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Autore: ArmoniaDiVento    13/01/2013    2 recensioni
"Ron... aspetta...! Posso spiegarti... io..."
"Io che cosa, eh?! Che cosa stai cercando di dirmi? Che il mio migliore amico ancora una volta è stato migliore di me in qualcosa? Che ancora una volta, sono arrivato troppo tardi? Tu..."
"Aspetta, fammi parlare, con calma..."
"Non dovevi farmelo, Harry. Non questo. Non ora".
Genere: Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Harry/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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...and he runs away from her...




 
Erano passati due giorni. Due giorni senza di lui.

Harry la evitava.

Se n’era accorta, suo malgrado. E come avrebbe potuto non accorgersene? Non la aspettava dopo le lezioni, non si sedeva accanto a lei a pranzo, la sera spariva e non appena la incrociava si defilava con una scusa.
E intanto Ron non era stato ancora dimesso. Madama Chips aveva preferito tenerlo sott’occhio per qualche altro giorno ancora.

Hermione non ce la faceva più. Tutto questo silenzio la faceva impazzire... non poteva sopportare di non parlare con Harry, non era abituata a stare senza di lui; l’unica volta che ricordava che non si fossero parlati per più di un giorno era stata al terzo anno, quando lei e Ron avevano litigato per Crosta e Harry aveva deciso di schierarsi con Ron. Solidarietà maschile, già... e stavolta stava succedendo esattamente lo stesso.

Hermione l’aveva capito.

Aveva capito che Harry non era forte abbastanza. Che non avrebbe mai voluto mentire al suo migliore amico. Non così a lungo.

Ma non avrebbe mai immaginato che Harry avrebbe finito con lo scappare da lei.

Non dopo la loro scoperta, non dopo quei puri attimi di dolcezza, non dopo essersi letti nel cuore a vicenda. Non dopo un mese trascorso nella più intima esplorazione di se stessi, un mese di clandestinità e segretezza, un mese di cose nascoste e soffiate e appuntamenti notturni... ma questa storia doveva finire.

Gliel’aveva detto un centinaio di volte. “Diciamo la verità, Harry, non voglio passare la vita intera a nascondermi...” ma lui si limitava ad assumere un’espressione sconfortata e triste. “Ron non me lo perdonerà mai” ripeteva ogni volta. Hermione continuava a ripetergli che Ron voleva bene a entrambi e che avrebbe capito e li avrebbe perdonati, anche se per un primo tempo sarebbe stato difficile per lui accettare la cosa; ma lei era sicura che ci sarebbe riuscito.

Harry no.

Aveva una paura cieca che Ron li scoprisse. Che scoprisse la terribile verità. E continuava a ripetere che non si sentiva ancora pronto ad affrontarlo.

Sapevano entrambi che da tempo Ron nutriva sentimenti più che d’amicizia per Hermione, anche se il rosso non l’aveva mai ammesso.
“Lo vedo da come ti guarda” ripeteva Harry. “E mi specchio nel suo sguardo. Nelle sue pupille, Herm. Vedo i miei occhi nei suoi. Lo stesso sentimento. Lo stesso ardore”.

“Ma io ho scelto te”ribatteva lei puntualmente, ostinata.
A quel punto lui la stringeva forte a sé, sussurrandole che insieme avrebbero superato tutto, e che un giorno avrebbero affrontato la verità.

Ora quel momento era arrivato.

E Harry non faceva che scappare.

Scappava da lei, dalle sue responsabilità, dai suoi sentimenti. Non sembrava più lui.
Harry Potter, colui che stava combattendo una battaglia più grande di lui, colui che aveva scelto di lottare, sempre, aveva improvvisamente deciso che non voleva affrontare i suoi problemi sentimentali.

Forse non conosceva a fondo con chi aveva a che fare.
Perché Hermione Granger non si sarebbe data per vinta. Mai.
E siccome le buone non avevano dato i risultati sperati, decise che avrebbe provato con le cattive.

 
Così, quel pomeriggio, alla fine della lezione di Pozioni, per prima cosa scagliò un incantesimo sottobanco al calderone del moro, che lievitò di qualche centimetro, ondeggiò un poco e rovinò a terra, versando tutto il contenuto sul pavimento dell’aula; lui si voltò di scatto e, vedendo il disastro, sbuffò e accigliato si mise a ripulire il tutto, mentre i compagni lasciavano lentamente l’aula.
Harry fece appena in tempo ad alzare lo sguardo e ad accorgersi che erano soli, che la Grifondoro lo immobilizzò con un Pietrificus Totalus e, sorridendo serafica, si avvicinò a lui.

“Bene bene bene, caro il mio Harry, ora non puoi più sfuggirmi, giusto?”

Lui si limitò a scoccargli un’occhiata spaventata da sotto in su.

 “Ora te ne starai qui, buono buono, ad ascoltare tutto quello che ho da dirti. Poi ti libererò dall’incantesimo”.

D'un tratto la sua voce s’incrinò. Tutta la sicurezza che l’aveva guidata fino a quel momento l’abbandonò.

Si sentiva una mezza criminale, una sciocca e insulsa serpe ad avere agito così; ma ormai la frittata era fatta, e per lo meno in questo modo avrebbe ottenuto qualche risposta, o almeno così sperava.

Fece un respiro profondo e continuò.

“Harry, io... senti, mi dispiace di averti aggredito così, ma non mi hai lasciato altra scelta. Perché mi eviti? Sono ormai due giorni che non mi parli e che sparisci appena mi avvicino. Io... io capisco che tu sia sconvolto per Ron, e credimi, lo sono anch’io, ma dimmi tutto questo che senso ha?”

Fece una piccola pausa, guardandolo intensamente in quegli occhi resi leggermente opachi dall’incantesimo. Improvvisamente sbuffò.

“Oh Harry, non ce la faccio a vederti così per colpa mia! E va bene, ti libero, ma... prometti di non scappare, altrimenti non sarò più clemente! Finite Incantatem” proferì poi.

Il ragazzo si rialzò lentamente a sedere, massaggiandosi il collo. Poi esplose.

“Ma sei impazzita? Merlino, questi mezzucci alla Malfoy dove li hai imparati? Lasciatelo dire, non ti si addicono per niente”. Parlò con voce irritata, ma con un velo di sarcasmo.

“Mi ci hai costretta tu. Se tu non avessi cominciato a...”
“Ok, va bene, ti ho evitata per due giorni, e con ciò? Non hai pensato che forse volevo starmene per conto mio?”
“E tu non hai pensato che io avessi bisogno di risposte?”

Harry si voltò a guardarla, seduta in ginocchio sul pavimento freddo che gli brandiva ancora la bacchetta contro; improvvisamente gli venne una gran voglia di ridere per l’assurdità di quella situazione. Si scambiarono uno sguardo corrucciato, per poi scoppiare a ridere insieme.

Per due minuti non fecero altro che ridere e scuotersi dagli spasmi.
Poi lui l’attirò a sé. “Vieni qui”, l’abbracciò forte. “Hai ragione, non dovevo evitarti, scusami. Puoi dirmi quello che vuoi”.

“Scusa tu, per essermi comportata come una mezza pazzoide”, mormorò di rimando lei, “ma non ce la facevo più senza di te. Era come se mi mancasse l’aria. Harry...” lei si sciolse dall’abbraccio e gli prese entrambe le mani, guardandolo negli occhi.

“Possiamo farcela. Insieme possiamo superare anche questa. Lo diremo a Ron, gli diremo la verità... non ha più senso mentire”.

Lui sospirò, guardando tristemente a terra.
“Non so se ce la faccio, Hermione”.
“Sì che ce la fai!"
“Herm, tu... non capisci, lui è in Infermeria per colpa nostra! Perché ci ha visti! È successo quello che non sarebbe mai dovuto succedere, e... e in questi ultimi giorni mi sono chiesto...”
“Che cosa, Harry?”

Lui la guardò intensamente prima di rispondere, in un sussurro velato.
“Mi sono chiesto se ne vale davvero la pena”.

Eccola.

La fucilata. Dritta al petto.

Gli occhi di lei si riempirono di lacrime. Ribatté alla fucilata con voce umida, scossa dai singhiozzi che le percorrevano il petto.

“Co-così non vuoi lottare... per me? Hai sc-scelto... hai scelto Ron, anche... stavolta?” le lacrime le rigavano le guance mentre lentamente si alzava da terra, senza più guardare Harry, senza più guardare colui che aveva alzato le mani in segno di resa, prima ancora di averci provato davvero. Così se ne andò, la mano sul cuore che batteva a mille come un tamburo ferito tra le sue costole.
“Hermione, non dire così, lo sai che...”

Ma lei era già fuggita nel buio corridoio del sotterraneo.

La voce di Harry si disperse nel vuoto.
 
 













 
NdA: rieccomi qui, carissimi e carissime! Colgo l’occasione per augurarvi un buonissimo 2013! Come state?
Ve la sentite di commentare questo capitolo? Mi piacerebbe molto avere un feedback da voi, per capire se questa storia può avere un futuro, purtroppo sono abbastanza scoraggiata per vari motivi in questo periodo... ho bisogno di idee nuove e di concretizzarle al meglio, di districare i pensieri e le immagini della storia che mi frullano in testa... e con un vostro riscontro sono sicura che andrà meglio :)
Ringrazio fin da ora chi lo farà, e ringrazio la dolcissima Natsumi per la recensione allo scorso capitolo :)
Un abbraccio a ognuno di voi e buona serata!
ArmoniaDiVento




  
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