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Autore: Carmilla Lilith    22/02/2013    5 recensioni
Till è sempre stato un soggetto particolare, non molto amato dalle altre persone. Troverà un ambiente più congeniale in cui vivere, in maniera del tutto inaspettata...
Genere: Comico, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Till era sempre stato considerato un “tipo particolare”, per utilizzare un eufemismo.
Parliamo del suo aspetto, tanto per cominciare: era alto, massiccio e, diciamocelo, peloso. Capelli, barba e baffi (e peli, ovviamente) erano neri come la pece, gli occhi erano verdastri come l’acqua stagnante e il suo incarnato chiaro come quello di un cadavere. A ben vedere, la sua figura sarebbe risultata molto piacevole nel complesso, ma nessuno si era mai preoccupato di osservarlo per bene: Till era inquietante, punto e basta.
Chissà, magari se il ragazzone non fosse nato in Germania la lingua madre lo avrebbe aiutato a sembrare un po’ meno minaccioso ma, di fatto, quando Till parlava la lingua tedesca contribuiva solamente a farlo sembrare un gerarca nazista particolarmente crudele.
Sul campo lavorativo, però, Till poteva ritenersi pienamente soddisfatto, dato che aveva ben due lavori: durante il pomeriggio lavorava come macellaio presso un gigantesco supermercato e la notte faceva il guardiano presso l’obitorio comunale. Entrambe le occupazioni presentavano dei notevoli vantaggi: rendevano piuttosto bene e gli permettevano di trascorrere più tempo con i morti che con i vivi.
L’unico contatto con i vivi che interessava a Till era quello con gentil sesso per ovvi fini ben poco casti. A causa del suo aspetto così poco raccomandabile, però, il giovane tedesco poteva ambire a ben poche categorie di donne: generalmente ripiegava sulle prostitute ma, ogni tanto, riusciva a trovare una donna inquietante quanto lui che accettava ben volentieri di soddisfare i suoi desideri.
 
La vita di Till proseguì tranquillamente finché, una notte, non accade qualcosa di strano: l’uomo stava effettuando una ronda tra i vari locali dell’obitorio, quando udì un rumore insolito. Sembrava che qualcosa stesse sbattendo con violenza contro uno dei loculi in metallo.
L’energumeno teutonico si recò nella stanza da cui provenivano i rumori e, non senza timore, si accorse che un loculo stava vibrando, come se stesse ricevendo dei colpi dall’interno, e si udivano dei lamenti sommessi. Non era difficile intuire quanto accaduto: il coroner doveva aver svolto la visita senza troppa attenzione e aveva dichiarato morto qualcuno che, evidentemente, morto non era.
Per quanto Till non apprezzasse gli esseri umani non era dell’umore giusto per avere un morto sulla coscienza e decise di soccorrere il povero sventurato. Aprì la celletta e fece scorrere la barella verso di sé: il corpo era senza dubbio in un avanzato stato di decomposizione, aveva certamente aperto la nicchia sbagliata!
Dubbioso, Till si chinò verso il cadavere, notando che le palpebre tremavano debolmente. Il massiccio giovane tentò di ritrarsi, ma non fu abbastanza veloce da evitare il morso che gli venne inflitto al collo.
Stordito dal dolore, l’uomo perse l’equilibrio e cadde a terra. Portando una mano al collo si rese conto dei fiotti di sangue che uscivano copiosi dalla ferita e capì d’essere spacciato. Lo zombi, nel frattempo, prese ad avanzare lentamente verso di lui, masticando divertito la carne che gli aveva strappato dal collo. Puzzava, puzzava come l’Inferno.
Till non poté trattenere un urlo, prima di venir aggredito dall’orrenda creatura.
 

***

 
Una corpulento zombi dai capelli nero pece stava allegramente smembrando un cadavere fresco con una gigantesca mannaia, canticchiando la canzone industrial che riempiva la cucina.
 
Weiche Teile und auch harte/
stehen auf der Speisekarte
 
(Pezzi morbidi e anche duri/
sono sul menu)

Già già, sul menù c’era proprio tutto: gambe, braccia, occhi fritti come olive ascolane come antipastino… E per gli intenditori Weichteile*, ach ja!
Till ridacchiò, divertito. Fare lo chef zombesco gli piaceva veramente molto: inizialmente era stato trasformato solamente perché nel ristorante per zombi mancava un macellaio esperto. Alcuni zombi, che nottetempo si recavano all’obitorio per rubare qualche unghia con cui decorare i loro piatti, avevano notato Till mentre giocherellava con la mannaia che utilizzava per il suo lavoro da macellaio ed avevano deciso che poteva essere un ottimo elemento per il loro ristorante, così lo avevano assunto a modo loro, trasformandolo.
Nemmeno i suoi colleghi si aspettavano che l’energumeno fosse così dannatamente bravo e spietato. In breve tempo, Till aveva fatto carriera, e si era fregiato dell’appellativo di Mastro Macellaio.
 
Es ist mein Teil - nein
Mein Teil - nein
da, das ist mein Teil - nein
Yes it’s mein Teil – nein


(È la mia parte - no
La mia parte - no
Questa è la mia parte - no
La mia parte – no)

 
Till sobbalzò, notando che il suo umano non era affatto morto. Se c’era una cosa in cui ancora aveva delle incertezze era proprio nel distinguere i feriti gravi dai morti.
“Quello è il mio pezzo forte?” Domandò l’uomo, indicando un pene posto su un piatto di porcellana.
“No amico, stai tranquillo e chiudi la tua boccaccia maledetta!” Mentì Till, sperando di zittire l’uomo.
“Sì che lo è! Che diavolo sta succedendo?!” Continuò l’uomo, tentando di alzarsi.
Il Mastro Macellaio sbuffò infastidito, bloccando la sua vittima sul bancone dove lo stava macellando. “No, mettiti buono e non costringermi a farti del male.” Ringhiò, fissandolo con gli occhi di due colori diversi. Uno degli occhi di Till, infatti, era stato divorato durante la sua trasformazione e così il macellaio era stato costretto a procurarsene uno, nerissimo, staccandolo da una vittima.
“Questa è la mia parte, la mia parte migliore!” Strillò l’uomo, liberandosi momentaneamente dalla stretta di Till e prendendo in mano il pene sanguinante.
“NEIN!” Tuonò Till, decapitando lo scocciatore. Con un sospiro si chinò e raccolse i genitali, per poi lavarli sotto l’acqua corrente accorgendosi, con un certo disappunto, che il suo braccio destro era rimasto attaccato alla mannaia.
 
Ist doch so gut gewürzt
und so schön flambiert
und so liebevoll auf Porzellan serviert
Dazu ein guter Wein
und zarter Kerzenschein
Ja da lass ich mir Zeit
Etwas Kultur muss sein

(È davvero così ben aromatizzato
e così piacevolmente fatto flambé
e così amorevolmente servito su porcellana
Con un buon vino
e una delicata luce di candela
Si mi prendo del tempo
Ci deve essere qualche cultura)

 
Till osservò ammirato la sua opera, che aveva preparato con tutta la calma necessaria: un pene di media grandezza, speziato al punto giusto e fatto flambé. Tra gli zombi era considerato un piatto estremamente afrodisiaco e ci voleva una certo talento per preparare una pietanza simile a regola d’arte.
Il Mastro Macellaio depose con cura il pezzo di carne su un piatto in porcellana e lo decorò con un po’ di sangue fresco. Come poteva non esserci cultura dietro ad un simile capolavoro? Una volta servito con un ottimo e corposo vino rosso, illuminato dalla tenue e romantica luce di una candela, anche un essere umano avrebbe gustato ben volentieri quel piatto sublime, salvo poi strillare terrorizzato una volta rivelatagli l’esatta provenienza della carne deliziosa.
 
Denn du bist was du isst
Und ihr wisst was es ist

(Perché sei ciò che mangi
e voi sapete cos’è questo)

 
Mentre il cameriere si avvicinava per prendere il piatto e servirlo, Till domandò chi avesse fatto l’ordine. Si trattava pur sempre di un piatto estremamente costoso e non erano in molti a poterselo permettere.
“Herr Mannelig, Mastro Macellaio!” Rispose, zelante, il giovane cameriere.
Till non riuscì a trattenere una sonora risata: Herr Mannelig era lo zombi a capo della comunità tedesca, che obbligava i suoi simili a vivere in squallidi meandri sotterranei invece che spingerli a lottare per prendere il sopravvento sugli esseri umani.
Per quanto raffinato fosse il piatto che il Mastro Macellaio aveva appena servito, si trattava pur sempre di un pene. Era la conferma del fatto che siamo ciò che mangiamo: anche Herr Mannelig, nonostante la sua influenza, non era nient’altro che una testa di cazzo.
 
 

L’angolo dell’autrice

 
*Weichteile: in tedesco significa “genitali”. 
 Non prendetelo sul serio, davvero! Questo racconto è stato scritto ancora l’anno scorso e, a suo tempo, aveva partecipato al contest “Io Zombo, tu Zombi, egli Zomba” indetto da Anopticon sul forum di efp. Il protagonista Till è ispirato al cantante dei Rammstein, Till Lindemann (uomo che amo alla follia), mentre il titolo del racconto è tratto dall'omonima canzone dei Rammstein, dall'album "Reise, reise" ("Teil” significa “parte” o “pezzo”, ma in gergo assume anche il significato di “pene”). I pezzi in tedesco sono tratti dalla canzone citata. 
Il termine Mastro Macellaio (Der Metzgermeister) è una citazione dell’annuncio online messo da Armin Meiwes, un uomo che in Germania ha trovato una “vittima” consenziente (Bernd Jürgen Brandes) da macellare. Prima di ucciderlo, farlo a pezzi, congelarlo e mangiarlo, Meiwes tagliò il pene di Brandes e lo mangiaronoinsieme dopo averlo fatto saltare con aglio e olio. Viene a sua volta citato nel singolo di "Mein Teil". 
A presto,

Carmilla Lilith.

 
   
 
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