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Autore: albaazzurra    13/01/2013    7 recensioni
Seguito della serie 'Mew Mew'. Fatemi indovinare... a molti di voi il finale non è piaciuto vero? Molti di voi si sarebbero aspettati che un certo personaggio sarebbe rimasto sulla terra invece di tornare al suo paese natale... magari un certo alieno dai capelli verdi ed occhi d'oro? Bhe, devo ammettere che io ne sono rimasta molto delusa. Quindi, eccomi qui a continuare la storia, al posto di quegli scansafatiche dei giapponesi ( XD ) concentrandomi su una coppia particolare... la mia coppia preferita ^_^ . Se vi ho incuriosito, leggete! ^^
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Kisshu Ikisatashi/Ghish
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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“Che bella notizia! Strawberry è ancora viva!”
 
“Non vorrai tornare sulla terra spero!”
 
“Figuriamoci! Ah non temere… l’ho già dimenticata. Forza, si torna a casa”
 
Mai aveva pronunciato una frase più falsa. Era consapevole che dalla sua bocca era uscita una fandonia. Come poteva dimenticare la ragazza che per la prima volta nella sua vita era riuscita a rubargli il cuore?
 
Tart ridacchiò. Pai accettò la sua risposta, e il trio partì verso il loro pianeta.
 
---
 
Anche quel giorno era li. Era li che stava pensando a lei.
 
Ormai era passato un anno da quando aveva lasciato la terra. E da un anno Ghish non posava gli occhi su di lei, non udiva la sua voce, non respirava il suo profumo, non sentiva la presenza della sua bambolina preferita. Da un anno, l’ ultimo ricordo di quell’ avventura era l’immagine del corpo senza vita di Strawberry che giaceva tra le braccia di Mark. Quell’ orribile ricordo gli aveva trafitto il cuore e la ferita non osava nemmeno pensare di rimarginarsi.
 
Mark… quell’orribile essere umano che aveva osato portare via la sua micetta…
 
Lo riconosceva, il suo metodo di corteggiamento nei confronti di Strawberry era stato molto strano. Il romanticismo misto alla violenza e bollito con un condimento di maliziosità non riuscirebbe mai a sedurre una donna. E questo Ghish  l’aveva capito solo dopo essersi reso conto di averla perduta.
 
Sospirò con una lacrima che gli rigava il viso. Il cuore gli bruciava e sentiva lo stomaco annodato che continuava a pulsare, tentando invano di riempire quel fastidioso vuoto che solo Strawberry sarebbe riuscita a colmare. I condotti lacrimali sembravano delle dighe in piena, che continuavano a versare acqua salata sulla sua pelle umida. Cominciò a digrignare i denti.
 
Con forza si colpì più volte il torace, tentando di calmare i battiti irregolari del cuore. Il ricordo straziante della sua micetta tra le braccia di quell’umano continuava a crescere sempre di più, come un incendio in una foresta, e lo divorava senza pietà. Con un grido Ghish si accasciò improvvisamente a terra mugolando dei gridi di resistenza e dopo qualche secondo si rese conto di avere in mano qualche piccola ciocca di capelli. I suoi capelli che pochi secondi prima aveva strappato. Con il respiro che aumentava sempre di più e con gli occhi che ormai riflettevano solo quelle immagini  della sua fragolina insieme a Mark, tentò di trattenere il respiro. Ma tutto fu solo un altro misero tentativo di cercare di dimenticarla.
 
Aveva tentato. L’aveva più volte mandata al diavolo, ma poi andava sempre a ripescarla tra le fiamme degli inferi, e il desiderio di rivederla cresceva sempre di più, ogni giorno che passava.
 
Il fiato trattenuto uscì dai suoi polmoni accompagnato da un gemito frustrato. Passò un paio di secondi, o forse un paio di ore steso a pancia in giù quando…
 
“GHISH! Si può sapere che diavolo stai facendo steso a terra?!”
 
Con forza, l’alieno si rialzò dal pavimento gelato e si inginocchiò voltando le spalle alla persona che aveva appena parlato.
 
“Vattene via moccioso.” Rispose freddo.
 
Tart incrociò le braccia dietro la testa.
 
“Ti senti male per caso? Si può sapere quello che ti è preso?!”
 
“Ti ho detto che non sono affari tuoi nanetto!!” Si girò verso di lui ringhiando queste parole come un mastino inferocito. Ma poi il suo sguardo si rilassò.
 
‘Nanetto… era questo il termine che usava Strawberry per definire il piccolo Tart.’ Pensò Ghish riprendendo fiato. Si voltò nuovamente a guardare il vuoto.
 
“Bhe che c’è? Il gatto ti ha portato via la lingua forse?” Insistettel’alieno più giovane.
 
Il suo ricordo di lei non cessava. E ora anche Tart insisteva.
 
“Il suo DNA  era di un gatto… ma invece lei mi ha portato via il cuore.”  Disse con un filo di voce appoggiandosi la mano al petto.
 
“Eh?! Ma si può sapere di che diamine stai blaterando?!”
 
Lui non badò alle sue parole.
 
“S…Strawberry…”
 
Cominciò a tremare. Tart tentava ancora di riportarlo alla realtà urlandogli dei richiami per attirare la sua attenzione. Ma Ghish non ci faceva caso.
 
“Probabilmente adesso sarà con Mark…e non vorrà saperne di vedermi…”
 
Il piccolo alieno spazientito andò verso di lui.
 
“INSOMMA GHISH!! Ti decidi a rispondermi?!” Traforandogli i timpani lo strattonò violentemente schiaffeggiandolo in pieno volto. In pochi secondi Tart si ritrovò con la faccia spiaccicata al suolo, con Ghish che gli tratteneva la testa con una mano mentre sbuffava colmo di rabbia. Un piccolo livido scuro gli segnava la guancia.
 
“Come ti permetti piccolo impiastro?!! Fallo ancora una volta e ti spedisco all’altro mondo prendendoti a CALCI NEL-“
 
“GHISH!!!”
 
Un'altra voce attirò la sua attenzione prima che potesse sputare altre imprecazioni e parole poco consone.
 
“Pai.” Rispose.
 
“Ghish, lascialo.” Rispose l’alieno in tono freddo.
 
Con un po’ di esitazione, Ghish allentò la presa dalla testa e dai capelli castani sfilando le unghie adunche dal cuoio capelluto. I capelli verdi nelle sue mani erano misti a qualche ciocca scura di Tart. Quest’ultimo si rialzò e si massaggiò la testa.
 
“C’era proprio bisogno di trafiggermi con le tue unghiacce?!” Disse massaggiandosi la testa.
 
“Tu provocami ancora e vedi dove ti trafiggo!!!” Rispose Ghish mostrando la sua mano.
 
“Piantatela voi due!!” Interruppe Pai. “Tart, fila in camera tua!!”
 
“M-ma io-“
 
“Tart! Vuoi che lasci le unghie di Ghish libere di trafiggerti?!” Rispose con il solito tono freddo e infuriato.
 
Tart offeso incrociò le braccia, e sparì nel nulla.
 
Lo sguardo dell’alieno dagli occhi color ambra si inclinò versò il basso mentre Pai si avvicinava a lui. Si fermò a pochi metri di distanza.
 
“Ghish. Negli ultimi tempi sei cambiato: sei aggressivo, distratto, guardi molto spesso nel vuoto e piangi senza motivo.”
 
Ghish distolse lo sguardo in un'altra direzione tentando di non piangere di nuovo.
 
“Allora… si tratta di quella ragazza-gatto giusto?” Pai ncrociò le braccia.
 
Tremante, lui annuì.
 
“S…Strawberry…io… non riesco a dimenticarla. Non ci riesco. So che può essere strano da capire, ma-“
 
 Prima che potesse terminare la frase, qualcosa gli picchiettò contro la testa. Un mazzo di chiavi. Fece appena in tempo a prenderlo al volo prima che potesse cadere a terra. Ghish guardò Pai stranito.
 
“M-ma che cosa significa?”
 
“Sai bene che anche io posso capire ciò che provi. “
 
Ghish capì. Con Lory per lui era nella stessa situazione. Solo che Pai non si sarebbe mai permesso di mettersi allo scoperto in un momento di debolezza o in uno sfogo. Ma a quanto pare non ci era riuscito. Molte volte Ghish sentiva nel cuore della notte dei singhiozzi sospetti, e grazie alla porta socchiusa di Pai, aveva anche assistito in diretta alle lacrime che si tuffavano dagli occhi scuri di quest’ultimo.
 
“E sai anche che tecnicamente questo non potrei farlo.” Riprese.
 
“Ti voglio di ritorno entro due settimane. Quattordici giorni, mi hai capito bene?” Fece segno con le dita. "Altrimenti la navicella ripartirà senza di te. Qualche ora e sarai in grado di arrivare sulla Terra.”
 
Ghish ancora incredulo fissò Pai con la bocca socchiusa mentre reggeva con entrambe le mani le chiavi che lo avrebbero riportato alla sua Strawberry.
 
Le strinse in un pugno con la mano sinistra.
 
“Pai… grazie. Io-“
 
“Niente smancerie. Ora fila a prepararti prima che cambi idea.”
 
Non se lo fece ripetere due volte. E mentre correva verso la sua stanza strinse ancora più forti il mazzetto di chiavi mentre la sua mente si concentrava sull’immagine sorridente di Strawberry. L’avrebbe presto rivista. Impaziente cominciò a tremare di felicità.
 
“Strawberry, micetta mia sto arrivando!”
 
  
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