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Autore: Charme    19/02/2013    9 recensioni
Un'inconsueta - ma non troppo - minaccia si staglia contro i Vendicatori. Qualcosa di talmente tremendo da far loro rimpiangere Loki, i suoi complessi d'inferiorità e i suoi capricci sul dominio del mondo.
"Io sono Niagara Jenhowepha Blackdeath."
Genere: Comico, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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  TA DA’! L’aggiornamento è tardivo principalmente a causa del malfunzionamento di EFP di ieri sera. Sorry. Il capitolo è l’ultimo, l’ultimissimo, per cui ne approfitto per ringraziare tutti voi che avete letto, leggiucchiato, recensito, preferito, seguito e ricordato. Ci rivediamo in fondo, con le immancabili note!
 

 Dedicato a Maiwe, e buon compleanno a lei!

 
 
  Prima che i nuovi arrivati potessero avanzare domande su cosa stesse succedendo e perché Niagara si trovasse tra loro, gli schermi della stanza si accesero, mostrando il volto grave di Nick Fury.
  “Loki è arrivato, e non ha perso tempo. Ha organizzato attacchi in simultanea in varie zone della città, e sebbene lui non si sia ancora mostrato apertamente, appare chiaro che dietro agli attentati ci sia lui.”
  “Per qual motivo?”
  “Deve aver stretto un’alleanza con i Giganti di Ghiaccio, perché sono loro a seminare il panico in città.”
  Tony parve sul punto di ribattere, ma Niagara lo precedette.
  “È giunta l’ora che vi dimostri tutto il mio valore. Vi guiderò verso l’onore e la vittoria, e Loki non costituirà mai più un problema. Ma non temere, possente Thor, non gli farò alcun male: adopererò le mie incomparabili arti per redimerlo definitivamente.”
  Era ben risaputo che Thor fosse un sentimentale, e una parte di lui sperò ardentemente che la fanciulla dicesse il vero, e che fosse in grado di restituirgli l’amato fratello così com’era prima che i suoi deliri venefici ottundessero e inaridissero la sua anima.
  “Chi è lei, e perché è nella sala di comando?” domandò Nick Fury in tono allarmato, preoccupato all’idea che la segretezza delle informazioni dello S.H.I.E.L.D. potesse essere compromessa dalla presenza di un civile. Di un civile femmina adolescente, la peggiore di tutte le razze.
  “Boh, la figlia di Thanos, o una roba così. – tagliò corto Tony – Ma parliamo di cose serie: cosa ne hai fatto di quel graziosissimo retaggio da me stesso medesimo concessoti?”
  Perfino la petulante figlia di Thanos non trovò parole per rispondere.
  Stark, non tanto per desiderio di aiutarla nella comprensione, quanto piuttosto perché altrimenti nessuno dei presenti sarebbe venuto a conoscenza delle sue prodezze, le venne in aiuto.
  “Il sigmatismo.” aggiunse.
  Il silenzio si fece più denso, e l’unica palpebra visibile di Nick Fury prese a traballare nervosamente.
  “Insomma! – sbottò Tony – La blesità della esse! La lisca, la zeppola, la effe! Com’è possibile che qui nessuno sappia mai niente? Perché devo essere sempre l’unico a comprendere le genialità delle mie battute?”
  Malgrado la sua continua ostentazione d’intelligenza e brillantezza, Niagara si era fermata alla prima parte della frase, e aveva testé cominciato a compiere la solita sequenza di movimenti costruiti e indesiderati che insieme andavano a costituire il mistico rituale atto a enfatizzare le doti di grazia e bellezza che Niagara stessa si attribuiva.
  Mulinò i lunghi capelli lucenti, che catturarono ogni barbaglio di luce nella stanza, splendendo come se fossero stati intinti in polvere di stelle. Nick Fury strabuzzò gli occhi – pardon, l’occhio – incredulo. Perché alla sua personalissima Corte dei Miracoli era stato aggiunto quel fenomeno da baraccone?
  La splendida fanciulla gettò graziosamente la testa all’indietro, arricchendo l’atmosfera con la sua risata argentina e il fulmineo lampo del suo sorriso nuovamente perlaceo. Clint alzò gli occhi al soffitto, mentre Natasha prese a massaggiarsi leggermente le tempie.
  Si passò fugacemente le dita delicate sulla superficie d’alabastro della guancia. Bruce guardò l’orologio, quindi decise di mettersi a sedere: probabilmente sarebbe stata una cosa lunga.
  Mentre l’ultima nota cristallina della sua musicale risata andava spegnendosi gradatamente, Niagara avanzò di un passo, quasi danzando. Tony aveva già vinto la quarta partita a scacchi contro J.A.R.V.I.S., che stava dimostrandosi più permaloso del solito, e aveva già tentato due volte di simulare un crash che gli permettesse di resettare il match.
  Abbassò pudicamente lo sguardo, in modo che le lunghe ciglia andassero ad accarezzare gli zigomi alti e cesellati. Fu in quel momento che Thor iniziò a russare, e Niagara lo fissò con aria sconvolta, poi alzò le spalle – naturalmente con movenze graziosissime e invidiabili, per carità – e si apprestò a ricominciare daccapo.
  “HA, scacco matto, di nuovo! – proruppe Tony, beffeggiando l’Intelligenza Artificiale da lui stesso creata – Sai cosa, marmocchia? Non m’interessa com’è che ti sei fatta ricrescere un dente. Non m’importa. Proprio no. Forza, gente, c’è un Dio degl’Inganni da prendere a calci nelle chiappe.”
  Niagara, che era già pronta – più o meno – a elogiare le proprie capacità di auto-rigenerazione, robe da far sembrare Wolverine e Deadpool due poveri pivelli imbranati, rimase con un palmo di naso, e fu quasi travolta dall’orda dei Vendicatori, ansiosi di uscire dalla stanza e incontrare Loki: tutto era preferibile al rimanere in balìa delle sceneggiate dell’odiosissima ragazzetta, perfino una divinità isterica e ossuta.
  Quasi fosse stato evocato, il Dio degl’Inganni fece la propria apparizione appena un istante dopo, ma c’era qualcosa di inconsueto, in lui. Ciò che di lui inquietava maggiormente, ciò che lo rendeva un’entità da temere erano la viscida calma e la leziosità dei suoi atteggiamenti, che da sempre erano da ritenersi forieri di una qualche crudeltà che di lì a poco sarebbe incontrovertibilmente stata perpetrata contro il genere umano.
  In quella precisa occasione, invece, Loki arrivò sfondando una vetrata e sbraitando in un idioma di Asgard quelle che, a giudicare dal tono, dovevano essere illazioni a riguardo della linea femminile negli alberi genealogici dei Vendicatori.
  Thor, per una volta, provò l’ebbrezza di essere il fratello posato e carismatico.
  “Loki, calmati! In quale spettacolo poco dignitoso, ti stai esibendo…”
  Loki interruppe la sequela di imprecazioni asgardiane per rivolgere al non-fratello uno sguardo iniettato di sangue e inquietante perfino per gli standard già alti di Loki.
  Dopodiché afferrò una statuetta raffigurante una danzatrice hawaiana e gliela lanciò addosso. La ballerina di hula si abbattè sul capoccione granitico di Thor e rimbalzò, mentre Thor continuava a parlare come se niente fosse.
  “È ora che tu ponga fine alla tua sete di conquista. La Terra è sotto la nostra protezione, e i midgardiani sanno di poter contare su di noi, che ci troveranno ogniqualvolta necessiteranno di aiuto.”
  A quelle parole, Loki prese ad assomigliare in maniera prodigiosa a un vulcano in eruzione, il che era ironico, visto quanto la sua razza d’origine fosse algida. Letteralmente.
  “E COME FANNO A TROVARVI, VISTO CHE VI DIVERTITE A CAMBIARE SEDE SENZA NEANCHE AVVISARE? È DA STAMATTINA CHE I GIGANTI CONTINUANO AD AMMUCCHIARE CADAVERI E DETRITI SULLA TORRE DI QUELL’IMBECILLE – e indicò Stark, che per evitare l’onta di essere chiamato ‘imbecille’ svolazzò poco lontano in modo che Loki finisse a indicare Rogers – MENTRE IO ME NE STO LI’ AD ASPETTARE E A TESSERE UN PIANO MALEFICO, E VOI AVETE AVUTO LA BELLA IDEA DI TRASFERIRVI DA TUTT’ALTRA PARTE SENZA FARMI SAPERE NIENTE?”
  Il momento in cui Loki aveva scoperto che i Vendicatori non usavano più la Torre di Stark come sede principale era stato innegabilmente divertente per chiunque non fosse Loki; difatti, una vecchietta si era infatti avvicinata al Dio degl’Inganni mentre osservava con gioia malvagia gli Jotunn che procedevano con la loro opera di distruzione, e, con voce gracchiante, l’aveva apostrofato: “Giovanotto, guardi che quei saltimbanchi in tutina non abitano più qui, si sono trasferiti in fondo alla strada, al numero 890. Lo so perché mio nipote ha una fissazione incredibile per loro, soprattutto per quel marcantonio col mantello rosso. Non nego che sia affascinante, ma quei capelli avrebbero decisamente bisogno di un taglio.” E detto ciò, se ne era andata lentamente, aiutandosi col deambulatore, lasciando Loki in mezzo alla strada, perfettamente immobile e del tutto annichilito. Ma come abbiamo avuto modo di vedere, dal suo exploit nella nuova sede dei Vendicatori, si era ripreso relativamente in fretta.
  “Oh, non vorrai dire che ti sei sentito abbandonato?” sfotté Natasha, esibendosi nel suo sorriso più felinamente maligno.
  Loki si voltò verso di lei, fissandola con odio, e mise mano allo scettro che incanalava i suoi poteri magici, al che i Vendicatori si misero in posizione d’attacco, pronti a fronteggiare il nemico, ma prima che questi potesse scatenare la propria furia distruttiva, si fece avanti Niagara.
  “Loki, mio signore, non farlo. Sono giunta qui con la speranza di riuscire a redimerti e far sì che la pace torni ad albergare nella tua anima travagliata.”
  “Sono il Dio del Caos, io! Non ce la voglio, la pace, nella mia anima. Anzi, non voglio nemmeno un’anima! Sparite! Il primo colpo è per il mio odiato non-fratello, non fatemelo adoperare sulla vostra inutile persona!” protestò Loki, esibendosi nell’ennesimo, indecoroso, puerile scoppio d’ira.
  “Io ti capisco, Loki. Hai vissuto troppo a lungo nella menzogna, circondato da persone che non ti apprezzano per quel che sei…”
  “Domando scusa?” interloquì Thor, chiaramente offeso da quell’ignobile bugia.
  “…e non ti permettono di esprimere il tuo essere come vorresti. Io ti capisco, perché sono come te. I nostri destini alfin s’incrociano, com’era stato profetizzato dalle stelle. Saremo una cosa sola, ora e per sempre. Amami, Loki!”
  Loki aveva assunto una nauseabonda colorazione verde pistacchio al solo sentir pronunciare la parola ‘amami’, e il suo cervello fino ponderò rapidamente che, in effetti, dirigere il primo colpo su quell’ignota creatura anziché su Thor non sarebbe stato affatto uno spreco, e colse l’occasione. Un’accecante esplosione di magia illuminò la stanza per un istante, e subito dopo, di Niagara non rimaneva che un innocuo, ma soprattutto silenzioso mucchietto di cenere sormontato da un fiocchetto fucsia, che venne a sua volta polverizzato da un secondo raggio distruttivo dello scettro, per sicurezza.
  Nel silenzio tombale che si era venuto a creare rimbombò all’improvviso la voce dell’alterego del dottor Banner.
  “Hulk rivaluta.”
  “Hulk! Da quanto tempo sei… ehm… arrivato?” domandò Natasha, usando più tatto e diplomazia possibili.
  “Hulk è qui dall’arrivo del Dio gracile.”
  Com’era possibile che nessuno se ne fosse accorto?
  “Nessuno ha prestato attenzione a Hulk. A Hulk non dispiace affatto, perché Hulk ha tanti problemi, ma perlomeno non ha manie di protagonismo.” Nessuno dei presenti aveva troppa voglia di impelagarsi in una discussione con il gigante verde, per una volta che non stava seminando il panico, pertanto accettarono la sua spiegazione senza batter ciglio.
  “Chi era quella creatura? – domandò Loki, gli occhi stretti dal sospetto mentre teneva sotto controllo il mucchietto di cenere che era stato Niagara, come se temesse che riprendere vita da un momento all’altro – Il vostro ultimo ritrovato buonista? Piuttosto malriuscito, direi.” Constatò con ironia.
  “Signore, sto rilevando attività aliena sconosciuta a poca distanza da qui.” Annunciò la voce metallica di J.A.R.V.I.S.
  Prima che chiunque di loro potesse elaborare un piano, di difesa o di attacco che fosse, l’Avengers Mansion si arricchì di nuovi ospiti, identificabili con esattezza col corpo di guardia scelto di Thanos e Madama Morte e le loro Oscure Maestà in persona.
  Fu in quel momento che i Vendicatori sospettarono che forse, dopotutto, Niagara potesse aver detto la verità, riguardo alle proprie origini.
  La funerea sposa di Thanos non perse tempo in presentazioni e andò al dunque: “Dove si trova nostra figlia, Niagara Jenhowepha Blackdeath? Abbiamo seguito la sua aura fino a qui, quindi non osate neppure provare a mentirmi.”
  Con una simile perentorietà ad ammantare l’ordine della Morte in persona, non poteva accadere diversamente; si erano venute a formare le irripetibili condizioni di armonia che contribuivano alla manifestazione del più raro dei fenomeni.
  La Bugia Macho Collettiva senza Sbavature.
  “Mortifera Maestà, vostra figlia non si trova più qui – esordì Tony, che dei presenti era il bugiardo più esperto – in quanto era suo specifico desiderio alleggerirsi del fardello della sua onerosissima eredità, per poter finalmente spalancare le ali e raggiungere finalmente la propria agognatissima libertà.”
  “L’abbiamo accolta tra noi, e ci ha aperto il cuore, parlandoci del suo desiderio più nascosto e inconfessabile, e con l’aiuto della prodigiosa magia del Dio Loki, finalmente le è stato possibile realizzare il proprio sogno.” Rincarò Capitan America, rivelando una faccia di bronzo e un’inattesissima attitudine alla menzogna che Tony reputò derivare dalla sua vicinanza e ottima influenza.
  “Finalmente priva dell’oppressione dei propri incommensurabili poteri, è partita, spoglia di qualunque inutile orpello che le ricordasse la propria vita passata e ha iniziato una nuova esistenza, più pura, più spirituale.” Continuò Thor.
  “Timorosa che i suoi amati genitori non riuscissero a comprendere appieno il suo punto di vista, ci ha pregati di raccontarvi la sua storia, e di dirvi quanto fosse felice di partire, aggiungendo inoltre che un giorno, in questa vita o in un’altra, vi ricongiungerete.” Aggiunse quindi Clint.
  “Ma il momento forse più commovente è stato il suo saluto all’amato famiglio Raimondo, col quale il legame era e resta indissolubile, tanto che su di lui è rimasta una traccia della potente aura che circondava Niagara, e che vi ha guidati fino a qui, malgrado Niagara sia ormai ben lontana, ma finalmente felice.” Proseguì Natasha, chiaramente il più macho dei presenti.
  “Hulk si è perfino commosso.” Convalidò il bestione verde.
  Loki preferì non aprire bocca, ma constatò comunque che il Caos che si era venuto a creare era un lavoretto proprio ben fatto. Ammirevole.
  Il drappello scelto delle Legioni del Terrore che avevano accompagnato Thanos e Morte avevano ormai rinunciato a ogni dignità e singhiozzavano non troppo sommessamente l’uno sulle spalle dell’altro.
  L’unica a non sembrare troppo convinta era proprio Mistress Death, ma prima che potesse obiettare e spedirli tutti agl’Inferi, intervenne il crudele Thanos.
  “Moglie mia, debbo farti una confessione. Sono stato proprio io ad assecondare la nostra amata Niagara e spingerla a seguire il proprio sogno. Incerta di quella che sarebbe stata la tua reazione, però, insistette perché io non ti rivelassi niente, riguardo i suoi propositi. Ma ora che finalmente il suo sogno è stato realizzato, sono certo che anche tu avrai capito quanto ciò fosse importante per lei.”
  Una singola lacrima nera attraversò il volto della Morte, e subito dopo fu ordinato il ritiro della truppa e l’ordine di far rotta verso casa.
  L’ultimo a salire sull’astronave fu Thanos, che puntò due dita verso Loki, segnalandogli con gesto universale che presto o tardi si sarebbero affrontati, ma quando si ha a che fare con creature immortali, ‘presto o tardi’ assume una connotazione piuttosto ampia, in grado persino di concedere degli attimi di rilassamento.
 
 
 
  I Vendicatori (e Loki) trascorsero le successive due ore a dare alle fiamme qualunque residuo che testimoniasse il passaggio di Niagara nella casa. Il mucchietto di cenere, in particolare, venne compresso, subatomizzato ed eliminato una volta per tutte. Stark riservò lo stesso destino anche all’inquietantissimo cartonato a dimensione umana con cui aveva avuto a che fare nella sua sgradevolissima avventura nella stanza di Niagara.
  Terminata la gioviale eliminazione di tutti i possedimenti di Niagara, arrivò inesorabilmente il momento, per Thor, di prendere metaforicamente – ma non solo – il fratello per un orecchio e riportarlo a casa per farlo riflettere sulle proprie malefatte.
  Più che una vittoria trionfale, la cosa era ormai scemata e stata riclassificata come tradizione consolidata: Loki prova a conquistare il mondo, Thor glielo impedisce e lo annienta, Loki proferisce tremendi anatemi e promesse di vendetta, Thor fa orecchie da mercante e lo riporta comunque a casa, Loki scappa e badabum!, si ricomincia daccapo.
  Quella volta, però, il copione subì una svolta inaspettata: proprio mentre Thor stava cominciando con la consueta paternale, ecco che un puzzolente razzo rabbioso gli si avventò addosso, sibilando, sputacchiando e lacerando tutto il lacerabile: Raimondo era tornato per finire la propria preda, cioè il mantello di Thor, ormai ridotto a brandelli.
  Di nuovo faccia a faccia con quello che in pochi istanti di conoscenza era stato elevato al grado di acerrimo nemico, Thor dimenticò le secolari diatribe con Loki, e si dedicò interamente all’opera di disintegrazione della pantegana Raimondo.
  Non gli servì troppo tempo, per ridurre al silenzio perpetuo l’Odiatore di Mantelli, ma a Loki occorse ancor meno tempo per cogliere l’occasione e scomparire. La parte dei tremendi anatemi e delle promesse di vendetta fu accantonata, per una volta, ma tutti gli eroi conoscevano la metodicità di Loki nei suoi tentativi di conquista del mondo, per cui nessuno dubitò neanche per un istante che si sarebbe fatto vivo di nuovo. La preoccupazione più pressante, al momento, era aggiustare la statuetta di danzatrice hawaiana che il Dio del Caos aveva fracassato contro il testone di Thor, perché sicuramente Pepper non avrebbe gradito scoprire che il souvenir portatole da sua madre in ricordo del suo viaggio alla Hawaii era stato trattato con così poco rispetto.
  E così una giornata iniziata nell’ozio terminò più o meno allo stesso modo.
 
 
 
  Non troppo tempo dopo, in una galassia lontana lontana…
 
  Thanos non era così felice da quella volta in cui aveva aperto in due sua madre con un bisturi per donarne l’anima alla sua amata Morte. Un’esistenza libera da Niagara. Quello sì, che era un sogno che si realizzava! Era così di buonumore che avrebbe perfino potuto decidere di concedere un po’ di vantaggio a quel Gigante di Ghiaccio rachitico, quel Loki.
  Mentre si crogiolava al pensiero della sparizione della viziatissima figlia, una delle guardie del palazzo si affacciò nella sala.
  “Vostre Maestà, una forestiera chiede udienza.”
  “Ma sì, falla entrare. Chi è?” domandò Thanos in tono sinistramente giulivo. La guardia deglutì, apparentemente a disagio.
  “Dice di chiamarsi Nebula. Sostiene di essere… vostra nipote.”
 
 
 
 
 
 
DAN DAN DAAAAN! Finale inquietante, nevvero? A questo punto, è d’uopo inserire qualche simpatica nota esplicativa:
-          Hulk è stranamente controllato e posato, licenza poetica che mi sono presa senza far domande. Anche nel film sono stati piuttosto rilassati, al riguardo, per cui mi sono concessa questa libertà;
-          Nel capitolo sono sparse varie citazioni, più o meno colte. Un bacio a chi le individua tutte! Tra le tante abbiamo gli sketch di “Sugar e Dexter”, i poliziotti sgangherati di Aldo, Giovanni e Giacomo, Star Wars, Harry Potter e, come già annunciato in altra sede, la Bugia Macho Collettiva senza Sbavature, direttamente da Scrubs, che trovate a questo indirizzo! http://www.youtube.com/watch?v=oNrEqT9sWP0
-          Avrei voluto anche citare Le Follie dell’Imperatore facendo chiamare Loki “Yzma” da Tony, ma alla fine ho evitato. Fatto sta che Loki è Yzma, e su questo non ci piove ù_ù
-          Le cronache della Marvel narrano che il primo sacrificio di Thanos alla Morte fu proprio sua madre. Bimbo affezionato, neh?
-          Di Nebula non so niente, mi sono imbattuta in lei per caso, per casissimo. Ma ho visto che lei si presenta come nipote di Thanos, e seguendo il mio personalissimo delirio, se ne desume che sia la figlia di NAIAGARA. Tutto ciò è inquietante per me, figuriamoci come debba sentirsi Thanos. Povero nonno Thanos.
 
Concludo qui, ringraziando tutti voi che mi avete tollerata, accompagnata, assistita durante questa long (la mia prima long! *-*). Vi adoro, vi adorissimo.
 
Baci,
Charme.
  
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