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Autore: TheHeartIsALonelyHunter    02/01/2013    6 recensioni
Un momento di dolcezza tra Meg e Ercole.
Ambientato prima della liberazione dei Titani di Ade.
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ercole, Megara
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Fu veramente difficile trovare un passaggio fra le tante ammiratrici di Megafusto. No, davvero, è un compito veramente arduo passare tra branchi di fan scatenate che vogliono anche solo un capello del loro mito per, magari, lodarlo come una reliquia fino a che campano. O fino a che non arriva un altro mito a farli innamorare.
Ne avevo viste di tendenze tra le scatenate adolescenti, e anch’io ero stata per un certo tempo succube delle mode dei miei tempi. Per un certo periodo sono stata anch’io una ragazza normale, che credete?
Ammetto di aver avuto da piccola una cotta per Teseo.
A 11 anni sono riuscita a farmi fare un autografo da Perseo. Lo tenevo sopra un mobile di casa e ogni volta che ci passava davanti qualcuno era costretto a baciarlo. Peggio del vischio…
A 12 anni è arrivata la moda “Bic Ipiti”. Era il più grande attore in tragedie che la Grecia avesse visto. E come potevo non innamorarmene? Non tanto per la sua recitazione (che oltretutto era da schifo), ma per il suo aspetto. Insomma… Lui era…ERA…
Oh, su, basta sentire il nome per capire com’era!
Ma giuro che nessuna di quelle mode aveva mai retto abbastanza da vederne sorgere un altra. Due settimane. Al massimo tre. E poi… Addio Teseo, Perseo e tutti quei “seo”!
Invece qui era già da un mese che si andava avanti così! Come facesse Ercole a sopportare tutte le tensioni delle fan, non lo sapevo.
Bè, quello non mi importava al momento. L’unica cosa che dovevo fare era arrivare da Erc.
E ce l’avrei fatta anche col Minotauro sulla strada.
Poi lo vidi. Lui… sulla soglia.
Fischietto in mano. Volto agguerrito. Due corna che avrebbero potuto uccidere un toro.
E sedere caprino che si agita al vento.
Sbuffai.
“Phil…”
Non mi avrebbe mai lasciato passare. Mi conosceva. E gli stavo antipatica. E se aveva sentito qualcosa su di me lì a Tebe, probabilmente aveva molte ragioni per non farmi passare.
“Forse potrei portarlo al ristorante qui vicino…” cercai di escogitare un buon piano “è da tempo che Tosseo voleva inserire nel menù capretto arrosto…”
Mi passai la mano sul mento cercando di concentrarmi su un BUON piano.
“Quello era un ottimo piano Meg!” “Grazie Meg!” “Lo sai che a volte hai delle trovate geniali?”
Mi voltai e, senza accorgermene, parlai ad alta voce a… me… stessa…
“Solo a volte?”
Cavolo ragazzi. Ero veramente messa male…
E poi… Lo sentii.
Solo un sussurro tra le foglie, ma mi sembrava di distinguere il mio nome.
“Meg!Meg!”
Mi voltai verso il cespuglio che mi aveva parlato. E mi abbassai. E mi misi a parlargli anch’io… Ero veramente matta, eh?
No, OK, scherzi a parte. Avevo già capito che era lui. Avevo sentito la sua voce almeno un paio di volte e già la sapevo a memoria. No, non mi fraintendete…
È che non è una voce che si sente molto spesso in giro!
”Ehi! Ehi Meg!”
Il cespuglio continuava a parlarmi.
“Sì, signor cespuglio?” chiesi al mio interlocutore, con la massima ingenuità di cui ero capace.
“Non sono un cespuglio…” Il suo viso emerse dalle foglie. Mi vidi sputare una foglia in faccia. “Sono Ercole!”
”Uuuh!” esclamai con una punta di sarcasmo. “Sai che non me n’ero accorta?”
Lui scosse la testa. Credo che stesse ridendo.
“No, sul serio, gran bel nascondiglio!” continuai io, guardandolo mentre cercava di nascondere il viso nelle fronde. “Le ragazze non ti troveranno mai qui!”
Lui mi guardò con disappunto.
“Hai un senso dell’umorismo crudele, lo sai?”
Io gli sorrisi e con la mano destra gli arruffai dolcemente i capelli. Lasciai la mano lì, finché lui non mi rivolse un sorrisetto imbarazzato che mi convinse a lasciarlo.
Rimasi accovacciata vicino al suo viso, per attimi che mi sembrarono eterni.
In silenzio.
Così.
Semplicemente.
Dolcemente.
Finché non decisi di rompere il silenzio.
“E…dimmi un po’…” pausa. “Perché mi volevi parlare?”
Lui mi sorrise.
“Bé, no, è che… Ti ho visto di spalle e ho pensato…Che mi sembravi tu, Meg! Sì, sì! Proprio tu! E allora ho pensato di chiamarti per vedere se eri Meg e…”
Lui mi guardò interrogativo. Io continuavo a sorridere divertita. Quel ragazzo era una forza…
“Tu sei Meg, vero?”
A questo punto non riuscì più a trattenere le risate. Ne scoppiai in una fragorosa e argentina. Di quelle che non facevo più da anni…
Lui diventò rosso come un peperone:
”Evidentemente tu sei Meg…”
Ora la sua voce era più bassa e leggermente più imbarazzata di quella che usava di solito.
“Sì, sono io…” Gli risposi, ancora divertita, e cercando di tenere a freno la risata.
“Scusa…” continuò lui, ancora imbarazzato.
Alzai una mano come per dire “no, figurati…”
“No, davvero, scusa…” Nelle fronde lui cercò di passarsi una mano lungo la schiena, ma rimase solo impigliato tra i rami.
“Vedi…” cercò di dire lui, mentre si districava con fatica. “Saresti potuta essere una delle mie fan travestite. Sai com’è… Qui tutti ti conoscono...”
Io cercai di sembrare convinta, mentre dicevo:
”Oh, certo… Godo di un’ottima reputazione qui…”
“E tutti sanno che siamo amici…”
Questa sua ultima affermazione mi lasciò di stucco: davvero lui credeva che io potessi essere una sua amica? Fino a quel momento io ero stata solo mossa dal lavoro. Da ciò che Ade voleva. Da buono burattino avevo seguito il burattinaio senza lamentarmi. Davvero lui credeva che tra noi potesse esserci qualcosa? Anche solo una semplice amicizia?
“Capisco…” sussurrai abbassando lo sguardo.
Poi tornai a guardarlo, cercando di sembrare il più naturale possibile.
“E…perché ti nascondi qui?” chiesi. Anche se già credevo di sapere la risposta…
“Bè…” Sembrava volesse cercare di passarsi ancora il braccio lungo la spalla. Ma poi si ricordò dell’errore di prima e si fermò prima di iniziare.
“Non ha il coraggio di mostrarsi alle tue fan?” Gli chiesi con una punta di malignità. “Tu… L’eroe più grande di tutta la Grecia… Ha paura di alcune adolescenti mezze alcolizzate?”
Lo guardai in modo interrogatorio, mentre sul suo viso il pallore aumentava sempre più.
“Bè…”
“Dovresti essere abituato a trattare coi mostri!”
Lui rise tra sé e sé, e poi tornò a guardarmi.
Scosse la testa e poi provò a muovere il braccio. Non ce la fece. E allora accennò con la testa alla folla che si trovava dietro di noi.
“Guardale…”
Mi voltai.
“Cosa vedi?”
Ci misi un secondo per rispondere.
“Un branco di teenager sovra eccitate e con gli ormoni a centomila!”
Lui rise ancor più fragorosamente di prima, poi tornò serio.
”No… Tu non capisci… Loro sono qui per incontrare il divo dei loro sogni… Il loro eroe, il loro unico mito…”
Sospirò.
“Tu… A te sembrano solo delle stupide ma…”
Lo guardai un attimo. Il suo volto in quei pochi istanti era diventato estremamente serio. La fronte aggrottata, la bocca contorta in una smorfia di lieve dispiacere…
“Ma loro vorrebbero solo realizzare un loro sogno… Come quello che io volevo realizzare!”
Sospirò ancora, con stanchezza.
“Ma tu forse non puoi capire…Ci vuole un tipo di coraggio che io non ho mai avuto per soddisfare la gente… A volte è così difficile soddisfare tutti…”
Lui mi guardò con dolcezza. Fu un momento magico. Solo un momento.
“Non tutti possono avere tutti i tipi di coraggio…”
Le parole mi uscirono di bocca senza che me ne accorgessi.
Lo guardai ancora…. Ancora un momento magico…
Poi…
Un urlo dietro di noi.
Ercole e io ci voltammo.
Le fan.
E si lanciavano verso di noi.
“Meg…”
Era terrorizzato.
”CIAO, CARO!”
Mi scostai prima che la banda di pazze mi travolgesse.
Quando le ragazzine saltarono addosso al cespuglio con un urlo, ne sentii un altro, più alto, più maschile.
Me ne andai a gambe levate, cercando di non farmi notare da Phil, prima che Ercole si liberasse dalle grinfie dei più grandi mostri di tutto il mondo: LE FAN…

Allora, questa l'ho scritta un po' di tempo fa, ed  era la prima di una raccolta mai finita.
Ho voluto pubblicarla comunque, perchè mi è sembrata carina.
Ho lasciato la storia quasi completamente uguale, quindi scusatemi vari errori o salti di stile.
  
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