Storie originali > Generale
Ricorda la storia  |      
Autore: Nyappy    04/01/2013    1 recensioni
Io sono un Harmony—e che ci fa un Harmony in una piccola biblioteca? Bella domanda. Lasciate che vi racconti il dramma della mia esistenza...
[Scritta per il P0rnfest#6]
Genere: Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Amore di carta

Io sono un Harmony—e che ci fa un Harmony in una piccola biblioteca? Bella domanda. Lasciate che vi racconti il dramma della mia esistenza…
Ero abituato ad un paio di mani delicate che mi sfogliavano, sfioravano la mia essenza più segreta, accarezzavano con venerazione la mia carta impregnata d’inchiostro. Ero stato comprato da una giovane ragazza dai grandi occhi sognanti, che sospirava ogni volta che voltava pagina. Mi riponeva sempre con cura in una borsa alla moda, nascosto dai volgari sguardi della gente, finché non mi terminò. Le sue lacrime caddero sulla mia copertina morbida e lei si affrettò subito a ripulirle e darmi un bacio con le sue labbra morbide, le porte del Paradiso.
La luce della mia vita, la mia speranza e ultima salvezza, mentre consultava in biblioteca un libro per la tesi di laurea, mi appoggiò sopra i volumi dell’enciclopedia, in un tragico attimo di dimenticanza,  e lì sono rimasto fino ad oggi. Ciò fa riflettere su quanto questa biblioteca sia frequentata e su quanto la cultura stia andando verso la rovina nella società moderna, ma io sono un Harmony, e come ho imparato in questi mesi, sono anch’io un distruttore della cultura. Sono… un mostro.
“Non sei un libro, sei la rovina della carta stampata!” è l’esclamazione giornaliera del terzo volume della Treccani.
Le edizioni pregiate su cui sono sdraiato da mesi, invece di lenire il mio dolore e accompagnare il mio riposo, mi ricoprono d’ingiurie ed insulti.
 “Basta leggere il tuo titolo per rimettere,” mi ha sputato addosso il Campanini Carboni, una volta.
“Formulaico, con una prosa stucchevole e finto-barocca, rilegatura economica e… orrore! Una delle peggiori traduzioni di sempre. Quanto sei… marcio,” sono state le parole di un vocabolario della Crusca.
Questi mesi passati con i giganti della cultura mi hanno fatto rivalutare tantissimo ciò che ero. I mormorii sono diventati sprezzanti sibili e poi aperte sfide.
“L’unico termine che mi viene in mente quando lo vedo adagiato sopra di voi, miei cari,” ha detto una volta un Oxford, con il suo ricercato accento britannico, “è puttana.”
Gli Harmony non appartengono ad una biblioteca, non possono sopravvivere in questo ambiente troppo ostile, troppo crudele. Ho deciso di liberarmi di questo pesante fardello sulle mie spalle. Devo solo scivolare a terra e nascondermi sotto lo scaffale, tra la polvere, sperando che i topi rosicchino questa carta, quest’anima d’inchiostro. Che le loro zanne mi facciano loro e allevino le mie sofferenze.
Ho un piano, finalmente; ho riflettuto sul mio tragico e tormentato passato, a stento ho impedito che mi si scollassero le pagine; ho un segreto orribile che mi compromette, proprio come la mia protagonista. Ho stilato una lista delle cose che ho appena fatto, esattamente come ha fatto la mia autrice, per aiutare i lettori pigri e sfaticati. Ora… posso morire.
Avere la copertina morbida è un vantaggio, in questo momento: a differenza dei crudeli volumi dell’enciclopedia, impettiti nella loro copertina rigida e nella carta patinata, posso muovermi, piegando i miei estremi e riflettendo il movimento sul dorso.
La libertà è vicina, sento le enciclopedie e i dizionari borbottare, ma ignoro con coraggio le loro parole e mi butto.
Tonf!
Atterro sul freddo pavimento di marmo, tutta tristezza e polvere. Le nuvole di polvere sotto lo scaffale mi bramano, tentatrici.
“Cos’abbiamo qui?”Una voce sconosciuta echeggia per la stanza vuota. E’ maschile, profonda e calma come un mare prima della tempesta.
Delle mani grandi e forti mi raccolgono, e due occhi neri come l’onice mi scrutano. “E questo cosa ci fa qui?”
Destino crudele! Ora questo sconosciuto mi getterà via nella spazzatura, da puttana quale sono. Invece che la rapida morte, la vergogna, lo scempio! In un cestino, con i resti del pranzo, ecco dove finirò i miei giorni… io sono un Harmony, scritto seguendo un foglio indicativo e tradotto con frasi già pronte, in stock. Che la mia morte sia da esempio a tutti i miei fratelli…
Con dolce brutalità, mi apre. Pagina 97, scorre il dito sull’orlo della pagina. Mordendosi il labbro, fa scorrere gli occhi lucidi su ciò che è di mio più privato, più interno, più sacro. Sviscera ciò che sono e mi sento fremere.
L’aria fresca di polvere della biblioteca mi solletica la copertina. Vengo appoggiato su una scrivania e sento degli strani rumori: dita che battono con sapienza su una tastiera, i cupi suoni di una stampante.
Quelle dita abili mi incollano un adesivo sul dorso e mi raccolgono con amore.
Io… sono stato salvato? Sono ora proprietà della biblioteca, redento? Sono… vivo?
“Vediamo, dov’è quella sezione?”
Sì, sì, sì! Infilami nella sezione giusta, ti prego, io… voglio essere salvato, voglio provare ancora il brivido di essere vivo della memoria della gente. Voglio essere toccato, voglio sentire ancora calde lacrime lambire la mia carta.
Vengo infilato tra due paperback, e la pressione bruciante dalla mia copertina morbida passa alle pagine, al terribile segreto che celo, il segnalibro che sfrega contro la mia prima pagina e mi fa sentire così vivo, così…  il contatto con le loro copertine ardenti, di sconosciuti, elimina all’istante tutti i miei vecchi propositi, tutte le angherie che ho subito, e quando le dita del bibliotecario mi lasciano, raggiungo la morte e la vita tra i miei due nuovi compagni.
...ah.


Scritta per il P0rnfest#6 con il pairing Bibliotecario/Libro e il prompt Infilami nella sezione giusta. Perché gli Harlequin sono la morte e gli Harmony tradotti alla cazzo ancora peggio. Ho cercato di cimentarmi in quello stile stucchevole e fastidioso proprio del genere, spero di (non) esserci riuscita. Volevo calcare un po' la mano, ma alla prospettiva di citare bollenti verghe ed esperte pagine che bevono goccia a goccia pregiati succhi... mi è venuto il voltastomaco xD la Treccani è la celebre enciclopedia, il Campanini Carboni un dizionario latino/italiano, l'Oxford è il dizionario ed ho citato pure il vocabolario della Crusca. Una biblioteca un po' incasinata xD
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: Nyappy