Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: Saphira_chan    15/01/2013    29 recensioni
- Non possiamo Inuyasha.. - mormora lei
Chiudo gli occhi per concentrarmi.
La desidero. Più di qualsiasi altra cosa al mondo.
Sento il suo respiro irregolare riscaldarmi la spalla nuda, su cui lei aveva appoggiato la sua fronte.
L'avevo delusa, tradita, abbandonata a se stessa..
ma nonostante tutto, lei era sempre lì, pronta ad alleviare la mia anima tormentata... incompleta senza di lei.
- Kagome... - sussurro con voce roca, come per mostrarle la mia difficoltà nel trattenermi.
Il corpo seminudo di lei, a contatto con il mio, mi sta facendo impazzire.
Il mio sangue ribolle, al pensiero di averla fra le braccia e non poterla avere..
Aumento la stretta sui fianchi, strappandole un sospiro profondo.
Soffro. Soffro fisicamente e mentalmente... soprattutto perchè so che anche per Kagome è lo stesso...
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: Lemon, Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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  A Forbidden Love

Un amore proibito

  

  
 







 


 

Capitolo 1
 

 
Niente è come sembra 



La neve continua a scendere.
E’ da stanotte che non vuole saperne di smettere.
Ormai tutto il villaggio è sepolto da questo manto bianco.
Non che io ne sia dispiaciuto, anzi… ma mi domando se la gente del villaggio è abbastanza equipaggiata per resistere a questo freddo.
Alzo lo sguardo e vedo le gemelline di Miroku e Sango tirarsi delle palle di neve ridendo e scherzando.
Bah!
Chi le capisce è bravo! Divertirsi cosi tanto per dell’acqua ghiacciata.
I loro genitori se ne sono andati a svolgere delle commissioni, lasciandomi qua, a fare da baby-sitter a queste due pesti…
Per lo meno stavolta non mi tirano le orecchie, penso io, ringraziando i Kami che quel giorno non abbia nevicato.
Tuttavia un attimo dopo, qualcosa di bagnato mi colpisce sulla guancia, facendomi perdere l’equilibrio e cadere dalla staccionata sulla quale ero seduto.
Mi risveglio da tutti i miei pensieri e mi sbrigo a capire chi è stato quell’idiota che ha osato tirarmi in faccia una palla di neve.
Poi lo vedo e un grosso nervo pulsante mi appare sulla testa.
- Miroku! Che diavolo ti passa per la testa, imbecille! – grido io.
Il monaco mi sorride scherzoso.
- E dai!! Tutti quanti si divertano a giocare con la neve! Solo tu fai il solito musone! -
Lo incenerisco con lo sguardo e continuo a inveire contro di lui.
- Io non sono un… un… -
- … Musone! Cioè un hanyou sempre scocciato e arrabbiato! – mi dice con quella faccia da angioletto che avrei tanto voluto spaccargli tante di quelle volte!
- So cosa vuol dire bonzo! Ma se io non mi diverto a giocare con la neve come un poppante di 3 anni, non è colpa mia!! – finisco io, incrociando le braccia, sicuro di averlo zittito.
- Ma Inuyasha! Questo divertimento non ha età! – si giustifica lui alzando le mani.
Sospiro sconfitto.
Non cambierà mai. E’ rimasto lo stesso di 3 anni fa.
- Senti… non ho voglia di stare a discutere con te… visto che sei arrivato… pensaci tu alle tue bambine! – sbotto, alzandomi in piedi e avviandomi verso quella capanna che un tempo era stata di Kaede.
- Guarda che se ridi un po’ di più non ti farebbe male! – sento la sua vocina ironica dietro alle mie spalle.
- …E se tenessi un po’ più chiusa quella tua boccaccia, non ne sarei tanto dispiaciuto! – concludo io, mentre cammino.
Sorrido fra me e me mentre, grazie alle mie orecchie ultra sensibili, lo sento mormorare “ che caratteraccio! ”, immaginandomi il bonzo con la faccia rassegnata.
In effetti ha ragione.
In questi giorni proprio non sono proprio di buon umore…
Sento che sta per accadere qualcosa di brutto.
Ma non sapere cosa, mi manda in bestia!
 
Continuo a camminare e arrivo alla capanna. Ci entro senza troppi complimenti
- Ehi! Vecchia ci sei?? –
Dopo pochi secondi un’ anziana sulla settantina, dai lunghi capelli grigi, spunta da dietro una parete.
- Oh, sei tu! Credevo che non saresti più venuto! –
- Poche storie Obaba, hai finito la tisana che ti avevo chiesto? –
- Si, ecco – mi dice portandomi una pentola in cui ci dovrebbe essere quello che voglio.
- Okkey. – dico semplicemente dopo averla presa e comincio ad andarmene.
Ma proprio quando sono di fronte alla porta d’ingresso, una voce squillante mi blocca.
 
- FRATELLONE INUYASHA!!! – mi urla lei, abbracciandomi felice.
Mi irrigidisco subito imbarazzato.
Questa ragazzina proprio non la capisco!
- Sei venuto qui per salutare Rin? – domanda gioiosa la bambina di dieci anni e mi rendo subito conto che se dicessi il contrario e la facessi piangere, mio fratello Sesshomaru mi ammazzerebbe!
- Emm.. si si.. ma adesso devo andare…- mento io, abbozzando un mezzo sorriso
- Padron Sesshomaru mi ha portato un nuovo vestito, vuoi vederlo?? – sorride tutta allegra.
Ancora non riesco a capire come mio fratello, il grande Sesshomaru, si sia cosi tanto affezionato a questa ragazzina.
Mi gratto nervoso un orecchio, pronto a farmi travolgere da quel piccolo vulcano che mi avrebbe a breve trascinato nella sua stanza, per farmi vedere il suo nuovo regalo, ma Obaba interviene in mio soccorso.
- Rin! Lascialo stare! Non vedi che ha da fare? –
Per una volta, dopo un anno che la conosco, provo simpatia per quella brutta vecchietta.
Dopo che Kaede era morta, quella donna aveva insistito a prendersi cura di Rin, andando quindi a vivere nell’abitazione della defunta venerabile miko.
Infondo Rin, anche se stava crescendo, aveva comunque bisogno di qualcuno che si prendesse cura di lei, visto che Sesshomaru era sempre via e ritornava solo qualche volta per portargli un nuovo abito.
- Va bene.. Ma dopo lo vieni a vedere il vestito?? – mi domanda ancora e io cedo.
- D’accordo ragazzina, ma sarà per un’altra volta, adesso devo andare! –
Annuisce contenta e dopo avermi salutato con la manina, corre nell’altra stanza a fare forse quello che stava facendo prima che io arrivassi.
Chissà dove trova tutta quell’allegria…
- Vai dalla tua bella miko? – mi chiede di punto in bianco Obaba, spiazzandomi e risvegliandomi dai miei pensieri.
Arrossisco un po’ e annuisco.
- Emm… si, vado a portarle la tisana che le serve… - e senza aggiungere altro, esco da quella casetta e mi avvio da lei.
 
I fiocchi di neve continuano a cadere senza sosta e mi ritrovo a pensare a come sarebbe stata la mia vita se avessi avuto come compagna, l’altra sacerdotessa.
Scaccio immediatamente quel pensiero.
Non devo pensare a Lei.
Lei ci ha traditi tutti.
Non merita nemmeno di scavarsi un briciolo di spazio nei miei pensieri.
Comincio a correre, forse per la fretta di vedere la mia compagna, se cosi si può chiamare, oppure anche per la fretta di scappare da quei ricordi cosi dolorosi, che mi tormentano, più volte nella notte.
 
Sento l’ odore della mia compagnia e mi sbrigo ad andare da lei.
E’ in una casetta di legno, sento la sua voce all’interno, ma quando sto per entrare, Sango esce da quel piccolo edificio e mi si para davanti.
- Cosa penseresti di fare? – mi chiede un po’ troppo ad alta voce, alzando un sopracciglio e mettendo le mani sui fianchi.
- Bhè, mi pare ovvio! Porto la tisana a K.. –
- Dai qua! – mi interrompe lei, togliendomi la pentola dalle mani. - La dentro è in corso un parto! Non puoi entrare tu! –
Arrossisco un po’, capendo che ha ragione e sospiro rassegnato.
- Va bene… me ne vado a fare un giro se qui non serve più il mio aiuto allora –
Piego le gambe con l’intenzione di fare un salto, ma la voce della sterminatrice mi chiama di nuovo.
- Aspetta Inuyasha! Con chi sono adesso le gemelline?? – mi chiede la madre preoccupata.
- Tranquilla, sono con tuo marito.. – le rispondo semplicemente io e lei sembra rasserenarsi.  
Con un balzo, mi allontano da quella casetta di legno, avviandomi verso il bosco.
 
Raggiungo il mio albero preferito e ci salgo sopra, sperando di trovarci un po’ di tranquillità.
La vita nel villaggio è sempre monotona.
I demoni sembrano scomparsi.
Da quando Naraku è stato sconfitto, non ci sono stati più dei demoni alla mia altezza. Tutte mezze tacche.
Guardo in lontananza il villaggio.
Avrei passato in solitudine anche quel pomeriggio.
Dopo che avrebbe aiutato a far partorire quella donna, sarebbe andata chissà in quale altra casa ad aiutare il prossimo.
Infondo, ogni miko deve essere sempre pronta ad aiutare i più bisognosi… però… potrebbe dedicare anche un po’ del suo tempo a me!
Sono il suo compagno dopotutto!
 
Ritorno a guardare il cielo e ripenso a quello che sono, un mezzo demone…
Tutto sommato, anche se la nostra relazione non è ufficiale, come quella di Sango e Miroku, per essere un mezzo sangue non posso lamentarmi.
Ho comunque qualcuno che mi ama, anche se lei, non può ammetterlo pubblicamente, perché intaccherebbe la sua immagine di sacerdotessa.
Chi si sarebbe messo nelle mani di una sacerdotessa che conviveva con un demone? Addirittura mezzo demone??
Nessuno.
All’inizio, quando mi aveva detto di non dire nulla a nessuno della nostra relazione, in verità, me l’ero presa un po’ a male… lo ammetto… ma poi col tempo mi sono abituato all’idea che, infondo, aveva ragione.
Adesso era lei la miko maggiore in quel villaggio e dichiarare di aver intrapreso una storia sentimentale con me, avrebbe danneggiato la fiducia dei cittadini nei suoi confronti…
Quindi per ora, agli occhi degli altri, sono solo il povero assistente della venerabile sacerdotessa, che la segue in ogni villaggio in cui viene mandata a chiamare.
Sicuramente molte persone avranno capito che c’è qualcosa di più tra me e lei, ma francamente, non mi interessa.
Sono diventato insensibile alle chiacchere della gente.
Non mi interessa fare la parte del povero ragazzo innamorato della buona e misericordevole miko, che l’aveva accolto nel villaggio, per atto di carità.
Avevo imparato fin da bambino a non ascoltare le cattiverie delle altre persone, quindi se a lei va bene questa falsa, va bene pure a me.
 
Sospiro rassegnato.
E allora perché non sono felice?
Perché non riesco a darmi pace?
Un pensiero fa capolino nella mia mente, ma io, prontamente lo caccio indietro.
Devo smetterla di pensare a Lei.
Non fa bene alla mia salute.
Forse è per quello che sono sempre di cattivo umore con Sango e Miroku…
Ogni volta che penso a Lei, un moto di rabbia si impossessa di me e nonostante siano passati 3 anni, il rancore che porto per Lei, non accenna a diminuire.
 
Tutto impegnato come sono, non mi accorgo che l’unica donna che non mi ha mai abbandonato, è a pochi metri di distanza da me e mi sta salutando con la mano.
Scendo e con un balzo le sono davanti.
- Com’è andato il parto? – le chiedo gentile, cercando di celare il tormento interiore di pochi secondi fa
- Bene, era una femminuccia alla fine! – mi dice lei, facendo le spallucce.
 Non so se è felice o meno che fosse nata una femmina, ma francamente, non me ne importa un fico secco!
- Mmm – accenno io col capo - Sarai impegnata fino a tardi? – le domando, sapendo già la risposta
- Mi dispiace, ma ho tanto da fare giù al villaggio, mi sa che dovremo rimandare la nostra passeggiata per oggi… -
Annuisco silenzioso, senza arrabbiarmi, perché non è la prima volta che succede.
- Sei una sacerdotessa. E’ normale che tu ti occupi del villaggio… -
Lo dico, quasi più per convincere me stesso.
- Lo so e mi dispiace… - e mentre lo dice, mi mette una mano sulla spalla, accarezzandomi da sopra la stoffa, col tentativo di consolarmi.
- Possiamo rifarci stasera… - le propongo io innocentemente, senza pensare a quella cosa, ma lei fraintende le mie buone intenzioni e gira il coltello, in un tasto a me assai dolente.
- Inuyasha… lo sai che non possiamo farlo quando tu sei un mezzo demone… se rimanessi incinta… il bambino avrebbe sangue demoniaco e il villaggio capirebbe che ho avuto una relazione con un … -
- No no! – mi affretto a chiarire io - Io non intendevo quello! Speravo di fare una passeggiata la sera… non ci sono demoni tanto pericolosi in giro in questi giorni… -
- Ah! O..Okkey… scusami, avevo frainteso… - si giustifica lei.
La guardo, aspettando che lei mi dica qualcos’altro e lei, un po’ a disagio per quel silenzio che si è venuto a creare, mi porge la pentola vuota che le avevo portato poco fa.
- Senti Inuyasha… potresti riportare la pentola ad Obaba? Ringraziala da parte mia… dille che appena ho fatto bere la medicina alla neomamma, si è subito ripresa e il parto è andato tutto bene! –
Non è esattamente il genere di discorso che avrei voluto sentire, ma non fa niente.
‘ Dopotutto, io non sono un tipo da robe sdolcinate…’ mi dico fra me e me, sapendo di mentire a me stesso, perché avevo sperato che mi chiedesse di farle compagnia durante i suoi lavoretti.
Va bè. Per oggi starò un po’ per conto mio.
- Va bene. A che ora pensi di ritornare a casa? – e mentre lo dico, lei alza lo sguardo verso gli alberi, facendo un breve calcolo del tempo che avrebbe impiegato laggiù al villaggio.
Nessuno, a parte i miei vecchi compagni di viaggio, sa che convivo con lei, in una casetta ai margini del villaggio, vicino al tempio.
L' aspetto ogni sera sul tetto, e dopo aver svolto qualche faccenda di casa e chiacchierato un po’, ci corichiamo nel letto.
Fortunatamente, non è il tipo di donna che si attacca come un polipo mentre dorme.
Anche perché sa che io dormo poco.
Le dico che i più piccoli rumori, fuori dalla capanna, mi fanno allarmare e finché non esco fuori a controllare non riesco più a prendere sonno…
Ma di rumori, attorno a noi, ce ne sono davvero pochi la notte.
Sono solo i miei incubi che mi rincorrono senza sosta, a svegliarmi nel cuore della notte.
- Verso il tramonto penso di esserci… -
- Okkey – le dico semplicemente io.
In seguito, la miko si da un’ occhiata furtiva intorno a sé e dopo essersi assicurata che non c'è nessuno, mi bacia sulle labbra, tranquillizzando un poco il mio animo irrequieto.
Con la mano libera, afferro velocemente il busto della mia compagna e l’avvicino prepotentemente al mio, approfondendo il bacio.
La sento irrigidirsi per la sorpresa del mio essere rude, ma dopo lo spavento iniziale si scioglie anche lei e mi lascia fare.
Pensa che io sia passionale. Me lo ripeto anche io.
Ma so che non è cosi.
Nel profondo so che non è cosi.
E’ la rabbia a farmi comportare in questo modo.
Più sono passionale con la mia donna, più sono convinto di fare un dispetto a Lei.
So che questo mio comportamento è scorretto, ma non posso farci nulla.
Io la amo, ma una piccola parte di me resterà sempre legata all’altra temo. E il suo viso, troppo familiare al Suo, non mi aiuta a cancellarla per sempre dal mio cuore.
Lei rompe il bacio e si allontana un po’ da me, con il fiato irregolare quasi quanto il mio, e mi guarda contenta.
- Rimandiamo questo discorso a stasera, va bene? – mi suggerisce lei sottovoce e io ancora intontito da tutte quelle sensazioni contrastanti che ho provato, annuisco con il capo.
- D’accordo… a dopo Kikyo… -
 
La osservo andarsene, senza mai girarsi verso di me.
Stringo i pugni, fino a farmi sanguinare le mani.
Perché?
Perché ogni volta che bacio Kikyo, l’immagine nitida di Kagome deve sempre apparirmi nella mente?
Lei aveva fatto la sua scelta.
Aveva abbandonato tutti, proprio durante la battaglia finale contro Naraku.
Dopo che eravamo riusciti, dopo mille peripezie, ad unire tutti i frammenti della sfera dei quattro spiriti, lei aveva deciso di tradirci, consegnando la sfera al nostro acerrimo nemico.
Mi ricordo ancora come mi sentii allora.
Rabbia
Frustrazione
Delusione
Abbandono
Tutte sensazioni che non si sono ancora affievolite durante tutto questo tempo.
Ogni notte, rivedo la scena in cui Kagome, dopo aver dato la sfera a Naraku, si era messa a baciare, una delle sue emanazioni, un certo damerino di nome Byakuya, dicendo subito dopo delle assurdità sulla mia infedeltà e sulla mia poca voglia di starle accanto.
Infieriva e infieriva su di me, evidenziando tutti i miei sbagli, che avevo commesso con lei e tutte le volte che l’avevo fatta soffrire per colpa di Kikyo.
Sapevo che ogni volta che parlavo con la miko defunta, lei stava male. Ma io, ostinatamente, facevo finta di non accorgermene, sperando che mi avrebbe comunque perdonato e sarebbe ritornata sempre al mio fianco..
Ma alla fine non è stato cosi…
Abbiamo sconfitto quel bastardo di Naraku e di Kagome e della sua nuova fiamma, più niente.
Scomparsi nel nulla…
Forse si starà godendo la sua nuova vita con il suo bel Byakuya...
 
L’immagine di loro due abbracciati sotto le coperte, mi provoca una nausea improvvisa e la rabbia si rimpossessa di me.
Sapevo di essere sempre stato geloso di Kagome, ma lo avevo sempre negato… anche quando i litigi con Koga ne erano una prova certa…
Ma adesso perché continuo ad esserne geloso??
Io ho già la mia compagna!
La miko che più di cinquant’anni fa, morì per me.
Quando lo seppi, giurai che avrei pagato il mio debito e che le sarei stato accanto, anche nella morte.
Ma, dopo la battaglia finale, Kikyo ha usato il desiderio della sfera, per diventare una donna umana, viva.
 ‘Lei l’ha fatto per me’ continuo tutte le volte a ripetermi appena il tradimento di Kagome si fa vivido e reale
‘ E’ lei l’unica donna che mi ha sempre amato… che io abbia sempre amato… ‘
Poi un prurito alle mani mi costringe ad abbassare lo sguardo e solo allora mi rendo conto di essermi conficcato gli artigli nelle mani.
Sorrido sconfitto.
Potrò anche ingannare gli altri, potrò anche ingannare Kikyo, ma alla fine, io non smetterò mai di pensare a Kagome.
… perché solo quando l’ho persa, mi sono reso conto di quanto l’amavo.
Di quanto fosse più importante lei di chiunque altro…
 
Mi desto da tutti quei pensieri e mi pulisco le mani, eliminando le gocce di sangue, per evitare di ricevere domande indesiderate.
Così, mi avvio verso la casetta di Obaba, pensando che stavolta, purtroppo, nessuno mi avrebbe salvato da quella vivace ragazzina e da quel suo dannato vestito.
 
 
 
 
 
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Guardo le nubi nere sospirando.
Oggi di sicuro non è una giornata fortunata.
Poi un urlo dai sotterranei, mi convince a non pensarci.
Nonostante mi sono stancato di nascondermi sempre dietro queste mura, ho sempre il mio “giocattolo preferito” a disposizione.
Istintivamente, il pensiero di Inuyasha e i suoi amici mi fa sfuggire una risatina malefica.
Gli altri hanno pure trovato la loro “felicità”, ma io ho il mio asso nella manica.
E prima o poi, l’utilizzerò per spezzare quel lungo tempo di pace e armonia che ha rammollito tutti quanti per troppo tempo.
Rido fra me e me, vittorioso, sapendo che nessuno degli altri può mai sospettare una cosa del genere.
Nessuno può capire cosa ho in mente.
Dopo i loro primi mesi di ricerca, alla fine si erano arresi all’evidenzia e si erano tutti ritirati nelle loro vite insignificanti, piene di risate e spensieratezza…
Ma se loro sapessero…
… se Inuyasha sapesse…
non starebbe cosi tanto bene!
Un altro urlo mi costringe a guardare la porta.
Perché mai gli altri sarebbero ritornati a chiedere vendetta? Il bonzo non ha più il vortice sulla mano destra e si è sposato con quella sterminatrice e Kikyo… Beh… lei adesso ha la sua tanto agognata vita assieme a quello stupido di Inuyasha…
- che scena disgustosa… - rifletto io ad alta voce, al pensiero di loro due.. alla felicità di entrambi.
Mi alzo e mi avvio verso i sotterranei. Ormai lo faccio spesso. Passo più tempo lì, che nel mio castello.
Adoro sentire i suoi lamenti di dolore. E' musica per le mie orecchie!
 
Arrivo alla grande sala, dove ci sono due persone, una umana e una demoniaca.
- Boito! Quante volte ti devo dire di non andarci cosi tanto forte con le frustate? – esclamo, mentre mi avvicino alla figura di spalle, coperta da una tunica sporca di terra e di sangue, scoperta sulla schiena -… Altrimenti se esageri, poi c’è il rischio che svenga subito! E noi non vogliamo questo, vero? – domando, ridendo sarcasticamente.
La tortura deve essere lenta.
Deve implorarlo di smettere, ma ovviamente, nonostante siano già trascorsi diversi anni dalla sua “permanenza” al castello, non ha mai chiesto pietà al suo aguzzino, mostrando invece una tenacia combattiva che credevo non potesse esistere in nessuno.
Non l’avrei mai detto, ma quella fragile creatura, mi ha stregato per quello.
Ogni volta che incrocio i suoi occhi, aspetto con ansia la sua reazione, quasi in maniera febbrile… e nascondo ciò, infierendole altre torture, facendole ulteriormente male.
- Vai a farti fottere Naraku! – sbotta lei.
Sorrido, finalmente ho ciò che voglio.
- Boito? – il demone mi guarda timoroso, aspettando un mio comando – procedi – e lui senza farselo ripetere, scocca una frustata all’altezza delle sue spalle, facendo uscire dalle sue labbra scarlatte un altro urlo.
La vedo tremare un attimo e poi rilassare i muscoli, se cosi si può dire…
Deve essere sempre cosi testarda?
Mi avvicino al suo orecchio con fare lento e le sussurro con un tono quasi gentile, parole che sono l’esatto opposto.
- Perché devi sempre essere cosi maleducata? Eppure, essendo un ospite in questo castello, dovresti conoscere le buone maniere… - mi fermo un attimo e faccio passare un dito, sulla schiena nuda di lei, non più liscia per i profondi graffi che le ha procurato la frusta.
La vedo mordersi il labbro, nel tentativo di non darmi la soddisfazione di sentirla gridare.
Ma io non mi arrendo e continuo a far passare il dito sulla pelle ferita di lei.
- Il caro e vecchio Boito ti dedica tutti i giorni il suo tempo libero e tu, non emetti nemmeno una parolina di pietà per lui? Sei cosi tanto crudele da non levargli nemmeno questa sua grande aspirazione? – rido malignamente, sperando che lei abbia abbastanza forza per rispondermi.
- Fottiti – è la sua unica risposta.
Adesso è troppo.
Sta avendo fin troppe libertà a mio parere.
Con uno scatto fulminio, la prendo per il collo e la sollevo da terra, ammirando il modo in cui, nonostante lo stato pietoso in cui si trova, scalcia nel tentativo di liberarsi dalla mia presa.
‘ Davvero ammirevole ‘ penso io contento della sua reazione.
Stringo più forte il collo candido della mia vittima, frenando i suoi sforzi inutili.
- Non è quello che ti ho chiesto! – la minaccio serio io, cercando di spaventarla, ma ovviamente, quello che ricevo è uno sguardo omicida della fanciulla.
Sorrido per la terza volta nell’arco della giornata.
Dopotutto… non è poi cosi sfortunata questa giornata!
 
La lascio cadere a terra, provocando un gran baccano dovuto dall’ impatto delle catene che le legano i polsi, con il suolo e poi mi giro in direzione della porta di ingresso.
L’immagine dei suoi occhi combattivi non svaniscono subito dalla mia mente, e in quell’arco di tempo, mi chiedo se avrebbe tenuto quello sguardo anche quando avrei violato la sua purezza.
Un brivido di lussuria mi percorre in tutto il corpo
Se veramente lo facessi, il cuore della fanciulla non sarebbe più puro come lo è ora e questo non me lo posso permettere.
Ma una volta completato il mio piano… esaudirò il mio desiderio carnale, non c’era dubbio!
- Come vuoi tu… mi costringi a usare le cattive… - dico io, alzando le spalle.
La sacerdotessa sa a cosa va incontro, ma non fiata.
- Ti auguro buon pomeriggio… Kagome! – le dico mentre chiudo la porta delle segrete e rido malignamente, pregustandomi il momento in cui avrei svelato ad Inuyasha e agli altri che quello che avevano visto quel giorno, durante la loro battaglia “finale”, non era altro che un altro mio inganno. Uno stupido ed insignificante miraggio, ma potente abbastanza da fargli credere che Kagome avesse tradito tutti, per fuggire con una mia emanazione.
 
‘ La gelosia fa brutti scherzi, eh Inuyasha? ‘ penso fra me e me, ridendo di gusto, immaginandomi la faccia di quello stolto di un mezzo demone, quando avrebbe scoperto che in tutto questo tempo, Kagome è stata mia prigioniera…
 
‘In questo mondo primitivo e senza regole, in cui il caos e il male regnano sovrani, dovresti saperlo Inuyasha… Niente è come sembra… ‘ 







 
Angolino dell’Autrice
 

Ciao a tutti!!!
Lo so, lo so… devo sempre finire l’ultimissimo capitolo dell’altra mia fan fiction, ma al momento, il mio computer è ad accomodare e, ovviamente, parte del capitolo l’avevo già scritto lì! X(
Quindi finché non me lo riporteranno indietro, non potrò completare la mia storia… :(
Però, intanto, in questa giornata che l’ho spesa unicamente per scrivere (perché se non staccavo un po’ dai libri, ammattivo!), ho realizzato il primo capitolo di una nuova storia! :D
Tuttavia vi devo chiedere un favore!
Ho voluto provare a scrivere la storia, in prima persona e con un tempo presente, con l’intenzione di evidenziare di più gli stati d’animo dei personaggi…
Ma essendo la prima volta, visto che io ho sempre scritto in terza persona e con un tempo passato, mi serve sapere da voi, se il modo in cui l’ho scritto è leggibile o meno.
( Cioè se veramente aiuta ad entrare nell’anima dei personaggi, cosa che invece era più difficile, usando un narratore esterno! )
Perché io, a rileggere questo capitolo, non riesco a capire se è venuto bene o meno, scritto in questo modo! L
Vi chiedo di farmelo sapere, così che se ho fatto un pasticcio, (siete autorizzati a dirlo apertamente!!) posso rimediare subito e riscriverlo in terza persona, come ho fatto con l’altra mia storia.
 
Grazie a tutti voi!! :-*
 
Saphira_chan

 
  
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