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Autore: Tactolien    23/02/2013    9 recensioni
[I Regni di Nashira]
Ecco la mia idea dei pensieri di Talitha, dopo gli eventi del secondo libro.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le sembrava quasi irreale. Talitha non riusciva davvero a credere di trovarsi lì, circondata dai cadaveri di chi aveva amato e odiato, mentre fuori in cielo, strane lingue di fuoco cadevano sulle case delle persone, senza lasciar loro speranza di salvezza.

Molte sacerdotesse cominciarono a pregare Mira, ma che poteva fare lei contro Cetus, il sole maligno. Il suo figlio più spietato.

Ecco. Era cominciata.

Talitha strinse a sè il corpo di Saiph e trattenne un singhiozzo. Tra poco, tutto sarebbe finito. Tra poco, tutti i Talariti e Femtiti avrebbero smesso di soffrire.

 

 
 

Non sono pentita di quello che ho fatto. Ci ho riflettuto molto, e mi sono convinta che sia meglio così.

Kora è morta. E insieme a lei centinaia di persone innocenti.

E' partito tutto da questo. Da quell'ultimo assalto al monastero di Letora. Fu lì che capii tutto.

Fu lì che presi la mia decisione.

Avevo lasciato Messe per andare a cercare Verba, l'eretico di razza sconosciuta. L'unico che sapeva come salvare Talaria dal surriscaldamento di Cetus.

Avevo lasciato questo compito a Saiph, mentre io mi ero fermata coi ribelli, per aiutarli a liberare i Femtiti dalla loro schiavitù.

Non l'avessi mai fatto.

Se mi fossi attenuta al piano iniziale… se non mi fossi fatta così tanto coinvolgere dalla guerra... se non mi fossi fatta predere dall'odio, probabilmente non sarei ridotta in questo stato.

Pensavo

seriamente che fossero solo i Talariti la feccia di Nashira, con le loro ingiustizie e le loro religioni fasulle. Mi ero tinta i capelli di verde per non dover mai più somigliare a loro, ma quanto mi sbagliavo!.

Ho visto più di quanto avrei voluto.

Talariti, o Femtiti... alla fine sono tutti uguali.

No. Questo mondo non merita la salvezza, io lo so più di chiunque altro. Appena Saiph tornò da me con la soluzione per impedire a Cetus di esplodere...

- Dimenticala- gli avevo detto - Lascia che spazzi via tutto quanto-.

Non dimenticherò mai il modo in cui mi ha guardata. Per un momento mi ha fatto sentire veramente un mostro.

Ma il mostro non sono io, di questo ne sono sicura. Anzi, per la prima volta in vita mia so con certezza di fare la cosa giusta per tutta Talaria, e per tutta Nashira.

Sì. Esattamente. Avrei lasciato che Cetus ci distruggesse, ma prima dovevo spedire qualcuno all'inferno per mano mia. Molti conti dovevano essere saldati, prima che tutto finisse.


 

La prima testa che mi presi fu quella di Grele, al monastero di Messe, dove l'avevo lasciata l'ultima volta. Era anche colpa sua se Kora era morta.

- Finalmente ci rincontriamo, Talitha- mi aveva parlato, con un sorriso seminascosto dalla sua maschera di legno - Era da tempo che aspettavo questo momento- e mi ha attaccata con le mani tese in avanti. Avevo saputo che si era addestrata nelle arti delle Combattenti.

Che stupida.

Come ha potuto pensare di potermi battere? Io che divento più forte e veloce ogni volta che uso la Spada di Verba.

Mi bastò un solo colpo... e la sua testa volò via con addosso uno sguardo a dir poco stupefatto. Me ne andai via facendo strage di tutte guardie che volevano vendicare la loro Piccola Madre.

Poi è stata la volta di Megassa, mio padre. A cui avevo precedentemente spedito la testa di Grele per informarlo del mio arrivo.

Con lui la sfida fu molto più interessante: ha dato prova di essere un abile guerriero, ma non ha avuto scampo. Appena riuscii ad aprire la sua difesa, l'ho tranciato a metà per la vita.

Fu in quel momento che sentii un urlo dietro di me: Petra, mia madre, la nuova Regina del Regno dell'Estate, aveva assistito a tutto.

Ci guardammo intensamente, io e lei. I suoi occhi erano pieni di terrore, ma non ci badai più di tanto: era un problema tutto suo.

Da parte mia... io non le feci niente, mi era sempre stata indifferente, neanche me n'ero accorta che era lì. E' stato il fato a decidere per me, e per lei: appena scappò correndo via per le scale... inciampò e nella caduta si spezzò il collo. Non provai assolutamente niente.

Poco dopo, in quella stessa sala di palazzo, Saiph tornò da me dicendo…

- Ti scongiuro, Talitha, torna in te, sei ancora in tempo!-.

Io lo guardai, ma non so cosa vidi. Dietro di lui, Verba ci osservava a distanza senza proferire parola.

- Per l’amore che ci lega, ti supplico-.

Ma non ricevendo risposta, lui sospirò…

- Io continuerò nella missione. Con o senza di te. Salverò la mia gente, e la tua. Ormai sono l’unico che può farlo-

Diceva sul serio. Niente l’avrebbe fermato.

Voleva davvero salvare un mondo dove l’odio, la schiavitù, il razzismo e la menzogna la facevano da padroni?.

Chiusi gli occhi, lasciando che una singola lacrima mi rigasse il volto.

- Per la pena che provo per Talaria…- dissi con difficoltà - Io non posso lasciartelo fare-.

Non pensavo che sarei arrivata a farlo, io lo amavo moltissimo, anche se mi ci è voluto tanto a capirlo. E sapevo che anche lui mi amava. Niente mi avrebbe reso più felice che restare con lui. Avremmo avuto dei bei figli, insieme.

Ma non in quella vita. Non in quel mondo.

Ciò che doveva accadere era molto più importante di tutte le vite di Nashira unite in un unico corpo.

Sguainai la Spada di Verba.

 

Non ha sofferto, ne sono sicura. Sono stata molto attenta a colpirlo apposta al cuore, in modo che la sua agonia durasse il meno possibile.

Mentre lui moriva, e la sua bocca si riempiva di sangue… io l’ho baciato. La prima e ultima volta.

Alla vista di quella scena, Verba, che al principio mi aveva guardata perplesso e allibito… è scoppiato poi in una risata sguaiata, con un sottofondo esasperato.

Non stento a credere il motivo: tra poco avrebbe assistito alla seconda esplosione di Cetus, ed esattamente come l’altra volta, lui sarebbe stato l’unico a sopravvivere.

Mi dispiace per lui, e per tutti i secoli di solitudine che ancora lo aspettano, ma no, non sono pentita di quello che ho fatto. Saiph non avrebbe dovuto fermarmi. C’è

veramente bisogno che Cetus distrugga tutto, per far sì che un giorno possa nascere una nuova civiltà migliore della nostra.

In effetti… peggio non può diventare.


 

 
  
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