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Autore: SakiJune    16/09/2007    5 recensioni
Fin dove lo può spingere l'amore? A rinunciare a tutto. E la disperazione? A chiedere pietà ai suoi vecchi nemici. E tu, riuscirai a riportarlo indietro?
"La mia vita scorreva in quella direzione, portandomi dritta tra le sue braccia"
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Ernie Macmillan, Lucius Malfoy, Millicent Bullstrode
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Non era mia intenzione fare della protagonista una santa o comunque una ragazza per bene, e credo proprio che non lo sia. Gli ideali Slytherin sono duri da sradicare. Ho segnato OOC ugualmente perché non sono sicura che Millicent, Draco e compagnia bella si possano mai comportare così, nemmeno in situazioni estreme come quelle descritte.
Ci ho messo il cuore in questa shot, però. Voglio che lo sappiate. E... grazie a Black_Moony per il suo consiglio.
SakiJune




Non c'è da stupirsi se Harry Potter e sua moglie Ginny non mi hanno riconosciuta, qui alla stazione di King's Cross.
Forse perché c'è la nebbia. Ma non solo.
Sono cambiata davvero molto rispetto a quando frequentavo Hogwarts, e la mia trasformazione non è soltanto legata all'età, vedete. Io sono proprio un'altra persona.
Ero così bruttina nella mia divisa di Slytherin, più larga di quella delle mie compagne di molte misure. Brutta e mascolina. Ma ero anche forte e cattiva. Non mi veniva chiesto di essere diversa da quello che ero, nella mia Casa.

Draco non fu più lo stesso dopo la Battaglia di Hogwarts e la sconfitta di voi-sapete-chi.
La morte di Vincent l'aveva fatto sprofondare in una spirale di depressione e sensi di colpa. Aveva allontanato tutti noi e si era chiuso in se stesso: nemmeno Pansy riusciva più a cavargli un discorso sensato.
Figuriamoci gli insegnanti.
Terminò la sua carriera scolastica con un disastro completo su tutti i fronti... eppure non fu per questo motivo che suo padre lo mandò via da Malfoy Manor. Diseredato, in una parola.
Lo fece perché Draco, nel frattempo, si era innamorato della persona sbagliata.
Non che fosse una Mudblood. Piuttosto, veniva da una famiglia che i Malfoy, così come i miei genitori, consideravano "traditrice".
Io non so come fossero nati i suoi sentimenti, in quegli ultimi mesi di scuola, quali avvenimenti lo condussero ad esprimerli e quando lei sentì di poterli ricambiare. A me lei sembrava soltanto una squallida Hufflepuff.
Una mattina (gli esami erano alle porte), ero tornata nell'aula di Incantesimi per recuperare i miei appunti e li avevo visti insieme. Lui le sfiorava i capelli, lei gli asciugava le lacrime. Era così poco credibile... così poco Draco.
Ma alla fine, cos'era rimasto di lui, comunque?

Non il suo sguardo fiero che mi faceva battere il cuore.
Non le sue battute pungenti.
Né l'orgoglio di appartenere alla nostra Casa, che fino ad allora ci aveva tenuto uniti.

Ormai era soltanto un ragazzo fragile che si stava liberando un po' troppo in fretta delle sue certezze, per andare incontro ad un futuro imprevedibile.
Avrei voluto farlo tornare sulle sue decisioni
(ma si può chiamare decisione un simile colpo di testa?)
ma non speravo nulla per me
(ero solo la Bulstrode, il maschiaccio... i suoi occhi chiari non si erano mai posati su di me...)
e sapevo che non mi avrebbe ascoltato.

Così rimase senza uno zellino, senza una casa, privo di tutte le comodità a cui era abituato. Neanche sua madre disse una parola in suo favore, convinta com'era che si trattasse di un'infatuazione passeggera e che sarebbe tornato con la coda tra le gambe, implorando Lucius di perdonarlo e di riaccoglierlo a casa.
Ma avevo sottovalutato la sua testardaggine. O la sua follia.
Seppi che avevano preso in affitto un bugigattolo a Hogsmeade, umido e buio.
Lui e Susan Bones.

Quale felicità poteva trarre da una vita di miseria?
Si può vivere solo d'amore?
Il destino rispose: no.

E venne una notte in cui si ritrovò solo in quella soffitta deserta, con Scorpius tra le braccia che piangeva sempre più debolmente.
Susan se n'era andata per sempre.
Né aveva di che nutrire suo figlio.
Fu la disperazione a condurlo sotto la pioggia scrosciante fin dentro l'Hog's Head.
- Tempaccio, eh? - borbottò Aberforth, sentendo sbattere la porta, mentre sciacquava i boccali. Si volse verso il nuovo arrivato, e la minima cordialità nel suo sguardo scomparve.
- Schifoso Death Eater, fuori dal mio locale! - tuonò.
Draco rimase dov'era, stringendosi nel mantello logoro. Non gli importava cosa gli dicessero. Quel posto era la sua unica speranza...
- P-perfavore. Ho bisogno-
Dai tavoli volavano insulti e grida. Qualcuno si avvicinò e gli sputò addosso. Altri misero mano alla bacchetta, minacciandolo.
- Voglio solo un poco di latte. Il mio bambino ha fame. Vi prego...
Cadde sulle ginocchia, sfinito. Aberforth si morse il labbro, aggrottando le sopracciglia. Non sapeva se cedere alla pietà o al rancore che ancora provava per quella gente.
- La scongiuro, signore... sa bene che non sono stato io ad uccidere suo fratello... non ne sarei mai stato capace. Non posso perdere anche mio figlio. Qualcuno mi aiuti, vi prego...

Un giovane robusto e dall'aria mite posò la sua Burrobirra e si alzò dalla sedia.
- Vieni con me, Malfoy. In fretta, prima che cambi idea.
- G-grazie, Ernie. Grazie, oh! Merlino ti benedica! - balbettò Draco, con gli occhi colmi di lacrime, barcollando verso di lui con le braccia protese. Ma l'altro si scostò.
- Non voglio che tu o chiunque altro fraintenda il motivo per cui ti aiuterò. - Ernie Macmillan alzò il tono di voce, in modo che chiunque potesse sentire: - Lo faccio perché volevo bene a Susan. E' chiaro?
Era ovvio per tutti.
Mise una mano sulla sua spalla, ed entrambi scomparvero sotto gli occhi degli avventori.

Lui e il piccolo Scorpius restarono a casa Macmillan solo il tempo necessario per rimettersi in salute. Poi i genitori di Ernie lo spedirono da dove se n'era venuto, con un sacchetto di galeoni e un po' di cibarie.
E un giorno lo incontrai. Quant'era magro! E com'erano spenti i suoi occhi!
Gli chiesi se potevo fare qualcosa per lui, ma rifiutò. Tutti l'avevano abbandonato, disse, tutti quelli che considerava amici: Gregory, Theodore, Blaise, Pansy... non poteva contare su nessuno... tanto valeva dimenticare i tempi in cui era un privilegiato.
- Io ci sono sempre per te - avrei voluto gridargli, ma il mio orgoglio era più forte, il pensiero di quanto fosse caduto in basso, quando si era messo con quella Bones, mi trattenne.
Per lui ero sempre la ragazzina grassa e manesca che faceva onore alla sua Casa accapigliandosi con la Granger. Non si aspettava niente da me, e nulla gli diedi.

Passai intere notti a piangere, a lambiccarmi il cervello senza trovare una soluzione. E finalmente capii come dovevo comportarmi.
Basta orgoglio. Basta. Io l'amavo, e dovevo far sì che riavesse ciò che gli spettava, prima che fosse troppo tardi.
Mi recai a Malfoy Manor, spiegai la situazione. Lucius, all'inizio, sembrava non darmi retta, ma in un modo o nell'altro seppi farmi ascoltare. La notizia della nascita di un nuovo erede lo attrasse più di quanto mi aspettassi:
- Bene, che torni. Alle mie condizioni, però.

Le regole erano poche e semplici. Draco non avrebbe dovuto mai più compromettere l'onore della sua famiglia. E avrebbe subito preso moglie, per salvare le apparenze. Quando gli venne comunicato, il cuore gli si strinse in una morsa, ma ugualmente si inchinò:
- D'accordo, padre. Sposerò Pansy Parkinson, se lo desiderate...
Lucius gli rise in faccia. - Mi dispiace informarti che la colombella è già stata promessa. Non poteva aspettarti, ti pare?
Ne fu un poco stupito, ma non gli importava granché. Non aveva mai amato Pansy veramente. Il loro era stato un rapporto di convenienza e abitudine, che impallidiva in confronto a quello che aveva provato per Susan...
- Credo che, per un senso di gratitudine, sia tuo dovere chiedere la mano di chi mi ha chiesto pietà per te, qui, in questo soggiorno.
Draco lo fissò con aria interrogativa.
- Sposerai Millicent Bulstrode, è la mia ultima parola. E adesso sparisci dalla mia vista.

Avevo capito che era stato Lucius a ordinarglielo, ma cos'altro potevo fare? La mia vita scorreva in quella direzione, portandomi dritta tra le sue braccia.

Sono Millie Malfoy. Fiera di esserlo. E innamorata, ora più che mai.
Non sapevo di amare i bambini, ma per me è come se Scorpius fosse veramente mio figlio. Non somiglia per niente a Susan, per fortuna: è il ritratto di suo padre.

La stazione è ormai affollata, il treno sta per partire. Scorpius mi dà un bacio mentre Draco carica il suo bagaglio.
- Ci vediamo a Natale, mammina. Scrivimi!
Fingo di non commuovermi. Non è quindi rimasto più nulla in me della vecchia Millicent?
Ma d'un tratto vedo una coppia che, come noi, sta salutando la figlia prima che salga sul treno per Hogwarts.
- Che schifo, guarda, Draco: c'è la Granger. Pardon, Weasley! - ridacchio.
Forse non sono cambiata poi così tanto.
   
 
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