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Autore: Sophie_Wendigo    02/03/2013    1 recensioni
- Piano la presa si allentò, il dio lasciò scivolare i gelidi palmi fino ai suoi polsi, cingendoli quasi dolcemente, poi si avvicinò al volto della donna, deviando all’ultimo verso il suo collo.
“Ti ho detto di non giocare con me…" sussurrò su di esso -
Genere: Erotico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Natasha Romanoff/Vedova Nera
Note: Lemon, Lime, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Dialoghi originali:
L:Sono poche le persone che possono prendermi alle spalle.

N: Ma immaginavi che sarei venuta.
L: Dopo. Dopo tutte le torture che Fury avesse escogitato... Saresti sembrata un'amica, un balsamo. E io avrei collaborato.
N: Dimmi cosa hai fatto all'agente Barton.

L: Direi che ho ampliato la sua mente.

N: E quando avrai vinto... quando sarai il re dei re... che fine farà la tua di mente?
L: Questo è amore, Agente Romanoff?
N: L'amore è per i bambini. Io sono in debito con lui.
L: Racconta.

N: Prima di lavorare per lo S.H.I.E.L.D, io... beh, avevo una certa popolarità. Sono dotata di un'abilità molto specifica. Non mi importava per chi la usassi, o su chi. Ero sui radar dello S.H.I.E.L.D. con profilo negativo. Inviarono l'agente Barton ad uccidermi. Lui decise in modo diverso.

L: E che farai se promettessi di risparmiarlo?
N: Non ti farò uscire.

L: No, ma la cosa mi intriga. Il vostro mondo è in bilico e tu tratti per un solo uomo.

N: I regimi cadono ogni giorno. Non verso lacrime per questo. Sono russa. O lo ero.

L: E ora cosa sei?

N: Non è poi così complicato. Quella nota rossa sul mio registro deve essere cancellata.

L: Davvero? Riusciresti a cancellare quella nota così rossa? La figlia di Dreykov... San Paolo... l'incendio all'ospedale? Barton mi ha detto ogni cosa. Il tuo registro sta grondando. Il rosso sgorga... e credi che salvare un uomo non più virtuoso di te possa cambiare qualcosa? È la più vile forma di sentimentalismo... è la preghiera di un bambino! Patetico! Tu menti e uccidi... al servizio di bugiardi e assassini. Fingi di essere diversa, di avere un tuo codice... per espiare gli orrori commessi. Ma sono una parte di te. E non ti lasceranno mai più... Non toccherò Barton, non finché non ti avrà ucciso. Lentamente, interiormente, con tutti i modi che lui sa che tu temi. Poi si sveglierà il tempo necessario per vedere il suo operato... e quando urlerà gli fracasserò il cranio! È questo il mio patto, vulvetta lamentosa!

N: Sei un mostro.

L: Ahahah oh, no! Voi... avete portato il mostro.
N: Allora, Banner! È questo il tuo piano?!

L: Cosa?

N: Loki ha intenzione di scatenare Hulk. Tenete Banner in laboratorio. Sto arrivando. Chiamate anche Thor. Grazie... per la tua collaborazione.

 
 
 
 
 
“Sei un mostro.” Sussurrò Natasha, gli occhi sbarrati di fronte al volto freddo e impenetrabile di quell’essere così spietato, il corpo scosso da evidenti tremori. Decisamente una delle sue recite venute meglio
. Se c’era una cosa del suo lavoro che amava, era sicuramente la parte in cui la vittima di turno la guardava stupita, ancora incapace di capire, incapace di liberarsi dalla sua tela di menzogne. Ciò che sarebbe accaduto di lì a poco, lo sapeva, e fremeva al solo pensiero di battere il dio delle malefatte al suo stesso gioco.
“Ahahah oh, no! Voi avete portato il mostro…” disse Loki compiaciuto, allontanandosi dalla parete in vetro della sua cella.
Doveva ammetterlo, nei primi minuti del colloquio si era lasciato ingannare dalla sua rara bellezza, poiché lo era, bella, anche agli occhi di un dio, abituati alle ninfe più incantevoli.
Ma man mano che parlava, si faceva largo fra i suoi pensieri più reconditi, rimuovendo una ad una le innumerevoli maschere che coprivano la vera Natasha Romanoff, giungendo fino a quella che ritenne la sua anima: suadente e ingannatrice.
Non gli ci volle molto per comprendere le sue intenzioni, aveva intuito esattamente perché era lì, voleva qualcosa, delle informazioni.
“
Allora… Banner! È questo il tuo piano?!
” quasi gridò Natasha, voltandosi verso Loki, che le aveva fornito ciò di cui aveva bisogno, impaziente di vedere la sua espressione sgomenta. Rimase però bloccata davanti al suo bianchissimo sorriso e ai suoi occhi cangianti. Possibile che avesse fallito?
“Credevi davvero di essere l’unica a saper giocare a questo gioco?” chiese candidamente, osservandola dal centro della cella. “L’ho inventato io, immaginavo che lo sapessi…”
“Smettila.” Disse la donna fra i denti. “Non sto più giocando. Voglio sapere cosa hai intenzione di fare, e se non me lo dici con le buone…”
“Cosa farai?” la interruppe lui, sempre con quel fastidioso sorriso sulle labbra.
“Ci sono almeno 37 modi in cui potrei farti soffrire, tanto da farti gridare quello che voglio da te.”
“Oh… finalmente…” sussurrò a pochi centimetri dal vetro.
“Cosa?”
“Hai tolto la maschera da angelo, e ti mostri a me per quello che sei veramente: un ragno velenoso al centro della sua tela…”
“Tu non sai niente di me.” Disse Natasha, allontanandosi lentamente dalla parete della cella, poi si voltò di scatto, come a volersi nascondere dal suo sguardo, sempre con quella nota d’orgoglio che caratterizzava ogni sua movenza.
 
Loki osservò la sua silhouette, notando qualcosa che prima aveva ignorato, e rimase, per un istante, confuso e meravigliato.
“Non riesco a crederci… è mai possibile che sia così?” disse poi sorridendo “hai ragione, mi ero completamente sbagliato… da non credere!” continuò scoppiando in una breve risata; al che Natasha si voltò, curiosa di capire il motivo di tanta ilarità. “Tu non sei un ragno velenoso, al contrario… non hai gettato la maschera da angelo, non ne avevi bisogno, dovevi solo metter da parte quella da dura, perché la verità è che tu sei un angelo… Davvero patetico Agente Romanoff.” Concluse voltandosi, quasi deluso, adesso che lo aveva detto ad alta voce.
“Tu non sai niente di me.” Ringhiò ancora Natasha, furiosa, poi scattò verso il dispositivo di chiusura delle porte della sala, ignorando completamente gli ordini concitati che le venivano gridati nell’auricolare. “Adesso mi hai stancato!” gridò tornando indietro, sotto gli occhi increduli di Loki, che ne seguivano ogni mossa. Raggiunse il pannello di comando della cella, l’aprì e si scagliò contro di lui, fra le sue mani baluginò un pugnale e, il medesimo bagliore, accese i suoi occhi.
 
Quando il suo corpo aderì a quello di Loki, e la lama penetrò interamente nel suo addome, non si fermò, continuò ad avanzare, costringendolo contro la parete opposta della cella, gioendo subdolamente della sua espressione contratta dal dolore.
Seguì un lungo silenzio, il capo del dio era piegato verso il basso, e Natasha lo teneva bloccato con un braccio.
Poi una sommessa risata si levò dal petto della divinità, che alzò il viso, appuntando gli occhi verdi in quelli spaventati della donna.
Fu un istante, il suo corpo perse di consistenza, a Natasha mancò l’equilibrio e fu costretta a voltarsi dalle mani snelle di Loki, che si serrarono sulle sue spalle, immobilizzandola a sua volta contro il vetro.
 
Piano la presa si allentò, il dio lasciò scivolare i gelidi palmi fino ai suoi polsi, cingendoli quasi dolcemente, poi si avvicinò al volto della donna, deviando all’ultimo verso il suo collo.
“Ti ho detto di non giocare con me…” sussurrò su di esso, consapevole che ormai era completamente inoffensiva. Rimase ad un soffio da lei, inspirando avidamente il profumo dei suoi capelli rossi, sfiorandoli con la punta del naso. “temo che una frotta di soldatini stia per abbattere la porta, va ad aprire prima che sia tardi… non vogliamo che ti credano un’agente inaffidabile, giusto?” aggiunse poco dopo, poi allontanò il volto dall’incavo del suo collo, tornando a fissare le sue pupille chiare per un istante. Infine la lasciò definitivamente libera, muovendo alcuni passi all’indietro, attendendo che la donna uscisse dalla cella.
 
Quando Natasha riuscì a riscuotersi, raggiunse la porta della cella, richiudendola e concedendosi un ultimo istante per fissare quell’essere misterioso e suadente. Poi si diresse alla porta principale, una volta che l’ebbe aperta, oltrepassò, impassibile, il plotone e il Colonnello Fury, che le gridava contro domande e improperi.
Più avanti c’erano Tony, Steve, Thor e Bruce, superò anche loro e i loro sguardi affamati di risposte, camminò finché non raggiunse la sua camera e vi si chiuse all’interno.
Solo allora, si permise di ripensare a quello che era successo, ma la sua mente riusciva solo a focalizzarsi su quel respiro gelido che le aveva sfiorato dolcemente il collo…

 
 
 
 
 
 
Note: Salve a tutti! questa è la prima fanfiction pubblicata! che emozione, mi auguro che vi piaccia!
Ma è anche la prima dedicata al universo Marvel per me, quindi mi auguro di aver scritto almeno qualcosa di sensato ^^
La coppia LokixNatasha mi ha sempre affascinato, dalla prima volta che ho visto The Avengers, ma qui su efp non sembra molto gettonata, speriamo bene XD 
Beh, fatemi sapere che ne pensate, mi raccomando: sinceri e brutali! 
Buona lettura a tutti! 
Unknown_ <3
  
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