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Autore: DeiDeiDei    13/01/2013    4 recensioni
[...]Stiles chiuse la comunicazione pigiando il tasto rosso come se avesse voluto mandarlo al centro della terra assieme a Lucifero. Scagliò con rabbia il telefonino e ci si lasciò cadere di peso. Era ufficiale: Scott stava impazzando. [...]
Due capitoli (teoricamente) di storia concentrata su uno Stiles diviso tra il volere appoggiare il suo migliore amico ed il volersi salvare dalle sue psicosi, con Derek che, inaspettatamente, da una mano.
Chi sceglierà Stiles?
[post seconda serie]
POV STILES
Genere: Angst, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Derek Hale, Peter Hale, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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-Oh, eddai, Scott! Come diavolo sarebbe a dire che non dovrei uscire di casa? E NO! Non mi interrompere. Questa volta mi risponderai, perché, seriamente, sono tre mesi e mezza che ti ritrovo sempre ovunque. Ovunque! Non mi sembravi il tipo di persona che passa il tempo a pedinare la gente e tantomeno il tipo di licantropo. Non il proprio migliore amico, perlomeno. Sempre che lo sia ancora il tuo migliore amico, eh, visto che non fai altro che passare il tuo tempo con quella stella di simpatia e salute mentale della tua ragazza. Passi persino più tempo con Jackson che con me. Con JACKSON, ti rendi conto?-

-Ma io…-

-NO! Zitto! Silenzio! Non venirmi a dire che sei sempre accanto a me, capito? Pensi che io sia idiota? Pensi che non mi renda conto che mi controlli? E Dio solo sa per quale assurdo motivo lo fai. Perché, seriamente, Scott, da quando sono diventato io quello da controllare? Forse sono stato morso e sto per trasformarmi in lucertolone gigante senza essermene reso conto. O forse sei soltanto impazzito. E, credimi, per quanto ti possa volere bene, in questo momento la mia mente mi fa accettare molto più semplicemente la seconda ipotesi. E non ti basta starmi attaccato come una piattola senza considerarmi seriamente: per quale assurdo motivo non posso uscire di casa?-

-Sta sera è meglio…-

-Sta sera E’ MEGLIO? È meglio cosa, se mi permetti? È meglio che io rimanga chiuso in casa a non fare assolutamente nulla mentre tu passi tranquillamente la serata da Allison. SI’, so che passi la serata da Allison e, davvero, per quanto la consideri una psicopatica senza precedenti, se proprio vuoi stare con lei fai quello che ti pare, ma io cosa centro? Perché devo rimanere in casa? Non è nemmeno questione di una sera, di una settimana. Sono TRE FOTTUTI MESI, Scott. Tre mesi che non esco la sera o il pomeriggio se non quando ti presenti  misteriosamente dal nulla alla mia porta e dici a mio padre che avevamo un appuntamento. Come se lui fosse scemo tanto da crederci, visto che la metà delle volte gli ho già proposto di vederci un film assieme. Vuoi spiegarmi cosa diavolo sta succedendo?-

-…-

-No, seriamente, cosa ti è preso? Mi sembra di essere un prigioniero o un qualche tipo coinvolto in un programma di protezione testimoni, con orari d’uscita programmati da altri e guardie ovunque. E, bhè, sai che c’è? Non ne posso più! Non ne posso più, Scott. E penso di non volere nemmeno sentirla la tua ennesima balla. Perché lo so che stai per propinarmi un’altra balla. se non sai cosa vuole dire “propinare”, apri un fottuto dizionario, per una volta nella tua vita, e lasciami vivere la mia!-

Stiles chiuse la comunicazione pigiando il tasto rosso come se avesse voluto mandarlo al centro della terra assieme a Lucifero. Scagliò con rabbia il telefonino e ci si lasciò cadere di peso. Era ufficiale: Scott stava impazzando. A dire il vero, era da un po’ che andava avanti quella cosa assurda della sorveglianza pressante, ma il ragazzo aveva sperato che col passare del tempo l’amico avrebbe smesso. Inizialmente aveva pensato di capire il suo comportamento: un branco di Alpha era nascosto nei dintorni e Derek era piuttosto incazzato per quel suo giochetto “Beta, non Beta”, perciò sembrava ragionevole la sua agitazione, la sua preoccupazione per i tre umani del suo presunto branco (branco assurdo, se si considerava essere composto da due Beta e tre umani in tutto). Poi aveva perso la testa ed aveva incominciato a comportarsi come se fosse stato un’Alpha mestruato. Perché, no, un’Alpha ancora non lo era. E a Stiles sarebbe andato ancora bene, se non avesse sviluppato quella mania di controllo nei suoi confronti. Era impazzito ed aveva deciso chissà per quale assurdo motivo che lui doveva starsene chiuso in casa per il resto dei suoi giorni, senza poter incontrare fuori scuola altre persone oltre a lui, Allison e Lydia (nemmeno Jackson: non andavano d’accordo, avrebbero potuto litigare e lui avrebbe potuto sbranarlo. Testuali parole).

L’adolescente si ricosse dal torpore della propria irritazione quando sentì il legno della propria finestra venire colpito con forza due volte. Si alzò a sedere di colpo, girandosi verso le tende tirate (ordine di Scott). Chi diavolo bussava alla sua finestra alle undici di sera? Possibile che Scott avesse deciso di tornare alle sue care, vecchie abitudini? Bhè, di certo non gli avrebbe aperto. Non per dargli la possibilità di continuare la litigata di poco prima.

I colpi si ripeterono, più poderosi. Stiles alzò gli occhi al cielo esasperato. Meglio aprire ed affrontarlo in quel momento, riconsiderò, piuttosto che sentirlo sbraitare la mattina seguente a scuola. Si alzò ed andò alla finestra, tirando le tende sul cielo nero notturno. Due occhi rossi come tizzoni ardenti lo fissarono, facendogli temere per un attimo che il migliore amico avesse raggiunto il suo obbiettivo. Poi le iridi virarono verso un grigioverde più naturale e lui poté respirare di nuovo. Anzi, sorrise, perché erano tre mesi buoni che non vedeva l’Alpha di Beacon Hills (quello davvero tale) e, anche se gli doleva ammetterlo, un po’ gli mancava la loro collaborazione. Inoltre se Scott fosse davvero già diventato un’Alpha, sarebbe tutto diventato ancora più difficile. Quindi  spalancò le ante  e si fece indietro di un paio di passi.

-Derek!- Esclamò più allegro di quanto non fosse da troppo tempo. Il lupo entrò senza troppi complimenti e si prese una decina di secondi per osservarlo accigliato dalla testa ai piedi. Lui e Stiles non avevano avuto nessun confronto negativo, ma dopo la separazione dei branchi non si erano più parlati e, di certo, non si era aspettato così tanta disponibilità incondizionata.

-Ma come, non mi dici che hai una porta e che, da persona civile, dovrei entrare da quella?-

-Oh, fanculo la porta. La finestra va benissimo. Un’entrata è pur sempre un’entrata, no? E poi non posso mica aspettarmi che un Licantropo si comporti da normale persona civile, eh.-

-Stiles… stai bene?-

-Sì. Cioè, no. Bhè, sì, in realtà adesso sì. Dio, non sai quanto mi faccia piacere vederti!- L’espressione accigliata di Derek si accentuò.  –Davvero, Sourwolf, non puoi capire quanto sia felice di vedere la tua faccia imbronciata. Non che ci avessi mai pensato prima, ma è un tale sollievo. Sarei sollevato anche se al tuo posto ci fosse Peter o, signore,  anche Gerard Argent sarebbe qualcosa, per quanto tutti e due mi terrorizzino a morte. Anche se devo ammettere che Gerard Argent mi inquieta ancora di più di quello psicopatico di tuo zio, che già di per sé potrebbe essere il boss finale di un videogioco horror…-

-Stiles.-

-Oh, sì, scusa, non divago. Mi mancava anche questa parte, coi rimproveri ed il resto. Ok, sto zitto.- L’alpha lo osservò incuriosito senza perdere per un attimo il suo solito cipiglio. Non proferì parola per quasi mezzo minuto, poi Stiles comprese la domanda silenziosa nei suoi occhi alla quale non osava dare voce per chissà quale motivo. L’adolescente sospirò e si sedette nuovamente sul letto: dopo aver fatto quelle dichiarazioni assurde, era dovuta una spiegazione.

-Ok. Cavolo, non saprei come iniziare, è così strano. E non mi guardare in quel modo, è davvero strano. Molto più strano del fatto che tu sia comparso alla mia finestra dopo tre mesi buoni che si è aperta la faida tra te e Scott. Che poi è un ottimo punto dal quale iniziare a spiegare, visto che è quello il punto di partenza dal quale si è dato il via alla Fiera della Psicosi. Ospite d’onore Scott McCall, il mio migliore amico (anche se non sono più tanto sicuro di poterlo chiamare così)! Voi avete litigato e lui ha deciso di volere un proprio branco, con un proprio ruolo da Alpha e se ne è andato dal tuo territorio centrale. Isaac ti avrà di certo detto come si è comportato per i successivi dieci giorni. Bhè, è facile capirlo dal fatto che persino Isaac, che lo adora, ha deciso di tornare da te. A quel punto Scott ha voluto lo scisma totale, tipo Xmen*, e ha detto a me ed agli altri di non avere nulla a che fare con voi, almeno fino a quando lui non avesse ottenuto la posizione di Alpha. E mi sarebbe anche andato bene, cioè, tu eri incazzato nero e non ci tenevo a chiacchierare con un Lupo Mannaro traboccante istinto omicida vendicativo. Poi, però, il momento non è passato. Lui non è diventato capobranco a tutti gli effetti ed ha iniziato ad essere sempre più stressato. Ha iniziato a dire che non potevo uscire la sera da solo, poi che non potevo uscire la sera in generale. Ora non mi lascia più parlare con persone che non siano le “sue”, mi costringe ad andare e tornare assieme da scuola e controlla qualsiasi cosa io faccia, come se fossi un oggetto da spostare a piacimento dal comò alla credenza. E le giustificazioni che mi dà sono sempre più assurde. Potrebbe semplicemente dire che vuole tenermi rinchiuso, sarebbe molto più semplice. Inquietante ma semplice. Non capisco che gli prenda. Cioè, va bene che non si fida del mondo ed è più agitato di una donna in menopausa per non avere fatto il levelUp alle iridi, ma così mi pare eccessivamente iperprotettivo.-

-Non è iperprotettivo.-

-Eh?-

-E’ possessivo.-  Spiegò Derek buio in volto. Aveva una smorfia sulle labbra ed a Stiles la cosa non piacque affatto. –Prova a pensarla dal suo punto di vista. So che è difficile, ma la cosa di sembrerà più ragionevole. Pensaci: è un’aspirante Alpha con un solo Beta; dopo mesi di tentativi non ha ancora raggiunto i suoi obbiettivi; c’è un altro branco in città ed è più forte e numeroso del suo; uno dei suoi amici lo ha lasciato per unircisi. Chi gli dice che non lo farà anche un secondo?-

-Se è così, ci sono anche altre tre persone, perché proprio io?-

-Allison è la sua compagna: per quante volte possa tradirlo, come hai potuto osservare, continuerà a fidarsi di lei e poi la ragazza mi odia, quindi non c’è rischio che si unisca a me. Jackson è confuso e, suo malgrado, trova più semplice affidare se stesso ad una persona che conosce. Lydia non lascerà Jackson, non per cambiare branco.-

-Perciò rimango solo io.-  Sbuffò sconsolato, digrignando i denti. Il suo migliore amico non si fidava di lui fino al punto di essere ossessionato dal bisogno di controllarlo? Fantastico. Grugnì irritato ed indicò il computer –Sei qui per usare quello, no?  Su, che devi fare sta volta?- Derek tirò fuori dalla tasca del giacchetto di pelle una lista di siti internet  e andò ad accomodarsi alla scrivania, annuendo una volta in direzione del più giovane. Il ragazzo aspettò qualche attimo, poi, curioso, si alzò dal letto, prese il panchetto accanto alla porta e posizionò alla sinistra del lupo. Vide distintamente Derek sorridere divertito mentre digitava sulla tastiera (apparentemente Peter stava usando il laptop di famiglia fuori sede). –Eppure non capisco. Scott lo sa che gli voglio un bene dell’anima, perché dovrei tradirlo e venire a far parte del tuo branco?-

-È vero, lo sa, ma sa anche che si è comportato in modo orribile e quindi che ti ha ferito o infastidito.-

-E quindi?-

-Ora pensa a questa domanda. Pensaci bene. Ora come ora preferiresti rimanere qui in questa situazione di controllo maniacale o riacquistare la tua libertà anche solo in minima parte, uscendo dal suo branco? Pensaci- Stiles non rispose, immobilizzato dall’orrore nell’istante nel quale realizzò quale, a quel punto, sarebbe stata la sua scelta. Avrebbe tagliato i ponti con Scott, non c’era dubbio. Si faceva schifo, ma non poteva resistere costretto in quel modo come un prigioniero. Rivoleva la sua vita. O, perlomeno una vita, perché quella non lo era. Rimase seduto ad osservare lo schermo con sguardo perso, torturandosi le mani. Scott aveva ragione: avrebbe potuto lasciare il suo branco da un momento all’altro. era disposto a fare qualsiasi cosa per poter vedere qualcuno, per poter parlare con altre persone.

L’Alpha ci mise un’ora, quasi. Quindi si alzò e lo ringraziò e, davvero, Stiles non avrebbe voluto provare tutto quel panico nel vedere l’unico individuo estraneo al festival della psicosi uscire di scena, ma evidentemente il suo cuore terrorizzato la pensava diversamente. Derek si fermò davanti alla finestra e si voltò verso di lui, prolungando per un poco il silenzio nella stanza. Sembrava stare ragionando il più velocemente possibile. E sembrava combattuto se dire o meno ciò che aveva in testa, contrito, quasi sofferente.

-Lo sai che quando diventerà Alpha ti morderà, vero? Per evitare una volta per tutte che tu te ne vada e lo abbandoni. E, mi dispiace, ma spasso il primo morso di un Alpha trasformato non va a finire bene: non riescono quasi a trattenersi, a fermarsi.- Sembrava compassione, quella nel suo sguardo.

-Non lo farebbe mai: sa che voglio rimanere umano!-

-Se hai bisogno, vieni alla villa. Non necessariamente come uno del branco. Come ospite.- Come fuggitivo, si disse Stiles, mentre l’Alpha sgusciava oltre il davanzale e saltava a terra. E, sì, era proprio compassione.

 
***

 
Stiles tenne lo sguardo sul muro anche dopo che Scott ebbe tolto la mano, portandosi dietro una buona porzione di intonaco turchese ed un po’ di calcinacci. Quel buco a forma di pugno sarebbe stato dannatamente difficile da coprire (come diavolo lo spiegava a suo padre, altrimenti?), fu il primo pensiero del padrone di casa. Che razza di migliore amico del cavolo ti distrugge il muro della camera, fu il secondo.  Scott era furioso e lo era abbastanza da fare a pezzi le proprietà altrui senza provare nessun rimorso. Probabilmente, in quel momento, avrebbe potuto uccidere qualcuno e non avere sensi di colpa.

-Derek.- Ringhiò spostando gli occhi dorati da Beta sulla scrivania. –E’ stato qui.- Continuò annusando l’aria nella stanza come un vero e proprio animale.

-A…ah, davvero?-

-Tu lo sapevi.-

-Ecco, io…-

-Tu eri qui! Lo hai lasciato entrare. Anzi, lo hai fatto entrare!-

-Posso spiegare.-

-Lo hai lasciato entrare: lo hai lasciato sedersi in camera tua ed usare il tuo computer!-

-Lasciami parlare.-

-No, cazzo, Stiles. Ti lascio senza sorveglianza per una sera e tu la passi a simpatizzare con il nemico? Fai parte del mio branco, vi avevo detto che non dovevate avere niente a che fare con quelli e tu che fai? Appena hai un attimo organizzi una rimpatriata con Derek Hale. Il loro Alpha. Merda, pensavo di potermi fidare di te, invece complotti col nemico.-

-ALT! Ma sei malato? Nemico? Quale nemico? Il branco Alpha è il nostro problema, non Derek. E, no, taci, non lo sto difendendo. Sto solo dicendo la verità. Hai presente i grandi lupi cattivi dall’identità sconosciuta che ci attaccano ogni tanto? Bene, quelli sono i nemici, non un poveraccio che hai ripetutamente imbrogliato e NON OSARE RINGHIARMI, perché forse devo ricordarti che non sono un Licantropo e che, quindi, volendo potrei tirarmi via da tutta questa storia. Non ho bisogno di un branco e, francamente, il tuo comportamento nei miei confronti sta iniziando a diventare insopportabile. Devi capire che se sto con te è solo perché sei mio amico e ti voglio bene, quindi vedi di trattarmi un po’ meglio, caro il mio aspirante Alpha (perché, sinceramente, pare non ti interessi altro in questo periodo). Ed ora scusami, ma dovrei andare a scuola.- E detto ciò l’adolescente si voltò ed uscì dalla stanza, cercando disperatamente di non dare a vedere il suo terrore all’idea di dare le spalle ad un Licantropo ammattito ed infuriato. Quella cosa non andava bene, si ripeté scendendo le scale e dirigendosi alla macchina. Perché diavolo aveva fatto salire Scott nella sua stanza? Lo sapeva come funzionavano i Lupi Mannari ed sarebbe dovuto essere stato in grado di prevedere che l’altro avrebbe sentito l’odore di Derek e, con ciò, la sua reazione.

Dopo appena una ventina di secondi il Beta era in auto con lui, seduto al posto del passeggero. Non si parlarono, né si guardarono per tutto il tragitto e, una volta a scuola, scesero in fretta e si diressero all’interno dell’edificio, ognuno per la propria strada. Stiles fu subito affiancato da Lydia, la quale come lui frequentava il corso di Fisica.

Il ragazzo quasi si mise a ridere, isterico, quando si rese conto dell’assurdità della situazione. Fino a qualche tempo prima, infatti, avrebbe pagato oro (o qualsiasi altro prezioso in suo possesso, visto che di oro non ne aveva) per essere accompagnato da Lydia tra una lezione e l’altra o sedere accanto a lei in classe. In quel momento, invece, sapeva benissimo che buona parte delle azioni della giovane erano atte soltanto ad accontentare le richieste di Jackson e, di conseguenza, quelle di Scott, con quelle sue manie di controllo. Lo teneva d’occhio per lui. Certo, si vedeva che comunque le stava simpatico ed apprezzava la sua compagnia, ma non era tutta quella la sostanza. L’adolescente lo sapeva e lei sapeva a sua volta di non riuscire a nascondergli tutto. Perciò non ne parlavano, in un muto accordo, non accennavano nemmeno ai loro rispettivi disagi. Quando si sedettero ed iniziarono la lezione, Stiles aveva solo voglia che finisse tutto. Che finisse la giornata scolastica, l’allenamento di lacrosse, il viaggio di ritorno a casa. Pur sapendo che anche lì non sarebbe andata molto diversamente e si sarebbe comunque sentito prigioniero, in un certo senso.

Aspettò impaziente un suonare della campanella dopo l’altro, quindi si trascinò in palestra e poi nel campo sportivo nel quale erano soliti allenarsi. Giocò una partita nella quale segnò solo due volte. Al ritorno negli spogliatoi, come se non bastasse, capitò seduto nella panchina di fronte a quella di Jackson che, tra tutti i suoi scialbi vaneggiamenti più o meno offensivi, decise di inserirne anche qualcheduno nuovo.

-Tanto lo sai, Stilinski, che non riuscirai mai ad eguagliarmi.- Rise facendo spallucce. Stiles inarcò un sopracciglio.

-Ma daaaai? Non me lo sarei mai immaginato. Non vorrei dire, ma tu sei un fottutissimo licantropo superforza, supervelocità, supertutto.-

-Bhè, non penso che anche dopo cambierà qualcosa.-

-Dopo?-

-Sì, quando McCall ti avrà trasformato.- mentre l’altro tornava a vestirsi, Stiles fu percosso da un brivido viscido. Lo aveva detto. Jackson lo aveva detto davvero, senza pause, insicurezze o mezzi termini. Senza pietà. Come se gli avesse riferito qualcosa di già deciso. No, si disse lui, non “come”: era già stata presa la decisione.  Anche se a sua insaputa, Scott aveva stabilito di morderlo una volta divenuto Alpha, pur sapendo quanto lui desiderasse semplicemente rimanere umano. Non riusciva a crederci. Il suo amico, il suo migliore amico, aveva intenzione di ignorare la sua scelta di vita, il suo sudato “no” al morso, la sua volontà di restare un individuo normale tra i tanti.

Con il brivido ancora lungo la schiena, si alzò dalla panchina, prendendo lo zaino, la borsa e la giacca. Non seppe nemmeno in che modo, ma riuscì ad oltrepassare Jackson (Scott era a parlare col Coach in previsione di una partita) ed ad uscire dallo spogliatoio. Camminò il più in fretta possibile, percorrendo i corridoi deserti e sbucando infine sul parcheggio della scuola. Aprì la Jeep e si sedette alla guida, tirando fuori il telefono dalla tasca della felpa e scorrendo i numeri in rubrica.
 
 
DA: StilesImage
A: Sourwolf
Spero tu sia a casa.
 
 
DA: Sourwolf
A: StilesImage
Che succede?
 
 
DA: StilesImage
A: Sourwolf
Avevi ragione, riguardo a Scott.
Vengo da te ora, parto direttamente dalla scuola.
 
 
DA: Sourwolf
A: StilesImage
Siamo in tre alla villa. Vieni quando vuoi.
 
 
Stiles chiuse il telefonino, lo mise in tasca ed avviò il motore.







[*] Mi sono resa conto solo nel ricopiarla in bella del fatto che proprio uno dei protagonisti principali della saga "Scisma" degli X-Men si chiama Scott (Scott Summers, Ciclope). Credetemi, non era fatta apposta questa Gaffe xD













Angolo dell'autrice:
Salve a tutti!
Questa cosa mi ronzava in testa da un po' di tempo, ma ho avuto il coraggio di scriverla soltanto ieri. Purtroppo non avevo con me nessun blocco, perciò è stata scritta su dei tovaglioli (credo che pubblicherò la foto, visto quanto è poco credibile la cosa), perciò la ricopiatura è stata lenta e complicata. 
Quindi se ci sono errori ditemelo pure!

In quanto alla storia, bhè, volevo scrivere di uno Scott possessivo e volevo scrivere di una faida Derek-Scott. In questo modo mi sono accontentata.

Col prossimo capitolo dovrebbe chiudersi, se non ci saranno cambiamenti. Lo so, è una storia breve, ma dopo ALPHAS non oso tuffarmi in Long per il rischio di farmi assorbire. Ovviamente questa è mille volte più schifida di ALPHAS e, probabilmente, anche  di THERE IS A BOY WHO RUN WITH THE WOLVES, ma penso che, forse per via dei personaggi più famigliari, stia venendo meglio di HOLD ON.

Se vi va commentate e criticate. 
Grazie mille,
Eva.













   
 
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