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Autore: Marty Evans    16/02/2013    5 recensioni
Dimenticate tutto quello che sapete di Doctor Who dal episodio 5x01.
Cosa sarebbe successo se per Amy Rory fosse stato solo un ricordo della sua vecchia vita a Leadworth? Cosa sarebbe successo se il Dottore avesse scoperto che durante il processo di rigenerazione, un anima umana si era infilata dentro di lui e abitava il suo corpo? Chi è quest’anima? Perché ha scelto proprio il corpo del Dottore? Perché pare che quest’anima sia connessa e legata ad Amy, al suo destino, al suo misterioso passato e ai suoi terribili incubi? Cosa rappresenta il ciondolo che Amy ha al collo fin da bambina? Come mai Amy e il Dottore iniziano a provare una forte attrazione l'uno verso l'altra?
Una mia rivisitazione della 5 stagione. Questa storia è uno Spin-off della mia serie su Lily Evans e i Malandrini. Cosa lega questi universi completamente diversi?
Eleven/Amy
Crossover:Harry Potter/Doctor Who
Leggete e per favore recensite!
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Amy Pond, Doctor - 11
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1
Il Dottore Stropicciato

NDA So che voi che conoscete Dw penserete che non sia una rivisitazione del undicesima ora e che sia uguale alla puntata di Doctor Who ma datele una possibilita vi prego
Baci Marty Evans Per chi non conosce Doctor Who farò una breve introduzione: il protagonista di questa serie è il Dottore. Un enigmatico e brillante Signore del tempo cioè un alieno con aspetto umano. Il Dottore è un viaggiatore del tempo. Egli esplora l'Universo a bordo del TARDIS,(Tempo E Relativa Dimensione nello Spazio) Il TARDIS è una macchina del tempo e un astronave che viaggia nello spazio e nel tempo attraverso il vortice del tempo .L'aspetto esterno del TARDIS è quello di una cabina blu della polizia inglese. Il Dottore è quasi sempre accompagnato da una “compagna” terreste insieme affrontano nemici e salvano intere civiltà. Il Dottore è l’ultimo Signore del Tempo e l’unico sopravissuto alla Guerra del tempo che si scatenò tra i Signori del Tempo e i Dalek i loro nemici. Usa la sua conoscenza della scienza, delle tecnologie e della storia per affrontare i problemi che gli si presentano davanti. Non gli è permesso, intervenire nel caso si tratti di un «punto fisso nel tempo e nello spazio» che non può essere mutato. Il Dottore ha bisogno di rigenerarsi cioé muore e si rigenera in un altro corpo cambiando aspetto. Io parlerò della sua Undicesima reincarnazione Spero di aver detto tutto. Qui sotto ci sono l’immagini dei personaggi principali di questo capitolo a ogni capitolo metterò nuove immagini
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L'undicesimo Dottore e Amelia



Era una fredda notte di inizio primavera. Tutti nel villaggio di Leadworth, in Inghilterra, dormivano tranquilli nei loro letti. O forse no, c’era ancora qualcuno sveglio, in quel paesino sperduto. Era una bambina di sette anni, abitava in una grande casa piena di stanze e corridoi. Questa bambina non riusciva a prendere sonno. Continuava a girarsi e rigirarsi nel lettino della sua cameretta senza riuscire a prendere sonno. Il motivo? Sentiva le voci. Le voci che provenivano dalla crepa nel muro di fianco al suo letto. La bambina era terrorizzata. Aveva provato a dire alla zia della crepa, ma, la zia,l’aveva liquidata con un alzata di spalle e le aveva detto:«Non dire assurdità le crepe nei muri non parlano! É una semplice crepa cara, non vedi? Non c’è niente di cui avere paura» Amelia, così si chiamava la bambina, però, continuava a sentire le voci e aveva sempre più paura. Così decise di chiedere a Babbo Natale di mandarle in aiuto qualcuno. Ed è qui che lasciamo la piccola Amelia: nella sua cameretta mentre prega Babbo Natale di mandarle qualcuno. Ci spostiamo verso le coste sciabordanti della Scozia, ci soffermiamo su una in particolare la scogliera di Yesnaby. Era tardi,e il mare era in tempesta. Ma la donna sul bordo della scogliera non sembrava curarsene. Anzi, più il vento gelido e salmastro le sferzava le guance, più lei aspettava con il viso rivolto al cielo. Poteva sembrare un comportamento strano, ma la donna ci era abituata. Veniva li, ogni anno, lo stesso giorno, nella speranza di vederli. Erano passati ormai 16 anni dal loro ultimo incontro. Eppure, lei non smetteva di sperare. Non smetteva di sperare di rivederli. Certo i loro corpi originali si stavano decomponendo, ma, i loro spiriti erano ancora in vita. Grazie a un suo incantesimo. Si, perché la donna sulla scogliera era una strega. Una sferzata di aria gelida la costrinse a stringersi ancora di più nel pesante mantello nero. Un’altra raffica le buttò indietro il cappuccio del mantello, scompigliandole i ricci rossi. Ma lei continuò a guardare il cielo. A sperare. Poi ad un tratto il suo volto si illuminò. La bocca si aprì in un sorriso, gli occhi verde tornalina le lacrimarono per la commozione. Finalmente dopo 16 anni gli avrebbe rivisti. Avrebbe rivisto i suoi migliori amici. In altri corpi, certo,ma pur sempre loro. Levò lo sguardo nel cielo nero in cerca di quell’oggetto che era sicura di aver scorto con la coda dell’occhio. Eccolo! Finalmente! Era giunto il momento che i suoi amici si rivedessero. Guardò l’oggetto era proprio uguale a come lo ricordava, blu di un blu intenso. Blu TARDIS. L’oggetto che aveva visto era una cabina blu della polizia inglese. Quella cabina blu volante, stava andando alla deriva nel cielo. Minacciava di schiantarsi. Ma lei sapeva che si sarebbe schiantata in Inghilterra. Conosceva tutta la storia. Perché gli aveva già incontrati. Al epoca lei aveva 21 anni l’ultima volta che gli aveva visti. Sorrise soddisfatta. Aveva fatto una promessa e l’avveva mantenuta. Prima di voltarsi per smaterializzarsi e tornare al Paiolo Magico. Si calò il cappuccio sul viso e mormorò:
«Buona fortuna J. O come ti chiamano adesso Dottore. Buona fortuna anche a te sorella mia ne avrai bisogno.». Poi sparì con un pop.
Ora ci spostiamo verso la cabina che stava precipitando. C’era un uomo al interno. Era un uomo molto vecchio e speciale. Appena tornato in un nuovo corpo. Questa rigenerazione però sarebbe stata diversa dalle altre. Perché uno spirito venne attirato verso il corpo del uomo dall’energia residua del TARDIS. Il povero spirito si vide costretto ad entrare dentro il corpo del uomo. L’uomo che era appena riuscito a risalire sulla cabina prima di essere spiaccicato contro il Big Bang di Londra, si era appena ripreso. Rimase scioccato dall’intrusione dello spirito. Ma, non ci fece più caso perché cadde fino alla Biblioteca e alla piscina. ( il TARDIS ha infinite stanze). La cabina blu intanto si schiantava in un giardino. Ma non era un giardino qualsiasi. Si trovava in un paesino sperduto di nome Leadworth, ed era il giardino della piccola Amelia. Vi ricordate la bambina che sentiva le voci? Ecco proprio lei. L’avevamo lasciata mentre chiedeva a babbo Natale di mandare qualcuno ad aiutarla ricordate? Bene. La piccola Amelia stava appunto chiedendo a Babbo Natale di aiutarla. Ad un certo punto, sentì uno schianto e qualcosa di rotto. Spaventata corse alla finestra e vide la cabina. Sulla cabina lampeggiava la scritta “Police Box”. Pensando che fosse un poliziotto venuto ad aiutarla scese in giardino. Man mano che si avvicinava alla cabina, aveva come un senso di Dejà-vu e di familiarità. Come se l’avesse già vista da qualche parte. La cabina era blu ed era caduta a terra su un fianco. In quel momento le porte della cabina si aprirono e ne uscì l’uomo che c’era al interno . Lo stesso che aveva rischiato di spiacicarsi sul Big Bang ricordate? Amelia rimase stupita. Sapeva di conoscerlo ma non l’aveva mai visto prima eppure... Poi l’uomo parlò:«Ho fame» disse soltanto. La bambina lo guardò stupita. E mentre lo guardava continuava a ripetersi io lo conosco! E Aanche la Cabina! Io l’ho già visto! Ma non riusciva a ricordare dove. «Il cibo è tutto ciò a cui riesco a pensare. Posso avere una mela? Credo di avere le voglie. Non ho mai avuto le voglie prima d’ora.» Disse lo sconosciuto che sembrava familiare ad Amelia.
«Stai Bene?» chiese Amelia. Quello strambo sconosciuto- familiare, non sembrava starci molto con la testa.
«Sono solo caduto. Fino alla biblioteca» Amelia lo guardò sempre più stupita.
«Ma sei bagnato» disse Amelia notando che lo sconosciuto era fradicio.
«Ero in piscina, e prima che tu me lo chieda, si c’era anche la biblioteca» Amelia era a dir poco sconvolta. Come era possibile che conoscesse quell’uomo? Non l’aveva mai visto prima. Come era possibile che una biblioteca e una piscina si trovassero nella stessa stanza? Ma la piccola Amelia (che era una bambina molto fantasiosa) decise che le andava bene così. Decise che una piscina e una biblioteca potevano stare in una cabina. Decise di pensare alle cose importanti. La crepa nella parete della sua cameretta per dirne una.
«Sei venuto per la crepa nella parete della mia stanza?» chiese la bambina sollevata. Ma lo sconosciuto la deluse chiedendo:«Quale crepa?» Saltando giù dalla cabina,
lo sconosciuto cadde rovinosamente a terra.
La bambina l’osservò perplessa e preoccupata «Ti senti bene Signore?»
«Si sto bene è tutto norm..» tossicchiò. Dalla sua bocca uscì una specie di polverina dorata. Amelia vide che questa specie di polverina era un po’ tutt’intorno al uomo. «Chi sei?» chiese un po’ spaventata Amelia. «Ancora non lo so. Sto cambiando.» Amelia lo guardò ancora più confusa.
Poi lui cambiò discorso. «La crepa nella tua cameretta ti spaventa?» . Amelia annui. «Ti aiuterò. Io sono il Dottore. Ci sono 2 regole da rispettare con me:1 non fare domande stupide.2 Non ti allontanare.» Poi il Dottore andò deciso verso un albero, ci sbatté contro e cadde «Tutto bene?» chiese per la centesima volta la piccola Amelia.
Il Dottore le disse «é normale. Poi migliorerà». Entrarono in casa di Amelia. La casa era terribilmente silenziosa alle undici di sera.
Il Dottore, la seguì in cucina, si fece offrire una mela. Peccato che non gli piacessero più le mele.
Dopo circa un ora (dopo aver buttato un vasetto di yogurt del bacon, dei fagioli e rotto qualche piatto del servizio della zia di Amelia) Amelia e il Dottore riuscirono (finalmente) a trovare qualcosa che piacesse a quest’ultimo. (pesce fritto e crema)
Dopo aver finito di mangiare, il Dottore chiese
«Come ti chiami?»
«Amelia Pond»
«Oh è un bel nome, Amelia Pond. Sembra un nome magico, un nome delle favole. » Quest’ultimo commento fece sentire Amelia importante.
«Siamo in Scozia Amelia?» Amelia trovò strana quella domanda. Lei era scozzese ma si era trasferita in Inghilterra. Come faceva il Dottore a saperlo?
«No. Siamo in Inghilterra. Purtroppo per noi» rispose triste la bambina.
«I tuoi genitori?» chiese di punto in bianco lo sconosciuto.
«Io non ho genitori. Ho solo una zia.» disse con aria di rimprovero la bimba.
«Allora tua zia dov’è?» chiese lo sconosciuto.
«E' uscita»
«Ti ha lasciata qui da sola?»
«Io non ho paura.» ribatté con orgoglio Amelia.
«Certo che no. Non hai paura di niente. Una cabina cade dal cielo, un tizio ne esce,mangia del pesce con la crema e tu sei seduta li tranquilla.»
Amelia, dopo cena, lo portò al piano di sopra a vedere la crepa.
Nella sua cameretta Amelia trovò una mela e disse:«Io odiavo le mele. Mamma ci disegnava le faccine» continuò guardando la mela disegnata.
«Carina la tua mamma. Allora me la tengo»disse il Dottore prendendo il frutto dalle mani della binba e mettendoselo in tasca.
Dopo aver fatto ciò il Dottore cercò di capire dov’era la crepa.
«Il muro è solido. La crepa non l’attraversa» Prese una specie di bacchetta dalla tasca e la passò vicino al muro. L’aggeggio fece uno strano rumore ed emise una luce blu.
«Sai cos’è la crepa Amelia?»
«Che cos’è?» chiese Amelia spaventata.
«é una crepa. Ma, ti dirò una cosa strana se non ci fosse più questo muro la crepa rimarrebbe. Perché la crepa non è nella parete»
«E allora dov’è?» chiese la bambina curiosa.
«Ovunque. Questa è una lacerazione nel tessuto del’universo. Due parti di spazio e tempo che non dovevano toccarsi premono l’una contro l’altra. Proprio nel muro della tua stanza. A volte tu puoi sentire... »
«Una voce.» lo interrompe Amelia
Il Dottore si accostò alla parete. Ed effettivamente sentì una voce. Basa, robotica, non umana.
«Il Prigioniero Zero è fuggito
«Il Prigioniero Zero è fuggito...?» chiese il Dottore.
«Il Prigioniero Zero è fuggito. L’ho sentito. Cosa significa?» disse la bambina terrorizzata
«Significa» rispose l’uomo «che dall’altra parte c’è una prigione e hanno perso una prigioniero. Dobbiamo aprire la crepa. Se l’apriamo da entrambi i lati le forze s’invertiranno e si richiuderà da sola. Oppure..»
«Cosa?» chiese Amelia interrompendolo di nuovo. Il Dottore cambiò discorso.«Sai che gli adulti tendono a dirti che andrà tutto bene. Ma tu non gli credi e sai che andrà male?» Amelia annui.
«Andrà tutto bene Amelia». Il Dottore la prese per mano. Anche per lui lei era molto famigliare. Sentiva di avere un legame con Amelia. Un legame profondo. Un legame che andava oltre ogni spazio e tempo. L’avrebbe protetta. Avrebbe protetto Amelia ad ogni costo.
Poi punto il Cacciavite Sonico (l’aggeggio che aveva usato prima per scandagliare il muro) verso la parete e l’aprì.
«Salve» disse il Dottore.
Un enorme occhio li guardava e ripeteva il prigioniero zero è fuggito. Poi la crepa si richiuse.
Amelia che si era nascosta dietro il Dottore chiese «Cos’era quella cosa? Il Prigioniero Zero?»
«Non penso. Penso invece sia la guardia del Prigioniero Zero. Comunque mi ha mandato un messaggio» Così dicendo tirò fuori una specie di carta d’identità con la copertina blu. Dentro notò con sconcerto Amelia non c’era niente. Al’improvviso comparvero le parole:il prigioniero Zero è fuggito. «Il prigioniero Zero è fuggito » lesse il Dottore.« Si ma perché dirlo a noi a meno che...»
«A meno che cosa?» chiese la bambina
«A meno che la guardia non pensi che sia fuggito qui Ma come può averlo fatto? No! Sarebbe qui! L’avremmo sentito» Il Dottore prese Amelia per un braccio e corse fino alle scale che portavano al piano di sotto «E' difficile. Ancora non riesco a ragionare bene. Ma c’è qualcosa.. Qualcosa mi sfugge!» disse con rabbia il Dottore . Venne interrotto da una specie di campana proveniente dal’esterno
«Oh no!No!No!» esclamò frustato correndo giù per le scale. La piccola Amelia lo seguiva a ruota cercando di capire cos’avesse l’uomo. Il Dottore si precipitò giù per le scale, spalancò la porta e si precipitò in giardino.«Devo tornare là» indicò la cabina «é instabile i motori andranno a fuoco se non la riparo!» le spiegò.
La bambina era perplessa.«Ma è solo una cabina!» protestò
«Non è solo una cabina. E' una macchina del tempo!» disse lui issandosi sulla cabina.«Davvero? E' una vera macchina del tempo?» chiese Amelia stupefatta.
«Non lo sarà ancora per molto se non la stabilizzo. Un salto di 5 minuti nel futuro dovrebbe bastare»
«Posso venire con te?» chiese Amelia speranzosa.
«Non è ancora pronta. Ma lo sarà tra 5 minuti! Dammi 5 minuti Amelia torno subito.»
«Tutti dicono sempre che torneranno. Ma non tornano mai» disse Amelia triste. I suoi genitori erano spariti e le avevano detto che sarebbero tornati. Ma non l’avevano mai fatto.
«Io ti sembro uno che non torna? Fidati di me. Sono il Dottore. E ti prometto Amelia che tornerò» replicò il Dottore.
«Cinque minuti» ripeté, prima di lasciarsi cadere di nuovo all’interno della cabina gridando «Geronimo!» Si sentii uno splasc! E poi uno strano suono fece sparire la cabina. Il vento che la cabina aveva alzato scompiglio i capelli di Amelia. La bimba corse in casa. Preparò la valigia. Mise il cappotto. Si sedette in giardino sulla valigia. E aspettò, aspettò e aspettò.



  
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