di dirmi qualcosa, ed in pochi passi raggiungo tavolo Serpeverde.

Draco si è appena spostato di nuovo, sta andando a sedersi accanto a un gruppo di primini per sfuggire all’euforia degli alunni del suo anno, suppongo, quando io lo intercetto.

- Possiamo parlare? – chiedo prima che abbia il tempo di sedersi.

La sua espressione è confusa, quasi impaurita, mi chiedo dove sia finito il vecchio Draco, quello presuntuoso, prepotente, e mi rispondo che forse quella parte di lui è morta insieme a Tyger, nella stanza delle Necessità, o forse anche prima, insieme alla professoressa Charity Burbage, o ad Albus Silente. Annuisce, comunque, e resta in piedi a guardarmi, mentre io mi volto imbarazzata verso i suoi compagni del nostro anno, esponendo la situazione.

- Su cos’è che scommettete? – gli domando – Perché c’è il mio nome su quel foglio?
- Ci sono tutti i nomi su quel foglio. – si limita a rispondere lui, senza distogliere lo sguardo dal mio.
- Non hai risposto alla prima domanda. Su cosa sono le scommesse?
- Questo lo scoprirai presto. Temo che la Umbridge abbia la facoltà di spiegarlo molto meglio di quanto io sarei mai in grado di fare. Probabilmente anche Goyle o Pansy, o Millicent si divertirebbero parecchio a fornirti una dettagliata illustrazione a riguardo, la cosa li entusiasma così tanto… Ma io mi sono tagliato fuori. Non c’entro nulla in questa storia.
- Di che storia stai parlando? Malfoy, per favore…
- Vuoi che ti faccia un favore? – mi interrompe lui avvicinandosi ulteriormente a me, riducendo la sua voce a un sussurro – Allora ascolta le mie parole, Granger, trova una scusa qualunque e va via, scappa, Hogwarts non è più posto per te.
- Mi stai minacciando?
- Sto tentando di aiutarti. Ti conviene andare via, alla svelta, perché non credo proprio ti piacerà quello che sta per accadere qui.
- Di che cosa si tratta? E perché sei qui se pensi che Hogwarts sia diventata un luogo così pericoloso?
- Oh, noi Serpeverde siamo a posto, siete voi altri che dovreste preoccuparvi…

Le rassicurazioni della Umbridge a Lumacorno, giusto!

- Preoccuparci di che cosa, Malfoy?
- Invece di perdere tempo a discutere ti converrebbe cercare una via di fuga.
- Abbiamo il marchio rilevatore, mi troverebbero ovunque a meno di non tagliarmi il braccio!
- Allora fossi in te considererei l’amputazione, Hermione.

Il fatto che utilizzi il mio nome mi spiazza totalmente. Se questo è uno scherzo, senza dubbio è di cattivo gusto, ma non si può dire che non gli stia riuscendo terribilmente bene. Dal tono della sua voce, dal suo sguardo, riesco quasi a captare la sua preoccupazione, una preoccupazione che mi sta trasmettendo parola per parola. Che cosa sta succedendo? Perché dovrei scappare? Cos’hanno intenzione di farci? Perché Malfoy è così allarmato? Sembra quasi sia più terrorizzato di me per quello che sta per succedermi.

- Draco, - chiamarlo per nome è una delle cose più strane ed imbarazzanti che io abbia mai fatto, suppongo, eppure lo conosco da più di sette anni – prometto di tentare la fuga non appena mi dirai che cosa sta succedendo.

Per un istante sembra calmarsi, ma poi nei suoi occhi si dipinge un’espressione di estrema angoscia, tristezza, quasi. Non guarda me, i suoi occhi si stanno concentrando su qualcosa alle mie spalle.

- Temo che ormai sia troppo tardi. – commenta.

Sì, ne sono sicura, è sofferenza quella dentro ai suoi occhi. Non me ne ero neppure accorta, mentre noi parliamo, la Umbridge deve aver imposto a tutti gli studenti di ritornare ai rispettivi tavoli, facendo entrare i genitori in Sala Grande, e credo che sia per questo che la professoressa McGranit ed il professor Lumacorno stanno venendo verso di noi, al momento, per farmi tornare dai Grifondoro e far sedere anche lui.

L’ultima cosa che Draco Malfoy riesce a sussurrarmi, prima che la professoressa McGranit mi raggiunga, è un flebile “Mi dispiace”.

- Dobbiamo prendere posto, signorina Granger. – dice la McGranit raggiungendomi.

Probabilmente dovrei dire qualcosa, a Draco o a lei, ma qualcosa, ma mi limito a rimanere zitta, e immobile, mentre la professoressa mi spinge via, e Lumacorno invita il suo studente a sedersi.

“Mi dispiace”. Quelle parole, quel sussurro, quell’espressione. O quel ragazzo è il migliore attore del mondo oppure era spiacente davvero, spiacente per me, ma spiacente per cosa? Preoccupato per cosa? Dice che dovrei scappare, ma scappare da chi? Da che cosa?

È quando la professoressa McGranit mette le sue mani sulle mie braccia per esortarmi ad andare più veloce che mi risveglio da quel caos in cui Draco Malfoy mi ha gettata, realizzo in quel momento il motivo per cui m’ero recata al tavolo Serpeverde, il suono delle mie iniziali mi rimbomba nella testa, e così mi libero in un momento dalla stretta della McGranit e torno di corsa da Draco Malfoy.

Il ragazzo mi guarda imbarazzato, sono quasi certa che la Umbridge mi stia rimproverando in questo momento, ma io devo sapere, ho una cosa troppo importante da chiedere.

- Perché c’era il mio nome, Draco? – impressionante come il suono del suo nome con la mia voce la smetta di sembrarmi strano in questo preciso istante – Perché c’era il mio nome in cima al foglio?
- Era un elenco, - risponde lui guardandomi come se fossi un’idiota – c’erano i nomi di tutt…
- Intendevo in cima all’elenco – rettifico io, perché diamine non si sbriga a rispondere? Lumacorno e la McGranit si stanno avvicinando di nuovo… - Perché ci sono le mie iniziali in cima all’elenco?
- Le tue iniziali? – chiede confuso – Non ho idea di cosa tu stia…

Le braccia di un uomo del Servizio d'Ordine mi stringono le spalle, mentre un secondo spinge Draco a sedersi, noi due non la smettiamo di guardarci finché io non vengo trascinata via, e lui costretto a voltarsi dall’altra parte.

Come punizione mi vengono tolti ben 20 punti. Ottimo inizio anno, Hermione Granger!

- Ctm ctm – fa la preside Umbridge dall’alto della postazione insegnanti per richiamare la nostra attenzione.

La professoressa McGranit e il professor Lumacorno, che l’avevano abbandonata per dividere me e Draco, ora si sbrigano a tornare al loro posto, mentre io mi siedo di nuovo al mio tavolo, ed evito di rispondere alle domande di Ron.

- Benvenuti, studenti, benvenuti. – comincia la Umbridge appena tutti fanno silenzio.

È la prima volta che la noto, quest’oggi.

Indossa un tailleur in raso color rosa antico, coordinato con delle ballerine tacco due color rosa confetto, stesso colore di quella specie di orrido fermacapelli a forma di rosa che sta porta in cima a quella sorta di porta segatura che lei chiama testa.

È in piedi dietro al leggio che di solito usava Silente per fare i suoi discorsi, ma credo che sia stato abbassato un po’ per permetterle di non sfigurare.

- Sono davvero lieta che nessuno di voi abbia scelto di non presentarsi quest’anno, – continua la stronza, detto in questo modo sembra quasi che avessimo scelta… - anche perché si dà il caso che quest’oggi verrà lanciata un’iniziativa davvero molto, molto importante.

Fa una piccola pausa, ci guarda con quella faccia da cazzo che si ritrova con un’espressione che sembra quella che una maestra d’asilo rivolgerebbe ai suoi bambini. Credo di odiarla.

- Dato che questa brillante iniziativa è stata lanciata dal governo, - dice – credo che per noi sia un onore, avere qui il primo ministro, pronto a parlarcene.

Qualche urletto da parte degli studenti del primo anno sancisce l’arrivo del Signore Oscuro. La professoressa McGranit impallidisce, Lumacorno lascia cadere in terra il bicchiere che stava portando alla bocca, Vitius si fa piccolo piccolo fino a sparire quasi dietro al tavolo, mentre Lord Voldemort raggiunge con passo calmo la postazione insegnanti. Dopo aver fatto un piccolo inchino, con un sorriso a trentadue denti la donna cede al ministro la sua postazione, andando a sedersi al suo posto.

Rettifico: ormai è ufficiale: la odio.

- Salve, mie cari preziosi studenti. – ci saluta Lui.

Chissà se detesto più lui o la Umbridge…

- Come tutti voi ben sapete, questo è il primo anno che noi tutti passiamo insieme sotto il mio illuminato potere, e quindi credo sia il caso di festeggiare questa lieta circostanza.

Fa tanto Severus Piton, ma potrei vomitare

- Tutti noi, abbiamo commesso degli errori. Il vostro, è stato ribellarvi stupidamente a me, pensare di potermi annientare, non sottomettervi immediatamente alla mia indiscussa autorità. Il mio, il mio è stato non punirvi abbastanza adeguatamente per i vostri errori.

Posso leggere facilmente il terrore colorare pian piano i volti di tutti i miei compagni. Probabilmente avremmo dovuto aspettarcelo.

- Ma non temete, non temete, non c’è nulla di cui preoccuparsi, avete dimenticato forse di quanto io sia un sovrano caritatevole?

Ci ucciderà, poco ma sicuro, in modo lento e doloroso.

- Proprio per la mia eccessiva clemenza ho deciso di dar vita a questa iniziativa, perché il mio perdono sarà simboleggiato dagli enormi doni, ricchezza e gloria infinita che, spetteranno ad uno fra voi studenti, selezionato ogni anno.

I miei compagni ora si stanno calmando, qualcuno sorride, tranquillizzato. Come fanno a credere davvero alle sue parole? Ricchezza, gloria, sta alludendo ad Harry Potter…

- Tale studente, il vincitore, sarà quello che uscirà vivo da un’arena nella quale l’avremo spedito a combattere insieme a ventitré suoi compagni, dopo aver combattuto fino alla morte di tutti gli altri contendenti.

È impressionante il modo in cui ogni barlume di speranza e d’allegria abbandona all’istante i volti di ogni studente.

Un’arena. Fino alla morte. Come Severus Piton. Peggio di Severus Piton.

Sì, peggio ancora di lui, perché un conto è dover combattere contro dei mangiamorte, contro degli assassini, un conto è dover puntare le armi contro i tuoi compagni, i tuoi amici. Per quanto io sia consapevole di avere molte più probabilità di sopravvivenza rispetto ai secondi che ai primi, non ho alcun dubbio su quale dei due vorrei trovarmi dinnanzi in un’arena. Preferirei morire per mano di Amycus Carrow che dover uccidere Dennis Canon.

- Per ogni casa, saranno selezionati otto ragazzi, divisi equamente fra maschi e femmine, otto campioni che daranno prova del loro valore, e del loro coraggio. Ovviamente, la casata dei Serpeverde sarà per sua sfortuna esentata da una prova di tale prestigio, poiché non c’è perdono che io mi senta in dovere di mostrare ai suoi studenti.

Tali sfortunati studenti, come li ha chiamati lui in questo momento se la ridono alla grande. Sono fuori dei giochi, nessuno di loro dovrà uccidere il suo compagno di banco per sopravvivere. Penso lo trovino divertente, il modo in cui saremo costretti a massacrarci l’un l’altro. Credo di odiarli.

- I professori Vitius, Sprite e McGranit, in qualità di direttori delle rispettive case, si occuperanno di preparare i loro studenti al combattimento, di addestrarli, di incoraggiarli…

Sperando di riuscire a tenerne almeno uno in vita… Bastardo.

- Gli studenti selezionati verranno trasportati oggi stesso al centro di Londra, dove verranno messi fra le mani di alcuni estetisti e stilisti che li preparino al meglio per la grande parata di dopodomani, che servirà loro da presentazione. Successivamente avranno un’intera settimana per allenarsi, offriremo loro i migliori esperti in campo di tecniche di sopravvivenza e di combattimento. Poi saranno portati nell’arena, pronti a combattere l’uno contro l’altro fino che non ci sarà un solo vincitore. Ogni mago e strega d’Inghilterra potrà assistere minuto per minuto alle loro imprese, anche qui ad Hogwarts, soprattutto ad Hogwarts.

Ovvio. Generoso da parte loro, farci assistere all’uccisione dei nostri compagni, per mano di altri nostri compagni.

- Al vincitore, - continua - sarà concesso il nostro più completo perdono, sarà ricoperto di ricchezze in misura quasi inimmaginabile, esentato dalle mietiture avvenire, e la sua fama diverrà leggendaria.

Credo di parlare a nome di tutti quando dico che a nessuno di noi può fregare nulla della fama leggendaria, vorremo essere solo lasciati in pace, vivere e basta.

- Ora, trovandomi al cospetto di così tanti combattenti – continua il mostro, posso leggere una sottile fastidiosa nota di ironia nelle sue parole – non posso fare a meno di chiedere se ci sono volontari.

Stronzo.

- No? Davvero? Nessuno? – domanda guardandosi intorno, mentre noi rimaniamo fermi immobili, impietriti – Davvero deludente, da parte vostra, sembravate così temerari, così combattivi, solo tre mesi fa…

Bastardo. Bastardo. Se solo la proposta fosse stata di combattere in arena contro alcuni mangiamorte, probabilmente la mia mano si sarebbe già alzata, e non solo la mia. Ma non è questo che ci stanno chiedendo, non è questa la guerra che ci offrono, ciò che ci stanno servendo è uno scontro crudele ed inutile contro i nostri compagni di banco, contro i nostri amici, contro altri innocenti. Non mi stupisce che nessuno si offra volontario per attentare alle vite dei propri compagni.

- Bene, liberi di cambiare idea in qualsiasi momento. – sancisce Lord Voldemort – Le cedo volentieri il mio posto, preside Umbridge, cominciamo subito le estrazioni.

Lord Voldemort si sposta, mentre la Umbridge si alza, e va a sedersi al posto di lei, aggrappandosi a quel trono che per anni ed anni era stato di Albus Silente.

Una volta tornata al leggio, la Umbridge ripete con diverse parole quello che il suo Presidente ha appena finito di dirci, blatera su quanto onore ci porterà una simile occasione, riassume in breve le regole, e prima di far comparire un calice con dentro i nostri nomi per l’estrazione, si lascia sfuggire il nome che hanno scelto di dare a questo insano gioco.

È in quel momento che mi rendo veramente conto di cosa stia realmente accadendo. Perché H e G non stanno per Hermione Granger, oh, no, stanno per Hunger Games.

Image and video hosting by TinyPic



*Angolo autrice*

E pensare che questo doveva essere solo il prologo... Già, una piccola introduzione, non mi aspettavo davvero tredici pagine di Word, peto venia. Non so, ero partita con come base una semplicissima idea, che si è evoluta in questo modo sulla tastiera. Come avete visto la narrazione seguirà la prima persona presente, ed avrà la voce di Hermione, come omaggio allo stile della Collins, ma di questo l'introduzione vi aveva già avvisati. Poi poi poi... ah, già, Severus Piton. Tutti i riferimenti a lui non avrebbero neppure ragione di esistere, ma io lo adoro, e così mi sono sfuggiti, chiedo scusa anche per questo. Altra cosa importante, come ho già scritto nell'introduzione, sparse nella storia ci saranno varie chicche, piccoli omaggi al romanzo della Collins, come un volontario, o una specie di Rue, o altro ancora, ma questi li lascio indovinare a voi. Ok, come ho già detto, spero solo che questa storia non piaccia solo a me.
Lasciatemi una recensione, quindi, fatemi sapere cosa ne pensiate. Baci. Giulia.
   
 
Leggi le 10 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Thumbelina