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Autore: Kilian_Softballer_Ro    03/03/2013    12 recensioni
(Sequel di "School,friends...and family")
Shadow è tornato nella città dove frequentava il liceo, e quando a una cena rincontra i suoi vecchi amici di allora, sembra che nulla, figli a parte, sia cambiato...Ma è davvero così?
Quattordici anni prima qualcos'altro era successo, e rivangare il passato potrebbe non essere piacevole. Cosa accadrà? Scopritelo qui!
***GRANDE RITORNO A SORPRESA PER TUTTI. ANCHE PER ME.***
Genere: Comico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Shadow non guidava così veloce da quando, ai tempi del liceo, aveva avuto la sua prima moto. Ma raramente da allora era stato così felice di raggiungere la sua meta. La lunga Spider nera filava come un razzo nella notte di Mobius, mentre il suo guidatore sogghignava dietro il volante.
Al suo fianco, Rouge si fingeva seria, implorandogli di rallentare (anche se il riccio nero era sicuro che pure lei si stesse godendo il viaggio), mentre sul sedile posteriore un bambinetto sugli otto anni rideva eccitato. Fu proprio a lui che Shadow si rivolse.
-         Che dici, Night, acceleriamo?
-         Sì, papà, più veloce, più veloce! – Urlò lui in risposta. Nella sera illuminata solo da pochi lampioni, dava l’impressione di essere identico al padre, un piccolo riccio nero con strisce colorate sugli aculei. Ma gli occhi che adesso spalancava dall’eccitazione erano verde acqua, le strisce sulla pelliccia bianche, e quelle che ora nascondeva fra gli aculei sulla schiena erano ali da pipistrello.
-         Non ci pensare neppure, Shadow the Hedgehog! – Si intromise Rouge. – Saremo anche in ritardo, ma preferisco arrivare laggiù un’ora dopo che non finire schiaffata sull’asfalto!
Aveva ragione, e Shadow lo sapeva. Ma sapeva anche che luogo fosse quel “laggiù”, e questo lo rendeva forse più eccitato ancora di suo figlio.
Quando un paio di giorni prima aveva ricevuto quella mail inviata da un indirizzo sconosciuto, aveva pensato a uno sbaglio di persona. Invece, scorrendola, un sorriso si era allargato sul suo volto.
Salve Shadz! Qui è Sonic che parla. Ti ricordi ancora di me?
So che 14 anni sono lunghi senza incontrarsi, e forse tu e Rouge vi starete anche chiedendo l’utilità di questa proposta, ma pensavo di organizzare una rimpatriata. Sì, una di quelle che nei film si fanno dopo vent’anni. Solo che aspettarne altri sei mi sembrava un po’ eccessivo, quindi vi faccio questa proposta: sabato sera, alle 8, a casa mia Ho invitato tutta la truppa, quindi non fare l’idiota e non mancare. E porta anche Rouge e i tuoi figli, se ne hai. C’è posto.
Comunque, ho scoperto per caso che abitiamo ancora nella stessa città ( e perché non ci siamo mai incontrati? Mistero) quindi spero che tu o tua moglie sappiate dove si trova Neibolt Street. Casa mia è al numero 20. In ogni caso, mandatemi un e-mail di conferma, e se avete qualche problema a venire lo risolveremo. Non dimenticatevi, Sonic the Hedgehog risolve tutti i problemi!
A presto, anzi, a sabato (spero)!
                                                                          Sonic.”
Nonostante non avesse soltanto bei ricordi di quel periodo passato con Sonic, Silver, Knuckles e gli altri ( anzi, ce n’erano alcuni veramente pessimi), aveva deciso di accettare. E con lui Rouge e, seppur di malavoglia, Night. Per questo ora guidava come un pazzo cercando di diminuire il ritardo.
Finalmente imboccò Neibolt Street, trovò il numero 20 e ci parcheggiò davanti. Night, senza ascoltare minimamente le proteste della madre, saltò la portiera e si fermò sul marciapiede.  – Per la miseria!
-         Sì, è il commento adatto – convenne Shadow prendendo per mano lui e la moglie e avviandosi lungo il vialetto verso la casa.
Beh, casa non era il termine più adatto. Più preciso sarebbe stato villa gigantesca.
Era una grande villa , che occupava lo spazio di una trifamiliare, dipinta interamente di azzurro. Il giardino intorno ad essa era quasi altrettanto immenso. Mentre percorrevano il vialetto, Rouge si guardava intorno, colpita.
-         Dev’essere qualcosa come il doppio di casa nostra….Ma quanto è diventato ricco?
-         Non ne ho la minima idea – rispose Shadow con sincerità.
Finalmente arrivarono davanti alla porta. Il riccio nero bussò. Neanche pochi secondi, e questa si spalancò.
Sonic era appoggiato allo stipite con un largo sorriso sul volto. – Buonasera, Shadow. Rouge….
-         Buonasera, Blu. Mi dicono che non sei cambiato.
Shadow osservò i jeans e la camicia dell’altro. Sonic scrutò la giacca di pelle del nero. Trascorsero un paio di secondi così, a fissarsi, poi inaspettatamente scoppiarono a ridere insieme e si abbracciarono, dandosi pacche sulle spalle.
-         Neanche tu sei cambiato, Shad – sogghignò il riccio blu quando si separarono. Poi si voltò verso Rouge, le prese la mano e la baciò. – E nemmeno tu, se per questo.
La pipistrella sorrise, lisciandosi il lungo vestito nero. – Scusa il ritardo, Night non voleva saperne di salire in macchina.
-         Night? – Sonic osservò il ragazzino in piedi accanto a Shadow. – Ah…Amico, hai avuto un piccolo clone. Me l’aspettavo.
-         Taci, tu. Non dirmi che non hai prodotto niente.
-         Oh, aspetta e vedrai. Entrate, ci sono già tutti.
 
Neanche una mezz’ora dopo Shadow era seduto intorno a un tavolo affollato, con un sorriso vagamente ebete sul volto, a guardarsi intorno con un bicchiere di vino in mano.
Temeva che molti del gruppo si fossero dimenticati a vicenda, o che avessero scordato quello che era successo anni prima, ma decisamente non era stato così. Gli uomini si erano salutati come al liceo, insultandosi e provocandosi, e le signore si erano salutate con i dovuti urletti a commento dei vestiti. L’unica differenza era che adesso i fratelli minori erano diventato dei ragazzoni altissimi, e c’erano bambini ovunque.
Il riccio nero osservò le persone intorno a sé. A destra aveva sempre Rouge, ma alla sua sinistra Aster stava cercando di convincere due riccetti bianchi identici a non fare la lotta delle forchette, mentre Denise e una piccola gatta che le somigliava molto ridevano divertite. La riccia gli aveva presentato i figli come Louis ed Emmett, e la bambina Desirée.
Davanti a loro, Knuckles e Tikal sedevano ai lati di un’ echidna davvero minuscola, arancione scuro, che gli avevano detto chiamarsi Itza. A destra di Tikal Sonic e Silver erano impegnati in una discussione apparentemente complicatissima, Amy e Blaze li guardavano preoccupate e di tanto in tanto buttavano un occhio sul gruppetto di bambini al loro fianco: Night, un riccio sui sei anni e una gatta sui nove (Silver ogni tanto li richiamava coi nomi di Iron e Beverly) e infine due piccoli ricci, uno identico a Sonic ma viola e la femmina rosa con i codini. A parere di Shadow, erano stati il culmine delle presentazioni di nomi strani, dato che si chiamavano Shinichi e Misa.
A sinistra di Knuckles, persi del tutto in alcune discussioni adolescenziali, c’era il gruppo dei “giovani”.
Roxy, Meike e Cream confabulavano, da quanto si capiva, qualcosa a riguardo dei ragazzi. Nonostante le prime due avessero solo diciotto anni e la coniglia venti, erano già alte e slanciate come adulte, ed erano cambiate moltissimo dai tempi  dell’asilo: sfoggiavano tutte infatti, per usare un termine che Shadow aveva sentito proprio da loro, una gran bella carrozzeria.
Al loro fianco, Dodgeball, Charmy e Tails, altrettanto cresciuti, scherzavano e stuzzicavano le ragazze.
Ecco. Di tutte le persone che aveva rincontrato, Dodge era quello che l’aveva stupito di più. Quando Silver gliel’aveva presentato, il riccio non poteva credere che il bambino piagnucoloso che tutti prendevano in giro fosse diventato un ragazzo più alto di lui, ben piantato e del tutto identico a suo fratello.
Fu proprio quest’ultimo ad attirare l’attenzione generale, alzando il bicchiere. – Beh, signori, io proporrei un brindisi a questa rimpatriata.  – Disse Dodgeball con gli occhi che tradivano la voglia matta di ridere di sé stesso.
Roxy fu la prima ad imitarlo. – Già. Al passato, al presente…E al futuro. – Sogghignò fissando il riccio.
-         Cos’ho fatto di male per avere una sorella così? – Borbottò Knuckles mentre tutti facevano toccare i bicchieri.
Dopo ciò, le conversazioni si fecero più rilassate e si aprirono.
-         Dì un po’, Aster – chiese Shadow – io me ne sono andato subito dopo il diploma, quindi del tuo ritorno non so niente. Da dove sei spuntato?
-         E’ una storia lunga – replicò lui sorridendo.
-         Vuol dire che non ha niente voglia di raccontarla. – Si intromise Denise. – Ma se non lo fa lui, la racconto i…Lou! Em! Adesso basta!
I due ricci bianchi  con le ciocche bionde fra i capelli la guardarono con due paia identiche di occhi blu e esclamarono in coro: - Ma ha iniziato lui!
- Non mi interessa chi ha iniziato! Finitela!
- Forse è meglio che la racconti io sul serio…- Sospirò il gatto. –Beh, in realtà non c’è molto da dire. Un paio di anni dopo che eravamo tornati in Norvegia, mio padre ci seguì e convinse mia madre a ricominciare tutto da capo. Io ovviamente non lo sopportavo, perciò ho preso Meike e sono venuto di nuovo qui. Solo che non sapevo dove andare.
- Allora è venuto da me – continuò Denise. – E siccome casa mia era mezza vuota, per colpa di mia sorella che si era fatta mettere incinta e aveva sposato quel genio del suo ragazzo, i miei genitori li ospitarono. E qualche anno dopo….
- Ci siamo sposati noi.
- Che cosa romantica. – Sospirò la piccola Desirée. Evidentemente, per quanto fosse del tutto simile a Denise, il suo carattere era totalmente diverso.
- Ma adesso è il tuo turno, Shadz – lo imbeccò Sonic. – Nessuno di noi sa che fine abbia fatto tu. Dopo il diploma non ti ha più visto in giro nessuno. E neanche a Rouge.
- Diciamo che ho avuto il mio bel daffare a cercare un lavoro, una casa più grande, i soldi per sposare questa bella signora…. – E sorrise alla moglie. – Quindi ho dovuto cambiare città. Sono tornato qui solo qualche anno fa, per…chiamiamola nostalgia. Però non avevo la più pallida idea di come trovarvi.
- Oh, per noi sarebbe stato facile – sogghignò Silver. – Io e tutti gli altri ci siamo dovuti tenere in contatto per…..chiamiamole cause di forza maggiore.
- Un modo gentile per definirci dei rompiballe, fratellone… - Borbottò Dodge.
- Mi state dicendo che voi giovincelli eravate tutti in compagnia?
- Puoi giurarci! – Esclamò Meike. – A parte Tails, che già si stava laureando, andavamo tutti a scuola insieme. Io, Ro, Dodge, Cream e Charmy.
- E ne abbiamo fatte, di cose…. –Aggiunse l’echidna nera.
- Assolutamente sì. Che bei tempi….
- Nessuno vuole ricordarle, ragazze…. – Supplicò Charmy. – Per favore….
- Oh, ma c’eri anche tu! – Lo bloccò Cream. – C’eri e hai fatto più stupidaggini tu di me. Quindi non fare il santarellino!
- Fanno questa discussione ogni volta. – Sospirò Amy alzandosi per andare a prendere il primo piatto seguita da Blaze. – Ogni. Singola. Volta. Da quando si sono messi insieme, e mi sa anche da prima.
- Aspetta aspetta aspetta….- Rouge si voltò verso la coniglia. – Davvero state insieme? Da quando?
- Presto saranno due anni. E per Roxy e Dodge quattro.
- Fatemi capire bene…State dicendo che quelle assurde promesse di matrimonio che facevate da piccoli….le state mantenendo?
- Le MANTERREMO. – Precisò Roxy sfiorando la mano del riccio argentato. – Ci sposeremo l’anno prossimo, se non ci sono inconvenienti.
Knuckles borbottò qualcosa di impercettibile che suonava tanto come “lo creo io un inconveniente”. La sorella finse di non sentirlo, e Shadow disse, ridacchiando: - Mi pare di capire che tu non sia così felice di tutto ciò….
-         Oh, lui! – Esclamò Tikal, aiutando la figlia, la piccola echidna arancione dagli occhi blu mare,  a spezzare la propria pagnotta. – Non ne era felice quando andavano all’asilo e non lo è ora che vivono insieme. Come disse Denise tanto tempo fa, essere idioti è come andare in bicicletta: non si disimpara mai.
E una sonora risata coprì tutte le proteste di Knuckles, mentre Amy e Blaze rimanevano sulla soglia della stanza, indecise se unirsi o no a quell’allegria .
- Ragazzi, la cena!

E......sono tornata!! Vi sono mancata??
Coro generale: NO.
-.- lo sapevo....tanto sono tornata lo stesso =D e con tutta la compagnia!
Roxy: me compresa u.u
Che ci fai tu qui?
Roxy: Denise è inv....cresciuta troppo per restare ancora in questo angolino, quindi ho preso il suo posto. Fattene una ragione u.u
....quasi quasi mi pento di aver fatto crescere quella gente.
Beh, che resta da dire? Recensite, e ci vediamo al prossimo capitolo! Ciao ciao!
Ro =)
  
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