Storie originali > Introspettivo
Segui la storia  |       
Autore: Graine    02/02/2013    2 recensioni
I capitoli di questa storia - scritti secondo i canoni delle flashfic - sono praticamente delle visioni oniriche. La protagonista compie un percorso iniziatico, un viaggio all'interno di se stessa, della propria psiche. Qual è lo scopo? Cosa troverà? Quali saranno le risposte? E soprattutto, quali sono le domande?
Tra deserti, labirinti e sotterranei e con la compagnia di una leonessa, vera guida di questo viaggio, spero questa introduzione vi stuzzichi abbastanza da voler fare due passi insieme a lei.
Genere: Introspettivo, Mistero, Poesia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 5
Costanti


Palermo, 2 febbraio 2013 ore 13:15



I miei piedi indugiano sull’ultimo scalino.
Ne osservo il profilo nell’oscurità rischiarata dalla luce che brilla nell’ambra che ho al collo e che pulsa dello stesso battito che sento nel petto, che pulsa allo stesso ritmo di quel bagliore rosso e lontano.
Osservo il profilo dell’ultimo scalino e inclino il capo, quasi non riesco a credere che non ce ne saranno altri dopo.
Il gorgogliare lontano dell’acqua mi riempie le orecchie, quando solo poco prima il silenzio sembrava aver ingoiato ogni cosa.
Un suono basso, un mugolio rassicurante, la leonessa poggia la testa sul mio fianco, spingendomi piano. Non ha senso indugiare ancora, sta dicendo. È ora di scendere. È giù che devo andare.
Volto il capo e le sorrido, mentre immergo le dita nella sua pelliccia morbida e calda.
Un respiro, questo il tempo che separa l’attimo in cui sollevo il piede – brandelli di nervosismo che mi scivolano addosso – dall’attimo in cui lo poggio al suolo.
La scalinata è finita, ora c’è un lungo corridoio, stretto e buio, difronte a me.
L’oscurità mi accarezza leggera mentre lo attraverso, non più minacciosa, ma il ricordo delle sue insidie è ancora nell’aria.
I miei passi lasciano altre impronte sulla sabbia di quel pavimento duro come pietra. E il gorgogliare dell’acqua si fa sempre più insistente, mentre l’unica luce è quella che pulsa nell’ambra che mi scalda la pelle, allo stesso ritmo lento e costante del bagliore rosso che vedo lontano.
È lungo il corridoio; dritto, senza curve né deviazioni. Infinito.
E il suono dell’acqua accompagna ogni mio pensiero.
La sento, la vedo ovunque –acqua per terra, acqua che cola qua e là dalle pareti – e il suo scorrere non accenna a cessare. Procede con una marcia decisa e carezzevole, costante anch’essa – insistente, assillante, penetrante. Quasi ipnotico e molesto. Sa essere assordante, in quel silenzio.
Eppure quell’acqua mi passa accanto senza cercare di portarmi via con sé. Non ha nulla in comune con l’oscurità.
Mi fermo un istante e mi volto a guardare indietro.
Al suolo, le mie orme e quelle della leonessa giacciono accanto. Profonde, quasi scavate nella sabbia, nessuno le cancellerà. Tracciano una pista vecchia di secoli, ripercorrendo i passi di altri piedi e altre zampe venuti prima di noi.
La leonessa mi chiama, con quel tono tra l’ammonimento e la rassicurazione che è solo suo. Le sue iridi gialle mi scrutano fino alle ossa.
Mi piego sulle ginocchia, le cingo il collo con le braccia e vi immergo il viso.
Lei ricambia la stretta, sollevando una zampa e posandola sulla mia schiena. Il suo respiro caldo fra i miei capelli.
La compagna di un percorso che ricordo a stento di aver iniziato ma che so già non finirà mai; la compagna di un’intera esistenza – e non solo perché è suo compito badare a me.
Mi chiama di nuovo, abbiamo ancora della strada da fare.
Sorridendo annuisco e mi rimetto in piedi.
Cautela, ma nessun timore.
La fine del corridoio è più vicina di quanto non avessi creduto prima. 

 




499 parole





Angolo autrice:
Ribadisco che, ormai, si va verso la fine.
E devo ammettere che già sento la mancanza di questa storia che avrà sempre il suo posto speciale lì, in profondità dentro di me, proprio dentro le ossa.
Questo capitolo è a metà tra il riassestamento e la transizione. Quello precedente, Tenebre, aveva un'atmosfera più "cupa", comunque angosciante; questo, invece, rappresenta l'attimo dopo lo spavento preso, quando alla paura segue la calma dovuta alla consapevolezza.
Altra cosa: come potete vedere, questa volta sono stata attentissima al numero delle parole! Anzi, addirittura ne manca pure una per raggiungere il limite massimo xD quasi quasi ci sono rimasta male xD
La leonessa, che è una gattona fuori misura, vi fa le fusa.
Un bacio, alla prossima.

Graine

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Graine