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Autore: CBradbury    02/03/2013    0 recensioni
[ Charlie x Amy ]
Dalla storia: "- Smettila di guardarmi così! – urli. Non mi piace quando urli.
- Io- mi dispiace – rispondo un po’ spiazzata – non- non posso farne a meno –
- Neanche io! E dio, Charlie, fa male! –
- Non deve per forza farlo –
- Perché mi hai baciata?! – mi domandi così, senza preavviso.
Perché l’ho fatto? Perché? Istinto. Voglia. Amore. O forse non c’è un motivo, Amy. Forse l’ho fatto perché semplicemente doveva essere così."

Una piccola shot Pondbury(AmyPond/CharlieBradbury)/Johnlock, scritta con tanto amore per il compleanno della mia migliore amica!
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash, Crack Pairing | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Angolinoinoino!
I'm back, bitches! *grilli* *palla di fieno* 
No, okay- sono qui di nuovo a rompere le scatole per un preciso motivo, ovvero, il compleanno della mia migliore amica. Le ho scritto questa one-shot con tanto amore, e poi, dopo averla modificata un po' e corretta per bene, ho pensato di pubblicarla qui.
Credo di essere una delle pochissime - se non inesistenti - fan della coppia Pondbury xD Ma nonostante ciò, spero gradiate questo crack paring a mio parere dolcissimo çWç E poi dai, ragazzi, sono due rosse e le rosse assieme sono qualcosa di PERFETTO.
Dopo di che, spero apprezziate questa piccola Pondbury/Johnlock, che ho scritto con tutto il mio aMMMore!


Disclaimer: i personaggi non mi appartengono, ma sono frutto della genialità di due life-ruiner stratosferici: Eric Kripke e Steven Moffat. Non scrivo a scopo di lucro, né intendo offendere qualcuno. 










He would live love through Charlie





Non credo che riuscirò mai a ringraziarti di essermi sempre stata accanto. Non credo che potrei mai farcela a parole. Mi sento come una stupida mentre mi avvento sulle tue labbra, baciandotele con così tanta foga. Sei spiazzata. Non capisci. Neanche io capisco. Dio, è tutto così strano.

Ma strano non sempre è sinonimo di brutto, giusto? Anzi, strano è una parola così bella, a parer mio. Strano è l’insieme di interessante, bello, brutto e pericoloso, allo stesso tempo. Ma senza pericolo, senza un po’ di rischio, allora non potremmo raggiungere quell’interessante e quel bello, non credi?

Sei immobile quando ti mordo il labbro inferiore. Mi stacco. E’ troppo, per te. Lo posso vedere dalla tua espressione così insicura, ed allo stesso tempo così tentata. Lo vuoi anche tu, non è vero? E allora buttati, dio, ti prego, fallo.

Sposto il mio sguardo dalle tue labbra ai tuoi occhi, e il tuo nocciola si mescola con il mio verde in un colore perfetto. E in questo momento, lo giuro, sei bellissima. La più bella di tutte, ma lo sei sempre stata, anche se mai ci avevo pensato sul serio. Non avevo mai realizzato. Ma ora me ne rendo conto e non mi importa. Non mi importa di te e del tuo fidanzato, né del vostro matrimonio imminente. Non voglio pensare, e spero che non lo faccia neanche tu. Baciami, ti scongiuro.

E come se mi avessi letto nel pensiero, ti avvicini molto lentamente a me, e riesco a sentire il tuo respiro così caldo e… reale. Reale come uno schiaffo in faccia. Come un pugno in pancia. Come una folata di vento gelido in piena estate. Non è brutto, ma è di nuovo… strano. E forse fa anche un po’ male.

Ti fermi e mi guardi ancora e ancora. Fai su e giù dai miei occhi alle mie labbra, e giurerei che ci stai ripensando ancora una volta, ma mi sbaglio.

- Charlie… - sussurri. E’ più simile ad un lamento che al mio nome detto piano, e mi si stringe il cuore perché, cavolo, Amy, non sei costretta. Non lo siamo.

- Non siamo obbligate a farlo. Noi- noi possiamo fermarci – rispondo per tranquillizzarti. Odio vederti così.

- La cosa che più mi spaventa non è baciarti, ma pensare che dopo averlo fatto potrei non smettere più –

- E cosa c’è di male in ciò? – domandai innocentemente, non rendendomi conto che sei fidanzata, stai per sposarti e a tua casa c’è il tuo ragazzo ad aspettarti. Rory, oh, Rory. Non ti meriti questo, non te lo meriti. Eppure non riesco a smettere.

- Lo sai – dici piano ancora una volta, in un sussurro quasi impercettibile. Resti con il capo chino per minuti interi, e non voglio dirti nulla, ma semplicemente stare ad osservarti. Sei più bella ogni attimo che passa. Sei ancora più bella perché ora, oltre ad aver visto la felicità e la tristezza sul tuo viso, dopo anni ed anni di amicizia, posso anche scorgere nuove emozioni.

Dovevamo arrivare a questo per riuscire finalmente a conoscerci veramente?

Vedo amore, Amy Pond.

- Smettila di guardarmi così! – urli. Non mi piace quando urli.

- Io- mi dispiace – rispondo un po’ spiazzata – non- non posso farne a meno –

- Neanche io! E dio, Charlie, fa male! –

- Non deve per forza farlo –

- Perché mi hai baciata?! – mi domandi così, senza preavviso.

Perché l’ho fatto? Perché? Istinto. Voglia. Amore. O forse non c’è un motivo, Amy. Forse l’ho fatto perché semplicemente doveva essere così.

- Non lo so… -

Mi fissi e non capisco a decifrare la tua espressione. Perché non ti lasci andare? Basta torturarsi, basta. Sei l’ultima persona che dovrebbe farlo, perché non voglio vederti soffrire. Fa male anche a me. Perché dobbiamo ucciderci così?

- Mi- mi baceresti ancora? –

- Sì –

- Senza rimpianti? –

- Senza rimpianti –

Sorrido e il tuo viso viene solcato da una lacrima solitaria. I tuoi occhi ora sono rossi e fanno risaltare la tua chioma arancione ancora di più. Stai bruciando sia dentro che fuori, di quale sentimento, già lo so.

- E allora fallo –

- Sei sicura? –

- Sì- sì lo sono –

Riesco a malapena ad annuire e poi ad avvicinarmi al tuo viso piano, che le mie mani iniziano a tremare come delle foglie. Ora che tutta la foga è sparita, e si è fatta spazio l’insicurezza, non credo di essere più in grado di farlo. Voglio farlo, sia chiaro, ma ho semplicemente il timore che tu non sia pronta come dici di esserlo.

- Cosa- cosa stai aspettando? –

- Che tu sia sincera con me, Amy! –

- Io- io lo sono… –

- E allora perché vedo solo insicurezza nei tuoi occhi? –

- Perché non è così facile, Charlie –

Sospiro.

- Lo so… -

Sospiri e poi mi sfiori timidamente una mano, facendomi capire che nonostante la paura e l’insicurezza, nel profondo del tuo cuore, vorresti solo poterlo fare.

Intrecci piano le tue dita con le mie, e io sorriso, perché non mi sono mai sentita meglio in vita mia. La tua pelle è morbida, liscia e profuma di vaniglia. Dio, Amy Pond, sei un angel-

- Amy, Charlie, non c’è tempo! –

Ci risvegliamo entrambe da quel sogno perfetto, e ritorniamo alla realtà. Mi accorgo di essere nella mia camera, sul mio letto, con la mia migliore amica a neanche dieci centimetri dal mio viso. Mi volto verso la figura in trenchcoat che si è materializzata di fronte a noi, e vorrei soltanto che quell’angelo sparisse via.

Io amo Castiel, sia chiaro. Ma sento come se per una volta nella mia vita, avessi davvero vissuto. Vissuto veramente. Nonostante le mille avventure con i Winchester, il Dottore, John Watson e Sherlock Holmes. 

- Castiel! – urla Amy, e io non faccio altro che spostare lo sguardo dall’uno all’altro – che succede? –

- Sherlock… - sussurra senza fiato.

 - Sherlock? – chiedo io, mentre nella mia mente si formulano infinte domande.

- Sherlock si è buttato dal St. Barts, ragazze. E’- è… morto. Io credo che ora come ora voi siate due delle poche persone con cui John vuole parlare -

- Co- cosa? –

- Io mi rendo conto che sia difficile da accettare ma- –

- Ma niente! – urla Amy, e vorrei soltanto poterle stringere e proteggere, ma purtroppo sento come se ogni mio punto forte, ogni mia certezza, stiano svanendo. Dov’è finita la Charlie Bradbury che ero una volta? Dov’è quella giovanissima ragazza che non si faceva scalfire da niente è nessuno?

Amy mi stringe la mano così forte da far male, e riesco soltanto a pensare a John, da solo, senza Sherlock. Rivolgo ancora una volta il mio sguardo verso Amy, e mi rendo conto di essere fortunata. Lei è lì, con me. E’ tutto quello che desidero. Non riesco a sopportare di vederla con un'altra persona, figuriamoci vivere senza di lei. Mi rendo conto di essere davvero fortunata.

- Amelia, Amelia ascoltami –

Mi rivolgi un’occhiata vuota e ti capisco, vorrei che fosse andato tutto in modo diverso. E con tutto, intendo oggi, ieri, sempre. Intendo tra me e te, John e Sherlock, il Dottore, e anche Dean, Sam e Castiel.  Vorrei che tutti noi potessimo essere felici, invece che pedine di una partita di scacchi che non avrà mai fine. Non potremo mai avere una vita normale, non è vero? Neanche le piccolezze e le banalità di questa vita, potranno mai essere facili per noi.
- Ora dovremmo proprio seguire Castiel e andare a parlare con John, mentre i Winchester ed il Dottore indagheranno sul perché lui lo abbia fatto. Non credo che si sarebbe mai buttato da quell’edificio senza un valido motivo… ho sempre sospettato che prima o poi Moriarty avrebbe combinato qualcosa di grosso –

Quanto diamine è difficile cercare di essere distaccata, quando l’unica cosa che vorresti fare è piangere la morte di un tuo amico, assieme a tutti gli altri… ma non puoi. Perché Amy è fragile, e anche Castiel lo è, nonostante non lo dia a vedere. E’ un angelo, eppure nonostante la sua enorme forza, in questo momento mi pare l’essere più fragile del mondo. Devo essere forte per loro, non devo permettere che i miei amici stiano male. Non devo.

 

***

Successe tutto molto in fretta, dopo l’arrivo di Castiel. Io ed Amy lasciammo i nostri problemi da parte per dei giorni interi, se non mesi. John aveva bisogno del nostro sostegno, mentre Dean, Castiel, Sam, il Dottore e la nuova arrivata, Clara, tentavano in tutti i modi di capire i piani di Moriarty. Avevamo tutti sete di vendetta, ma soprattutto, di giustizia. La morte di Sherlock non sarebbe rimasta un mistero. Avremmo scoperto come erano andate veramente le cose, e poi, finalmente, avremmo sbattuto in prigione tutti coloro che avevano collaborato al piano di James Moriarty. Per ora i Winchester avevano puntato gli occhi su un certo Sebastian Moran, di cui però non erano ancora certi. Il Dottore e Clara, assieme a Castiel, invece avevano pensato di tornare indietro nel tempo per impedire a Sherlock di buttarsi, ma poi il Dottore aveva riflettuto, e aveva ammesso tristemente che sarebbe stato impossibile. La morte di Sherlock era un punto fisso nella linea dello spazio tempo. Impedendo la sua morte, le cose non avrebbero fatto altro che peggiorare. I tre tentavano in tutti i modi di capire come dare una mano, ma purtroppo pianificarono invano.

In quei mesi di lutto, John si aprì moltissimo con me. Lui era uno dei pochi a conoscenza della mia sessualità e mi era sempre stato accanto quando l’unica cosa di cui avevo bisogno era una spalla su cui piangere o un amico con cui confidarmi.

E in quel periodo, era toccato a me ascoltarlo e consolarlo. Era stato stupendo, e finalmente ebbi l’onore di conoscere il vero John Hamish Watson, in tutta la sua bellezza.

- Mi rendo conto di essere folle, ma dio, Charlie, il sentimento che ora provo non è più dolore, o rabbia, ma solo rimpianto. Sento che avrei dovuto fare molto di più, quando Sherlock era ancora in vita. Sento che, forse, se non fossi stato così codardo, avrei anche accettato il nostro rapporto, come era giusto che fosse –

- Il- il vostro rapporto? –

Ero confusa.

- Hey, svampitella, il tuo gay-radar fa cilecca, eh? – scherzò John, mentre sorseggiava una tazza di tè, ridacchiando un po’ tristemente.

Sorrisi di rimando, e afferrai anche io la mia tazza, portandola alle labbra.

- Non avevi mai notato il modo in cui Sherlock mi guardava quando credeva che nessuno ci osservasse? E il modo in cui mi sfiorava la mano facendo finta che fosse tutto casuale? –

Scossi la testa, realizzando di essere stata una stupida a non averlo capito. In viso, però, invece che comparire un sorriso, si fece strada un’espressione decisamente triste. Realizzai quanto John, nel corso dei mesi, fosse visibilmente invecchiato. Ma non era stato il tempo, a ridurlo così, ma un amore andato perduto. Ogni giorno senza Sherlock, era per John una tortura senza fine. Avrebbe preferito morire pur di rivederlo ancora.

- E Charlie, hey, guardami – mi disse poi, notando che il mio sguardo era rivolto verso il pavimento. Iniziai ad innervosirmi, e le lacrime iniziarono a solcarmi il viso prepotenti.

- Hey, cosa c’è che non va? Lo sai che puoi dirmi tutto –

John si alzò a fatica dalla sua poltrona, e si sedette accanto a me, circondandomi le spalle con un braccio. Mi sentivo bene. Il calore del suo corpo era piacevole.

Esitai un po’ prima di trovare le parole adatte.

- Mi sono resa conto mesi e mesi fa di essere innamorata di Amy, proprio il giorno in cui Sherlock… - mi bloccai. Lo guardai per un attimo e poi proseguii.

- L’avevo baciata, ma lei aveva paura delle conseguenze e io capivo, capivo la sua situazione, ma allo stesso tempo era come se non me ne importasse nulla. Ho seguito l’istinto, e l’ho fatto, e proprio mentre lei mi stava stringendo la mano, e ci stavamo quasi per baciare di nuovo… Castiel è arrivato –

John sorrise e io ancora una volta ero confusa.

- Perché ridi? –

- Perché, mia cara Charlie Bradbury, tu hai una vita intera davanti. Non puoi passarla a torturarti, non puoi passarla ad evitare la persona che più ami –

Sospirai.

- Amy e Rory hanno rimandato il loro matrimonio per via dell’accaduto… - mi ricordò – quindi cosa aspetti? Vai da lei. Dille che la ami come hai fatto con me. Dille tutto quello che io non ho mai potuto dire a Sherlock –

- E se lei mi rifiutasse? –

- Non lo farà –

- Come puoi esserne così sicuro? –

- Perché nel vostro rapporto vedo tanto i vecchi me e Sherlock. In voi c’è tanta chimica, e fiducia, quanto amore e speranze. Non distruggere quello che avete creato solo per paura che tutto possa andare male. Vivi la vita come è giusto che sia, e ti prego, ama anche un po’ per me –

Lo guardai con occhi colmi di ammirazione. Era sempre stato un grande uomo e gli avrei sempre avuto un bene dell’anima.

- Lo farò, John –

E detto questo lo salutai con un lungo abbraccio, facendogli sentire ancora una volta che non era solo, e che qualcuno ci sarebbe sempre stato.

Nonostante Sherlock fosse morto ormai da più di un anno, io sapevo che nel suo cuore sarebbe per sempre vissuto il suo ricordo. E forse, molto nel profondo, John sperava che prima o poi lui sarebbe tornato. Era un pensiero assurdo, eppure John ci sperava veramente. E ovviamente, lo speravo anch’io, con tutta me stessa.

***

 
E mentre nella mente di John si formulavano immagini di loro due assieme, gli scappò un sorriso per quella meravigliosa ragazza che poco prima lo aveva reso giovane ancora una volta in vita sua.
Avrebbe vissuto l’amore attraverso Charlie, e avrebbe pianto e gioito assieme a lei, come mai aveva e avrebbe potuto fare. 
  
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