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Autore: Caster_Gamer    27/01/2013    2 recensioni
-Seconda Parte di "Alex, L'Isola che Non c'è."
Alex, Ryan, Mark e Peter sono tornati sulla Terra da ormai due anni.
Nessuno di loro però ha dimenticato perché erano lì e Peter si accorge che il tempo scorre.
Nonna Kate lascia in eredità ad Alex uno strano scrigno che porterà lei e i tre ragazzi a vivere un'avventura capace di "riportarli indietro".
Genere: Comico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Campanellino, Nuovo personaggio, Peter Pan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 8

 

« Mamma! Mamma! » la bambina cominciò a chiamarla senza avere nessuna risposta, non la sentiva dato che parlava seduta sulla panchina con un'amica.

« E questa bambola ha il morbillo, le cade la testa, si macchia di verde » invece il bambino di fronte a lei stava massacrando la sua povera barbie.

« Sei cattivo! » gli urlò seduta sull'erba « Aiuto! La mia Wendy! » le lacrime cominciarono a solcare le gote della bruna, che cercava di reprimerle stropicciandosi gli occhi.

« Hahaha quanto sei scema! È solo una bambola! »

La barbie che il bambino teneva fra le mani gli fu tolta bruscamente ed alzò gli occhi, un altro bambino lo stava fulminando con lo sguardo.

« Lasciala in pace! » disse cacciandolo via, i due si fecero una linguaccia a turno e subito dopo si sedette di fronte alla bimba.

« Non piangere, le principesse non piangono. » cercò di consolarla asciugandole le lacrime, lei tirò su col naso.

« Grazie ma...io non sono una principessa, io sono la prima Bimba Sperduta! » esclamò sorridendo, lui ricambiò subito.

« Finalmente ti ho trovata! Io sono Peter Pan! » estrasse dalla tasca una finta spada di legno e lei sgranò gli occhi grigi.

« Che bello! Portami con te sull'Isola che non c'è! » la bambina balzò in piedi cominciando a saltare entusiasta.

« D'accordo, ma prima dimmi il tuo vero nome. »

« Alexandra Jessica Dawson, ma puoi chiamarmi Alex! » si presentò facendo un lieve inchino, lui le prese la mano.

« Allora seguimi! Seconda stella a destra e poi dritto fino al cammino! »

I due bambini cominciarono a correre felici per le giostre, saltarono sulle pietre, scivolarono sugli scivoli, dondolarono sui cavallucci e volarono con le altalene.

Alex non si era mai divertita così tanto con un altro bambino o bambina.

Il suo sorriso rispecchiava la felicità assoluta.

***

« Peter? » lo chiamò la bambina in uno dei tanti pomeriggi nei quali giocavano insieme.

« Dimmi. »

« Non mi hai mai detto il tuo vero nome. »

« Oh, hai ragione! » il bambino si strofinò i capelli rossi e sbarazzini con le mani sporche di fango, quindi le porse la mano mettendosi in piedi « Io sono Matthew, ma tu chiamami Mat! »

« Mat...che bel nome! » commentò lei sorridendogli.

« Sì lo so, anche Alex lo è! »

« Sai, hai tutti i capelli sporchi! » costatò ancora la bimba ridendo, lui se li stropicciò cercando di pulirseli « Ma così peggiorano! Hahaha »

« Allora aiutami tu! Scansafatiche che non sei altro, insomma un po' di rispetto per il grande Peter Pan! » urlò fiero, lei gli fece la linguaccia.

« Tu sei soltanto Matthew! »

Il bambino abbassò lo sguardo triste, gli occhi verdi erano delusi.

« C'è qualcosa che non va? » gli chiese Alex avvicinandosi a lui, che rivolse la testa dall'altra parte.

« Lo sapevo...se ti dicevo il mio nome tu non mi volevi più bene come prima... » ammise.

« Cosa!? Ma non è vero! » lo abbracciò stringendolo forte, lui ricambiò subito l'abbraccio « Io ti vorrò sempre bene, sei il mio migliore amico Mat! »

« Anche tu lo sei Alex... »

 

 

Alex si mise subito in piedi tenendo il capo basso, i capelli le coprivano gli occhi grigi.

« Scusate, ho bisogno di stare da sola. » mormorò facendo per uscire da quel salone, Peter andò verso di lei.

« Stai bene? » le chiese preoccupato, lei continuò ad avanzare.

« Sì, per favore Ryan accompagnami nella mia camera. »

« Questa è casa mia ma comunque... » mormorò il bruno facendo come lei gli aveva detto, Mark li raggiunse.

« Alex mi sembri strana, sicura che- »

« Ho detto che sto bene. » lo interruppe bruscamente alzando lievemente la voce, il capo rimase basso.

Mark inarcò un sopracciglio rientrando poi nel salone, Neal teneva lo sguardo rivolto a terra.

« Tu sai cos'ha. » insinuò il biondo, l'albino lo guardò sospirando.

« Storia lunga, è comprensibile che faccia così...la persona di cui più si fidava da bambina ha...ha ucciso i suoi genitori. E quel che lei non ricorda è davvero tanto. »

« Cosa!? » Mark sgranò gli occhi « Davvero lei... »

Sospirò, qualsiasi cosa avesse detto non sarebbe servita a nulla.

Nel frattempo Ryan aveva già accompagnato Alex nella camera che le aveva dato, lei fece subito per chiudere la porta ma il ragazzo la fermò.

« C'è qualcosa che non va, vero? » domandò facendosi subito serio, la ragazza continuò a guardare il pavimento.

« Ho detto che sto bene, perché continuate a chiedermelo? Come se v'importasse realmente qualcosa. » rispose seria, il suo tono di voce anche se basso emanava tanto disprezzo.

« Certo Alex, a differenza di altri noi ci interessiamo davvero a te, possibile che non lo capisci? A volte mi sembri proprio una bambina. »

« Una bambina stupida ed indifesa, beh effettivamente anche adesso lo sono. Cavolo quanto sono stupida...mi fido sempre delle persone quando non dovrei. »

Ryan l'abbracciò stringendola forte, era la prima volta che le dimostrava un affetto pulito e reale.

Alex sgranò gli occhi cercando di non piangere, rimase impassibile per non farsi ingannare...anche lui c'era sempre stato per lei.

E invece alla fine le aveva rovinato la vita.

« Ryan lasciami stare! » lo spinse via entrando subito nella camera e chiudendogli la porta in faccia, si gettò sul letto stringendo il cuscino e reprimendo le lacrime.

« Non devo più fidarmi di nessuno! Non farò più la figura della scema! »

Scosse la testa mordendosi le labbra, ricordava benissimo tutti i momenti passati con quello che credeva essere il suo migliore amico...lui era l'unico che sembrava comprenderla in quegli anni.

 

 

Quel giorno pioveva a dirotto, il cielo era grigio e la gente passava tra le lapidi reprimendo le lacrime con fazzoletti di seta.

Era vestita interamente di nero come molta altra gente, lo sguardo era rivolto sull'erba umida e scura per evitare di fissare quei nomi scritti sulle due pietre vicine.

Sapeva di essere rimasta in coma, si era risvegliata dopo un mese a quanto pareva ed i suoi genitori erano morti in quell'incidente che l'aveva risparmiata.

Sulla pancia aveva una cicatrice che ogni tanto le bruciava, proprio in quel momento sentì una scossa e se la toccò stringendo i denti.

Qualcuno l'abbracciò da dietro posando il mento sulla sua spalla, lei trasalì.

« Alex, sono felice di vederti in piedi finalmente. »

Era stata Mat la prima persona a vedere al suo risveglio, dalla prima volta che si erano incontrati lui c'era sempre stato.

« Mi dispiace tantissimo...ti starò sempre accanto è una promessa. » le dette un bacio sulla guancia e lei si voltò di scatto verso di lui stringendogli la giacca nera.

Affondò il volto sul tessuto che si inumidì subito per colpa delle lacrime, e pensare che aveva promesso a se stessa di non piangere più davanti a lui.

« Mi manderanno dai miei zii che abitano a Londra...non posso più rimanere qui, non ci vedremo mai più! Mat...io non capisco! Perché tutti mi stanno abbandonando...perché!? »

Le lacrime non riuscivano a fermarsi, lui le accarezzò i capelli singhiozzando.

Anche lui stava...piangendo?

La strinse forte a sé, ed Alex ricambiò.

« Ti sbagli...tu stai abbandonando me...ancora...ma io ti voglio bene e tu...te ne vai così? »

« Non l'ho scelto io! Non piangere Mat ti prego! » si allontanò poco da lui e gli asciugò le lacrime con le dita « Mi dispiace! Ma ti giuro che un giorno ci rivedremo, è una promessa! »

Matthew mise un sorriso strano, gli occhi verdi erano coperti dai capelli rossi come il fuoco.

« E staremo sempre insieme, non è così? »

La sua voce era acuta, quasi le metteva paura.

« S-sì...certo! »

Alex non sapeva cosa voleva farle capire con “sempre”, sperava solo che non si fosse fatto strane idee.

« Quindi è una promessa, quando ci rincontreremo verrai con me: le promesse vanno mantenute. »

I suoi occhi divennero neri come la pece, del fumo li circondava e si sentiva come in trappola.

« Mat...Mat che sta succedendo!? »

 

 

« Le promesse vanno mantenute Alex. »

Si mise seduta di scatto e voltandosi dall'altra parte vide in piedi un ragazzo dai capelli rossi come il fuoco, gli occhi di un nero molto profondo ed indossava una maglietta dello stesso colore degli occhi con sopra una giacca nera, i jeans scuri cadevano sulle scarpe.

Alex sgranò gli occhi, attorno all'erba sulla quale era seduta del fumo nero invadeva l'intero luogo.

Il cielo era cupo, pioveva violentemente ed il ragazzo le porse la mano tenendo con l'altra un ombrello nero.

« Ci siamo rincontrati...staremo insieme per sempre. » si avvicinò tenendo sempre la mano tesa verso di lei, il sorriso era dolce, e gli occhi erano diventati verdi.

La ragazza curvò le labbra all'insù mentre sentiva le lacrime solcarle le guance.

« Mat...sei tu... »

« Sì, certo che sono io! Ti aspetto da tanto tempo! Vieni qui, abbracciami! »

Anche lui pianse, il sorriso sembrava essere sincero e felice dopo tanto tempo...come poteva ignorare l'aiuto del suo migliore amico?

Si alzò e sfiorò appena le sue dita, quando una voce ruppe l'atmosfera che l'avvolgeva.

Si trovava nella stanza dove si era svegliata quella mattina, il ragazzo davanti a lei guardò verso la porta dalla quale provenivano urla e spintoni.

« ALEX! ALEX NON FARE NIENTE! NON TOCCARLO! »

La voce di Neal le stava dicendo qualcosa, ma lei non riusciva bene a capire cosa.

« Alex! Fa come dice lui ti prego sta ferma! » anche Peter parlava, ma l'unica cosa che riusciva a capire era il suo nome.

« Alex lasciali perdere...vogliono dividerci! Io sono il tuo unico vero amico, non ti ho mai abbandonato, ti ho cercata ovunque! » la voce di Mat era quasi supplicante, le lacrime erano vere...poteva percepire il suo dolore...

« Mat...io mi fidavo di te...ma tu li hai uccisi... »

« Ti sbagli! » urlò lui gettando a terra l'ombrello nero « Io non li ho uccisi...ho semplicemente assistito alla scena. Non ho potuto fermarli...Alex davvero non ricordi? »

Le sue labbra si muovevano in un tic, come se trattenessero a stento un sorriso.

Alex sentì un forte dolore alla testa e se la premette sedendosi poi sul letto, in quel momento la porta si scaraventò contro il muro.

« ALEX! »

Mark corse verso di lei, una liana nera fece per colpirlo ma una verde lo prese facendolo indietreggiare.

« Non ti lascerà passare, ha trovato uno spiraglio nel suo cuore e sta entrando nella sua testa modificando i ricordi a suo piacimento...gli elfi oscuri sono come i demoni, ma il loro intento non è solo mangiare e saziarsi...provano a distruggere gli esseri umani lentamente per divertimento, perché sono creature della Terra che loro odiano. » spiegò Neal, l'altro elfo si voltò verso di lui con gli occhi completamente neri, neanche la parte bianca si poteva vedere.

« Gli esseri umani...sono proprio divertenti quando vogliono. » disse sbottando a ridere in modo cattivo, come se non gli importasse realmente nulla della ragazza che si dondolava sul letto scuotendo la testa.

« SEI UN MOSTRO, UN LURIDO VERME! TI SEI DIVERTITO A PRENDERLA IN GIRO IN QUESTO MODO! CHE ESSERE SPREGEVOLE E- »

Mark fu scaraventato contro la porta rotta sbattuta al muro, altre liane nere gli avvolsero mani e piedi stringendogli anche al collo.

« Non osare dirmi niente su quello che ho fatto, non mi pento di niente! »

Per un attimo i suoi occhi diventarono verdi, in quel momento Neal e Brian lo afferrarono con le loro liane naturali riuscendo ad immobilizzarlo del tutto.

« Alex! Vieni qua! »

« Alex no! Vogliono nasconderti la verità! »

La ragazza sollevò appena la testa e guardò Peter con le lacrime agli occhi, lui corse verso di lei ma si fermò quando sentì un urlo.

« Hahahahaha cosa c'è Mark, perché stai diventando viola? » l'elfo oscuro si divertiva a ridere del ragazzo che sentiva ormai la pelle sul punto di lacerarsi.

« Peter... » Alex lo chiamò stropicciandosi gli occhi, il ragazzo allungò una mano verso di lei ma ancora un urlo lo bloccò.

Strinse i denti, non sapeva che fare! Un altro passo e Mark sarebbe morto...

Ma se rimaneva lì fermo chissà che piega avrebbe preso la situazione.

Rimase immobile finché Alex non si ricompose.

« Matthew, fermati. »

 

 

 

 

 

 

 

Nota dell'autrice: Ecco qua il mio piccolo spazio; come al solito spero di avervi incuriosito anche se forse penserete “Sì ma quand'è che partono per questo viaggio? Vuoi ancora tirarla per le lunghe!?” e rispondo: “Se ogni capitolo durasse quanto quello di un libro stampato allora sarebbero sì già partiti, ma nessuno mi seguirebbe”.

Vi ringrazio per le recensioni e a chi continua a seguirmi, vi chiedo di recensire anche questo capitolo e spero che sia in ogni caso di vostro gradimento ^^

Matt_Kun

  
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