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Autore: Ulissae    08/02/2013    4 recensioni
Una raccolta di cento storie, tra drabble e flash fic, riguardandi personaggi semisconosciuti. Ogni drabble è ispirata da una parola chiave.
34# Bel Danubio Blu [Stefan; Vladimir]
Un. Du'. Tre.
Genere: Dark, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Personaggi: Stefan, Vladimir
Parola: 096.Acqua
Avvertimenti: missing moment, introspettivo.
Note: rumeni, nothing else. Finalmente ho riscritto dopo un bel po'.
Credits: augustfalcon


Bel Danubio Blu


Un. Du’. Tre.
Un. Du’. Tre.
Tutta la sala sembrava muoversi allo stesso ritmo, un allungo, poi la punta di piedi, e poi di nuovo si rilassava, come un’onda, all’unisono, scivolava sotto gli enormi lampadari, la cui luce risplendeva sugli specchi e sull’oro che adornava tutte le pareti.
Stefan fissava in silenzio la scena, accanto all’enorme vetrata che era stata lasciata aperta per far entrare un po’ di aria in quella stranamente afosa serata viennese.
Vladimir si era lanciato nelle danze, corteggiando con sorrisi melliflui la sua futura vittima, una bella dama dal lungo e sottile collo bianco.
Stefan lasciò scorrere il suo sguardo languidamente su tutti gli ospiti della corte, sembravano non essere minimamente toccati dalle evoluzioni politiche che imperversavano in quegli anni, persi nella frivolezza di quel ritmo allegro e spensierato.
Un. Du’. Tre.
Un. Du’. Tre.
Sembrava quasi un passo di marcia più aggraziato, alleggerito dagli svolazzi degli enormi vestiti delle donne, dallo sfavillare dei loro gioielli, smacchiato dai bei panciotti abbottonati degli uomini.

Il sangue era ovunque, il veleno che bruciava la pelle, gli occhi, la bocca. Era scappato dal campo di battaglia strisciando e nascondendosi tra i resti dei cadaveri, teneva in una mano il braccio che gli era stato staccato, lo stringeva così forte che gli parve quasi di provare dolore lì dove ormai non c’era più nulla.
Ma ovunque non c’era più nulla.
Non c’era il villaggio, non c’era il suo clan, solo disperazione e sconfitta.

«Gradisce del vino?» un cameriere si era avvicinato e con un sorriso smagliante gli indicava uno dei bicchieri che portava su un vassoio. Sorrisi smaglianti, li odiava, gli ricordavano quel buffone di Aro, quell’assassino.
Non disse nulla e ne prese uno, scacciando con un gesto veloce il pover’uomo.
Bevve tutto d’un sorso. Avrebbe vomitato. Ma poco importava.

Sentiva lo scrosciare del fiume poco distante, istintivamente si mosse verso il rumore, attirato da una forza più forte di lui. Aveva paura del fuoco, e il fuoco lo stava per raggiungere. L’acqua non era più acqua, sostituita dal sangue e dal veleno; il bel blu del suo Danubio era uno scuro e inquietante rossastro.
Morte, ovunque.
Si chinò sulle rive e si guardò intorno disperato: ovunque brandelli di corpi, cavalli morti, resti di una battaglia che era stata persa perché sottovalutata.
In mezzo a quel caos dissezionato, vide ondeggiare un corpo integro, stranamente integro. Temendo si trattasse di uno dei Volturi rimase in disparte, nascosto nel fogliame più basso ma quei capelli… quei capelli così chiari non potevano appartenere che a Vladimir.

«Fratello! Dove eri finito?» il vampiro emergeva dal caos della folla danzante, tenendo per mano la sua compagna, che rideva per una qualche battuta sciocca appena fatta.
Stefan non rispose, strinse le labbra e dopo aver fatto un cenno rapido con il capo grugnì un: “ci vediamo dopo” e sparì dal salone.

«Fratello!» non aveva urlato, troppa paura, troppa ansia. Si era tuffato in acqua e nuotando rapidamente lo aveva raggiunto.
Si era poi mosso sott’acqua, scappando il più possibile lontano da quel luogo nefasto.
Era riemerso solo quando aveva visto il sole sorgere, penetrare sotto quelle acque che si facevano via via più chiare. Aveva trascinato il suo compagno nel bosco, nascondendosi in una piccola cavità di una roccia più grande e lì aveva atteso.
Aveva atteso che il suo braccio ritornasse al suo posto, che Vladimir si riprendesse, che qualcuno passasse così da potersi nutrire, aveva aspettato che il suo impero si ricostruisse e che i suoi nemici cadessero, costretti anche loro ad affogare nel sangue e nel veleno.

Un. Du’. Tre.
Odiava quel numero. Erano bastati tre di loro per distruggere anni di piani politici, di grandezza.
Stefan aveva atteso e stava ancora attendendo.

Angolo Autrice:
mamma mia quanto tempo è passato dall'ultimo aggiornamento, mamma ma'! :D Mi fa piacere aver ripreso a scrivere almeno un po', anche se mi rendo conto che questa flash! è proprio una cagarella cagarella >.< Spero vi piaccia e spero ci sia ancora qualcuno a leggere questa raccolta :3
Vorrei ringraziare veramente molto vannagio, che l'ha letta e mi ha tranquillizzato (sì, avevo di nuovo un po' di ansia di prestazione). E... non ho molto da dire :) spero che a voi il bel valzer sia piaciuto più che a Stefan :D
Ulissae a.k.a. Laura
   
 
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