Serie TV > Homeland
Ricorda la storia  |      
Autore: Hikary    11/02/2013    1 recensioni
[meta!fic] {child!Carrie/Javert concettuale}
La piccola Carrie alle prese con il suo primo musical.
'Concettualmente' - again - crossoverante con Les Miserables, un tripudio di anacronismi e viaggi ultradimensionali con l'RPF teatrale.
(Giusto perché la Gondolin é la Gondolin ♥)
Genere: Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
StarStruck
 
 
Carrie tiene per mano il padre.
Sua sorella Maggie, tutta eccitata, non la smette di saltare.
 
« Ti è piaciuto lo spettacolo Carrie? »
 
Carrie non è sicura.
Annuisce e suo padre le da un buffetto sulla testa; ma lei non è per niente sicura. Forse è ancora troppo piccola per andare con Maggie e papà a teatro. Forse, invece, è tutta colpa loro, perché non le hanno permesso di prendere appunti – lei se le ricorda meglio le cose, se le disegna con il suo  pastello verde – né rivedere le scene una seconda volta.
‘ Siamo a teatro, non è come la televisione!’
Che continuassero pure a cantare e saltellare di qua e di là allora, lei a un certo punto non ci aveva più capito nulla!
 
« Ecco » ora suo padre indica una porticina a due passi dall’entrata principale « Tra poco di lì usciranno gi attori e potrete chiedere un autografo. »
 
Maggie esplode in un ‘hurrà’ e batte le mani.
 
« Lo vuoi un autografo tesoro? »
 
Carrie sorride a forza e fa sì con la testa.
Ma non erano tutti morti? – si morde un labbro – No, no, siamo a teatro qua. La gente non muore; la gente non muore a teatro…?
 
Finalmente la porta si apre.
Jean Valjean esce con un sorriso trionfante stampato in faccia e subito è circondato da una piccola folla. Tutti si spingono per vederlo meglio; chi gli stringe la mano, chi si fa autografare il disco o il programma. Qualcuno scatta una foto e, per un attimo, Jean scompare agli occhi di Carrie, inghiottito dalla luce del flash. Quando riappare, è proprio davanti a lei.
 
« Su, Carrie… » mormora suo padre, spingendola dolcemente in avanti.
 
Carrie non si muove.
Guarda Jean Valjean, le sue spalle larghe, le braccia muscolose, lo guarda dai suoi scarsi centimetri di bambina – non più alta di così, come Cosette -  e le pare un gigante. Si domanda se sia davvero cambiato, se ora ci si possa fidare ciecamente di lui; o se invece, non appena suo padre guarderà altrove, proverà a strapparle la catenina d’argento. Magari la ucciderà, se oppone resistenza. Ma non può lasciargliela e basta, quella è la sua collana preferita…
Proprio quando Carrie ha quasi deciso di attaccare per prima, la porta si apre di nuovo e un Javert con gli occhiali fa capolino. Il cuore di Carrie sussulta per la gioia: eccolo Javert, è venuto a salvarla! Lui stava sempre un passo dietro a Jean, avrebbe dovuto pensarci: lui non gli permetterebbe mai di fare ancora del male. Se tutti gli altri potevano sentirsi al sicuro, era tutto merito suo. Gli occhi di Carrie si spostano su di lui, dimenticandosi di Jean e della paura.
Javert l’ha vista.
Le sorride.
 
« Uh, attenta piccola! » l’ammonisce scherzosamente una signora « Guarda chi arriva! »
 
Carrie non lo trova affatto divertente.
Qualcun altro fa una battuta molto simile; tutti ridono, continuano a scherzarci su, come se fosse lui, Javert, il cattivo. L’imbarazzo e la rabbia le colorano le guance, mentre stringe i pugni per non strillare. Possibile che non se ne rendano conto? Che non basta dire ‘mi dispiace’ per mettere le cose a posto? Vorrebbe dire a Javert che lei lo capisce, lei sa cosa si provi a voler fare la cosa giusta anche agli altri non sembra importante.
Invece, prima di essersene resa conto, è già scoppiata a piangere.
 
« Ma Carrie! » borbotta suo padre, tirandola a sé « Che sciocchina che sei! Non è mica il vero Javert, questo qui. Non c’è da aver paura. »
 
 
 
Carrie è tornata al teatro.
Ha pianto, strillato e pestato i piedi finché suo padre non l’ha accontentata, portandola ad un matinée. Ora è sola davanti alla stage door; ha corso come una matta, quando l’orchestra stava ancora suonando, per arrivare subito. Certo, se dovesse uscire Jean per primo sarebbe un bel problema; ma si è esercitata la sera prima con il suo pupazzo preferito ed è quasi sicura di saper dare un pugno abbastanza forte da guadagnare il tempo necessario a scappare. E non indossa niente che possa interessare un ladro – tantomeno la sua bella collana. Controlla in continuazione l’entrata del teatro, sperando che suo padre faccia con calma. A dirla tutta, lui lo vuole attorno anche meno di Jean.
 
La fortuna le sorride: quando la porta si apre, esce solo Enjol…Enjor… quello biondo, insieme a quello che beve sempre. Senza armi, per fortuna. Le sorridono, incerti, e vanno per la loro strada. Salgono sullo stesso taxi; quello-che-beve le fa ‘ciao’ con la mano prima di chiudere la portiera. La bambina reclina il capo, curiosa. Lo sapevo che erano fidanzati.
Torna a piantare gli occhi sulla porta, vigile, e pian piano si ritrova circondata da un nutrito gruppetto di ragazzine. Ridacchiano, bisbigliano l’una nell’orecchio dell’altra, passandosi una macchina fotografica – che prima o poi finirà per terra.
Ed ecco, il momento che aspettava: Javert fa la sua comparsa, lo stesso sorriso dell’altra volta, gli stessi occhiali che, secondo Carrie, sono molto adatti ad un uomo di legge.
Le piace proprio, quel Javert.
Le ragazze quasi strillano; Carrie si sente così microscopica che ha paura di essere calpestata.
Finché, all’improvviso, l’incredibile.
 
« Ciao! »
 
La sua voce è squillante, inaspettatamente vivace. Parla proprio con lei.
 
« Sei tornata a trovarmi? »
 
Carrie non respira.
Javert si china fino a trovarsi faccia a faccia con Carrie e poggia i gomiti sulle ginocchia.
 
« Ti è piaciuto lo spettacolo? »
 
La bambina annuisce vigorosamente. Gli occhi sono spalancati, la bocca invece non si apre. Javert pare non farci caso, così come pare del tutto incurante delle ragazzine attorno a loro.
 
« E non hai paura degli spari? »
« No! » esclama Carrie d’un fiato. « Perché in teatro le persone non muoiono …giusto? »
« Giusto. »
« Devo dirti una cosa molto importante. »
« Ti ascolto. »
« Io… Da grande, io da grande voglio essere te! »
« Vuoi …cantare? » Javert è perplesso.
 
Cantare?!
Perché mai dovrebbe voler cantare?
 
« No! » scuote la testa « Io voglio arrestare le persone cattive. »
« Oh. » torna a sorriderle, un sorriso perfino più luminoso del precedente « Certo. Combattere il crimine, eh? »
 
Carrie è esaltata.
 
« Combattere il crimine, sì! » agita un pugno in aria « E se qualcuno proverà a scapparmi, lo inseguirò in capo al mondo! » interrompe il suo delirio di onnipotenza con aria dubbiosa « E’ tanto lontano ‘ in capo al mondo’ ?»
« Un po’, sì. » ridacchia Javert; poi le tende una mano « Faresti un giro nel backstage del teatro, collega? »
« Posso vedere i fucili? »
« Solo se prometti di non sparare a nessuno. »
« Promesso. »
 
Se nessuno proverà a sparare a me.
 
Il signor Mathison arriva giusto in tempo per vedere la sua figlia minore – quella che a teatro non voleva nemmeno venirci – rientrare nella stage door per mano all’ispettore Javert, intenta a parlare di chissà cosa, quasi senza prendere fiato, con un sorriso beato e gli occhi scintillanti.
 
 
 
 
Note
C’e’ bisogno di dire che Hadley Fraser aveva gli occhiali quando l’ho incontrato, sì?
La prima metà della storia era il regalo di Natale per una certa persona stupenda e meravigliosa che io adoro sì, voglio il seguito dell’AU con gli studentelli, nel caso non lo avessi capito XD ; poi ho pensato che Carrie meritava due coccole, visto il finale di stagione. E non potevo resistere all’immagine di una child!Carrie coccolata da un Javert che è chiaramente Hadley – e ho una percezione molto distorta degli Javerts in real life per colpa sua, perché lui è la persona più dolce e gentile del mondo.
 
( Nel titolo c’è la parola ‘stars’ because of reasons).
 
Noterete che non ho detto niente in merito and Enjcomesichiama e Quello-Che-Beve.
Beh, non ho niente da dire a mia discolpa.
E’ esattamente quello che sembra.
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Homeland / Vai alla pagina dell'autore: Hikary