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Autore: LadyPalma    04/01/2013    1 recensioni
Una raccolta di one-shot sulla mia coppia preferita usando le canzoni dei Coldplay.
[ThomasCromwell/CaterinaD'Aragona]
[Raiting alzato ad arancione per la song-fic "A whisper"]
Genere: Drammatico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Hurts Like Heaven

 

 

 

Written in graffiti on a bridge in a park

 'Do you ever get the feeling that you're missing the mark?'

It's so cold, it's so cold

It's so cold, it's so cold



Con i gomiti appoggiati sul tavolo e le mani giunte sotto il mento, Thomas Cromwell rifletteva attentamente sulla scena che si stava svolgendo davanti ai suoi occhi. Perché alle volte il confine tra avvocato e scrittore di spettacoli teatrali è davvero troppo sottile e quello sembrava solo un lungo monologo di una tragedia ancora in corso, che magari chissà si sarebbe potuta rivelare alla fine una commedia.

“Non dovreste nominare Bessie Blount…” disse improvvisamente contrariato, sciogliendo le mani e annotando qualcosa sul foglio  che aveva davanti.

Ce n’erano già tante, troppe, di annotazioni e nessuna era la chiave del successo. Era come se continuasse a mancare qualcosa.

 

Written up in marker on a factory sign

 'I struggle with the feeling that my life isn't mine'

It's so cold, it's so cold

It's so cold, it's so cold

 

La Regina alzò lo sguardo su di lui e poi socchiuse per un attimo gli occhi, erano più di due ore che ripeteva quella specie di recita, ma quelle d’altronde erano le prove generali. Era stato Cromwell stesso a mandare via tutte le sue dame, imponendole la sua presenza e proponendole i suoi precisi consigli, presentandosi in sua difesa. Non che lei sapesse spiegarsi il motivo di quel cambiamento repentino o si fidasse di quell’uomo così ambiguo e misterioso, ma aveva deciso semplicemente di prendere il meglio da quel colloquio, il colloquio con un vero avvocato che di processi doveva sicuramente intendersene più di lei e del suo fedele vescovo Fisher.

“Cosa dovrei fare allora?” chiese infine, emettendo un flebile sospiro.

Doveva essere esausta e forse spaventata, ma era impossibile scorgerlo dal suo atteggiamento sempre così composto. Solo uno sguardo attento poteva notare che le mani le tremavano e, strette com’erano in due guanti di seta, la colpa non era scuramente da attribuire al freddo.

 

On every street, every car, every surface are names

Tonight the streets are ours and we're writing and saying

Don't let them take control

No we won't let them take control


 

Thomas scosse la testa, facendo scorrere lo sguardo ancora una volta sul foglio; non avrebbe trovato lì la risposta a quella domanda, a nessuna delle tante che fluttuavano nella sua testa. Il doppiogioco di Wolsey che tentava improvvisamente di contrastare il divorzio per evitare l’ascesa dei Bolena, il suo stesso doppiogioco che passava da “messo di Satana” a “avvocato dell’angelo” nel giro di qualche ora, l’assurdità del processo che si sarebbe risolto comunque a favore della Regina Triste con un verdetto che comunque sarebbe stato privo di importanza. Perché tutto questo?

Perché è così che va il mondo e i più forti prendono il controllo.

“Siate spontanea” le consigliò stranamente a corto di idee, tracciando una lunga e confusa linea su tutti gli appunti che sembravano essere solo d’intralcio.

E alzando lentamente lo sguardo fu lì che lo vide. La maschera era crollata e un lampo di pura irritazione aveva attraversato i limpidi occhi della donna che uno scatto quasi felino era balzata in piedi.

“Smettetela! Vi rendete conto che ciò che avete appena detto è un paradosso!” sbottò cominciando a camminare avanti e dietro per la stanza “Prima mi dite cosa dire, cosa fare, come muovermi e quasi perfino come respirare e poi mi dite di essere spontanea!”

 

Yes, I feel a little bit nervous,

Yes, I feel nervous and I cannot relax,

How come they're out to get us?

How come they're out when they don't know the facts?


 

Il Segretario la fissò stupito in completo silenzio, la penna ancora ferma a mezz’aria nella sua mano e il solo rumore dei rapidi passi di Caterina di sottofondo.

“Non vi ho mai visto così alterata” mormorò infine mentre uno strano sorriso prendeva a formarsi sulle sue labbra.

“Perché nessuno mi ci ha mai visto!” rispose lei in tono sempre più innervosito “Siete voi! Voi mi fate...”

Si morse un labbro non trovando le parole e chiuse gli occhi per tentare di calmarsi, lasciandosi cadere nuovamente sulla sedia alle sue spalle.

“Non sapevo di mettere così tanto a dura prova la vostra pazienza!” esclamò lui alzandosi lentamente in piedi e avvicinandosi.

“Mi fate innervosire, sì” confermò lei, terminando la farse lasciata in sospeso.

“Allora farò in modo di essere in prima fila in tribunale… Perché questo è quello che voglio vedere” disse Thomas prendendole una mano guantata e avvicinandola leggermente alle labbra.

 

See the arrow that they shot, trying to tear us apart

Took the fire from my belly and the beat from my heart

Still I won't let go

Still I won't let go of you...

 

 

“Davvero?” sussurrò Caterina con la mano ancora stretta in quella di lui.

Le tremava ancora e stavolta forse non era né per il freddo né per la paura.

“Voglio che per una volta la pazienza consumata non sia la vostra… Voglio che Norfolk e Bolena si alzino in piedi e gridino ‘Quo usque tandem abutere, Catalina, patientia nostra?’” [*]

Un sorriso insperato si aprì anche sul volto della Regina a quelle parole e si trasformò in una vera e propria risata all’arguto gioco di parole tra l’orazione di Cicerone e il suo nome in spagnolo.

E poi di colpo ogni traccia di quel momento di gioia era svanito per lasciare il posto a una sensazione amara, perché tutto ciò che è bello e puro finisce per fare questo: fare male.

 

'Cause you do...

Oh you, use your heart as a weapon

And it hurts like heaven


 

Ecco cos’era che mancava. Cromwell lo capì finalmente e non era ancora troppo tardi.

Una dama era appena entrata per annunciare l’imminente inizio del processo e Caterina si era alzata in piedi pronta a entrare in scena come una leonessa, ma era ancora lì e sembrava anche più disponibile ad ascoltare i suoi consigli adesso.

“Dovete guardarli negli occhi, uno ad uno” le disse riscontrando nel suo sguardo l’intuizione che aveva avuto “I vostri occhi feriscono”

Ferivano come le lacrime che lasciava inespresse, come la risata precedente, come una freccia che colpisce e arriva dritto al cuore.

“Feriscono?” ripetè lei vagamente confusa.

Lui annuì semplicemente e non aggiunse altro, ma avvertì un dolore stranamente familiare.

Era lo stesso dolore che avvertiva quando pensava al Paradiso.

 

 

NDA:

Chiedo venia per questa one-shot che contiene ben due scleri post studio, psicologia e latino!

[*] “Per quanto ancora abuserai della nostra pazienza, O Catilina?

E’ l’inizio della prima Catilinaria di Cicerone, in cui il console si scaglia contro Catilina appunto (di qui il gioco tra il nome Catilina e Catalina, lo spagnolo di Caterina)

 

   
 
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