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Autore: El_Roy    23/01/2013    4 recensioni
Salve a tutti. Cosa direste alla Morte se un giorno semplicemente comparisse nel vostro salotto? Questa è la mia personalissima versione della cosa, che spero sia mortalmente deliziosa...mortaziosa, insomma.
Grazie del vostro tempo.
Genere: Comico, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Sventure Venture'
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-Whops, sono un po' in anticipo.- disse il divano. Anche se, ripensandoci con calma, i divani non potevano parlare. Il giovane seduto su un divano che aveva senz'altro visto giorni migliori, magari nella sua precedente vita dove probabilmente era un ricco sofà di qualche nobiluomo, si voltò facendo balzare la ciotola di patatine che teneva in grembo. Gettò un occhio al pesante lampadario d'ottone che oscillava malinconico come una barca sul mare sopra di lui, poi saettò con lo sguardo verso la TV spenta, ma non c'era nessuno lì con lui. Decise di ignorare il fatto.
-Ehm. Come dire. Ho un sacco di lavoro da fare, sul serio. Sono sommersa di faccende e procrastinare vorrebbe dire sconvolgere un po' le cose. Visto che comunque è questione di minuti, che ne dici se affrettiamo un po' le cose?- Il ragazzo continuò a mangiare beato, passandosi la mano tra i capelli come a rafforzare l'idea nella sua testa che i divani non possono assolutamente parlare.
-Non ti risponderò.- si fece scivolare tra le labbra distrattamente.
-Che rude.- replicò il divano. -Eppure non ti ho fatto niente.-
-I divani non parlano. E visto che non mi stai parlando, io non ti risponderò. Chiaro no?- scrocchiò uno stuzzichino tra le fauci e si accomodò sculettando sul cuscino.
-Chiaro, chiaro...se io fossi effettivamente un divano.- Lentamente si alzò dalla sua seduta e scandagliò la stanza come un radar, in cerca del misterioso partner di conversazione che si era infiltrato nel suo salotto. Fu abbastanza strano, perchè per un attimo l'aria nell'angolo più vicino a lui tremolò come in fiamme e una sagoma iniziò a prendere forma. Dapprima comparve lo smoking, splendido e antico al tempo stesso e con una lunga cravatta stretta nera come l'abisso. La camicia sotto era di un bianco pallido senza sangue e i pantaloni lunghi tubi che si gettavano direttamente nel pavimento. Si avvicinò alla figura giusto in tempo per vedere spuntare la faccia scheletrica, le mani prive di pelle o unghie ma con un Martini stretto in una di esse e, cosa più terribile, una bombetta dell'800 che nessuno avrebbe avuto il coraggio di indossare.
-Quindi non sei un divano.- si accertò titubante squadrando lo smilzo vestito a festa.
-Oh, no. Sai bene chi sono. Non potevi vedermi perchè...beh, perchè non sei ancora passato nel mio team, ma, ehy! Che Morte sarei se ogni tanto non facessi uno strappo alla regola?- disse Morte mentre colpiva la spalla del ragazzo con dei piccoli pugni amichevoli con qualcosa sulla faccia che probabilmente sarebbe stato un sorriso se avesse avuto qualche straccio di pelle a coprirgli il teschio.
-Ah-ha. E...perchè sei qui, se posso chiedere?- chiese falsamente ingenuo il tipo.
-Oh....oh oh oh! Sei uno spasso, sai? Davvero, davvero uno spasso.- rispose trangugiando il Martini che portava in mano. Il ragazzo inarcò il sopracciglio in direzione del drink, come in cerca di una spiegazione nel vetro trasparente.
-Oh questo?- chiese Morte notando lo sguardo. -Beh, ero ad una festa. Ma si sa, dal mio lavoro non si stacca mai. E poi stavolta ospitava Carestia...insomma, non sto a raccontartelo. Poco cibo, un sacco di discorsi; Pestilenza che starnutisce in giro, Guerra che litiga con tutti....un vero mortorio dopo le prime diecimila volte.-
-Capisco.- annuì l'altro. -Comunque non posso venire via con te. Ho...cose da fare.-
-Tipo cosa?- chiese la Morte puntando una cavità oculare verso la sua prossima mietitura.
-Cose. Cambiare la lampadina nel bagno, ad esempio.-
-Hai ancora del tempo, posso aspettare.-
-Mh. Finire l'ultimo cofanetto di "Buffy".-
-Alla fine Spike muore.- rispose beffardo il teschio in smoking. L'altro si abbandonò di nuovo sul divano, mentre lo scheletro compariva con un puff di fumo seduto accanto a lui.
-Imparare a suonare l'ukulele.-
-Avrai tutto il tempo che puoi immaginare una volta passato di là. Beh, questo non è del tutto vero perchè sarai...un po' diverso. Niente gambe, braccia, testa, capelli o scarpe. Sarai un'idea, un ricordo nella mente dei vivi e uno sbuffo di vapore nel cielo. Ma, suvvia, avrai tempo.- spiegò Morte mostrando i due ossuti pollici in segno di approvazione.
-Ed è tutto qui allora?- 
-Tutto qui in che senso?- chiese Morte finendo il Martini e ficcandosi un'oliva nella cavità oculare notando poi con disappunto che questo non fece assolutamente ridere nessuno dei presenti, per quanto pochi. Un bel trucco sprecato.
-Compari qui da una festa, mi dici di venire con te e fine. Nessun discorso sul "Passare Oltre", su "L'importanza della Vita", sul "Grande Disegno che Tutti Seguiamo". Niente di niente?-
-Che vuoi ti dica. Se non altro il cibo non è male, se tu mantenessi una bocca per gustartelo. E poi ho fretta di tornare alla festa, stasera un dio panzuto e uno dalla folta barba bianca si sfidano in un incontro di wrestling dove i miracoli non sono permessi.-
-Avevi detto che la festa era noiosa.- imbronciò il giovane.
-Morte beffarda. Ah!- rispose la Morte.
-E allora fottiti, io non ci vengo.- replicò l'altro incrociando le braccia e voltando le spalle alla Morte, cosa che non sembrò lui molto saggia una volta che ci ripensò a cose concluse. Morte parve accusare il colpo, e si fece più vicina al ragazzo pizzicandogli le guance. Al posto del Martini, adesso svettava la bianca falce di luna, passaggio per l'oltretomba.
-Oh, non c'è bisogno di fare i permalosi ora. Vedrai che ti piacerà e mi sembri un tipo simpatico. Magari quando ho un po' di tempo potrei venire a farti visita e portarti quel cofanetto di "Buffy" che volevi finire, che ne dici? E che non si dica in giro che sono una Morte impietosa. Avanti guardami, sto sorridendo per te.- Il ragazzo si voltò, ma ovviamente l'espressione dipinta sul volto che lo fissava (?) era sempre la stessa.
-Uhm. Si, scusa, sono stato un po' impulsivo. E' che tutto questo mi sembra un attimino azzardato. Ho 21 anni, sto abbastanza bene di salute e tu piombi qui, ti fingi il mio divano e poi mi dici che il mio tempo è scaduto. Sono rimasto un secondo spiazzato, abbi pazienza.-
-Oh, non ti preoccupare.- fece comprensiva la Morte. -Scuse accettate, tutto come prima. Ora, se non ti dispiace credo che il tuo tempo stia proprio per finire.- Il ragazzo sbuffò e alzò gli occhi al cielo incontrando il lampadario tintinnate. Adagiò le mani sulle ginocchia e sbuffò forte, per poi sospirare.
-Farà male?- chiese con un'espressione che avrebbe fatto concorrenza ad un cucciolo di cerbiatto dentro una vasca da bagno che cerca disperatamente di uscire affacciandosi sul bordo.
-Oh. Beh. Più o meno come un lampadario in testa.-
-Più o meno come cosa?- chiese il cerbiatto, prima che il grosso lampadario oscillasse per l'ultima volta e con un poderoso "clack" si staccasse dal soffitto travolgendo e schiacciando il giovane sotto il suo peso di metallo. Morte annusò l'aria che come sempre sapeva di menta a zolfo, inebriandosi di quel momento. Non avrebbe scambiato il suo lavoro per niente al mondo. Dal corpo del ragazzo, si staccò una piccola nuvoletta di grigiore. Dapprima parve un po' disorientata, e con qualcosa di molto simile agli occhi per concetto ma non per forma, si guardò intorno indecisa sul da farsi. Poi ondeggiò lentamente verso Morte che la cinse come poteva più o meno all'altezza di ciò che un tempo erano le sue giovani spalle.
-E' tempo di andare.- disse voltandosi verso l'uscita della stanza.
-D'accordo, andiamo.- rispose la nuvoletta. Poi si fermò di botto, come se si fosse ricordata qualcosa di enorme importanza e si voltò a guardare Morte. Sguardo nello sguardo.
-Posso avere uno smoking come il tuo?-
-Ma certo, mio caro. Ma certo.-
   
 
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