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Autore: MegamindArianna    02/01/2013    5 recensioni
MxY "Un appuntamento pieno di pensieri, giochi e riflessioni... dove i protagonisti si cimentano in una strana, particolare e beve discussione..." Una piccola FanFiction da poco ideata! Spero vi piaccia!!
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Megumi Yamamoto, Yahiro Saiga
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Stavamo insieme da una settimana.
 
Era quasi una cosa irreale e non credevo potesse veramente essere possibile.
 
Ero andato a trovarla a casa ed eravamo soli in quell’immenso edificio. Lei sorseggiava una tazza di the verde, mentre io osservavo interessato i quadri con gli animali appesi alle pareti. In tutti c’era sempre lo stesso ragazzo dagli occhi verdi mentre abbracciava un bradipo, coccolava un leone o lavava un elefante. Come faceva ad avere quel potere sugli animali ancora dovevo capirlo. Perfino i suoi protetti dovevano ancora scoprirlo pur essendo stati per molto tempo sotto le sue ali.
 
Bhe…. Dopo l’arrivo di me e di Sakura, i piccoli cuccioli avevano leggermente lasciato la presa su Ryuu.
 
A pensarci mi veniva da sorridere. La piccola Megumi che, da sotto l’ala sicura di Ryuu, era passata alle mie possenti braccia – modestamente parlando…-.
 
Megumi appoggiò la tazza sul piattino di porcellana e mostrò i suoi occhi chiari pieni di gioia.
 
Ogni volta che la guardavo ripensavo alla sua richiesta di uscire insieme scritta distrattamente quel pomeriggio sul blocco di carta. I suoi occhi emanavano paura, rabbia, frustrazione, eccitazione, tutto insieme in un unico sguardo luminoso di quel castano delicato. Teneva con forza il foglio; per quanto tremava, però, sembrava scivolarle di mano. Non pensavo potesse diventare, con il tempo, una cosa così seria; una cosa così sconvolgente.
 
Prese il blocco accanto e ci scarabocchiò qualcosa.
 
Cos’hai? Mi sembri pensieroso?
 
Mi aveva beccato “Si… un po’… ma nulla di importante. Pensavo al passato…”
 
Al passato?  Scrisse poco dopo.
 
“Si, al passato. Come ad esempio… quando mi hai chiesto di uscire in quello strano modo. Ricordi?”
 
Mentre scriveva e cancellava nervosamente, le sue guance divennero rosee; poi rosse. Sorrisi.
 
Ti chiedo scusa… ero un po’ nervosa…
 
“Normale…” dissi girando la piccola pallina rossa che avevo all’orecchio. “All’inizio doveva essere una cosa per ingannarmi; per tenermi lontano da Akira… quindi era una bugia… sono poche le persone che si mostrano sicure quando mentono…” e le lanciai uno sguardo indagatore “E poi… tutti si sentono nervosi al mio cospetto…”
 
Megumi alzò un sopracciglio   Modesto come al solito, eh?
 
“Che ci posso fare… noi della famiglia Saiga siamo fatti così…” risposi alzandomi dalla poltrona sulla quale ero seduto.
 
Sentii la sua matita passare velocemente sul foglio    Dove vai?   Aveva scritto frettolosamente.
 
“Volevo guardare le foto.” Dissi avvicinandomi ad una cornice variopinta. All’interno c’era una foto di tre ragazzini. Erano Ryuu, il più grande, Jun e Megumi. “Quanti anni avevate tu e tuo fratello in questa foto?” domandai.
 
Circa 12, però non sembra…Non abbiamo mai dimostrato la nostra reale età, neanche con il passare degli anni.   Rispose facendo scorrere con più calma la mina della matita.
 
“Bhe… che importa…” dissi voltandomi e guardandola negli occhi “Sei bella comunque… sia in questa foto che qui… ora… davanti a me…” e sentii le labbra espandersi in un largo sorriso spontaneo.
 
Le guance di lei divennero rosse come il fuoco, le mani le tremavano e spostava lo sguardo timidamente. Teneva la matita sospesa nel vuoto.
 
Mi preoccupai “Ho.. ho detto forse qualcosa di sbagliato?” dissi avvicinandomi lentamente.
 
Megumi agitò le braccia scioccamente, senza dire nulla. Riafferrò la matita con forza e si mise a scrivere di nuovo a velocità supersonica.    Tutto a posto…   e mi lanciò uno sguardo più tranquillo.
 
Mi appoggiai allo schienale del divano con le mani e lo scavalcai con una piccola spinta delle gambe, ritrovandomi seduto accanto a Megumi. Adocchiai il blocco di fogli “Questo lo prendo io…” dissi afferrandolo e agitandolo in aria.
 
Megumi mi donò un sorridente sguardo di sfida. Aprì la bocca ma non disse nulla. La istigai un pochino “Forza… dimmi qualcosa… voglio sentire la tua voce, non lo scorrere della matita sul foglio…”
 
Lei, arrossendo di nuovo, diede un piccolo colpo di tosse. Ritornò a sorridere “Se non mi ridai il blocco… mi metto a cantare…”
 
Spalancai gli occhi. “Non oseresti…”
 
“Oh, si… oserei eccome” e fece una specie di ghigno “A questa distanza sarei capace di stordirti e farti dormire per circa… un intero giorno.”
 
“A-andiamo Megumi... non faresti mai una cosa del genere al tuo fidanzato…” e la supplicai senza, però, lasciare la presa sul blocco. “Dimmi che non lo farai…”
 
Altezzosa, allungò un braccio verso il blocco “Mhm… vedo che il Saiga davanti a me… non si comporta in modo superbo come tutto il resto della famiglia, eh? Non dovevano essere gli altri ad essere nervosi al tuo cospetto? Mi sembra che i ruoli si siano invertiti…”
 
“Nooo… io sono ancora un Saiga… in quanto ho ancora il potere sul tuo blocco. Quindi sono io che sto vincendo. Un punto per Yahiro.” Dissi facendo l’occhiolino.
 
Megumi si stava comportando come una vera donna. Aveva abbandonato, in poco tempo, la ragazza timida e paurosa. Era stimolante vederla in quello stato. Mi sentivo in vena di scherzare. In precedenza dovevo sempre dosare le parole, pesarle. Avevo sempre paura di spaventarla; ma in quel momento era diverso.
 
“Nooo… io ho potere su di te… mi basta una nota delle ottave più alte per controllarti. Io sto vincendo. Zero punti per Yahiro; un punto per Megumi.”
 
Chiusi gli occhi. “Cavoli… sei cambiata parecchio, dolcezza.” Dissi istintivamente, pensando di farle un complimento.
 
Eppure, smise di combattere. Si rimise a sedere composta, tappandosi la bocca e mettendo le mani sopra le ginocchia scoperte. Stirò la gonna gialla sulle gambe e rimise a posto i fiocchi rosa. Voltò lo sguardo dall’altra parte.
 
“Ehi, Megumi? Non volevo essere sgarbato…”
 
“N-no… tutto a posto… sono io che devo chiederti scusa…” e raccolse la matita che era caduta a terra. La appoggiò sul tavolo, accanto alla sua tazza di the. “Non riesco ad essere me stessa…”
 
Sgranai gli occhi. “In che senso? Spiega…”
 
Sospirò pesantemente “Ecco… tu sei il mio primo fidanzato e… con te il mio umore cambia continuamente e mi comporto anche diversamente… un po’ come accade a Jun, ma in modo più lieve…”
 
“Non è vero…” dissi per consolarla “Sei sempre tu…” misi una mano sopra la sua, sfiorando la pelle del ginocchio scoperto. “E’ normale essere ogni tanto diversi dal solito… non ti pare?”
 
“Si… forse hai ragione…” e incrociò il mio sguardo.
 
“Anche perché non solo tu hai questi cambiamenti di umore… ci sono io a farti compagnia.” Risposi osservando il debole fumo che usciva dalla tazza abbandonata da Megumi. “Anche io… con te… tendo ad avere comportamenti diversi dal solito; diversi dallo stile Saiga.”
 
Arrossì “Ancora con questa storia della famiglia!” disse lei ridendo. “E poi un Saiga non si farebbe mai…” e afferrò da sotto i miei occhi distratti il blocco di fogli “… rubare l’oggetto del potere..” e si alzò in piedi, riafferrando la matita e disegnando sul blocco una grossa faccia con la lingua di fuori.
 
“D’accordo, Megumi…” dissi schioccando le dita “Se vuoi giocare, basta chiedere…”  allargai il nodo della cravatta, slacciai il primo bottone della camicia e mi passai una mano tra i capelli.
 
Era scomparsa in pochi secondi. Cominciai a cercarla per i corridoi, affacciandomi alle stanze.
 
Un grosso portone attirò la mia attenzione. Al suo interno si sentivano ruggiti, barriti e altri versi animaleschi da far venire i brividi. La aprii con tutta la forza che avevo; era pesante. “Megumi!” gridai dopo aver visto passare una scimmia. “Megumi! Vieni fuori… su…”
 
Una voce melodiosa si levò nell’aria.
 

Yozora ni suikomareru ikusen no matataki

Itsuka anata ni todoke ni yukemasu youni

Kono uta ni noseru ne egao no tane wo

 
………



“Megumi… E’ la tua… la nostra canzone…”
 
Quel motivetto mi risuonava nella testa da quel giorno. E ogni volta lo immaginavo cantato da lei, dalla sua bellissima e dolcissima voce.
 
Riuscii ad intravedere un ciuffo castano passare tra i cespugli. Lo inseguii. Non sapevo per quanto tempo avevo rincorso quel particolare; sapevo solo che, dopo alcuni minuti, lo avevo perso, ritrovandomi a vagare solo all’interno di quella foresta improvvisata.
 
Mi ritrovai, poco dopo, in un piccolo parco, una specie di giardino. C’erano un tavolo, delle sedie e un’amaca; lì, sorridente e seduta con le gambe strette, stava Megumi.
 
“Me l’hai fatta, eh?” dissi raggiungendola e sedendomi accanto a lei.
 
“Lo so…” e si rimise a sorridere, mostrandosi naturale, bella e travolgente. Appoggiò la testa sulla mia spalla, infilando il braccio sotto il mio. “Mi stavo annoiando…” e intrecciò la sua mano con la mia. “Tu, invece… Ti sei divertito?”
 
Sorrisi beatamente “Si… mai così in vita mia…”
 
“Bene… allora oggi ho vinto io!”
 
“Perché avresti vinto tu?”
 
“Ti ricordi al nostro appuntamento… avevo promesso che ci avrei riprovato a farti divertire e… ecco… ce l’ho fatta!” e fece l’occhiolino.
 
“Va bene…” dissi scuotendo la testa “Tocca a me dire... GAME OVER…”.


Angolo Scrittrice:
Salve! Questa è la mia seconda FanFiction su Special A... Ho voluto prendere questa bellissima coppia in quanto adoro Megumi... ho provato a renderla particolare ma... lascio i commenti a voi! ^.^ Accetto qualsiasi recensione. Spero vi sia piaciuta! Alla prossima!  
  
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