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Autore: Sorella_Erba    09/08/2007    11 recensioni
Slash si è sempre un po' trovato in balia di eventi alquanto imbarazzanti. Ma mai in una situazione come quella. Cosa succede quando la pazzia di un Axl Rose attizzato come un fuoco raggiunge limiti inaspettati e va a cozzare con l’invadenza di una cameriera?
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Desclaimers: Al solito, vorrei che Axl Rose e Mr. Hudson-capelli-al-vento- fossero miei in ogni senso, ma -sciaguratamente per me e fortunatamente per loro- non posso che sollazzarmi con fanfictions senza scopo di lucro –che poi… cosa potrei guadagnarci scrivendo cose sconce su di loro, quando (se per disgrazia queste cose dovessero passare sotto i loro occhioni) potrebbero benissimo farmi causa?

 

 

Dannato Axl, dannate fan’s fictions e dannate cameriere!

 

 

 

« Nah… ma dai. Non ci credo! »

I tiepidi raggi del sole estivo illuminavano quasi interamente la suite di un hotel a cinque stelle.

Eh, sì. Avete letto bene. Hotel a cinque stelle.

Oramai potevano permettersi ogni cosa. Persino una suite come quella, che costava un occhio della testa: mobili in lucido legno pregiato, divano e poltrone dall’aria agevole, bagno grande e luminoso con tanto di vasca idromassaggio, un letto a due piazze capace di sostenere il peso di un’intera e ordinaria famiglia americana più il cane, e una terrazza che dava su una movimentata e celebre via di New York.

Dalla merda allo sfarzo, aveva esclamato Duff tutto concitato, anni prima, quando Axl aveva orgogliosamente dichiarato con voce tonante quanto la casa discografica avesse offerto loro.

Un contratto coi fiocchi, veramente.

Da quell’indimenticabile giorno di festeggiamenti, sbronze e sesso sfrenato, erano passati ben due anni.

Due anni di duro lavoro e divertimento amalgamati insieme, per creare un composto ad impatto. Esplosivo.  

Ogni concerto era stato ricco di avvenimenti particolari, indelebili nelle menti dei fans e degli stessi Guns n’ Roses: un Axl Rose impazzito e fuori di sé, pronto anche a gettarsi a braccia aperte sul proprio pubblico; Slash e Izzy, un solo microfono e due chitarre, già soltanto loro due insieme regalavano emozioni tanto forti da far accapponare la pelle; Duff con il basso scuro strimpellato in maniera a dir poco divina, rivolto a sorridere smaliziato all’estasiato viso di un’avvenente fanciulla; Steven e la sua batteria, una cosa sola, il ritmo in fibrillazione insieme al sangue nelle vene.

E adesso, a distanza di tempo, potevano permettersi una vita molto più agevole di quella dei bassifondi di Los Angeles.

« Cos’è, Axl? » domandò curioso Slash, stringendo una bottiglia di whisky in un pugno.

Axl per tutta risposta esplose in una scrosciante risata, che risuonò in tutta la grande camera.

« Ma si può sapere per quale dannato motivo te la fai sotto dalle risate? – borbottò il chitarrista, crucciato; si alzò dalla poltrona su cui stava comodamente seduto per avvicinarsi ad Axl, letteralmente piegato in due e senza fiato per rispondere. – Cazzo ridi da mezz’ora? »

Risate. Solo risate che ignorarono l’ennesima domanda di uno Slash alquanto perplesso ed irritato al tempo stesso.

Mentre Axl portava le mani a stringere l’addome dolorante, il riccioluto ragazzo notò dei fogli interamente scritti e leggermente stropicciati al suo fianco. Aggrottando la fronte in un’espressione incuriosita, ne agguantò un paio senza troppi complimenti.

« Cazzo sono? » chiese senza scomporsi, con voce tranquilla. Mentre i suoi occhioni scuri scorrevano sul testo scritto in neretto, la sua espressione serena mutò in un baleno.

« Eh? »

Era uno scherzo, per caso? Non ci credeva… no, non era per nulla tangibile!

A quell’esclamazione indignata, le risate di Axl aumentarono di volume.

« Chi è questo… questo… pervertito? » soffiò Slash, spalancando sempre più gli occhi e puntandoli sul giovane uomo che aveva davanti, quasi come fosse stata colpa sua.

« Ah, non lo so – sogghignò Rose divertito, regalando un’ennesima occhiata lucida di lacrime ai fogli che l’amico stringeva fra le mani. – So solo che è geniale, dannazione! »

« Geniale – ripeté il chitarrista. La voce, se possibile, gli era divenuta ancor più flebile, quasi un pio pio. – Geniale… Perciò una persona con queste fantasie schizofreniche ti sembra geniale»

« Dovresti sentirti onorato, amico mio. »

Gli occhi di Slash divennero simili a due palline da ping pong.

« Onorato addirittura? Tu sei pazzo. Demente. E soprattutto sobrio… queste cose io le dico solo quando sono del tutto sbronzo! Ma tu… sei lucido, e… e… »

« E che cazzo, Slash! – sbottò il front-man, alzando gli occhi al soffitto. – Devo spiegarti sempre tutto io, eh? Queste cose che stiamo leggendo si chiamano fan’s fictions » sottolineò e concluse, ostentando un’aria saputa ed incrociando le braccia al petto.

« Cosa? Ce ne sono ancora? »

Axl trattenne un forte impulso di rabbia e si morse la lingua per arrestare il veleno che avrebbe potuto sputare dritto in faccia a Slash.

Slash, dal suo canto, studiando il cantante, si accorse che stava effettivamente in uno stato d’ira repressa e di certo non voleva fungere da punching-ball per lasciare che i nervi dell’amico si rilassassero.

« Ehm… fan’s fictions, dunque… - iniziò titubante, con le iridi di cioccolato che vagavano dal viso di Axl ai fogli, e viceversa. – E chi le scrive queste… queste fan’s fictions? »

« I nostri fans, ovviamente! »

Axl sembrava essersi ripreso in un batter d’occhio; adesso il suo viso non mostrava più un’espressione omicida. Era vivace e allegro, con quel giusto e consueto tocco di arguzia che brillava nelle iridi verde chiaro. Il solito Axl, insomma. Slash sembrò rasserenarsi e dentro di sé tirò un sospiro di sollievo: niente punching-ball, grazie a Dio.

« Ah… - mugugnò il chitarrista, grattandosi la punta del naso. – E… e perché scrivono queste cose su di noi? »

Mr. Rose l’osservò a bocca semiaperta, come se la risposta che avrebbe dato in seguito a brevi istanti fosse stata la cosa più ovvia di questo pazzo, pazzo mondo.

« Perché ci ammirano! »

« Ah… »

Perciò, considerò Slash – più intontito che mai -, a conti fatti: se una persona ammirava un’altra persona, venerandola quasi o più di un dio… doveva per forza scrivere quelle dannatissime scempiaggini?

La folta criniera si abbassò come un velo, oscurando il viso regolare del ragazzo.

Axl scrutò con occhi assottigliati il capo chino dell’Hudson. Sembrava quasi abbattuto.

« Sei ridicolo, Slash. »

« Grazie mille – sbottò l’altro, corrucciandosi e rialzando il volto. – Ma è normale reagire così…»

« Una reazione alquanto esagerata. »

Slash roteò gli occhi.

« Dico, ti rendi conto che ci manovrano come marionette? E ci fanno fare per giunta del sesso animale, stando a ciò che c’è scritto qui? – proruppe, accostandosi con un balzo al compagno di gruppo e sventolandogli ad un centimetro dal naso il foglio sempre più martoriato. – Se permetti, preferisco sdegnarmi piuttosto che sganasciarmi dalle risate! »

« Ed è questo il punto! – esclamò Axl con un gesto decisamente teatrale. – Non prendi le cose con filosofia, amico mio! Fattici sopra una bella risata e tutto sembrerà una sciocchezza. Che poi lo è, alla fin fine. È una sciocchezza. »

Slash incrociò le braccia in uno sbuffo, raspando dapprima la folta chioma riccia con una mano.

Una sciocchezza.

Ma sì, dopotutto era solo una sciocchezza…

Slash decise di calmarsi e andò a sedersi al fianco di Axl, tendendo ancora in mano le fan’s fictions.

Tuttavia stentava ancora a credere che al mondo esistessero simili persone con idee abbastanza sconce da far impallidire persino uno come lui.

Chiarendo ovviamente che Mr. Hudson non era un tipo che si sconcertava tanto facilmente.

« Dai, Slash – incominciò Axl, mollandogli una manata dietro la schiena che lo fece quasi cadere in avanti. – Leggiamole insieme! »

Oh, leggiamole insieme, sì! Cosa poteva esistere di meglio al mondo che una lettura erotica spassionata sulla loro presunta relazione amorosa?

Slash sbuffò nuovamente e la sua mano batté la fronte.

« E va bene, dai… inizia tu. »

Fu come regalare un giocattolo costoso ad un bambino. Axl era a dir poco estasiato.

« Perfetto! – esclamò, raccogliendo alla svelta tutti i fogli. – Allora… partiamo dal principio… »

 

*

 

Sarebbe stato meglio non concedere ad Axl l’opportunità di sfogare i suoi istinti animaleschi su di lui.

Sarebbe stato meglio – molto meglio - scendere per prendere una bella birra fresca insieme ai ragazzi.

Addirittura, avrebbe di gran lunga preferito rimpiazzare un punching-ball, piuttosto che… divenire l’oggetto di un momentaneo e squilibrato desiderio carnale.

Adesso il Rose torreggiava sulla sua figura immobile con addosso solo la maglia e un paio di boxer scuri, ghermendo in una mano una di quelle fottute pagine di racconti erotici che li vedevano protagonisti.

« Senti, ascolta questa parte… “Axl strisciò sul letto con movenze sinuose e, reggendosi poi sulle ginocchia, si spogliò della bianca maglietta che fasciava il suo torace perfetto”… ok, niente maglietta bianca e niente letto, ma si può fare. »

Slash rimase sconcertato dai lenti gesti del vocalist.

Sì, perché Mr. Rose era strisciato sul divano, si era sorretto sulle ginocchia a pochi centimetri da lui, e si era tolto la maglia nera con su scritto a cubitali lettere rosso sangue:

“Fuck me, motherfucker”.

Quella maglia tuttavia, pensò il povero ed indifeso Slash, sarebbe dovuta andare a lui, viste le intenzioni di Axl.

« Ehm… Axl? Potrei sapere cos’hai in mente di… »

Farmi.

Oh, sì. Farmi.

Non lo proferì esplicitamente; troppo equivoco… già bastava un Axl Rose totalmente fuori di sé e i quei suoi gesti alquanto lascivi a farlo atterrire. Meglio non dar voce ai pensieri malati di un uomo depravato.

« “Passò le mani lungo le gambe scattanti del chitarrista, per poi risalire fino al suo interno cosce. Gli sbottonò i jeans stretti ed aderenti, sentendo puls-” »

No! Non quella parola!

Il rosso front-man lanciò un’occhiata confusa al viso di Slash e si fermò con la lettura e – soprattutto - con le mani. Seguendo il testo come fosse un manuale, Axl era giunto proprio in una zona parecchio eccitabile del corpo del chitarrista. E quando Slash aveva avvertito le mani del Rose fra le proprie gambe, non era riuscito a non lasciarsi scappare un gemito di… terrore, sgomento? O semplicemente eccitazione?

« Sì? » fece Axl, allungando a dismisura la s e sollevando un sopracciglio.

Per ribattere – visto che la voce gli era del tutto svanita -, Slash scosse il capo. I riccioli scuri si snodarono sul morbido tessuto del canapè come piccoli serpenti.

« Non ti piace, Slash? – sorrise mellifluo Axl; stavolta entrambe le sopracciglia erano arcuate, e quell’espressione gli conferiva un’aria quasi innocente. Peccato che nello sguardo non c’era nulla di ingenuo. Nulla. – Eppure non si direbbe… »

E Slash, abbassando gli occhi e tendendo il collo, non potè che dargli mentalmente ragione: uno strano rigonfio si notava nella zona precedentemente sfiorata dalle carezze di Axl.

Uno. Strano. Dannatissimo. Rigonfio.

Per. Tutte. Le. Donne. Che. Axl. Si. Era. Scopato.

In quel preciso momento, qualcuno bussò alla porta con tenacia.

Entrambi spalancarono gli occhi, agghiacciati.

« Grandissimo stronzo, potevi pure dirmi di aspettare qualcuno! » sibilò rabbioso Axl, puntando lo sguardo omicida nuovamente sul ragazzo sotto di lui.

« E tu potevi benissimo evitare tutto questo… questo… »

Il battente della suite, con enorme sconcerto dei due musicisti, si spalancò all’istante. Un enorme deretano fece capolino dalla soglia aperta, intento ad ancheggiare sinuoso e all’indietro per far entrare un carrello colmo di cestini di frutta.

« Signor Slash, ho qui quello che- » La cameriera s’interruppe. Fortunatamente il divano dava le spalle alla donna, che in tal modo non aveva notato l’indecorosa scena che stava ospitando.

« Ma signor Slash, è in camera? »

Axl portò una mano sulla bocca di Slash, tappandogliela senza tanti complimenti. Gli lanciò uno sguardo che era impossibile fraintendere: sospira soltanto e ti ammazzo. Ecco il messaggio che gli occhi vispi e, in quell’attimo, collerici di Mr. Rose trasmettevano. Breve e conciso; più diretto di così… si muore.

Tuttavia il ricciuto chitarrista non poté non trovare la situazione molto… stimolante, in un certo senso. E Axl fu il primo ad accorgersene.

« Oh, dannazione! »

Il cantante saltò letteralmente da sopra il proprio compagno, come un gatto scottato dalla pentola bollente poggiata sui fornelli.

« Oh, santo Iddio! »

Ecco, ci mancava solo la cameriera…

Slash portò una mano fra le proprie gambe, per coprire la crescente eccitazione, e l’altra al viso color porpora, sugli occhi chiusi.

Dannate fan’s fictions e dannate cameriere!

E dannato Axl!

 

 

 

Prima di chiudere…

 

Tutta questa idiota vicenda è nata grazie ad un’approfondita lettura sulla vita, le memorie e gli spassi di Monsieur Saul Hudson. Mi è saltato all’occhio una parte di intervista che gli è stata fatta tempo addietro.

“La cosa che più t’imbarazza di tutto?”

“Essere trovato nudo nella mia stanza dalle cameriere”

Ok, ok. Non sarà simile a ciò di cui ho trattato io, ma siamo sempre lì: l’invadenza delle cameriere XD

Ah, quanto vorrei essere stata una sua cameriera…    

 

Ringrazio moltissimo chi ha recensito la mia scorsa prima fanfiction sui Guns. Gentilissime, ragazze! ^^

 

   
 
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