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Autore: Anya_BlackAngel    16/01/2013    1 recensioni
«Avevo mollato e questo mi faceva arrabbiare più di tutto.
Avevo detto “Ciao” alle mie difficoltà, ai miei errori, alle mie paure perché mi feriva subire un fallimento dopo l'altro. La delusione aveva preso il posto del dolore e della rabbia. Ero delusa si, non degli altri, solo di come mi ero comportata.
Ora che finalmente mi ero liberata dei miei fallimenti era rimasto solo un enorme e pesante senso di vuoto. Mi sentivo come se la poca energia vitale che mi era rimasta fosse volata via, così passavo le giornate piegata sui libri accartocciata su me stessa in un angolo della stanza con le cuffie alle orecchie.
Avevo rifiutato tutto.
Fino a quando quel Sabato per me cambió tutto e ricominciai a vivere.
A lottare.»
Genere: Drammatico, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo


Nausicaa ha un rapporto davvero complicato il suo nome.

Lo ama, perchè è il nome di una proncipessa greca, la figlia del re Alcinoo, che compare

nell'Odissea come salvatrice di Ulisse.

E lo odia, perchè fin da quando era bambina la rende facile oggetto di scherzi talvolta cattivi.

Nessuno riesce a comprendere il significato e le sfumature che porta con sè un nome così

antico e importante. 

Nausicaa ha un rapporto complicato anche con la sua vita.

Non le piace la scuola a causa dei suoi compagni di classe con cui non ha molti rapporti 

dopo il suono dell'ultima campanella. 

Non le piace passare il sabato sera a ballare per ora sentendosi una scema perchè tutte le 

ragazze intorno a sè entro la fine della serata sono riuscite a fare colpo su un ragazzo, mentre

lei no.

Non le piace nemmeno fare la cosa che ama di più, ovvero combattere la sera al corso di MMA

perchè è così debole che non riesce ad alzare i pesi per più di trenta secondi e non ha ancora mai

sconfitto nessuno negli incontri a fine allenamento.

Nausicaa ha pensato più volte di mollare tutto, di prendere un cuscino, ficcarci dentro la testa e 

urlare e piangere fino a che non lo avrà disintegrato. L'idea di chiudersi in casa a vita senza più

rivolgere la parola ha nessuno le ha solleticato la mente tante volte, troppe.

E alla fine l'ha fatto.

Tutto è cominciato con l'ennesimo fallimento, non scolastico ovviamente, quelli nemmeno li

considera. Ma nello sport.

Era partita allegra, cercando di scacciare la malinconia che ormai la governava, e quando era

arrivata si era tolta in tutta fretta la giacca poi aveva cominciato a riscaldarsi un pò al sacco. Non

appena i suoi pugni cominciarono a fendere l'aria e a rompereil silenzio, i suoi compagni emersero

dallo spogliatoio e la raggiunsero.

Si fermò un istante e notò che c'era una faccia nuova: un ragazzetto di appena quindici anni. Nessuna

ragazza o donna o bambina. Lei era l'unica in quella palestra. L'unica tra una ventina di uomini.

La cosa non la infastidiva più di tanto perchè loro erano degli amici migliori dei suoi compagni di

classe e ci passava volentieri il suo tempo.

Quella sera l'allenamento era più duro del solito perchè c'era la selezione per delle gare regionali.

Nausicaa fece del suo meglio ma quando fu atterrata dopo nemmeno dieci secondi prese la sua 

borsa e la sua giacca e se ne andò con l'amaro in bocca. Era furiosa, amareggiata, delusa.

Ce l'aveva con se stessa perchè non riusciva a migliorare anche se ci metteva tutto l'impegno che 

aveva in corpo e perchè stava scappando di fronte alle difficoltà.  

Anche se sapeva che avrebbe sofferto per quella decisione, quando tornò a casa ripose la borsa in un

angolo e se ne andò a letto.

Era Sabato di due settimane dopo quella sera.

Aveva sentito dei ragazzi a scuola parlare di film e incuriosita si era segnata i titoli per guardarne i trailer

a casa. Doveva sceglierne uno da guardare con i Pop Corn.

Dopo un pomeriggio passato tra libri di greco e pc alla fine aveva scelto Warrior, forse perchè le ricordava

il mondo abbandonato di recente. Quella sera lo guardò rapita, trangugiò i Pop Corn in meno di venti

minuti poi si rannicchiò sulla poltrona con la testa appoggiata sulle ginocchia e gli occhi fissi sullo 

schermo. Non ne perse una scena, una battuta, una canzone. Si stringeva sempre di più alle sue gambe mentre

aspettava che arrivasse il finale e quando finalmente fu accontentata non riuscì a frenare le lacrime che le

inzupparono i pantaloni del pigiama.

Andò a letto con il magone ancora fermo in gola e la mente confusa. Il giorno dopo riguardò mille volte le scene

finali e altrettante volte si battè la testa nel muro. Ma a ogni botta qualcosa cambiava in lei anche se in piccola

parte.

Aveva visto la determinazione, la volontà e il cuore in quel film, nello sport che lei amava. Aveva visto i 

protagonisti fare sacrifici per ciò che amavano fare e per ciò che era necessario fare. Loro erano immersi

in una situazione peggiore della sua, disastrosa, e allora perchè loro ce l'avevano fatta e lei no?

Forse perchè quello è un film e tutto è possibile, aveva provato a convincersi.

Ma quella scusa non reggeva. Per quanto quella fosse finzione Nausicaa aveva imparato una lezione che 

aveva lasciato un segno profondo nel suo cuore.

A sua madre sembrò impazzita quando il Lunedì seguente, dopo aver passato una settimana a elaborare 

programmi in segreto, era uscita di casa con pesi alle braccia e alle caviglie per andare a correre. E il 

giorno dopo ancora la trovò intenta a fare addominali mentre ripeteva letteratura inglese.

Nausicaa aveva deciso di non sacrificare niente, se non i "non" amici che aveva a scuola, e di riuscire a 

conciliare scuola e sport. Sarebbe migliorata e sarebbe riuscita a sconfiggere il suo prossimo avversario.


* * * Spazio Autrice * * *

Buonasera a tutti. Questo è un Esperimento con la E maiuscola, quindi se fa schifo, ditelo chiaro e tondo. Se 

può consolare dal prossimo capitolo, che diciamo sarò il primo ufficialmente ( questo era solo il prologo), la 

protagonista narrerà in prima persona, quindi potrebbe migliorare la storia.

Recensite e fatemi sapere che ne pensate.

Grazie, un bacio a tutti/e!



  
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