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Autore: FrecklefaceMnemosyne    19/08/2007    12 recensioni
Una Rupert/Emma (tanto per rimpolpare la categoria) senza grandi pretese. Tra patemi, dubbi esistenziali e Ciak Si Gira, la saga di Harry Potter ha ormai preso una piega precisa: all'uscita del settimo libro, due protagonisti rivedono il loro rapporto. L'unico dogma è tenere bene a mente una cifra: centoquarantanove...
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Emma Watson
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Les étoiles de Harry Potter à Paris

Les étoiles de Harry Potter à Paris

Scoop ! Romantique Promenade pour Watson et Grint

 

Passo i polpastrelli sul ritaglio di giornale tra le mie mani, e non posso fare a meno di sorridere.

Al nostro ritorno in hotel, Rupert ed io non siamo stati altrettanto fortunati, rispetto all’andata, intendo. Forse perchè aveva quasi smesso di piovere; forse perchè qualcuno aveva soffiato un’informazione di troppo; o forse, semplicemente perché i giornalisti avevano finito di bere il caffè mattutino: non l’abbiamo mai saputo. Ma al rientro, i paparazzi erano bello che appostati. Che senso avrebbe avuto spremersi le meningi su un diversivo? Non ce n’erano. Così, il mio collega ed io non abbiamo potuto far altro che smontare dalla Mini (con l’unica accortezza di parcheggiare ad una certa distanza dall’entrata, in modo da non farci fotografare da soli in macchina), ed avviarci verso l’entrata.

E bum, bam, bom, frittata fatta. “Miss Watsoooòn! Un souris!” e urla, e flash, ed un tallonatore in particolare spinto via da Rup col gomito come fosse un fuscellino, e poi ancora flash, e flash, e flash, abbastanza per riempirci un album. Parentesi di pace conclusa, e peccato che fosse durata così poco...

Ricordo di essermi sfiorata le labbra nervosamente ancora una volta, appena oltre le blindatissime porte di vetro del 5 stelle. Così, non so perchè, e non erano più rosse. Nessuno avrebbe capito, almeno su questo potevo stare tranquilla.

I giornali erano usciti la mattina dopo, prestissimo, e Rupert mi aveva passato questo ritaglio distrattamente, sull’aereo. Leggiucchiando l’articoletto, avevo pensato solo che “casa”, quella sensazione di “casa” che tanto mi era mancata, ormai era vicina, e mi era parso buffo averla pensata così irraggiungibile, almeno finchè Rupert non mi aveva raggiunta e trascinata via.

Intanto, Hermione dentro di me ghignava compiaciuta, rimbombandomi nel cuore con un ruggito degno di una vera anima Grifondoro.

 

 

 

 

 

 

- Emma...

La porta è socchiusa, e l’apro involontariamente bussando, sorprendendo Emma in piedi vicino al letto. Sentendomi entrare, volta il collo con la velocità di un colpo di frusta, e mi sento improvvisamente in colpa. – Perdonami, non volevo, la porta –

- Tranquillo, colpa mia... E poi, di solito, se la porta è chiusa male e tu entri, succede qualcosa di bello – Risponde lei; non so il motivo, ma il suo riferimento a quello che ho fatto a Parigi mi fa arrossire.

Era tanto tempo che non succedeva più, non mi era capitato neanche baciandola (pardon, Ron non era arrossito baciando Hermione, forse perchè... Boh, perchè lo aspettava da tanto tempo); il mio rossore accende anche le sue guance.

- Dimmi pure.

- Sì, ehm... David chiama per un po’ di disposizioni tecniche, e Dan ha bisogno di sostegno morale, visto che tra un’ora bacia Bonnie ed ha il terrore... Sai... – Farfuglio. Ma lei ha capito al volo: - Certo, i trenta ciak con Katie. Non oso pensarci.

Ed ha ragione. Fu una tortura cinese per il mio amico, e se ci ripenso capisco ed approvo che Alfie ci abbia messo in guardia, quella volta.

- Arrivo subito – taglia corto lei, riponendo il foglio di giornale che aveva in mano nella scatola colorata sopra il letto. Mica ho bisogno di chiederle che articolo sia, però lo faccio lo stesso, adoro stuzzicarla, non ho mai smesso.

- Emma, ancora quel ritaglio? Sono passati–

- ...Sei mesi. Lo so, lo so. –

Già. Anche per me è strano, Emma. Non te lo dirò mai, ma lo è anche per me.

- Ma... – si liscia la camiciola con le dita, come se non sapesse che fare con le mani e volesse tenerle impegnate. – Te lo ricordi quel discorso che ti ho fatto quella volta, su... Beh, Dawson’s Creek, e il fatto che con te... –

Le faccio un cenno con la testa, ho capito. Si lamentava che non le attribuivano mai flirt con me, e so anche come si concluderà quello che sta dicendo ora.

- Sì, beh... – Abbassa lo sguardo. – Ogni tanto lo rileggo. Non ti sei salvato neanche tu, e forse sei l’unico per cui lo scoop era davvero motivato. – sussurra, portandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Una ciocca di capelli più scura di quelle a cui mi ero abituato da anni.

 

Da quella lettera sono cambiate tante cose. Emma sta attuando quella che alcuni chiamano “Rivoluzione”, altri “Ritorno alle Origini”. Io semplicemente non do un nome alle decisioni che sta prendendo. Emma ha cominciato ora a fare quello che io faccio da anni: separa Hermione da sé stessa.

Lo vedo da tante piccole, insignificanti cose. Il colore dei suoi capelli, forse, la più eclatante: tre mesi fa, ossia all’inizio delle riprese del sesto film, sono tornati dell’esatto colore di sei anni fa, ai tempi della Pietra Filosofale, e della stessa acconciatura, folta e scarmigliata. Forse, i giornali commenteranno che si è abbruttita, ma io non lo credo: a parte il fatto che è carina comunque, è soltanto... Hermione.

Sul set è attenta, concentrata, non sgarra un colpo, il regista va in estasi. E la sera, quando usciamo tutti insieme a bere qualcosa, torna Emma, con gli abitini chic e le sue risate nervose, gli occhi che ridono, la risposta pronta.

Daniel e gli altri forse non hanno capito questa metamorfosi: so per certo che Dan sospetta parecchio (del resto, quell’articolo in francese con foto annesse l’ha visto pure lui). Ma nessuno se l’è ancora spiegato. Nessuno, tranne me.

E ne vado orgoglioso.

- Fatto. Andiamo?

Emma ha rimesso la scatoletta sotto al letto. Annuisco, e le porgo il braccio. – Signorina?

- Oh, che cavaliere. Rup?

- Sì?

- So che domani ci sono le scene con Lavanda.

- Oh, sì. Me lo ricordo.

- Bene. Perchè la parte-Hermione di me potrebbe non esserne giuliva...

Ridacchio. – Non vedo come la cosa possa turbarmi. I canarini li aggiungono al computer. Sono salvo.

Ci facciamo contagiare un po’ dalle risate, fino ad arrivare alla Sala Grande, dove Dan si prepara mentalmente alla scena incriminata che lo aspetta. Ha bisogno di noi.

- E comunque, - Aggiungo pensieroso, - Tu sei perfettamente in grado di controllare l’Hermione che c’è in te. Tienila a bada.

- Oh, sai... La parte-Emma potrebbe anche decidere di darle man forte.

 

 

 

 

Oddio, che cos’ho detto?

Il braccetto di Rup si scioglie all’istante, e non ho bisogno di vederlo per capire di averlo lasciato senza parole.

Tiro dritto.

 

 

Beh, che dire! Mi serviva un capitolo di transizione prima di Lavanda... Un antro paio di capitoli prima dell'epilogo.

GRAZIE a Viky e Padme, che mi hanno ritrovato (^^), alla mia affezionatissima Herm90, a valentina e carlottina. E tranquille, andrò fino alla fine... Eheh. Un bacione!
  
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