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Autore: Lilly_93    02/01/2013    6 recensioni
[SPOILER NONA STAGIONE] [LexiexMark]
Possono due persone essere veramente destinate ad essere? Possono essere davvero anime gemelle? Lexie e Mark ci credono. Perchè il vero amore è più forte di tutto, anche della morte.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lexie Grey, Mark Sloan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nona stagione
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Lexie
Il cielo è perfettamente azzurro, senza nemmeno una nuvola, mentre sorvoliamo le montagne. Controllo l'orologio e mi accorgo di aver dormito tutta la notte: soffoco uno sbadiglio e apro il mio bagaglio per prendere qualcosa da leggere. Fra poco meno di un'ora saremo giunti a destinazione, penso sollevata: volare non mi è mai piaciuto particolarmente.
Guardo fuori dal finestrino, osservando l'enorme bosco e provando un senso di vertigine al pensiero di essere sospesa in aria, ma tento di non pensarci e volto lo sguardo, incontrando gli occhi di Mark: mi sorride e io faccio altrettanto. Mi aveva proposto di sedermi vicino a lui: sa che odio stare in coda, specialmente senza nessuno accanto, ma ho rifiutato. Dopo essermi dichiarata, ogni minimo contatto con lui mi mette sottosopra. Non abbiamo avuto modo di parlare davvero ma so che prima o poi dovremo affrontare il discorso: ad essere sinceri, non mi pento di ciò che ho detto. Non ho idea di cosa succederà, non so se lascerà Julia o se nonostante le mie parole deciderà di restare con lei, ma almeno so di aver provato a cambiare le cose.
Apro una rivista medica e comincio a leggere pigramente qualche pagina quando, improvvisamente, un rumore forte e metallico si sprigiona dal motore, un rumore del tutto diverso da quelli che si possono udire normalmente mentre l'aereo è in volo.
Sento la voce di Arizona piena di panico domandare cosa sta succedendo: dalla cabina giunge la voce del pilota che tenta di rassicurarci, dicendo che non è niente e il rumore passerà presto, ma non fa nemmeno in tempo a finire la frase perchè l'aereo comincia a perdere quota.
Non mi sono mai chiesta come ci si senta qualche attimo prima di morire, nonostante il mio lavoro implichi una costante vicinanza alla morte, eppure sento scorrere nelle mie vene la consapevolezza che moriremo. Lo capisco nel momento in cui, dal finestrino, riesco a vedere il bosco avvicinarsi sempre di più: intorno a me riesco a sentire solo le urla dei miei colleghi, le urla dei miei amici. Non mi accorgo di gridare anche io finchè non sento bruciarmi la gola.
Vedo la foresta farsi sempre più vicina e istintivamente, senza nemmeno accorgermene, cerco lo sguardo di Mark, lo sguardo di mia sorella: entrambi sono voltati verso di me, entrambi gridano il mio nome e io non capisco perchè, finchè non sento il forte impatto con gli alberi e vedo l'aereo spezzarsi letteralmente in due. La coda comincia a staccarsi dalla parte anteriore e realizzo solo in quel momento che in coda ci sono io, sola.
Lo scontro con la vegetazione ha fatto sì che Meredith sbattesse la testa, perdendo i sensi: cerco di sporgermi, di capire gli altri come stanno, ma la coda comincia ad inclinarsi sempre di più: in pochi attimi sarò trascinata via, lontana dai miei compagni. Solo allora mi accorgo di un braccio teso verso di me: Derek mi allunga la mano, facendo segno di afferrarla. Provo a raggiungerlo ma è troppo tardi: con un colpo secco l'aereo si spezza definitivamente. Il muso rotola giù dagli alberi finchè non scompare completamente dalla mia vista: il tentativo di Derek di aiutarmi gli costa caro. Il braccio che prima era teso verso di me, a causa dello squarcio, è ora incastrato in un pezzo di lamiera e lo vedo precipitare di lato, finchè anche lui è scomparso.
E' accaduto tutto in qualche secondo, eppure a me sembrano passati anni: la coda dondola su e giù in equilibrio tra gli alberi. Avverto dolore in tutto il corpo e tento disperatamente di fare qualcosa per uscire da lì, ma i miei movimenti sono troppo impacciati a causa della cintura di sicurezza, che mi stringe in una morsa mortale,e non fanno che peggiorare la situazione. I rami si spezzano sotto il peso dell'aereo e io precipito con esso, impattando violentemente al suolo.

Apro gli occhi di scatto, cercando di capire dove mi trovo. La prima cosa che avverto è un dolore lancinante: non riesco a capire da dove provenga esattamente, ma sono sicura che sta invadendo ogni singolo nervo del mio corpo. Qualcosa mi schiaccia tenendomi ferma a terra, ma non riesco a distinguere l'enorme massa che preme sul mio petto e mi immobilizza le gambe. Il cuore mi batte così forte che riesco a udirne il rumore: respiro a malapena. L'aria sembra incastrarsi nella mia gola ogni volta che inspiro e da bravo medico so esattamente cosa sta accadendo: qualunque cosa sia ciò che mi impedisce di muovermi, ha fatto sì che si creasse un enorme emotorace nella cavità pleurica. So cosa accadrà se non interverranno subito e una lacrima dispettosa scende dai miei occhi.
Provo a muovere le braccia per liberarmi e mi accorgo di non riuscire a sentire quello sinistro: un gemito di orrore mi sfugge quando realizzo che potrei non averlo più. Con la mano destra afferro qualcosa di metallico, simile ad una cintura di sicurezza. E' allora che ricordo tutto.
L'aereo.
Il Boise.
Il rumore del motore.
Gli alberi.
L'incidente.
Solo in quel momento riesco a capire dove mi trovo: da qualche parte, poco distante da me, qualcuno grida. Riesco ad udire delle voci e provo a urlare, ma dalla mia bocca non esce nessun suono: provo ancora ma tutto ciò che ottengo è un sibilo. Afferro la cintura di sicurezza e la batto con forza sul relitto, sperando che qualcuno riesca a sentire il rumore nonostante le grida. Ogni minimo movimento non fa che aumentare il dolore ma continuo lo stesso, finchè finalmente le urla cessano. Sento mia sorella chiamarmi, chiamare Derek. Vorre dirle che sono qui, che ho bisogno di lei ma la voce continua a non uscire e così, imperterrita, ricomincio a fare rumore ed è allora che vedo Mark apparire.
Provano a liberarmi ma non ci riescono, ed è allora che capisco che è arrivata la fine.
Non voglio morire.
Non voglio lasciare Mark.
Non voglio lasciare Meredith.
Non voglio lasciare mio padre.
L'unica cosa alla quale riesco a pensare è di aver avuto poco tempo: poco tempo per amare, poco tempo per realizzarmi come medico. Non ho avuto il mio lieto fine: non sposerò Mark, non diventerò un brillante chirurgo. Tutto ciò che rimarrà di me sarà il ricordo di una vita spezzata troppo presto.
Provo a ribellarmi, provo a combattere: cerco invano di respirare a fondo, mentre sento Mark stringere la mia mano e confessarmi il suo amore. Ogni tentativo di fronteggiare la morte si rivela vano, e lo capisco quando sento il battito del mio cuore farsi sempre più lento.
Come siamo stati stupidi, amore mio. Quanto tempo abbiamo perso.
Stringo più forte la mano di Mark e mi lascio andare, consapevole che non importa quanto poco tempo abbiamo avuto, perchè ha ragione lui: siamo destinati ad essere e in qualche modo, un giorno o l'altro, noi due staremo di nuovo insieme.
E questa volta, magari, sarà per sempre.


Mark
Quando si è un chirurgo, è impossibile pensare di poter essere anche un paziente. Tendi inevitabilmente a farti le diagnosi da solo, senza tenere conto di nessun altro parere medico, neanche di quello dei tuoi colleghi. Sei informato su tutto ciò che sta accadendo al tuo organismo senza nemmeno bisogno di chiedere informazioni ai tuoi dottori e questo, a lungo andare, può farti impazzire, specialmente se le tue condizioni non sono buone. Sai esattamente se stai per morire, e non bastano le rassicurazioni di nessun medico per farti stare tranquillo: sai se il tuo tempo è finito.
Qualsiasi altro paziente, al mio posto, sarebbe stato contento dell'improvviso miglioramento: mi sono svegliato questa mattina ed erano tornate tutte le forze. Mi sentivo finalmente me stesso: avevo dato consiglio a Jackson su una paziente, avevo parlato con Callie e avevo una fortissima voglia di vedere Sofia. Qualsiasi persona si sarebbe sentita sollevata, giusto? Io invece no.
In medicina lo chiamano falso miglioramento, la scarica finale di adrenalina che colpisce un malato terminale. Ho pregato affinchè mi stessi sbagliando, ho pregato di poter rimanere in vita abbastanza da vedere mia figlia crescere, ma non appena Jackson è uscito dalla mia stanza per portarmi Sofia, tutte le energie che credevo di aver riacquistato sono improvvisamente diminuite, lasciandomi stanco e dolorante.
Ed ora sono qui, che respiro e parlo a fatica, mentre Richard mi aiuta a firmare i vari documenti che aiuteranno i miei amici a prendere una decisione se ce ne sarà bisogno. Vedo la sorpresa negli occhi di Richard quando gli dico che voglio essere lasciato andare dopo trenta giorni, in caso di coma irreversibile. Non ho intenzione di sopravvivere attaccato ad una macchina per il resto della mia vita.
Non è vita, quella.
Sono sempre stato convinto che un attimo prima di morire, avrei avuto paura: adesso invece la paura è l'ultimo dei miei pensieri.
Sono dispiaciuto al pensiero che mia figlia crescerà senza un padre: so che vuol dire crescere senza genitori e so il dolore che proverà ogni singolo giorno della sua vita, ma Callie e Arizona saranno due splendide madri e la aiuteranno a diventare una donna forte.
Sono addolorato se penso che non rivedrò più Callie e Derek, che non potrò più insegnare niente a Jackson, ma nonostante tutto ciò, la morte non mi spaventa.
Perchè so che rivedrò lei.
Non sono mai stato credente e non penso che esista un Paradiso oppure un Inferno. Eppure credo al fatto che, non appena chiuderò gli occhi e abbandonerò questo mondo, lei sarà lì. Credo al fatto che potremo finalmente stare insieme, così come è scritto nel nostro destino.
Ho provato a lottare, ho provato a rimanere in vita ma ho capito che il vero amore è più forte di tutto. Se due persone sono anime gemelle, non importa quanti ostacoli ci saranno sulla loro strada.
Esse troveranno sempre un modo per stare insieme, anche se non su questa terra.
Lexie è la mia anima gemella e mi sta aspettando. Ovunque sia.




***Spazio autrice***
Questa è la prima cosa che posto da qui ad un anno, e ho deciso di fare irruzione nel fandom del mio telefilm preferito in assoluto. Lexie e Mark sono sempre stati la mia coppia, quella che mi ha fatto provare più emozioni in assoluto, quella che riusciva a farmi commuovere anche con uno sguardo. Ovviamente sono sconvolta dal modo in cui le cose sono andate a finire tra loro, così ho deciso di ripercorrere i loro ultimi momenti per sottolineare quando il loro amore fosse vero e quanto alla fine ha vinto, nonostante i mille ostacoli che i due hanno dovuto affrontare nelle ultime quattro stagioni. Ho voluto sottolineare quanto realmente loro due siano "meant to be".
La parte dal POV di Lexie è stata la più complicata e dolorosa da scrivere, un pò perchè i dettagli tecnici dell'incidente aereo non sono stati rivelati e ho dovuto inventare tutto, un pò perchè la sua morte è stata così inaspettata che ancora oggi, riguardando la 8x24, piango e soffro con lei.
Spero davvero che questa shot vi piaccia: io ci ho messo dentro tutti i sentimenti e le emozioni che mi hanno fatto provare questi due magnifici personaggi, e spero che sia venuti tutti a galla in ciò che ho scritto.
A presto e buon anno =)
Lylli_93


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