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Autore: nari92    02/03/2013    1 recensioni
Che cosa ha portato Malefica a diventare malefica? Qual'è la sua storia e il suo passato, ha mai amato qualcuno? Chi le ha insegnato a usare la magia? A queste domande prova a dare risposta questa fanfiction!
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Malefica, Nuovo personaggio, Signor Gold/Tremotino, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La dama del lago


CAPITOLO 1: Evil isn’t born, dearie, it’s made.
 
 
 
La lezione di storia si stava prolungando più del dovuto e Viviana non poté far a meno di rivolgere uno sguardo annoiato verso la finestra mentre arrotolava un boccolo biondo intorno al dito. L’inverno stava arrivando e un cielo grigio si stagliava su tutta la Foresta Incantata; la bambina pensò che a guardarlo sembrava impossibile che esistesse il sole. Ma a lei piaceva il cielo così, adorava le giornate scure, quelle in cui mattino e pomeriggio neanche si distinguono, tanto è poca la differenza di luce. La facevano sentire più protetta, meno esposta, e c’era sempre meno gente in giro. Aveva un carattere strano in questo, strano per una bambina di appena 9 anni cresciuta in un maestoso palazzo; amava la solitudine, i luoghi un po’ scuri, la calma, le cose che poteva controllare e che la facevano sentire al sicuro.
“A cosa sta pensando milady?”
“che sarebbe ora tu te ne andassi, così posso sgattaiolare via e andare a farmi un giro per la foresta per gli affari miei”
Questo avrebbe voluto rispondere al suo noioso insegnante privato; alto poco più di un metro e mezzo, goffo e con un pessimo alito, con la capacità di rendere noioso e ripetitivo qualunque argomento spiegasse. Ma non poteva, quindi si limitò a delle scuse poco sentite
“scusi, maestro, mi ero distratta un attimo.”
“Riprenderemo domani da qui.”
L’ometto raccolse i suoi preziosi libri e uscì rapidamente dalla stanza. Viviana seguì distrattamente i suoi gesti, si accertò che se ne fosse andato e corse nella sua stanza. In realtà il suo istruttore privato non era così logorroico, ma lei passava le sue lezioni nell’attesa che finissero, per poter andare a zonzo intorno al castello. Non le era concesso in verità, ma riusciva facilmente a eludere la sorveglianza delle guardie annoiate, passando per una piccola porta secondaria dalle cucine da cui partiva un sentiero diretto alla foresta, poche decine di metri e si trovava al di fuori del raggio visivo dei suoi ansiosi genitori.
Quel giorno si cambiò rapidamente d’abito prima d’uscire, aveva imparato a sue spese che i delicati tessuti dei suoi abiti di palazzo mal si conciliavano con il clima freddo-umido della foresta e che i merletti tendevano ad incastrarsi un po’ troppo facilmente nei rovi, che spesso incontrava quando abbandonava il sentiero principale.
Ripassò mentalmente la scusa che si era preparata nel caso la sua governante la cogliesse in flagrante e abbandonò velocemente la camera; percorse i lunghi corridoi senza badare alla servitù e sgattaiolò nelle cucine. A quell’ora, fortunatamente, Marie, la cuoca del castello, non aveva ancora iniziato a lavorare, quindi i locali erano deserti. Si coprì le spalle con un vecchio scialle di lana e si avviò verso la foresta.
 
Stava camminando da appena pochi minuti quando sentì qualcuno imprecare all’improvviso. Le bastò fare due passi per scorgere un uomo dai capelli bianchi ma dal volto non così anziano che tentava inutilmente di tirare su un secchio d’acqua dal pozzo.
“Stupido attrezzo, ridammi il mio secchio! Non vorrai costringermi a usare la magia con te!”
La bambina ridacchiò sommessamente e l’uomo si accorse finalmente della sua presenza. Se l’avesse conosciuta meglio si sarebbe senz’altro stupito della sua, seppur soffocata, risata. Non era facile scorgere la piccola Viviana con un sorriso vero. Avrebbe notato senz’altro che non si trovava di fronte a una semplice contadinella, se non fosse stato per l’imbarazzo di essersi fatto scoprire in quella circostanza.
“Oh…salve. Non volevo disturbare, questo pozzo ha qualcosa che non va”
Disse cercando di ostentare una sicurezza che non possedeva, tirando seccamente la corda legata al secchio. Viviana sorrise
“non ha nulla che non vada, basta solo tirarlo su molto lentamente, ci vuole pazienza…”
“non è proprio il mio forte…” borbottò Merlino
“l’ho notato” ridacchiò lei.
Mentre la bambina con concentrazione tirava lentamente su il secchio, l’uomo ebbe il tempo di guardarla con attenzione e di rendersi conto che quei vecchi abiti non ingannavano nessuno: sotto la manica, all’altezza del polso, si poteva scorgere un braccialetto di antica fattura in oro, e il suo era l’occhio di un esperto; inoltre le manine erano bianche e delicate, decisamente non abituate a lavorare nei campi o a trattare animali.
“cosa porta una nobile nella foresta?”
Viviana sobbalzò, sentendosi scoperta.
“n-nobile? Io-io non capisco, sono solo una povera contadina che..”
“non ti preoccupare, ragazzina, non ti rapirò chiedendo un riscatto ai tuoi genitori” disse, divertito dalla totale incapacità di mentire di quella graziosa bambina.
“Oh, meno male, i miei genitori mi hanno avvertita così tante volte e sono così ansiosi, non so proprio che farebbero..”
“Però non hai risposto alla mia domanda, cosa fai in giro?”
“semplicemente una passeggiata” se fosse stato un normale sconosciuto la sua risposta si sarebbe fermata lì, ma c’era qualcosa in quell’uomo che la attraeva, che le dava sicurezza, sentiva di potersi fidare e di potersi confidare. Così proseguì: “a volte non ne posso più di restare chiusa a palazzo, mi sento come soffocata, come se quelle mura reprimessero qualcosa di forte che c’è in me…probabilmente penserà che sono pazza, chi non vorrebbe vivere in un castello meraviglioso con servitù e feste e quant’altro?”
Lui non rispose ma la guardò con attenzione e poi poggiò una mano sulla sua fronte, come faceva sua madre quando aveva la febbre. Lei fu scossa da un brivido nel sentire la sua mano su di lei, ma questo non eliminò la sua faccia perplessa.
“come sospettavo…” mormorò lui distaccandosi dopo qualche istante.
“come sospettava.. cosa?”
“la magia, mia cara, tu hai la magia…e in modo anche molto potente oserei dire. Se ben istruita tu potrai fare molte cose, nel bene o nel male.”
Viviana pensò che fosse ubriaco. Un ubriaco che cercava di prendere acqua da un pozzo e raccontava storie alle ragazzine, tanto per terrorizzarle. Eppure c’era qualcosa in quell’uomo che le era familiare. Lo studiò con attenzione, cercando di ricordare dove lo aveva già incontrato. Vinta dalla curiosità si rassegnò a chiedere.
“mi scusi ma…lei chi è?”
“Oh, che scortese, non mi sono neanche presentato! Mago Merlino, per servirla” disse facendo un ampio inchino.
La ragazza ebbe un improvviso flash-back e saltellò, felice di aver finalmente ricordato.
“adesso ricordo! Curaste mia madre, anni fa, da una terribile malattia, pensavamo non ci fosse più nulla da fare e poi voi arrivaste e..”
“curo molte persone, cara, tutte quelle che me lo chiedono sai…”
“si certo, che sciocca…” borbottò tra sé e sé. In quel momento però, Merlino rivide nel pensiero una bimba, molto silenziosa, non più di 4 o 5 anni, con boccoli biondi, che lo guardava ad occhi spalancati mentre usava la magia sulla madre
“forse ricordo la tua famiglia, tua madre si chiama Elettra?”
“sì!”
“mi ricordo di te, la bambina con i riccioli biondi che era a palazzo, la figlia della dama…”
“sono io, Viviana”
“curioso, tua madre di certo non aveva la magia…bè amerei chiacchierare ancora ma molte faccende mi attendono, buona giornata!”
Viviana scattò in avanti e si parò davanti a lui, con uno sguardo risoluto.
“ehi aspettate, aspettate! Non potete passare, dirmi che ho la magia e poi sparire così!”
Merlino la guardò perplesso. Non passava mai molto tempo con la gente e spesso faticava a comprenderne le intenzioni.
“e cosa dovrei fare milady?”
“insegnatemi ad usarla!”
“insegnarla? Ma io non ho mai insegnato magia…”
“è il momento di iniziare allora” sorrise lei. Era il secondo sorriso della giornata, un’occasione rara.
“io non so…insomma sono molto impegnato…”
“quindi hai senz’altro bisogno di un’assistente, perfetto!”
La bambina era così, timida e riservata ma se trovava qualcosa che l’appassionava vi si buttava a capofitto.
Merlino le scoccò uno sguardo un po’ dubbioso, in effetti l’idea di avere un’assistente lo stuzzicava, tutti quegli impegni lo stancavano, a volte voleva solo prepararsi un tè caldo, mettersi sulla sua poltrona imbottita e leggere un buon libro. Forse avrebbe dovuto fare come quell’altro mago suo amico, Rumpelstilskin, che usava la magia solo dietro compenso. Si compatì da solo, era troppo buono, non ce l’avrebbe mai fatta. Ma un’assistente poteva fare al caso suo, e inoltre le avrebbe insegnato molte cose, anche lei ci avrebbe guadagnato, in fondo era anche questo un patto. Forse stava imparando.
“Molto bene, allora. Cominceremo domani pomeriggio, vieni alle quattro nella capanna che troverai a 500 passi da qui, in questa direzione” disse, accompagnando la frase con un gesto per indicare la strada.
“a domani, Merlino.”
“a domani Viviana”
Aveva fatto solo pochi passi verso il castello quando la voce del mago la fece sobbalzare.
“Viviana!”
“Sì?”
“Non voglio che si sparga la voce che insegno, aumenterebbe solo i miei problemi.”
“Non lo dirò a nessuno, lo prometto”
“E…” Merlino era un po’ imbarazzato “insomma sarebbe meglio trovarti un nome in codice, così nessuno disturberebbe te ecco…”
“Oh. Ehm non saprei…cosa suggerite?”
“Io penso…ti piacerebbe essere la dama del lago?”
“perché del lago?”
“casa mia è sul lago Nostos…”
“molto bene. A presto Merlino!”
“a domani, dama.”
 
 
 
 
 
NOTE: ehm, ok, so che è abbastanza pietoso come inizio, ma spero che i prossimi siano più entusiasmanti, questo era introduttivo. Comunque, come dice il titolo del capitolo, ogni cattivo ha un passato dietro e io ho cercato di capire come mai Malefica è diventata…malefica. Ho pensato che pure lei usa la magia, ma Rumpel non è che può insegnarla proprio a tutti, ha anche altro da fare, così è venuto fuori Merlino ;)  e inevitabilmente lei è la sua Dama del lago. Se vi fa schifo la cancello all’istante, se invece vi ispira una recensione con critiche, consigli e quant’altro mi fa sempre piacere!
PS ovviamente il titolo del capitolo è una frase di Rumpel, che apparirà di sicuro presto, così come molti altri personaggi!
  
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