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Autore: Fabio93    26/01/2013    10 recensioni
Chiara è davanti al suo computer, al sicuro dentro i confini ben conosciuti della sua cameretta, quando un improvviso black-out inghiotte il suo mondo. È sola, in quel buio pesto? Quei rumori, che sembrano grattare sui muri esterni alla ricerca di un'entrata, non sembrano quelli del vento...
Genere: Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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BUIO PROFONDO


Chiara siede davanti al pc; la luce pallida del monitor le illumina il volto assorto, dando forma alla sua stanza in cui non c'è altra luce accesa.

Fuori, il vento soffia con rabbia, portando con sé lo scricchiolio di foglie secche.

Chiara sbadiglia ed inserisce i propri dati nel sito di scrittura, accedendo al proprio account.

-Vediamo un po'- dice al fido portatile, cliccando sulla voce “gestisci storie”.

Visualizzazioni: 128.

Recensioni: 2.

-Che stronzi!-

-Chi?-

La ragazza si gira di scatto, sorpresa dall'arrivo furtivo della madre, che le rivolge uno di quei suoi sorrisi affettuosi ma un po' tirati.

-Di chi parli?- le chiede ancora, accendendo la luce e illuminando poster di popstars ed una notevole collezione di peluche sparsi in ogni dove.

-Di nessuno...-

-Va bene...volevo solo chiederti se per te va bene se mangiamo-

-Non aspettiamo papà?-

-No, piccola, oggi arriva tardi: ha una cena di lavoro-

-Oh- Chiara guarda l'ora sullo schermo: le sette e mezza -Sì, per me va bene-

-Ok, allora accendo il forno...fra un po' scendi pure-

La madre, alta e in forma, vestita in abiti casalinghi stinti, si gira e fa per uscire.

-Spegni la luce- le ricorda la figlia.

L'attimo dopo la penombra riavvolge le sagome della camera e gli occhi della giovane si posano nuovamente sul monitor.

Una raffica di vento improvvisa fa scricchiolare la casa, penetrandovi con mille spifferi freddi e qualcosa, in giardino, cade con un tonfo sordo.

Chiara spera solo non sia di nuovo il tabellone del basket, poi il tonfo si ripete, ancora più forte.

E più vicino.

Chiara distoglie gli occhi da pc e guarda la finestra chiusa, come se potesse vederne la causa. Un altro rumore, e un altro subito dopo.

Che diavolo è?

Fa per alzarsi quando un colpo secco investe le persiane di legno, facendole tremare sotto la sua forza; Chiara ricade sulla sedia, spalanca gli occhi e stringe le dita attorno ai braccioli.

Tutto si spegne.

La ragazza si ritrova col fiato corto, aggrappata alla sedia come se stesse per spiccare il volo; sta sudando e le ci vuole qualche secondo per superare lo spavento e capire che è andata via la corrente.

Ma quel rumore che cavolo era?

Forse il vento.

Comunque, è finito; potrebbe aprire la finestra per dare un'occhiata, ma qualcosa le dice che non sarebbe una buona idea.

Prende qualche respiro profondo per tranquillizzarsi e si alza; solo adesso capisce quanto sia totale il buio in cui è immersa: i confini della sua stanza sono completamente fuori vista, e l'oscurità è una presenza quasi fisica che le preme sugli occhi quando cerca di orientarsi.

Con una mano davanti al volto muove qualche passo incerto, fino a trovare il muro più vicino per poi seguirlo verso l'entrata della cameretta.

-Mamma!- chiama, e la sua voce sembra perdersi nell'infinito -Mamma?! È andata via la luce! La riattacchi?-

Adesso Chiara è fuori dalla stanza, ma la madre non risponde.

Che non la senta, dal piano di sotto?

-Mamma!- riprova, più forte.

Nulla.

Solo il vento che fa gemere la casa, chiuso fuori da muri ora invisibili.

“E va bene” si dice e muove i primi passi incerti nel salone, diretta alle scale della tavernetta: sotto c'è il pannello dell'elettricità, dovrà armeggiarci un po' ma è sicura che se la caverà.

Al buio tutto sembra alieno e distorto, come se oggetti prima solidi e tangibili fossero ora solo presenze fluide, pronte a cambiare forma non appena si distoglie lo sguardo.

È fortunata a non essere ancora inciampata.

Dovrebbe essere ormai a pochi passi dalle scale, ma non riesce ancora a vederle: anche la luce salvavita è fuori uso.

-Mam...-

Un colpo spaventoso le strappa un grido; Chiara si porta le mani alla bocca e si gira: il rumore veniva da dietro di lei, da dentro casa.

Ma ovviamente dietro di sè vede solo un pozzo d'inchiostro nero, che può essere vuoto, o...

Un secondo colpo scuote il pavimento e Chiara sente il terrore gonfiarle il petto, mozzandole il respiro e facendole cedere le ginocchia.

Qualcosa, nell'ombra, respira.

-Mamma! Aiuto!- gracchia, incapace di urlare.

Riallunga la mano verso il muro...e non lo trova.

Per un attimo sente il terreno mancarle da sotto i piedi: non è possibile! Si lancia verso le scale, alla cieca, muove qualche passo e sbatte la testa contro una parete.

Intontita barcolla; non sa se il rumore si è ripetuto: il battito frenetico del suo cuore sovrasta tutto il resto.

Ma quella cosa, qualsiasi cosa sia, è lì da qualche parte, che la cerca come lei cerca le scale, Chiara ne è sicura e riprende a camminare: la luce, deve riaccendere la luce!

Poi eccole: le scale, illuminate fiocamente dalla finestra posta sopra di esse.

Ci si lancia a capofitto, per la prima volta ricorsa veramente da un mostro in agguato proprio dietro di lei, forse in cima alle scale, forse ad un passo da afferrarle il piede.

Al termine dei gradini gira verso sinistra, dove sa di trovare il quadro dell'elettricità, e continua a chiedere aiuto; eppure non riceve risposta: com'è possibile che la madre non la senta? Dove cazzo si è cacciata?

Per poco non sbatte ancora contro il muro:quel corridoio è un vicolo cieco, ma è un bene, perchè proprio davanti a lei c'è il quadro elettrico e non deve fare altro che riaccenderlo e tutto andrà a posto.

-Ti prego, ti prego, ti prego...- aziona tutte le leve, non sapendo quale sia quella giusta.

Ma non succede nulla.

-Cristo, perchè non funzioni!- sbatte i pugni contro quel fottuto quadrato di plastica insensibile, il volto rigato da lacrime che nemmeno lei può vedere.

La porta della tavernetta, dall'altra parte del corridoio, scricchiola.

Chiara si gira, scossa dai singhiozzi, incapace di capire perchè tutto questo stia succedendo proprio a lei.

Davanti a sè ha solo un'oscurità totale e silenziosa come una tomba.

-Mamma...?-

La porta della tavernetta si spalanca e una luce rossa come il sangue squarcia le tenebre, le apre come un bisturi proiettandole addosso un'ombra disumana, orribile, scura, come un vuoto nell'universo.

Chiara grida e le sue grida si fondono con l'ululato della belva e il suo sangue abbevera quella luce rossa, rossa e senza pietà.

Un attimo dopo tutto finisce così come era iniziato.

Nel buio, e nel silenzio.



Ed eccoci alla fine dell'ennesima storia horror di mia fattura. Spero sia stata di tuo gradimento! Lascia una recensione, se vuoi: tutti i pareri sono ben accetti e sarebbe una gran bella ricompensa, per me, sapere cosa ne pensi di quella che, alla fine, è una parte di me. Altrimenti, alla prossima! ; )

   
 
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