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Autore: Rose_97    10/02/2013    5 recensioni
Dal testo:
"Oggi, io Peter Hale, vi racconterò la storia di come Cappuccetto rosso (con una parlantina un po’ più sviluppata del solito) e il Grande Lupo Cattivo (ahahahaha lui cattivo! Si come no!) si innamorarono."
Genere: Angst, Comico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski , Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Graffi e teorie

«Passammo una buona mezz’ora a fissare il panorama senza fiatare.
-Dovremmo andare, lo sai?-interruppe il silenzio Annabeth.
-Hai ragione, posso farti una domanda?- mi sentivo felice e triste allo stesso tempo e non sapevo perché ero così carico di energia.
-Oltre a questa che mi hai appena fatto? Certo.- e si mise a ridere. Si alzò, si incamminò verso il bosco, si girò e aspettando che la raggiungessi.
-Da quanto tempo conosci Derek?- era una domanda che mi continuava a perseguitare da un po’.
-E tu come fai a sapere che lo conosco?- non era esattamente la risposta che mi aspettavo quindi decisi di insistere.
-Vi ho visti fuori da scuola. Allora?- mi guardò un po’ stupita.
-Da un bel po’ di tempo, perché?- veramente neanche io sapevo perché mi interessava tanto saperlo.
-Pura curiosità… quindi lo conoscerai molto bene.- mentre parlavamo avevamo già attraversato metà bosco.
-Si, lo conosco molto bene. Ora dimmi veramente perché lo volevi sapere.-
-Te l’ho detto, pura curiosità. Credimi! …Non mi credi, vero?- mi girai a guardarla. Scosse la testa per negare e si mise a ridere. Avevo capito al volo il perché di quella risata: essendo un licantropo aveva capito che non avevo detto del tutto la verità. Maledizione ai super-sensi da lupi mannari, sono peggio delle macchine della verità.
-Devo proprio risponderti? Comunque non è per farmi i fatti tuoi, era per capire il senso di quella domanda. Sembri diverso dagli altri giorni… ti è successo qualcosa?- improvvisamente era diventata seria. Salimmo in macchina e aspettai a risponderle. Credo di essermela presa comoda, dato che fino a casa non proferimmo parola.
-Allora? Mi rispondi di tua spontanea volontà o devo attuare le maniere forti, e fidati sono abbastanza brava su quelle cose!- spazientita sbuffò questa lamentela, così mi decisi a risponderle (più o meno!)
-Te lo spiego dopo. Entra dalla finestra e cerca di non fare troppo rumore.- dissi entrando come le normali persone civili, ovvero dalla porta d’ingresso. Cercai di non farmi notare troppo da mio padre così da non fermarmi a parlare del più e del meno. Entrai in camera e spalancai la finestra per far entrare Annabeth.
-Non mi è successo niente di ché.. ho solo parlato con Ethan e basta.- rimase paralizzata al suono di quelle parole infatti dovetti ripetere la stessa frase almeno un paio di volte.
-Spero che tu stia scherzando! Non avete solo parlato. Vero?- avevo capito dove voleva andare a parare: molto probabilmente, secondo lei, aveva minacciato il branco di Beacon Hills usando come tramite quello più comodo, ovvero me. In effetti credo che ci sia riuscito, ma non voglio svelare granché.
-Mi ha offerto il morso e.. stai tranquilla non ho accettato. E poi…- mi interruppi per pensare a cosa dire per non farla preoccupare, ma i miei pensieri vennero interrotti da una domanda che chiesi di ripetere dato che non l’avevo sentita.
-E poi? Cosa?- scartai l’idea di mentire a priori dato che non avevo possibilità di passarla liscia in quel modo, quindi optai per un a piccola verità.
-E poi sono uscito da scuola per andare a lezione dove c’eri tu che mi hai detto che venivi a cena. E comunque riguardo a quello che mi hai detto prima, non sono diverso. Mi faceva solo un po’ male il collo, tutto qui.- iniziò a boccheggiare. Non riusciva a dire una parola.
-Tutto bene?- le chiesi.
-S-si… forse è meglio se andiamo a dormire.- disse sedendosi sul letto. Si mise a fissare qualcosa che non capii.
-Hai ragione.- detto questo mi alzai e mi tolsi la maglia e quando mi misi la t-shirt che usavo come pigiama Annabeth mi disse una cosa che mi imbarazzò.
- Aspetta… togliti la maglietta.- disse convinta alzandosi dal letto e avvicinandosi a me.
-Cos… perché? Non so se… sai.. è il caso..- naturalmente avevo inteso male.
-Ma che cavolo? Non per quello. Senza offesa Stiles, ma non è che sei esattamente il mio tipo. Sbrigati!- disse imbarazzata. Feci come mi aveva detto.
- Girati!- ordinò. In quel momento pensai molto male, ma a mia discolpa posso dire che mi sbagliavo.
-Cos…cosa?- continuavo a pensare male, ma non potete darmi torto.
­-Stiles! Fallo e basta! E smettila di pensare male!- mi girai e cercai di fare come aveva detto.
-Sai che questo silenzio è abbastanza inquietante, vero?- cercai di capire che cosa stava facendo dato che c’era un po’ troppo silenzio. Subito dopo aver posto quella domanda sentii una mano calda toccare il mio collo, che improvvisamente mi face male. In tutta risposta a quel dolore mi allontanai toccandomi la ferita che continuava a provocare dolore.
-Scusa… non volevo farti male. Chi te l’ha fatto?- non sapevo cosa rispondere. Non volevo far preoccupare nessuno.
-Possiamo evitare di parlarne? Ho sonno… vuoi dormire sul letto?- il sonno iniziava a farsi sentire veramente. Ero a pezzi.
-Non ho sonno, tu comunque vai pure a dormire io resto ancora un po’ qui.- e si sedette vicino alla finestra.
Quello che successe dopo è tutto un sogno o un incubo che dir si voglia. Quando mi svegliai pioveva interrottamente.
-Che… che ore sono?- ero ancora mezzo addormentato e vedevo tutto sfocato.
-Le 10:30. Come va il collo?-
-Il collo sta bene, considerando che è ancora attaccato al resto del corpo. Mio padre?- il mio solito sarcasmo mattutino… dovrei provare a controllarmi.
-È uscito un’ora fa. Bene direi che quello che dovevo fare, l’ho fatto. Ora mi levo dai piedi.- e così dicendo si alzò e silenziosamente  si diresse verso la porta. Prima di uscire si girò e mi chiese di usare il bagno. Appena andò in bagno mi vestii e decisi che l’avrei accompagnata a casa dato che fuori pioveva. E poi volevo sapere perché ieri sera era così spaventata da quello che poteva essermi accaduto.
Dopo pochi minuti uscì dal bagno e le dissi che l’avrei accompagnata a casa.
-Non ce ne bisogno Stiles.- insistette. Tanto non avevo niente da fare o così volevo credere.
-Tanto non ho niente da fare. E poi fuori piove.- ok le argomentazioni non erano il massimo, ma me le sono dovuto inventare sul momento.
-Stiles, davvero. Resta qui.- era testarda e non c’era verso di farle cambiare idea. Così decisi di lasciar perdere perché per il momento era una causa persa. Così la salutai e mi rifugiai in un angolo sperduto nella mia mente a pensare a quello che negli ultimi giorni, settimane, e nell’ultimo anno mi era successo. Il mio migliore amico era diventato un lupo mannaro, Peter era morto e poi resuscitato e Derek era diventato l’Alpha che come hobby aveva quello di mordere adolescenti con gli ormoni a mille e complessati, Jackson era diventato un Kanima e anche lui era tipo morto e poi tornato in vita. Ero giunto alla conclusione che Beacon Hills era praticamente invasa da mutaforma, che ovunque mi giravo trovavo qualche strana creatura pronta ad attaccarmi (neanche avessi un bersaglio luminoso sulla schiena con su scritto GUARDAMI SONO QUI! ), e che si stava creando un’allegra combriccola di aspiranti Gesù Cristo(neanche di cognome facessero Winchester!). Poi erano arrivati gli Alpha e tutto si era complicato. Ora Annabeth mi aveva messo la pulce nell’orecchio e la curiosità mi perseguitava.
Uscii di casa, presi la Jeep e cercai di raggiungere Ananbeth. Dopo più di cinque minuti di giri senza sosta e senza risultati la trovai a vicino alla riserva.
-Te l’avevo detto che era meglio se ti facevi dare un passaggio!- le dissi aprendole la portiera e facendola salire.
-Ok, forse avevi ragione. Ma avevo bisogno di pensare.- e chi non ha bisogno di pensare. Ma in questi casi pensare razionalmente è impossibile. Perché in ogni gioco ci sono delle regole diverse che vanno rispettate.»
«Stiles piantala di filosofeggiare!»
«Zitto Sourwolf! Sei solo geloso perché io sono capace di formulare frasi con più di quattro parole senza alcuno ringhio e tu no!
-Cosa pensi che abbiano in mente?- chiesi continuano a guidare verso casa Hale.
-Chi?-
-Gli Alpha. Insomma, per cosa sono venuti qui? avranno uno scopo.- erano qui da meno di una settimana e già erano riusciti a creare scompiglio.
-Non lo so, ma di sicuro non è niente di buono. Alla fine non mi hai detto se è stato Ethan a farti quei graffi sul collo.- maledizione alla curiosità delle persone e ancora di più a quella licantropesca!
-Si, ma perché ti interessa così tanto?- non sapevo se volevo sapere la risposta oppure no.
- Così. Sai, non ci si può aspettare nulla di buono da uno di loro.- stava mentendo e con o senza i super sensi da lupo mannaro si poteva capire, ma decisi di lasciar stare.
Quando arrivammo davanti a casa Hale la salutai e tornai a casa. Ora posso anche lasciar parlare te, Peter.»
«Grazie. Quando tornò a casa era per metà bagnata fradicia e sembrava preoccupata. Neanche aveva messo piede in casa che mi raccontò tutto.
-E poi aveva dei graffi sul collo e sembrava tipo irrequieto.- inizialmente non avevo capito che cosa intendesse con quella frase.
-Ok, aveva dei graffi, tutto qui. Pensavano che facendo dei piccoli graffietti a Stiles saremmo caduti nel panico? Beh hanno sbagliato tattica per tenerci a bada. –mi guardò sconcertata, come se avessi detto una cavolata di proporzioni stratosferiche. Dopo pochi secondi capii a che cosa si stava riferendo.
-Ho capito quello che vuoi dire…-  la domanda sorgeva spontanea.
-Bene, che cosa facciamo?- per la prima volta non sapevo come agire.
- L’unica cosa che possiamo fare è aspettare e magari parlarne con il branco.- e di nuovo quell’espressione sconcertata comparve.
-Aspettare?! Si e magari prendiamo un the insieme a loro e parliamo di quant’è dura la vita per noi licantropi! Io non aspetterò un bel niente, anzi! Vado a vedere che cos’hanno in mente.- ecco che i soliti litigi affioravano. Era come parlare con un muro.
-Al massimo vai a farti uccidere. Non ho detto che ci metteremo da parte. semplicemente cercheremo di capire che cos’hanno fatto a Stiles e magari anche cosa vogliono.-
-Abbiamo fino a lunedì per capire che cosa gli hanno fatto. Forse è meglio chiamare il branco subito, non credi?- wow, mi sorprendo di me. Ero riuscito a farla ragionare!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo autrice:
Sono tornata. Lo so che avevo detto che avrei pubblicato entro fine gennaio, ma i problemi nascono come funghi  e non sono riuscita a finire il capitolo entro il tempo che mi ero stabilita. Comunque spero che il capitolo vi sia piaciuto e spero in un bel po’ di recensioni ;)
Bacioni
Rose
  
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