Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: SomeOctoberAgo    26/02/2013    2 recensioni
"Vedi, Hermione, tu sei sempre stata il mio punto fermo. Non siamo mai stati amici, ma eri la persona più intelligente che conoscessi (...) so che non sono il meglio che puoi avere, ma so che io saprei come trattarti, a differenza di quelli là. Io so quanto sei straordinaria e quanto ti devo. Sei sempre stata così forte."
(...)
"Draco?"
"Sì?"
"Per tutti questi anni tu mi hai sempre stimolata a dare il meglio. Eri una delle ragioni per cui mi svegliavo ogni mattina e decidevo di essere migliore del giorno precedente, volevo dimostrarti che ti sbagliavi. Sei stato uno dei miei veri motivi di crescita interiore. Non siamo mai stati amici, è vero, ma in un certo senso sei sempre stato meglio di un amico. Ed è anche grazie a te se oggi sono quella che sono".
Ci fu un attimo di silenzio.
"Può rimanere nell'acqua, se vuoi" le disse all'improvviso Draco.
"Cosa?"
L'acqua, la scogliera, la Cattedrale, il mondo intero. Tutto smise di esistere quando Draco la baciò.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Weasley, Hermione Granger, Un po' tutti, Voldemort | Coppie: Bellatrix/Voldemort, Draco/Hermione, Lucius/Narcissa
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Una bambola di cera

Solo nel fango ci incontravamo ma soprattutto mi rimprovero
per la completa depravazione etica a cui ti permisi di trascinarmi.
Oscar Wilde

Erano passati tre anni dalla battaglia finale ad Hogwarts, tre anni da quando Harry Potter aveva sbaragliato il Signore Oscuro. Ciò che tutti avevano pensato guardando il lampo verde ritorcersi contro Lord Voldemort era che sarebbe cambiato tutto. Non ci sarebbero più stati Mangiamorte ad Hogwarts e Dissennatori a Hogsmeade, il Ministero della Magia sarebbe tornato il luogo di ordine e giustizia che era sempre stato. Non ci sarebbero più state vittime innocenti di una guerra folle. Sarebbe cambiato tutto.
I pronostici ovvi sugli effetti della scomparsa definitiva di Voldemort si realizzarono, ma ciò che a tutti pareva impossibile avvenne: la vita tornò quella di sempre, per tutti. 

Per tutti tranne che per i Malfoy. 
Furono gli unici tra quelli che portavano il Marchio Nero che non vennero rinchiusi ad Azkaban, ma subirono diversi processi alla corte del Wizengamot. La loro salvezza da Azkaban fu il pentimento mostrato da Narcissa, quando mentì sulla morte di Harry e quando abbandonò la battaglia insieme a Lucius e Draco. Non vennero incarcerati, ma il disonore macchiò il nome dei Malfoy con un'impronta ancora più forte di quella che portavano impressa sull'avambraccio sinistro. Lucius perse il lavoro e ogni influenza, Narcissa trovò un impiego presso Madama McClan mentre verso Draco furono tutti più comprensivi. Draco, grazie anche a quanto emerso dinnanzi al Wizengamot, era visto come una vittima della sua famiglia. Cresciuto tra i Mangiamorte, non aveva modo di sfuggire a quel destino. Specialmente negli ultimi due anni in cui il giovanissimo Draco si era trovato senza protezione dalla follia omicida di Bellatrix Lestrange prima e Voldemort stesso dopo. Quanto emerso da quel processo gli permise di condurre una vita normale nella comunità magica.
La Fortuna aveva abbandonato il maniero dei Malfoy, ma qualcos'altro li aveva visitati: la pace dell'anima. Avevano perso tutto, eppure stavano bene. Lucius e Narcissa avevano accettato di essere delle nullità, avevano avuto anni per accettarlo: da quel lontano 1996, quando avevano fallito nel furto della Profezia al Ministero. La decadenza era stata progressiva e la miseria  venne assaporata a piccoli sorsi. Ciò a cui non erano abituati e che diede loro sollievo fu il pensiero che Draco non era più in pericolo per colpa loro, che non avrebbero più incontrato la disperata richiesta d'aiuto negli occhi del figlio senza poterla accogliere, che non erano più nel mezzo di una battaglia che non sentivano loro. Erano piccoli, insignificanti, disprezzati ma liberi. Provavano un senso di colpa nei confronti di Draco, perché sapevano di aver segnato la sua vita, se solo fossero stati dei genitori migliori l'avrebbero risparmiato da quella vita.  Anche Draco sapeva che se fosse nato in un'altra famiglia le cose sarebbero state più facili, ma non riusciva a odiare i suoi genitori che l'avevano sempre amato e avevano fatto di tutto per lui. Avevano fatto le scelte sbagliate e le conseguenze erano ricadute anche su di lui. I figli pagano sempre per le colpe dei genitori, non era un'esclusiva di Draco e lo sapeva bene.
Lucius non aveva un futuro come il giovane Draco e non aveva l'opinione pubblica in suo favore, non aveva nulla per cui lottare. Non usciva mai dalla sua villa, se non per lunghe passeggiate nel boschetto, ammirando le bellezze botaniche che aveva voluto per sé. Passava molto tempo seduto sotto le fronde dei suoi alberi, con lo sguardo perso tra i luccichii colorati che il sole dolce faceva fare alle delicate fontane d'acqua evocate con la magia. Aveva sbagliato tutto con il suo ridicolo disprezzo verso il resto del mondo. Che cosa credeva di fare? Inseguire dei deliranti sogni di dominio è patetico se hai più di quindici anni e lui con la sua ottusa ostinazione aveva condannato Narcissa e Draco. Li aveva esposti a crudeltà e disonore. L'unica cosa buona che avesse mai fatto, pensava, era stata sposare Narcissa. Era una donna delicata all'apparenza, ma era in realtà molto forte. Quante volte, in quell'anno terribile in cui il Signore Oscuro aveva fatto della sua magione il proprio quartier generale, Lucius aveva desiderato la morte? E Narcissa l'aveva sempre capito solo guardandolo. Quante volte quella meravigliosa donna, seppure esausta e sconfortata quanto lui, aveva evocato un Patronum perché infondesse speranza in lui? Ricordava ancora quei momenti: il suo vasto soggiorno immerso nel buio, malamente illuminato dal caminetto che emanava una luce amara. Un cigno argenteo appariva al seguito di un dolce sussurro femminile e rischiarava tutto. Poi quel cigno appoggiava il capo contro la schiena di Lucius e lo attraversava, facendogli avvertire le emozioni positive di cui era composto. Sentiva ricordi felici, gioia, speranza, coraggio e forza. Narcissa era una donna straordinaria. Non solo gli aveva salvato la vita, ma gli aveva pure insegnato un significato tutto nuovo da dare ad essa. Il significato della vita non è nel sangue pulito, è nella coscienza pulita. Lucius non provava solo amore per quella donna, provava anche una gratitudine immensa. 


Tuttavia qualcosa continuava a tormentare Draco Malfoy. Aveva perdonato i suoi genitori per quegli anni che aveva vissuto anche a causa loro, ma c'era una persona che non credeva sarebbe mai riuscito a perdonare per avergli rovinato la vita: se stesso. Si era lasciato plasmare come una bambolina di cera. Non aveva mai avuto il coraggio di essere se stesso. Chissà cos'avrebbe detto suo padre se avesse saputo che per tutti gli anni a Hogwarts il suo cuore aveva battuto per una mezzosangue. Qualsiasi cosa facesse, anche se compiaceva assai il padre, lasciava disgustato Draco: non era ciò che voleva. E ora si trovava con una vita che non era la sua. A volte si sentiva invisibile, un fantasma. Tutto ciò che aveva sempre fatto parte di lui, ciò che lui fingeva fossero le sue convinzioni, erano state bandite per sempre dal mondo magico e non aveva più un ruolo da recitare. Non era neppure riuscito a scagionarsi da solo, non aveva dimostrato a se stesso il suo valore nemmeno salvandosi: era stata, di nuovo, sua madre. Lei aveva avuto il coraggio di voltare le spalle a Voldemort prima che cadesse, lei aveva detto al Wizengamot "è solo un ragazzo!". Le era grato perché lo aveva salvato dalla morte e da Azkaban, ma gli bruciava come il fuoco il fatto che tutta la comunità sapesse che Draco Malfoy non era una persona ma una bambolina di cera plasmata dai genitori.  
Voleva costruire qualcosa che fosse solo proprio, qualcosa per cui non avrebbe dovuto ringraziare suo padre o sua madre. Voleva realizzare qualcosa che facesse di lui Draco Malfoy e non Il figlio di Lucius Malfoy o Il bambino di Narcissa Malfoy. Questo fu il motivo principale che spinse Draco ad andare a vivere da solo, in una casa normale, vicino al San Mungo dove aveva intenzione di lavorare come Guaritore.

Si sarebbe riscattato, si sarebbe perdonato.

Erano passati tre anni. Era una tiepida domenica di maggio e Narcissa Malfoy stava per servire il pranzo. Fu in quel momento che il Marchio Nero bruciò e divenne nero come la notte.


______________________________________________________________________________________________________
Note dell'autrice:
-Bene, questo è il primo capitolo di questa fanfiction. Ho dovuto dedicarlo interamente all'introspezione perché Draco sarà uno dei personaggi principali, ma non è il Draco di zia Row, è un Draco cresciuto e maturato. Un po' rivisto. Mi è sempre dispiaciuto che non venisse mai approfondito a sufficienza, spero di riuscire a dargli l'intensità che merita.
-Il titolo è riferito, ovviamente, a ciò che Draco (e la società) pensa di se stesso. È il suo punto di partenza per qualcosa di più viscerale.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: SomeOctoberAgo