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Autore: margotj    06/01/2013    2 recensioni
Spoiler per: seconda stagione di Torchwood. Le frasi in corsivo sono tratte dagli episodi.
Pairing: Jack/Ianto slash
Rating: NC17, Slash, Angst
Timeline:
Disclaimer: i personaggi non appartengono ai legittimi proprietari. L’autrice scrive senza alcuno scopo di lucro e non intende violare alcun copyright.
Nota dell’autrice: Non ho scritto per molti mesi. Quando ho ricominciato, è stato per caso.... e, per caso, non riuscivo a smettere di pensare a Jack e Ianto. Il resto è venuto premendo tasti in armonia con le mie visioni.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ianto Jones, Jack Harkness
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'King of the sky'
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Love Show

(part 3)

 

Di MargotJ

 

Spoiler per: seconda stagione di Torchwood. Le frasi in corsivo sono tratte dagli episodi.

Pairing: Jack/Ianto slash

Rating: NC17, Slash, Angst

Timeline:

Disclaimer: i personaggi non appartengono ai legittimi proprietari. L’autrice scrive senza alcuno scopo di lucro e non intende violare alcun copyright.

Nota dell’autrice:

PROLOGO

 

Un matrimonio perfetto.

Perfetto se si escludevano i mostri, gli imprevisti, le inseminazioni, gli alieni, i baccelli e i tentacoli.

Ma Ianto sapeva che mancava qualcosa. Ed era il momento di riscuotere.

Vai da lui.” - sussurrò Tosh, sedendoglisi a fianco - “Jack balla benissimo...”

Ianto la osservò: aveva un sorriso dolce, gli occhi irrimediabilmente tristi, come sempre. Ma, forse, per una volta, Owen, morto e meno zotico, avrebbe rimediato.

Dai, vai.” - insistette, la ragazza, carezzandogli una spalla.

 

Dimentica il dolore, anche solo per un secondo. Dimostrami che esistono le fiabe.

Credici.

Non ti farà male. Non quanto la realtà.

 

E, in un attimo, Ianto fu sulla pista, tra le braccia di jack.

 

Jack non commentò. Lasciò Gwen, gli strinse le dita, si concesse la debolezza di sfiorare al sua tempia con la propria.

 

Tanto tempo fa, c'erano gli angeli... gli angeli ballavano al Ritz... e io, allora, non ero me stesso. Ero mortale ed amavo qualcuno...

E, oggi... cosa sono oggi che non posso più morire? Cosa provo oggi, se non posso più smettere di vivere?

 

Sono ancora vivo?

Io so ancora... amare?

 

Non mi hai lasciato il tempo di rispondere, l'altra sera...” - sussurrò - “Ma ti amo comunque, Ianto Jones.”

 

Ti amo.

E spero che saprai credermi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Maybe truth, maybe lies
Made me want you
Maybe dumb, maybe wise...?
I don't know...
(Skye - Love Show)


Forse la verità, forse le bugie/Hanno fatto sì che ti volessi
Forse stupido, forse saggio…?/Non lo so...

 

 

Un bambino. Avevano salvato un solo bambino, il bambino con le ciglia più lunghe che Ianto avesse mai visto.

Avesse potuto, si sarebbe seduto per terra a piangere tutte le proprie lacrime di gioia e frustrazione.

Dieci vittime, un solo bambino salvo.

Ma era come aver preservato il mondo intero.

Nessuno dovrebbe far del male ai bambini.” - sospirò, ore dopo. Come loro solito erano nudi, per una volta sul tappeto, non su un letto, non su un mobile.

Un vecchio tappeto rosso con una storia divertente che Jack non gli voleva raccontare.

Prima o poi, ripeteva. Ma qui mi piaci, il rosso ti dona, mio Ianto, ti dona proprio...

 

Mio Ianto... tuo e di nessun altro.

 

Hai ragione.” - commentò Jack, cingendolo con un braccio - “I bambini non andrebbero coinvolti, in nessuna maniera.”

Ti è mai successo?”

Di non riuscire a salvare un bambino?”

No. Di coinvolgerli in qualcosa di più grande di loro. Di irreparabile.”

Jack non rispose prontamente. Piegò la testa, posandogliela sul torace, perché non lo vedesse in volto.

Coinvolgerli o... ucciderli...

Tanto tempo fa...” - sussurrò.

Vuoi parlarmene?”

No. Vorrei dimenticare.” - alzò la testa e gli sorrise, stemperando al tensione e strofinandogli il naso freddo sulla pelle - “Conosci qualche metodo infallibile?”

Se ritiene, posso farle dimenticare anche il suo nome, signore...”

Allora hai il permesso di agire liberamente... mio Ianto.”

 

*

 

Agire liberamente.

Gwen lo stava facendo, Jack pure.

Uno contro l'altro, con autentiche facce da poker.

E Ianto, finché aveva potuto, si era limitato ad osservare.

Poi, aveva fatto uno sbaglio. Aveva pronunciato l'unica frase che non avrebbe dovuto dire.

 

Gli parlo io.”

 

Nessuno poteva a parlare a Jack, nessuno poteva dare l'impressione di avere un ascendente su di lui.

Altrimenti, l'ira egocentrica e funesta del capitano Harkness si sarebbe abbattuta sul malcapitato senza misericordia.

Ianto lo conosceva abbastanza da saper che non gli avrebbe serbato rancore a lungo, soprattutto una volta soli e magari poco vestiti, ma ora... ora era il momento di fare qualcosa.

Qualcosa che Jack non avrebbe apprezzato per niente... ma che andava comunque fatto.

 

Qualcosa come lasciare un GPS sulla scrivania di Gwen.

 

*

 

Perchè lo hai fatto?”

Fatto cosa?”

Perchè hai aiutato Gwen.”

Perchè, senza l'aiuto di uno di noi, si sarebbe fatta male.”

Tu credi?”

Si, Jack. E tu sai che ho ragione.” - rispose Ianto, chiudendo uno schedario a doppia mandata. Non intendeva interrompere il proprio lavoro per subire le accuse di Jack... Jack che metà della vita imbrogliava e l'altra metà mentiva - “Gwen si sarebbe fatta uccidere in questa ricerca, le serviva un aiuto per arrivare presto alla soluzione.”

Tu... mi hai... mentito.” - scandì Jack, frapponendosi tra lui e i cassetti.

Tu... lo fai... di continuo.” - ritorse Ianto, per nulla colpito dal tono. Lo circumnavigò e riprese l'operazione archivio - “Lo ha scoperto ed è tornata nei ranghi, non è questo che volevi?”

E il dolore che ha procurato? Non pensi a quello?”

Non pensi nemmeno tu a quello.” - replicò Ianto, piegando la testa per vederlo, al di sopra delle pratiche - “E' il tuo amor proprio che parla, non il tuo spirito umanitario.”

Jack trattenne il fiato, poi sorrise.

E adesso cosa ho fatto per beccarmi la paternale?” - domandò, petulante.

Niente. Tu hai torto.” - replicò Ianto, senza farsi alcun problema - “E non ti apprezzo quando credi di farmi fesso.”

Perchè, non ci sono riuscito?” - domandò Jack, arrivandogli come suo solito pericolosamente vicino - “Non sono stato abile?”

No, jack. Non come al solito.” - concordò Ianto. E, afferrandolo per le bretelle, lo obbligò ad appoggiarsi allo schedario, tra cigolii sinistri e risme scompaginate che volavano - “E, forse, adesso dovresti smettere con le recriminazioni visto che sappiamo entrambi chi ha programmato il GPS prima di mettermelo in mano...”

Bhe, Ianto, non potevo aiutare Gwen, dopo che tu...”

Oh, chiuda il becco, signore. Salti il rancore e vada dritto alla fase in cui mi perdona.” - ringhiò Ianto, tenendogli un labbro tra i denti.

Jack gettò indietro la testa, ridendo.

Da quando sei così insubordinato?”

Da quando so che sai usare quella bocca per cose decisamente più piacevoli. E ora, signore, ha il mio permesso di barare.”

 

Jack barò. E lo fece alla grande, senza nulla togliere a quella goccia di rancore reciproco con cui nutrivano il loro amore fin dall'inizio.

Per ciò che accadde dopo, Ianto pensò a quell'istante come all'ultimo felice prima della tempesta.

 

*

 

Non è doloroso mostrare il proprio amore.

È perderlo che fa male.

 

Perdere qualcuno che si ama.

E dimenticare le risate, la luce, il buio.

Forse la morte è un attimo... ma non per chi resta.

 

Svegliandosi, dopo l'esplosione, Ianto aveva provato solo il desiderio di urlare, urlare, senza modulazione per interi minuti. La voce di jack non era così lontana e ianto non provava paura, sapeva che l'avrebbero trovato.

Ma perdere qualcuno... non aver vissuto un ultimo attimo indimenticabile, non avergli dato un ultimo bacio...

Lisa se ne era andata così, in un'esplosione. Dopo, erano state solo macerie, macerie dentro e fuori di lui. Macerie e frammenti, per tenere in vita lei.

Ma non era più vita. Non era più amore. Era... niente.

 

Niente.

 

Poi, in un momento non meglio definito, era apparso jack. Il Capitano Jack Harkness, l'uomo del Torchwood di Cardiff.

Doveva essere una soluzione, non uno scopo.

Solo una soluzione.

 

Non un significato per la propria vita. Non uno nuovo, per cui soffrire, senza sosta.

Soffrire, soffrire, soffrire ancora. Eppure amare.

In maniera irreparabile.

Amare e dimostrarlo, amare e mostrarsi, mostrare e mostrare ancora, tra bugie, tra incertezze, nascondendo sotto la superficie la terribile somiglianza tra il cancro e il sentimento.

 

Amare e sapere che da un momento all'altro può finire.

Amare un re del cielo e inginocchiarsi, mortali e imperfetti, al suo cospetto.

Amare un dio... e vederlo sgretolarsi, poco a poco, e allontanarsi.

 

Jack e i suoi fantasmi. Troppe anime per un solo letto.

 

Ora, sotto le macerie, ianto pensava ai mostri di Jack, agli attimi rubati che si erano concessi e che avrebbero potuto svanire nello scatto di un timer.

E desiderava solo gridare, gridare fino a non avere più voce.

 

Alla fine, le tenebre li avevano raggiunti. E Ianto, compresso sotto le macerie, sapeva che non ne sarebbero più riemersi.

 

Ecco cosa sta per succedere: tutto ciò che ami, tutto ciò a cui tieni morirà. Ridurrò il tuo mondo in frantumi, capitano Jack Harkness, a partire da ora. Forse, così, ti andrà di passare un po' di tempo con me.”

 

***

 

Non aveva mentito. Gli aveva portato via tutto. Tutto ciò a cui teneva, era morto.

E chi ancora viveva... viveva a malapena.

 

Ianto gettò la spazzatura senza soffermarsi su quanto fosse poco nobile in quel momento: Tosh e Owen erano morti, Cardiff era in macerie, eppure esistevano ancora tazze da riempire, superfici da lucidare e cestini in attesa di essere svuotati.

Non esistevano momenti buoni o momenti cattivi, per certe cose... certe cose andavano fatte.

Non c'era nessuna necessità di dirlo al proprio cuore né all'opinione pubblica.

 

Fu tornando indietro che lo vide: si era fermato sul pontile, la testa china di chi programma la polsiera senza sapere di preciso la propria meta.

Un gesto così simile a quello di Jack da far male.

Ianto deviò, andando verso di lui. Aveva ancora la pistola, ma non la estrasse.

 

Dopotutto, aveva promesso...

 

Se non lo troviamo, io ti ammazzo molto lentamente.

 

Però...

 

Hart si voltò, quando sentì lo scatto della sicura.

Andiamo!” - lo redarguì, seccato - “Sono stato tra i buoni, alla fine! E ti prego di tener presente che abbiamo ritrovato Jack per merito mio.”

Infatti ti ucciderò in maniera rapida, contento?”

Hart lo fissò, ostile. Poi la sua espressione mutò divenendo pensierosa.

Ianto sentì le mani divenirgli umide ma tenne la presa, saldo.

Sì, lo faresti.” - commentò Hart, squadrandolo da capo a piedi - “Ianto, Ianto...”

Avanzò di un passo, alzando bene le mani, perché Ianto le vedesse.

Il tuo nome significa 'dio è misericordioso', lo sapevi?” - domandò, senza smettere di avanzare - “E lo è, Ianto... dio è misericordioso?”

Un passo, due, tre, la canna della pistola in pieno sterno.

Jack sa essere misericordioso?” - insistette, guardandolo negli occhi.

Ianto strinse meglio l'arma,il dito sul grilletto.

Poi l'abbassò.

L'abbassò, restando fermo.

Lo so.” - ammise Hart, annuendo - “E tu avevi torto.”

 

Perchè l'hai fatto?

Perchè non avevo altra scelta.

C'è sempre un'altra scelta.

 

Non c'è, Ianto. Nel tuo modo assurdo, caricaturale e tenero, tu sai di non avere scelta. Jack è inevitabile, incontrastabile, unico, ti obbliga a mentire per sembrare migliore di ciò che sei, a piegarti, implorare, dimenticare tutto ciò che avevi. Fino a quando non si ha più scelta... e non resta che un'unica cosa da fare...” - le parole rallentarono, senza che gli occhi grigi smettessero di prelevargli informazioni dalla testa - “Morire.”

 

Morire.

Tu morirai per jack. Implorerai perché accada.

Ti illuderai che sia stata una scelta, che non fosse inevitabile.

E non avrà importanza.

Perché niente è niente.

 

E tu sei niente... da vivo e da morto.

 

Tu morirai, Ianto Jones.” - gli voltò le spalle, andandosene - “Per Jack. Abituati all'idea.”

 

Ianto lo guardò allontanarsi, la testa di nuovo china alla polsiera, la serenità di chi si lascia alle spalle tragedie che non lo riguardano.

La serenità di chi getta la spazzatura e poi torna a casa.

E alzò la pistola.

Tre colpi. L'ultimo lo sparò sovrastandolo, dopo averlo visto contorcersi, in agonia.

Dritto in mezzo agli occhi. Veloce. Come un dio misericordioso.

 

Sono un mostro.

 

Lo dovette ammettere, nel finire la programmazione del teletrasporto con due rapidi movimenti, lasciando che il corpo svanisse nel cosmo.

 

Sono un mostro.

 

Poi si rialzò, accertandosi che il sangue non avesse rovinato le scarpe lucide e i pantaloni di sartoria.

 

Sono un mostro e non mi importa.

E, del resto... è sempre così affascinante immergersi nella crudeltà...

 

***

 

E ora andiamo avanti.”

Non credo di farcela...”

Puoi farcela, tutti possiamo.”

La fine è solo un nuovo inizio.”

 

Jack lo aveva detto con convinzione, ma Ianto dubitava che lo pensasse realmente. Un nuovo inizio... bugia, ennesima bugia: jack si illudeva, non ricominciava mai da capo.

Si illudeva, forse sperando in un giorno del miracolo in cui tutto sarebbe stato diverso, la morte sconfitta, l'immortalità guadagnata. Un giorno in cui l'umanità che amava e proteggeva avrebbe smesso di divenire polvere sotto i suoi occhi.

In un giorno senza morte, jack non sarebbe stato più solo.

Un'utopia.

Null'altro che un'utopia dell'anima torturata.

E ianto poteva solo mentire con tenacia, per restargli accanto, per aiutarlo.

 

Ma non credeva ad una sola parola.

E, come Gwen, sapeva di non farcela.

 

Jack, tu mi hai salvato. Mi hai mostrato tutte le meraviglie dell'universo, tutte le potenzialità. Non avrei mai voluto perdermele, grazie.”

 

Come Toshiko, Ianto coltivava la gratitudine di chi è stato salvato, tratto a riva dopo un naufragio.

Come Toshiko, Ianto sapeva che la salvezza ha un prezzo... e che il prezzo talvolta è la vita.

 

Il Torchwood era immerso nel silenzio, a quell'ora. Solo il lento ronzio dei macchinari gli dava consapevolezza del posto in cui si trovava.

Sdraiato sul divano, Ianto rifletteva. Si era levato la giacca, le maniche della camicia, arrotolate, andavano stropicciandosi, lasciandolo indifferente.

Il bicchiere in cristallo, dal fondo spesso, pesante per il contenuto, tra le dita e sullo sterno, gli dava consapevolezza del freddo in cui giaceva.

In un angolo, impilate e già etichettate, c'erano le scatole degli effetti personali da immagazzinare: era compito di Ianto, come i morti, come le pratiche, portarle al loro ultimo riposo, nelle profondità della base.

Era un compito che richiedeva poco tempo... ma non c'era nessuna fretta nel compierlo.

Owen non si sarebbe lamentato del ritardo... Tosh non si sarebbe emozionata nel chiedergli se lo aveva già fatto... Jack e Gwen... bhe, a Jack e Gwen non era mai importato dei magazzini e dei loculi, se erano in ordine oppure no.

Quindi, galleggiando nella serenità del brandy, Ianto rimandava i propri doveri e le proprie certezze.

Compila, riordina e infine archivia.

Ricomponi, compila, ritira.

Valuta, ricerca, cancella... oh, dannazione!

Si passò una mano sugli occhi e si girò sul fianco, posando il bicchiere a terra. Lo riempì, brandendo con fare maldestro la tozza bottiglia. E si risdraiò di nuovo.

Stavamo dicendo?

Ah, sì, giusto... perché non io?

 

Perché non io?

 

Ero qui, come Tosh. Ero pronto a tutto, come Owen.

 

Perché non io?

 

Bevette un sorso. Poi un secondo, altrettanto lungo.

 

Valevo di più, valevo di meno?

 

Ho un compito, non ne ho mai avuto uno?

 

Perché non io?”

Non chiederlo mai.” - rispose Jack, apparendo sul ballatoio e intrecciando le mani, i gomiti sulla ringhiera.

Dovrei chiedermi 'perché io' ?” - ritorse l'uomo, guardandolo e restando sul divano. Se jack non accennava a scendere non vedeva perché alzarsi... - “Qualcuno risponderebbe?”

No. Per questo sono due domande che nessuno dovrebbe mai porsi.” - rispose Jack, fissandolo dall'alto. Lontano, distaccato come una divinità - “Certe domande possono far collassare l'universo...”

Lo dice il tuo Dottore?” - lo sbeffeggiò Ianto, passandosi un pollice sul sopracciglio e ridacchiando. Una tempi agli pulsava, dolorosa - “Una grande verità, signore, o un'ennesima bugia?”

Decidi tu, mio Ianto.”

Ma sì... perché no. C'è sempre una scelta...”

E quale sarà la tua, Ianto Jones.” - domandò Jack, contemplandolo - “Cosa sceglierai?”

 

Sei lontano. Ancora non te ne rendi conto... ma siamo già lontani.

Lontani come non siamo mai stati.

 

Credevo di averti perso...

 

Ciò che scelgo di solito. Sceglierò te, jack.” - replicò, alzando lo sguardo chiaro verso di lui. Ogni traccia di ilarità era sparita.

Inevitabilmente?”

No. O forse Sì. Perché son sopravvissuto per farlo, oppure Perché così voglio. Io sceglierò te, Jack, sceglierò te ogni giorno fino alla morte.” - rispose, alzandosi e rimettendosi la giacca - “E confido, amore, che quel giorno mi concederai di andarmene tra le tue braccia.”

 

Poi si sistemò il colletto, si aggiustò i polsini. E si inchinò, come si può fare solo innanzi al proprio personale dio, con deferenza e passione.

 

Salute a te, capitano Harkness.

A te, unica dannata realtà della mia vita.

 

Credevo di averti perso...invece ho perso me stesso.

 

E ora, se vuoi scusarmi...” - aggiunse, allacciando un bottone e voltandogli le spalle - “Ho alcune pratiche arretrate da sistemare.”

 

You don't know
Somebody's hurting. Holding it all in
Somebody can't let go of his heart but the truth is
It's painless
Letting your love show


Tu non sai/Qualcuno sta dolendo. Tenendosi tutti dentro/

Qualcuno non lascerà andare il suo cuore,/

ma la verità è che/ Non è doloroso/

Lasciar vedere il tuo amore
 


 

 

 

 

 

  
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