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Autore: chiacchia    05/01/2013    2 recensioni
Titolo: giochi della fame
Fandom: Glee; Hunger Games
Personaggi: Heather Morris; Naya Rivera; nuovi personaggi
Genere: fluff; crossover
Avvertimenti: crossover, futuro, violenza ma non troppa
Parole: troppe xD
Note: one shot molto lunga. Mi è venuta in mente perchè giravano voci che dicevano che Naya avrebbe interpretato (nel sequel) Johanna Mason, parte azzeccatissima per lei a mio avviso u.u tuttavia nulla si è avverato..*sbatte la testa contro al muro* . Per cui ho creato un crossover: non ho scelto Santana perchè sarebbe stato un personaggio troppo scontato nei giochi, Naya invece... xD
Genere: Avventura, Drammatico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Heather Morris, Naya Rivera
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Era la terza notte che nevicava.
Quell'anno l'arena aveva puntato sulle morti per assideramento o, ancora meglio, come le chiamava Naya, “le morti da falò”. Sì perchè dormire all'aperto con una temperatura che oscillava tra gli 0 e -1 gradi faceva venire ad ogni tributo un irrefrenabile desiderio di accendere un fuoco. E si sa, il fuoco di notte attira l'attenzione dei concorrenti più o meno come una carcassa putrefatta attira un branco di iene fameliche.
La sua fortuna era stata la sete di sangue che l'aveva assalita appena toccato il suolo dell'arena. Non tanto voglia di uccidere, ma voglia di sopravvivere. E questo l'aveva spinta fino alla bocca della cornucopia, disseminando morte sul suo tragitto. Aveva afferrato un grosso zaino di colore mimetico e se l'era svignata nel bosco. Certo, oltre allo zaino aveva anche ricevuto una sferzata di una lancia sul polpaccio, ma niente di cui preoccuparsi: avrebbe trovato al più presto il tributo colpevole e l'avrebbe ammazzato con la freddezza di un cecchino pronto a tutto.
Si era poi spinta sulle montagne, alla ricerca di un rifugio. Gli altri tributi si erano fermati al bosco della vallata sottostante, convinti che avrebbe fatto meno freddo lì, ma Dio, come si sbagliavano. Meglio la grotta che si era trovata piuttosto che uno scomodo giaciglio su un albero e di certo lei avrebbe potuto accendere un fuoco lì dentro, visto un piccolo spiraglio nella roccia che avrebbe veicolato una minor dispersione di fumo.
Le urla dei quattro tributi che aveva freddato il primo giorno le rombavano ancora nelle orecchie, ma cercava di non farci caso. Quella degli Hunger Games era una lotta brutale, non rimaneva traccia di umanità in nessun concorrente e lei aveva quasi vinto accaparrandosi quello zaino: cibo in scatola, carne essiccata, uva passa e un libro sulle erbe medicinali. Per non parlare di un raccoglitore di acqua piovana (che era già sistemato fuori dalla grotta a immagazzinare neve) e un pesante sacco a pelo di piume d'oca. Il lato negativo era che con uno zaino del genere gli sponsor non l'avrebbero aiutata in caso di necessità, in quanto “già provvista delle cose basilari per la sopravvivenza” dicevano. Ah, e si aggiunga il fatto che si era già fatta dei nemici ancora prima di entrare nell'arena, in primis il ragazzo proveniente dal suo stesso distretto, il 4. Un tale grande e grosso, capelli biondi e sguardo duro. Lo chiamavano Kaesar.
“una come te agli Hunger Games?” le aveva chiesto appena si era seduta sul treno dei tributi diretto a Capitol City.
“non arriverai viva alla sera del primo giorno” aveva sghignazzato.
“se è per questo è possibile che non arriverò nemmeno a Capitol City se continui ad alitarmi in faccia. Ti puzza il fiato sai? O è la tua arma segreta per uccidere qualche tributo?” aveva sibilato lei di rimando. Le labbra di Kaesar si erano torte in un ringhio sghembo e si era allontanato.
Nella sessione di allenamento si era fatta odiare da una ragazza del distretto 2. Dal momento che persino lei l'aveva data per spacciata visto la sua esile corporatura, Naya aveva pensato bene di farle trovare la testa sgozzata di un maiale (per gentile concessione della cucina dell'albergo) davanti alla porta della sua camera, su un vassoio d'argento. Il pubblico nel vedere la scena era andato in visibilio. Per questo motivo era certa che la lancia che l'aveva colpita il primo giorno appartenesse a lei.
Malgrado tutto questo una cosa la preoccupava più di tutte le altre: la mancanza di sangue da almeno un giorno e mezzo. I tributi morti erano stati uccisi dal freddo, non di certo in uno scontro sanguinoso. E il pubblico voleva vedere sgozzamenti, viscere sparse al suolo o persone in preda a spasmi. Naya attendeva il peggio.
Era in piedi, vicino all'ingresso della sua grotta che guardava giù verso la vallata, mescolando la sua minestra calda. Aveva notato che un tributo, la ragazza del distretto 6 da quello che si ricordava dalla sessione di addestramento, si era avvicinata al suo nascondiglio, in un piccolo boschetto proprio sotto la sua grotta. Ma la cosa non la preoccupava, dopotutto le era sembrata innocua sin dalla sera della sfilata dei tributi.
La guardò raccogliersi i lunghi capelli biondi in uno chignon e stringersi in una giacca imbottita mentre scuoiava con maestria un paio di scoiattoli.

Il sole calava sull'arena e si preannunciava un'altra notte in preda a una tempesta di neve. Naya tornò dentro, spense il fuoco calpestando la brace con gli scarponi e si infilò nel sacco a pelo. Chiuse gli occhi aspettando la sigla che annunciava la morte di qualche tributo ma niente, quel giorno nessuno era passato all'altro mondo, il che significava una cosa: il pubblico stava per incominciare ad annoiarsi.

Un rumore di ghiaia che scivolava lungo la parete della montagna le fece tendere le orecchie. Afferrò la balestra e scivolò fuori dal sacco a pelo, avvicinandosi silenziosamente all'entrata del nascondiglio. Sbirciò fuori attraverso la piccola apertura, ma non vide nulla.
Sentì nuovamente quel rumore, poi ancora e un'altra volta ancora. Veniva dall'alto: qualcuno o qualcosa stava camminando sopra alla grotta.
Le sue labbra si tramutarono in un ghigno: se quello era un tributo in cerca di un riparo, l'avrebbe colto di sorpresa e avrebbe dato agli spettatori un po' di sangue con la gioia di Capitol City.
Silenziosa come un leone di montagna scivolò fuori dall'imboccatura. Mise un piede su una roccia e si diede una spinta per salire e dare un'occhiata. La neve non aiutava con la visibilità, ma i suoi grandi occhi scuri si fermarono su una figura umana accovacciata, che si scaldava le mani nella fessura da cui usciva il fumo del suo fuoco.
“Promemoria: per una prossima volta controlla di aver spento bene le braci” si appuntò a mente.
La fortuna era dalla sua parte: il tributo era girato di schiena.
“pessimo errore pivello” pensò, pregustandosi il momento.
Naya si diede un'ulteriore spinta e si trovò in piedi sopra la sua grotta. Attenta a non fare il minimo rumore, scivolò a pochi centimetri dalla schiena del concorrente e gli puntò la fredda punta della freccia della balestra sul collo.
Sentì il tributo trasalire e sibilò:
“voltati”
il concorrente si tolse il cappuccio ormai pieno di neve e ubbidì.
La prima cosa che Naya vide furono le labbra rese viola dal freddo e le guance sporche di fuliggine. Dalla cintura dei pantaloni mimetici spuntava la pelle di uno scoiattolo e un arco color avorio. I capelli raccolti le davano un aria temeraria e con uno sguardo colore del ghiaccio stava sfidando Naya.
“dammi una buona ragione per cui non dovrei ucciderti” mormorò, stringendo la presa sulla faretra.
“uccidimi se ti va” scrollò le spalle la ragazza del distretto 6.
“uccidimi e quel polpaccio andrà in sepsi, arriveranno pus e febbre poi potrai ritenerti morta nel giro di un paio d'ore, se un lupo o un orso non ti fanno fuori prima partendo prima a rosicchiarti la pancia” aggiunse
“il mio polpaccio sta benissimo e di orsi non ce ne sono”
“dai un'occhiata alla mia giacca allora”
“per quanto mi riguarda quella pelliccia può avertela mandata il tuo mentore, non ci sono orsi” ribadì Naya e alzò la balestra all'altezza della fronte della ragazza.
“dai un'occhiata al mio campo, proprio sotto al tuo rifugio” la sfidò nuovamente.
E se aveva ragione? Del resto gli orsi erano un must negli Hunger Games con ambientazioni simili a quella in cui era immersa e si sa, un orso può scuoiarti vivo e dare lo spettacolo che vogliono avere le menti macabre degli ideatori dell'arena.
Naya si voltò lentamente verso la vallata.
Errore numero 1. Nonchè primo passo falso.
Con un calcio la bionda lanciò la faretra lungo il bordo del crepaccio e saltò addosso alla mora. La atterrò e le mise un braccio sulla gola, mentre l'altra si divincolava come un animale in trappola.
“bene, ecco le mie condizioni, ascoltami o la mia mano si serrerà sul tuo collo e allora morirai lentamente, guardando negli occhi la tua assassina” sibilò la ragazza del distretto 6.
Naya annuì. Poteva sentire lo sguardo del pubblico a casa, nei distretti e a Capitol City che guardava avidamente la scena.
“ti guarisco il polpaccio se mi fai entrare nel tuo nascondiglio, mi fai scaldare e mi dai qualcosa di caldo da mettere sotto i denti. Poi si elabora una strategia. Non puoi uccidere Kaesar da sola, ha stretto alleanza col ragazzo del mio distretto e la ragazza del due, hanno ogni genere di arma, non hanno punti deboli: il mio compagno è specializzato con arco e frecce, uccide un cervo a metri di distanza e con un occhio bendato, la ragazza del due è un genio delle trappole, se non ne vedi una e la calpesti stai sicura che arriveranno i brandelli della tua carne anche nel tuo distretto; Kaesar bè, lo conosci meglio di me...”
La bionda le vomitò addosso tutte quelle informazioni di cui lei non era al corrente, dal momento che erano quasi 5 giorni che se ne stava come un'eremita sulle montagne nel suo nascondiglio. Così non potè fare a meno di accettare.
Sentì allora che la ragazza allentava la presa dal collo e si alzava in piedi. Le tese una mano per aiutarla, mano che Naya rifiutò prontamente con superbia. Poi le diede le spalle e recuperò la balestra, così scese dal crepaccio con un balzo, trovandosi all'imboccatura della caverna.
“vado a prendere la mia roba” esclamò la bionda, urtandola di proposito con una spalla.
“metto la minestra sulle braci” sibilò la mora ed entrò.

Naya guardava Heather, aveva detto di chiamarsi così, mentre ripuliva la pentola del brodo con una piccola pagnotta di pane raffermo. Una ciocca di lunghi capelli biondi le incorniciava il viso di porcellana, anche se sporco di fuliggine , e gli occhi azzurri erano intenti a guardare se avanzava ancora qualcosa sul fondo della pentola.
“non hai mangiato molto vero in questi giorni?” le chiese Naya, sconvolta dalla rapidità con cui l'altra aveva spazzolato via tutto.
“per lo più selvaggina fredda gelata. Non ho tempo per mangiare durante il giorno” borbottò la bionda,con la bocca piena.
“e perchè?”
“osservo, caccio, elaboro strategie” fu la sua risposta esauriente.
“e tu? Cosa hai fatto fino ad ora a parte nasconderti?”
Naya balzò in piedi, ferita nel suo orgoglio.
“Io non mi sto nascondendo!!” esclamò furiosa
“Elaboro una strategia di gioco!” precisò poi, visto che Heather la stava guardando con aria accusatoria.
“Io invece dico che quelli che hai ucciso il primo giorno di fronte alla cornucopia ti stanno monopolizzando la mente e che il tuo odio nei confronti di Kaesar annebbia queste tue famose strategie” commentò l'altra, mettendo da parte la pentola.
“sei la psicologa del tuo distretto?” commentò sarcastica Naya
“no, osservo le persone”.
Silenzio.
Naya si sedette di nuovo sul suo sacco a pelo senza dire una parola. Heather dal canto suo si mise frugare nel suo zaino, tirò fuori un sacco a pelo, un coniglio, una borraccia e un vasetto di plastica trasparente che conteneva una crema color giallo canarino.
“prendi” disse, allungando il vasetto a Naya
“spalmalo sulla ferita, andare a domani non avrai più nulla”
Naya prese la crema e coprì con un velo il taglio profondo, che effettivamente non aveva un bell'aspetto.
Mentre massaggiava il polpaccio scrutò la sua compagna: aveva sciacquato la pentola con un po' neve e la stava riempiendo d'acqua. Poi in meno di due minuti scuoiò il coniglio, prese un aglio selvatico, del sale (Naya non aveva idea di dove avesse potuto trovarlo) e un tubero che non aveva mai visto in vita sua, infine mise tutto dentro al tegame già posizionato sulle braci del fuoco.
“entro l'alba di domattina sarà pronto da mangiare. Dobbiamo riempirci di proteine per sperare di far fuori gli altri” spiegò Heather.
Naya annuì, poi disse:
“potremmo dividere il cibo dal momento che ora siamo una squadra...tu cos'hai?”
La bionda, piacevolmente sorpresa dalla proposta, cominciò a fare l'inventario di cosa conteneva il suo zaino:
“dunque, un altro coniglio, carne essiccata, un po' di erbe aromatiche (so che fanno schifo ma meglio di niente),tre scoiattoli, uva passa, canditi, qualche prugna selvatica, lamponi e due borracce d'acqua da un litro e mezzo l'una...ah, e ho sparso un po' di trappole nel bosco, se abbiamo un briciolo di fortuna qualche cinghiale o qualche cervo ci rimangono secchi.. ”
“Dio, lamponi...” fu il commento di Naya, che si stava pregustando il sapore zuccherino di un piccolo frutto che non mangiava né vedeva da anni.
“ne vuoi un po'?” chiese Heather con un sorriso.
“Prima il mio inventario: carne in scatola ed essiccata, uva passa, erbe medicinali, due conigli, un volatile che non so bene cosa sia mangiato a metà,due trote, un salmone e sei litri d'acqua..”
“Dove diavolo hai preso il pesce?!” chiese l'altra stupefatta
“Dietro alla montagna c'è una sorgente che alimenta il fiume che finisce a valle, per un tratto il corso è abbastanza violento e i salmoni saltano fuori che è una meraviglia..però se mi dici che ci sono gli orsi allora non credo che sia saggio tornarci...”
“gli orsi si sono spinti a valle verso concorrenti...se è per questo non credo nemmeno che siano orsi..”
“li hanno modificati dici?”
“se per modificati intendi orsi che preferiscono tenera carne di tributi alle tue trote e che raggiungono una velocità impressionante allora sì..”
Naya si infilò nel sacco a pelo e si sdraiò guardando pensierosa il soffitto della grotta. Del resto non era la prima volta che agli Hunger Games comparissero animali sanguinari, assetati di morte, ma mai durante le prime due settimane. Di solito erano lanciati nell'arena gli ultimi giorni, quando i tributi erano pochi. Lo scopo delle bestie geneticamente modificate era quello di riunire i concorrenti, spingerli nello stesso punto perchè dessero vita a un duello, sempre che gli animali non li divorassero prima.
“faccio io il secondo turno di guardia, va bene?” chiese la bionda.
Dopo averci riflettuto un po' su Naya disse:
“no tu riposa, il secondo turno è quello più pesante, in più dall'una di notte cala vertiginosamente la temperatura, meglio se ti scaldi. Ti sarai congelata là fuori la notte scorsa.”
“in effetti..” mormorò la bionda. Senza uscire dal sacco a pelo, Heather saltellò fino all'imboccatura della grotta, si sedette e si tirò su il cappuccio.
“dormi, ti sveglio per l'una..” disse, senza distogliere lo sguardo dalla valle.
A Naya scappò un sorriso. Finalmente non era più sola anche se sapeva che le loro strade si sarebbero divise dopo la lotta contro Kaesar e gli altri. E che prima o poi una delle due sarebbe morta. O magari sarebbero morte entrambe.

Non appena Heather la svegliò, Naya fu invasa dal profumo del coniglio che stava cuocendo nella pentola. L'odore intenso e la fame le fecero girare la testa, ma si impose di non assaggiare nulla fino alla mattina seguente. Heather si accorse dell'acquolina che doveva avere la mora, perciò sorrise e le lanciò un sacchetto con dentro i lamponi che le aveva promesso poche ore prima.
“mangiali pure tutti, a me fanno venire il mal di pancia..” commentò
Naya non se lo fece ripetere. Si avventò sui piccoli frutti e ringraziò Heather con uno sguardo più che soddisfatto. Stava cominciando a compiacersi dell'alleanza che avevano stretto: portava effetti positivi.
La mora strisciò fino all'imboccatura dove pochi secondi prima era seduta la sua compagna, prese la balestra in mano e appoggiò la schiena al muro della caverna, lo sguardo rivolto a valle.
Con un lieve fruscio Heather si sdraiò accanto al fuoco, godendosi il calore emanato dalle braci ancora accese. Poi mormorò un “buonanotte” e allora Naya si voltò verso di lei, per risponderle dolcemente:
“notte”.
Sorrisero entrambe.

Heather si svegliò quando il primo raggio di sole la colpì in viso. Guardò il display dell'orologio. Segnava le sei del mattino. Aveva dormito per cinque ore di filata e non le sembrava vero. Niente incubi, niente sussulti ad ogni rumore, niente freddo, niente neve e niente tremiti. Il suo era stato un sonno senza sogni, ma in quelle ore non aveva pensato al fatto che nel giro di quattro settimane o di qualche minuto sarebbe morta. Di certo non avrebbe vinto i giochi e di quello ne era sicura.
Si stropicciò gli occhi e cercò la sua alleata con lo sguardo. La vide inginocchiata oltre il fuoco . Stava mettendo il coniglio stufato in due piccole ciotole di alluminio. Una ciocca di capelli scuri le incorniciava il viso e un'altra le cadeva davanti a quegli occhi marrone intenso, impegnati a dividere le porzioni e a controllare l'uscita della grotta.
Poi si accorse di lei e disse:
“stavo pensando che oggi potremmo andare al fiume”
“e a controllare le mie trappole” aggiunse Heather
Naya annuì, porgendole il piatto con il coniglio fumante. La bionda allora si tirò su a sedere e si appoggiò alla parete. L'altra si sedette vicino a lei e cominciò a mangiare. Heather la imitò, per poi aggiungere con un sorriso malinconico:
“buongiorno comunque”
Naya posò il cucchiaio sul piatto e si voltò a fissarla.
“sai vero che a breve una delle due sarà morta? O magari saremo morte entrambe..quindi no, non è un buongiorno”
Heather annuì.
Silenzio.
Naya riprese a mangiare e in quel momento il coniglio smise di avere un sapore. Mandò giù un boccone a fatica e credette che il suo stomaco stesse per scoppiare. Presa da un conato si alzò in piedi e appoggiò la fronte già madida di sudore alla fredda parete della grotta. Fece profondi respiri e cercò di rimandare nello stomaco quel poco che aveva appena ingerito.
Heather allora si alzò, le tirò indietro i capelli e le asciugò la fronte con la manica del suo giaccone.
“non dobbiamo pensarci adesso sai?” disse
Naya annuì.
“l'importante è liberarci di quelli là, poi vedremo...”
Naya si voltò e la guardò dritta in quegli occhi azzurri. Le ispiravano fiducia e tenerezza, ma c'era qualcosa in quegli occhi colore del ghiaccio. Qualcosa di oscuro, di brutale. Probabilmente la stessa freddezza che si riscontrava nello sguardo di ogni singolo tributo.
“d'accordo...” sospirò. Poi si rimise a sedere e ripulì il suo piatto.

Passarono la mattinata e parte del pomeriggio al fiume. Naya potè constatare che della sua ferita rimaneva solo un minuscolo taglio e Heather si dilettò nella pesca a mani nude, che provocò risate sincere da parte della mora. Naya aveva ragione, in quel punto del corso d'acqua trote e salmoni schizzavano fuori spinti dalla corrente e a fine giornata ne avevano una dozzina. La maggior parte li misero sotto sale (dono degli sponsor, come aveva spiegato Heather) e tre se li mangiarono a pranzo.
Verso le quattro, prima che il sole calasse, le due andarono a controllare le trappole, ma di cervi o caprioli neanche l'ombra. Solo qualche scoiattolo.
“credo che dovremmo elaborare una strategia” disse Naya, mentre camminavano lungo il pendio per raggiungere il rifugio.
“quando vuoi attaccare?” chiese Heather
La mora stava per rispondere ma venne interrotta da un colpo di cannone: questo stava a significare che un tributo era morto. Le ragazze alzarono lo sguardo al cielo e venne proiettato il viso di un ragazzo.
“Bingo!” esclamò Heather
“la fortuna è dalla nostra parte Naya! ”
Era morto il ragazzo del suo distretto, nonché alleato di Kaesar e di quella del distretto 2.
“l'avranno ucciso loro...” commentò la mora.
Un altro colpo di cannone e un altro tributo morto: una ragazza del tre.
“è stata uccisa da bacche avvelenate..” disse Heather
“e tu come lo sai?”
“stanotte ho visto che le stava raccogliendo, c'è un cespuglio vicino a dove ero accampata io..era solo questione di ora prima che ci rimanesse” spiegò la bionda
“ha visto la grotta?” chiese Naya, scura in volto
“no..da giù non si vede nulla...l'hai camuffata bene!”
Naya sorrise rincuorata.

In poco tempo il sole calò e le due cenarono buttando lì le loro idee per elaborare una strategia vincente.
“non hanno nulla con cui scaldarsi la notte quindi saranno svegli” disse Heather
“e infreddoliti...” precisò Naya
“il che può essere molto positivo o molto negativo: troppo freddo per avere una mira decente o troppo freddo del tipo 'scaldiamoci ammazzandole' ”
“la cosa certa è che dobbiamo attaccare entro domani, prima che facciano un'altra alleanza” osservò Heather
“ammesso che non abbiano rotto la loro di alleanza”
“ne dubito. Kaesar non sa procurasi del cibo, ha bisogno di quella ragazza che è un genio delle trappole, e lei ha bisogno di uno che abbia della sana forza bruta”
Il ragionamento di Heather non faceva una piega. Naya finì la sua razione di uva passa poi disse:
“bene, attaccheremo prima dell'alba. Voglio che quel cannone spari due volte. Li voglio morti entro la prima luce del sole”
“speriamo che siano intontiti dal freddo...”
“lo saranno...”
Le due si lasciarono sfuggire una risata carica di vendetta.
Dopo aver ripassato il piano e riempito gli zaini di frecce di riserva, decisero che sarebbero partite alle due e mezza di notte, ma non predisposero nessun turno di guardia: la stanchezza non era permessa. Poi Misero davanti all'ingresso del loro rifugio sassi e ceppi di legno, in modo da bloccare l'entrata a qualche concorrente.
Si infilarono nei sacchi a pelo e si diedero la buonanotte.
Ma gli ideatori dei giochi avevano in mente un'altra strategia, ben diversa dalla loro.

Naya si svegliò colta da intensi brividi di freddo. Tremava come una dannata e non riusciva a controllarsi. La punta del naso era ghiacciata e il suo respiro esalava delle fittissime nuvolette di vapore. La temperatura era calata vertiginosamente nel giro di poche ore e un freddo simile Naya non l'aveva mai sentito, nemmeno nell'arena.
Si alzò a sedere. Il fuoco era spento e piccole incrostazioni di ghiaccio si erano formate negli angoli della grotta.
“Naya?” sentì dire
“sono sveglia...”
“moriremo congelate sai?” disse Heather. Anche lei tremava terribilmente e il suo sacco a pelo era di gran lunga più leggero del suo.
“No non moriremo..” commentò la mora, anche se era la prima ad avere dei grossi dubbi.
“come....fai a ….dirlo?” chiese la bionda, battendo i denti.
“perchè ho un idea...vieni qui..”
Alla luce della luna vide Heather alzarsi e raggiungerla.
“dobbiamo stare vicine in modo che il calore emanato dai nostri corpi rimanga fermo nel sacco a pelo e ci scaldi.”
“non puoi accendere un fuoco?” chiese Heather
“sarebbe il modo migliore per farci ammazzare. Anche se la grotta è ben nascosta tutti i tributi vedranno il fumo o minimo di bagliore..”
“non se teniamo i sassi davanti all'ingresso..”
“per poi intossicarci? No non ha senso” disse Naya.
Poi aprì il suo sacco a pelo e fece posto a Heather. Stesero il sacco della bionda sopra di loro, in modo da avere una sorta di coperta. Si avvicinarono e strinsero il cappuccio del sacco a pelo di Naya attorno alle loro teste, lasciando scoperti solo gli occhi.
Naya percepiva i brividi di Heather per cui si avvicinò ancora. Le prese le mani e cercò di scaldarle come poteva visto che anche lei stava congelando: se le portò vicino alla bocca e ci soffiò sopra. Poi le frizionò contro il suo maglione di pile (divisa dell'anno per quegli Hunger Games) e disse:
“infondo all'alba mancano poche ore..ce la faremo..”
vide Heather annuire e avvicinarsi.
“probabilmente qualcuno sta tirando le cuoia in questo momento...” mormorò la bionda
“che schifo...”
“cosa?”
“morire così...lentamente...”
Heather annuì.
“posso chiederti una cosa?” disse Naya
“certo...”
“se sarai tu a uccidermi, preferirei lo facessi con un solo colpo...dritto in fronte...”
“non ti ucciderò...”
“dovrai farlo...un solo vincitore...”
“ma non sarò io...sarai tu..”
“non credo..”
“e chi mi dice che non mi ucciderai tu?” chiese Heather con aria accusatoria
“magari nel sonno...o potresti tradirmi..” aggiunse.
Naya stette in silenzio. Del resto ci aveva pensato la sera in cui strinsero alleanza ma ora le cose stavano cambiando. Lo scopo degli Hunger Games non era certo quello di fare nuove amicizie, ma il tempo che aveva passato con Heather le aveva dato un briciolo di speranza. E in quel momento pensò che sarebbe stato meglio che fossero morte entrambe, per mano di altri, o magari durante l'imboscata contro Kaesar. Non osava farle del male, non osava nemmeno sfiorarla dopo tutto quello che aveva fatto per lei, compreso salvarle la vita da una infezione, per cui disse:
“non ho intenzione di ucciderti, di farti del male, di farti soffrire...sai cosa vorrei? Che tu fossi felice...chiaro, non è il luogo adatto per sperare in una vita serena”
“e sai cosa vorrei io?” sussurrò Heather.
Naya scosse la testa
“che fossi tu uccidermi. Non voglio morire per mano di un mostro sanguinario, che vuole la gloria dei giochi, né da un orso modificato, né da una bacca avvelenata..io voglio te...” e si preoccupò di scandire bene le ultime tre parole.
Naya si sentì avvampare. Improvvisamente il loro rifugio era diventato rovente, dai 20 gradi sottozero era passato ai 45, ma poi si ricordò delle telecamere. Tutta Panem probabilmente stava guardando quella scena senza perdersi una parola e Naya aveva così bisogno di sentirsi importante per qualcuno, di sentirsi rassicurata e protetta che abbracciare la sua alleata fino a non respirare più era l'unica cosa che voleva.
E Heather l'aveva capito e l'aveva dimostrato con la sottigliezza acuta della sua battuta. Per gli abitanti di Panem poteva essere qualcosa di romantico o poteva essere solo una richiesta di morte, ma per i due tributi era una ricerca di affetto molto eloquente. D'altronde nel giro di pochi giorni o poche ore sarebbero morte e non sarebbe importato più a nessuno di ciò che era successo quella notte in quella caverna, tanto valeva continuare quel gioco di sottigliezze e vedere dove le avrebbe portate.
“anche io lo voglio...voglio che mi uccidi...”
“niente sofferenze...” continuò Heather
“e nemmeno rimpianti...”
“o rimorsi..”
La bionda insinuò un piede gelato tra quelli altrettanto gelati della mora. Lentamente, senza che le telecamere cogliessero il movimento. Naya dal canto suo continuò a scaldarle le mani col suo alito caldo e Heather avrebbe dato di tutto pur di assaggiare il sapore di quelle labbra carnose.
“magari moriremo congelate entro l'alba” disse Naya
Heather sembrò pensare al da farsi poi ruppe quel breve silenzio che si era venuto a creare:
“se dobbiamo morire entro l'alba allora preferisco farlo nel sonno”
poi sprofondò ancor di più nel sacco a pelo, così che nessuna parte di lei fosse più visibile agli occhi delle telecamere.
Naya colse l'idea della bionda al volo e la imitò.
“notte” mormorò
“notte” rispose Heather, trattenendo a stento un sorriso
Gli Hunger Games erano anche televisione: bisognava saper recitare bene, far credere al pubblico quello che si era appena detto.
Fu in quel momento che Naya si avvicinò così tanto alla sua alleata che poteva sentirne il respiro caldo sul suo viso.
Sentì la mano gelata della bionda posarsi sulla sua guancia e due labbra gelate, ma terribilmente dolci, che si posavano sulle sue.
Naya rispose a quel casto e veloce bacio, ma quando si allontanarono capì che voleva di più. Fu lei questa volta a poggiare la sua mano sul volto di Heather e fu lei a dare inizio ad un nuovo bacio, più approfondito questa volta. Sentì le labbra della bionda schiudersi al suo tocco e il suo corpo attaccarsi a quello della mora.
Naya allora sondò con la lingua le labbra di Heather, che la accolse attorcigliandola alla sua. E allora cominciò un gioco di scontri, rincorse e tenerezze che sembrò non finire mai. Quando mancò l'aria ad entrambe, si staccarono.
Heather guardò Naya intensamente, scostandole una ciocca di capelli scuri dal volto. Appoggiò la fronte contro la sua e le diede un bacio sulla punta del naso. Naya si accoccolò alla sua compagna, cingendole la vita con un braccio.
Tra un un dolce bacio e una carezza, la mora si addormentò, seguita a ruota da Heather.

“Heather” sentì dire il suo nome con durezza.
La bionda scattò a sedere con l'arco in mano e una freccia già incoccata, temendo un attacco degli altri tributi.
Naya era in piedi di fronte all'uscita, i capelli sciolti e la balestra in mano.
“dobbiamo partire?” chiese Heather, memore del piano d'assalto
“sono le undici del mattino...” mormorò Naya con un tono indecifrabile
“ma va, c'è ancora buio, è notte...” rispose la bionda, che nel frattempo si era avvicinata e stava guardando fuori.
“appunto. È notte ma sono le u...”
Naya fu interrotta da un colpo di cannone: un tributo era morto.
Guardarono il cielo: la ragazza del due, l'alleata di Kaesar, era andata.
Le due sentirono il terreno mancare da sotto i piedi.
Heather guardò Naya con aria interrogativa. Il suo volto era una maschera di terrore.
Stava per succedere.
“sono le undici del mattino? ” chiese allora la bionda.
Naya annuì.
“...e c'è buio come se fossero le due di notte” disse.
“mi puzza di inganno...”
Heather non fece in tempo a finire la frase che la sigla degli Hunger Games risuonò su tutta l'arena. Questo voleva dire solo una cosa: si stava per dare ai tributi un annuncio ufficiale, una svolta nei giochi.
“tributi...” era il presidente che stava parlando.
“per il fatto di essere sopravvissuti al freddo di questa notte e per non affannare il vostro fisico già provato, voglio semplificarvi i giochi: ognuno di voi riceverà un biglietto sul quale ci sarà scritto il nome del tributo con cui dovrete scontrarvi fino alla morte. I vincitori si scontreranno poi a loro volta, in un epico duello finale degno degli Hunger Games. Invito pertanto a disfare le alleanze che si sono formate e ai tributi di allontanarsi tra loro. Possa la fortuna essere sempre a vostro favore”
Sull'arena calò un gelido silenzio di morte.
Ogni tributo attendeva il suo biglietto guardando in alto.
Non sarebbe tardato ad arrivare.
Naya sentì un gemito e si girò verso Heather. Stava tremando. E questa volta non per il freddo.
La mora le si avvicinò, le strinse le mani e disse:
“io non avrò il tuo nome scritto e tu non avrai il mio...Ci vediamo questa sera sempre qui, chiaro??”
Heather annuì.
Naya allora le fece una carezza sulla guancia, raccolse la balestra da terra e, dopo un ultimo sguardo commosso a Heather, cominciò a scendere verso valle, allontanandosi il più in fretta possibile dalla sua alleata.
La sua mente era vuota. Stava per morire. Su quel biglietto c'era sicuramente il nome di Kaesar e lei contro di lui non poteva nulla.
Si sfiorò poi le labbra con le dita e chiuse gli occhi, memore dei baci della notte precedente e si aggrappò ad essi con tutta la forza che aveva. Un calore dolce si insinuò tra le sue membra e un briciolo di speranza fece la sua comparsa nelle mani che reggevano decise la balestra.
Aveva un'ottima mira, era una grande cacciatrice. Bastava solo vedere Kaesar per tempo, prima che si avventasse su di lei. L'avrebbe ucciso e sarebbe tornata alla grotta, sicura di ritrovare Heather seduta accanto al fuoco a scuoiare un coniglio.
Allora si arrampicò su un albero e attese.
Dopo pochi minuti un piccolo paracadute arrivò fluttuando tra le sue mani. Avvolta attorno a questo c'era una piccola pergamena.
Naya la svolse, con dita tremanti, già pronta a leggere il nome di Kaesar. Tuttavia non aveva fatto i conti con la spietatezza dei giochi, con l'audience e con la sete di morte di Panem: un nome.

Heather Morris, distretto 6

La balestra cadde dall'albero.
  
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