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Autore: Akrois    27/01/2013    1 recensioni
Sorridendo, si chinò accanto al bambino – Cerchi la tua mamma, piccolino?- domandò Bastian Huber, passando un dito fra le sabbia e la cenere.
[ergo, come trasformare una pessima barzelletta in una flashfic tristissima]
Genere: Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Olocausto
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Tua mamma.

 

 

 

 

 

 

C’è qualcuno, nel campo. Il suo nome è Zeev Cademann, anni quattro, di professione bambino.

Zeev Cademann, anni quattro, giocava con la sabbia. Piccole dita rosee e manine paffute come piccole pagnottelle fresche affondavano nella sabbia, sollevandola, scavandola, plasmandola al suo volere.

Non sapeva di star giocando a fare Dio, di anni quattro Zeev Cademann, ma un giorno se ne renderà conto, forse.

Verso di lui giungeva Bastian Huber, anni trentadue, di professione Obersturmführer delle SS.

Aveva le mani protette da morbidi guanti di pelle e lasciava scorrere le dita sul calcio della pistola. Al contrario del bambino, lui era perfettamente consapevole di star giocando a fare Dio.

Sorridendo, si chinò accanto al bambino – Cerchi la tua mamma, piccolino?- domandò Bastian Huber, passando un dito fra le sabbia e la cenere.

- No- disse il di quattro anni Cademann Zeev, sorridendo angelicamente come solo i bambini che non conoscono la cattiveria del mondo possono sorridere – cerco la tua.

Bastian Huber, di anni trentadue, rimase immobile accanto al bambino, con un dito nella sabbia e una mano sulla pistola.

In qualcosa come il tempo di un respiro, di un battito d’ali e di un porcamadonna strillato dal Kapò del blocco sei, Bastian Huber (di mestiere Obersturmführer delle SS) si rese conto che erano quasi sei mesi che non riceveva più notizie di sua madre, che la bella casa a Unter Der Linden in cui viveva sua madre era stata affidata a qualche lontano cugino, che suo padre non rispondeva alle sue lettere, che aveva visto il cognome Huber su una lista, che gli pareva di aver sentito qualcuno chiamarlo per nome, in mezzo al campo, qualche giorno prima.

Come perso in un sogno listato a lutto e colmo di urla, Bastian Huber prese fra le braccia Zeev Cademann, stringendosi al petto il bambino. Da parte sua, Zeev Cademann gli allacciò al collo le piccole braccia morbide e poggiò una guancia rosea sul suo petto.

In mezzo alla sabbia che volteggiava, di anni trentadue Bastian Huber e di anni quattro Zeev Cademann si dirigevano verso il cancello.

 

 

 

 

 

 

 

 

Logicamente, una vedetta li abbatté entrambi sei metri prima.

 

 

 

 

 

A.Corner____

Stranamente non ho commenti per questa storia.

 

 

 

   
 
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