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Autore: Lost on Mars    04/03/2013    9 recensioni
Quando Albus Potter, all’età di quindici anni, aveva invitato Scorpius Malfoy a casa sua per l’ennesima volta, ci sono state quattro diverse reazioni.
Ginny aveva offerto ai due amici una spremuta d’arancia e dei biscotti che avevano gentilmente rifiutato mentre salivano le scale per rinchiudersi in camera di Albus.
James pensava che suo fratello cominciasse ad essere confuso sulla propria identità sessuale.
Harry cercava di non farsi persuadere dalle idee folli di suo figlio James.
Lily, infine, aveva dato inizio al suo piano omicida che vedeva Scorpius Malfoy morto entro la fine della giornata.
Dalla storia:
Giunta la sera, Lily fece il suo baule, addirittura senza l’aiuto della magia per quanto era felice di uscire da quella scuola, da quel covo di pazzi.
Quella stessa scuola che era diventata piena di cugine che per la testa avevano solo stramberie degne di un manicomio, fratelli fin troppo protettivi, giocatori di Quidditch un po’ troppo montati e ragazzine di dodici anni con bamboline vudù alla mano.
Una settimana lontana da tutto quello non poteva che giovare alla sua salute fisica e soprattutto mentale, messa a dura prova durante l'ultimo mese.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Lily/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Carpe Diem.'
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Carpe diem-La vita è imprevedibile e gli adolescenti lo sono ancor di più.




1. Come rovinarsi il Natale.

 
Quella sera di Dicembre i coniugi Potter erano stati invitati alla festa di Natale organizzata dal Ministero per tutti gli Auror.
Ginny per quella sera, aveva deciso di affidare i suoi tre figli a sua madre Molly, ma la piccola Lily non voleva saperne di rimanere a casa con i fratelli e la nonna, si era perfino messa a piangere per andare con i genitori e Harry, che trattava la sua unica figlia femmina come una principessa, aveva convinto sua moglie a portarla con loro, infondo aveva solamente cinque anni, non li avrebbe disturbati e non avrebbe creato alcun tipo di problema.

Così Ginny, dopo averle fatto un bagnetto e averle messo il vestitino più bello che avesse, aveva spazzolato i suoi capelli rossi ribelli e le aveva infilato le scarpette nere, quelle eleganti.
Erano le otto meno un quarto quando i tre partirono da casa Potter.
Avevano usato una passaporta per arrivare appena fuori dal Ministero, dove tutti gli Auror aspettavano che arrivasse l’ora stabilita per la festa, Lily era ancora una bambina, non era sembrata una buona idea smaterializzarsi.
«Harry, sei sicuro che la festa iniziasse alle otto? Manca poco e qui non c’è quasi nessuno» Osservò Ginny, rivolta al marito.
«Certo che ne sono sicuro, vedi sta arrivando anche Malfoy e di solito lui è un tipo puntuale» Rispose Harry osservando che il suo eterno rivale si avvicinava con la moglie al seguito, notò con grande sorpresa che stretto al braccio della signora Malfoy, c’era un bambino molto simile al padre, ad occhio e croce doveva avere l’età di suo figlio Albus.
Draco Malfoy era diventato un Auror, per chi conoscesse il suo passato poteva sembrare piuttosto strano, ma dopo la sconfitta del Signore Oscuro, dopo il matrimonio con Astoria Greengrass, Draco sembrava aver dimenticato tutto, e si era completamente dedicato allo studio e all’allenamento per diventare un cacciatore di maghi oscuri.
«Buonasera, Potter» Draco Malfoy salutò il salvatore del mondo magico educatamente mantenendo comunque uno tono  freddo e distaccato.
«Anche a te, Malfoy» Rispose Harry, i due, nonostante fossero colleghi e dai tempi della rivalità a scuola fossero passati molti anni, si ostinavano a chiamarsi per cognome, Ginny e Astoria non mettevano voce in capitolo, nulla avrebbe fatto ragionare i loro mariti.
I coniugi Malfoy si allontanarono con il loro figlio al seguito, intanto Lily osservava Scorpius Malfoy con un’ aria interessata, era felice di non essere l’unica bambina a quella festa, ma anche se si fosse annoiata a morte sapeva non sarebbe mai e poi mai andata a parlargli, pensò che con l’arrivo di suo zio Ron, sarebbero arrivati anche i suoi cugini, allora si che si sarebbe divertita.
«Ron è ritardo come sempre!» Disse un po’ spazientita Ginny mentre aguzzava la vista per vedere suo fratello ed Hermione spuntare da qualche parte.
Questi due si smaterializzarono dietro di lei, facendola voltare spaventata.
«Ronald, ti pare questo il modo? Scusaci Ginny» Disse Hermione sistemando un riccio che era sfuggito allo chignon dietro le orecchie.
Lily, stringendo la mano di sua madre, notò delusa che né sua cugina Rose, né suo cugino Hugo erano presenti.
«Direi che possiamo entrare» Disse Harry sorridente, facendo notare a tutti che le otto erano scoccate.
 
Lily a cena, sedeva tra i suoi genitori, Harry era intento a scherzare con Ron e un altro Auror, mentre Ginny ed Hermione parlavano tra di loro.
Si stava annoiando a morte senza i suoi due cugini, in più il pesce che aveva nel piatto non le piaceva affatto, decise di andare in bagno, poiché tutte le voci delle persone nella sala, si accatastavano l’una su l’altra e le davano fastidio.
Scivolò giù dalla sedia e si diresse in bagno, era andata a lavoro con suo padre abbastanza volte da ricordare dove fosse, così apri la porta e sorrise sollevata quando sentì che il rumore si era affievolito.
Appoggiò la schiena al muro lastricato di mattonelle bianche e verdi, poi si voltò di scatto quando notò che la porta si aprì.
Era il bambino dai capelli biondi, figlio del collega di suo padre, quello che aveva osservato prima di entrare al Ministero.
«Sei nel bagno sbagliato» Disse Scorpius mentre la porta dietro di lui si richiudeva, con un aria di superiorità.
«Non è vero» Ribatté Lily, intanto il suo viso era diventato del colore dei suoi capelli.
«Sì, guarda» Le disse il bambino indicando un disegno sulla porta.
Lily rimase in silenzio, sapeva di aver sbagliato porta e si limitò ad annuire quando Scorpius le fece vedere dove si trovasse.
«Adesso mi fai andare in bagno o rimani qui?» Chiese infine Scorpius vedendo che la bambina dai capelli rossi non si era ancora mossa.
Lily arrossì ancora di più ma non si spostò. «Come ti chiami?» Gli chiese senza pensarci due volte.
«Scorpius Malfoy» Rispose lui meccanicamente.
«Io sono Lily Potter» Disse Lily, sfoggiando un sorriso dolce e innocente.
«Perché sei qui, Scorpius?» Chiese Lily.
«Devo andare in bagno» Rispose ovvio Scorpius.
Il bambino indicò il bagno con un dito, Lily allora uscì senza dire altro dalla porta.
Lei voleva chiedergli perché era venuto con i suoi genitori a quella festa, ma lui aveva frainteso, pazienza.
Ritornò a sedersi in mezzo ai suoi genitori, non era cambiato nulla, Harry e Ron continuavano a parlare di lavoro, mentre Hermione e Ginny avevano cambiato argomento.
Lily guardò schifata il pesce sul suo piatto e lo allontanò, poi Scorpius Malfoy, sedutosi di nuovo vicino alla madre catturò la sua attenzione.
Si stavano guardando, entrambi avevano l’idea di scambiarsi qualche parola per porre fine a quella noia mortale, ma nessuno dei due lo fece.
Lily, mentre guardava curiosa Scorpius, non avrebbe mai immaginato che quella stessa identica scena si sarebbe ripresentata dieci anni dopo.
L’unica differenza era che Lily non guardava Scorpius curiosa, desiderosa di andargli a parlare perché sua zia Hermione e sua madre Ginny continuavano a parlare di James, che finalmente era riuscito ad uscire sano e illeso da Hogwarts, bensì lo guardava in cagnesco, e se avesse potuto l’avrebbe incenerito con un solo sguardo.
D’altra parte Scorpius Malfoy cercava in tutti i modi di sfuggire allo sguardo omicida di Lily Potter, per essere la sorella del suo migliore amico Albus era davvero insopportabile.
Infatti da quando la piccola di casa Potter aveva compiuto tredici anni, era sempre il povero Albus ad andare a casa dei Malfoy per vedere il suo migliore amico, Lily non ce lo voleva quel finto biondo in casa.
Malgrado Scorpius avesse più volte detto che il colore dei suoi capelli era naturale, dopo quattro anni e mezzo passati a cercare di affatturarsi per i corridoi di Hogwarts, ci aveva rinunciato e aveva deciso che meno avrebbe visto Lily Potter più la sua vita sarebbe durata a lungo.
Lily era convinta che non avrebbe rivolto la parola ai suoi genitori per il resto della sua vita, non riusciva a credere che sua madre avesse minacciato di lanciarle una fattura Orcovolante pur di trascinarla in quel posto.
Solo due ore prima, mentre Ginny era già vestita di tutto punto per uscire di casa, Lily era nella sua grande e comoda tuta grigia e non voleva saperne di uscire, a volte invidiava James che dopo aver finito la scuola era scappato da quel covo di pazzi.
«Lily, non voglio sentire obiezioni, metti il vestito e le scarpe che ti ho preparato, e sbrigati!» Aveva detto Ginny.
«No mamma, io non ci vengo a quella festa di vecchi» Aveva risposto Lily sbattendo forte la porta della sua camera.
«Vorresti insinuare che tuo padre è un vecchio?» Disse Harry che intanto, stufo dei battibecchi delle sue donne, si era sentito chiamato in causa.
Lily non rispose, bensì chiese qualcos’altro a sua madre.
«Non posso rimanere a casa con Albus?»
«Albus deve studiare per i M.A.G.O.» Ribatté Ginny urlando, fuori dalla camera di sua figlia.
«Anche durante le vacanze di natale? E poi io quest’anno ho i G.U.F.O. anche io ho il diritto di rimanere a casa!» Disse Lily stupita.
«Lui almeno studia quando è in casa, non è un nullafacente come te» Gridò Ginny.
Lily allora era sempre più convinta di rimanere in camera e far fare tardi ai suoi genitori, ma quando sua madre la minacciò di affatturarla, sapendo che Ginny sarebbe stata capace di buttare giù la porta, si arrese.
Infilato quel vestito nero come la pece decisamente troppo stretto e quelle scarpe del medesimo colore che l’avrebbero uccisa da un momento all’altro, Lily uscì dalla stanza, sorridendo falsamente a sua madre.
Ritornando con la mente alla festa, Lily si alzò e cercando in tutti i modi di mantenersi in equilibrio arrivò davanti alla porta del bagno ed entrò.
Tirò fuori dalla borsa quell’aggeggio che i babbani usavano per parlare a distanza con le altre persone, gliel’aveva regalato un anno prima suo nonno Arthur che sembrava sempre più affascinato da quegli strani congegni.
Cercò il nome di suo fratello Albus e spinse il bottone verde come diceva il libricino delle istruzioni che aveva letto più volte prima di imparare ad usarlo.
«Dimmi sorellina» Rispose la voce assonnata di suo fratello.
«Albus, devi venirmi a prendere non ce la faccio più» Disse Lily di fretta.
Prima che Albus potesse rispondere la porta del bagno si aprì rivelando uno Scorpius piuttosto confuso.
«Hai sbagliato bagno, Malfoy» Sibilò Lily, guardandolo male.
«C’è Scorp? Passamelo» Gridò suo fratello Albus.
«No, io non ti passo proprio nessuno, vienimi a prendere» Rispose Lily acida chiudendo la chiamata e rimettendo l’oggetto nella borsa.
Aver visto Scorpius l’aveva irritata ancora di più, anche se lui non aveva proferito parola la sua sola presenza le dava sui nervi.
«Vuoi uscire?» Sbottò nervosa quando si rese conto che il ragazzo era impalato, appoggiato alle mattonelle del bagno.
«Dimentichi la parolina magica, Potter» Le disse Scorpius con un sorriso beffardo.
«Non dimentico niente, esci, è bagno delle donne» Rispose lei.
«Sono passati dieci anni, ancora non sei riuscita a distinguere i bagni?» Disse Scorpius indicandole, come tanto tempo prima, il disegnino sulla porta.
«Capisco che la tua femminilità non sia alle stelle ma…» Continuò Scorpius.
Lily forse non era l’esatta copia di Eleanor Zabini, che con una madre come Daphne Greengrass non poteva che essere la quint’essenza dell’eleganza; Lily aveva sempre preferito indossare i suoi immancabili jeans alle gonne, le maglie dei Cannoni di Chudley  di suo fratello James che le andavano decisamente larghe e facevano infuriare suo zio Bill – che tifava rigorosamente gli Appleby Arrows –  e preferiva di gran lunga le scarpe da ginnastica alle ballerine strette e scomode.
Se quella sera aveva indossato un vestito elegante e delle scarpe col tacco, lo aveva fatto solo sotto la minaccia di sua madre che ancora le riecheggiava nelle orecchie.
«Non ti sopporto, Malfoy» Disse indignata uscendo dal bagno.
«La cosa è reciproca, Potter» Disse lui facendo echeggiare la sua voce per i corridoi vuoti del Ministero.
Lily continuava a camminare, il rumore delle sue scarpe le dava sui nervi, già non sopportava vedere Scorpius ogni dannato giorno in Sala Comune, come ciliegina sulla torta alla fine della giornata; ritrovarsi a litigare con lui nei bagni del Ministero non era il massimo delle sue aspettative.
A dir la verità, non era il massimo delle aspettative di nessuno, si chiedeva come faceva Albus a sopportarlo anche di notte, avrebbero dovuto farlo santo, quel ragazzo.
Tornò a sedersi al proprio posto, composta, intanto avevano cambiato le portate.
Fortunatamente quell’anno il secondo era di carne, avrebbe mangiato, perché Lily Potter odiava il pesce, solo a vederlo le veniva la nausea, per questo ogni volta che sua madre Ginny cucinava del pesce andava a letto senza cena. (
«Pensa ai bambini poveri del terzo mondo, non ti vergogni? Ai miei tempi quando c'era la guerra magica, mangiavamo quello che trovavamo» Queste erano le sacrosante parole di Ginny Weasley ogni volta).
Finì quel che c’era nel suo piatto, chiedendosi se Albus sarebbe mai venuto a riprenderla, portandola via di lì, suo fratello era la sua unica ancora di salvezza.
Intorno ai tavoli c’era un viavai di gente e nessuno si sarebbe accorto di un diciassettenne che assomigliava terribilmente al capo degli Auror.
Perché se Albus avesse portato degli occhiali sul naso, lo avrebbero facilmente scambiato per Harry Potter.
Lily sentì una mano sulla sua spalla e trasalì, girandosi, le comparve il sorriso sul volto vedendo che suo fratello era finalmente arrivato.
«Albus, che ci fai qui?» Esclamò suo padre.
«Per la sanità mentale di ogni persona in questa stanza, porto Lily a casa» Rispose sorridente il giovane, mentre sua sorella si alzava dalla sedia per strangolarlo con un classico abbraccio alla Potter.
«Adesso, Lily, vado a salutare Scorp» Disse Albus scompigliando i capelli rossi di sua sorella che già sembravano vittima dell'esplosione di un Ricciocorno Schiantoso normalmente senza che suo fratello peggiorasse ulteriormente la situazione, quando aveva otto anni a Ginny era venuta una crisi di nervi, seguita da un emicrania per quanto fossero difficili da pettinare.
Lily dovette stare zitta e sorbirsi la ramanzina di sua madre, che le diceva che chiamare Albus era stato sbagliato, che ci avrebbero fatto una pessima figura e che una volta tornata a casa si sarebbe beccata una punizione. (
«Ti rendi conto dell'imbarazzo quando ci chiederanno dove sei finita? Dovremmo dire che ti sentivi male, difficile a crederci dato che hai voluto due porzioni di antipasto!»)
Bla, bla, bla.
Sfortunatamente la signora Potter non poté sgridare anche il suo secondogenito che già si era allontanato verso il tavolo dove sedevano i Malfoy e stava scherzando molto animatamente col suo migliore amico.
Quando Albus tornò al tavolo dove sua sorella l’aspettava, la prese a braccetto e una volta usciti dal Ministero di smaterializzarono.
«Avvertire no, eh?» Disse Lily in preda ad un conato di vomito, una volta sul giardino di casa sua.
«Scusami, avevo dimenticato che non ci sei abituata» Ribatté Albus con un sorrisetto sulle labbra.
«Piccola Serpe…» Bofonchiò Lily cercando di non farsi sentire dal fratello maggiore.
I due entrarono in casa, e Lily scivolò nel suo pigiama morbido e caldo, augurò la buonanotte al fratello con il solito bacio sulla guancia e decise di andare a dormire anche se erano solamente le dieci e venti, magari se sua madre l’avesse vista mentre dormiva beatamente come un angioletto, non l’avrebbe di certo svegliata per sgridarla.
Quello che preoccupava Lily erano i dieci giorni che la dividevano dall’inizio della scuola, e per la prima volta in vita sua desiderò tornare tra i banchi di Hogwarts il prima possibile.





A.A.A. (Angolo dell'Autrice Anormale)
Ave, popolo!
La sottoscritta, nonostante abbia una long sui gemelli Weasley in corso e una raccolta di OS su Taylor Swift da portare avanti, ha deciso di far appordare l'ennesima cazz storia su EFP.
Questa volta tocca alla nuova generazione, mi sento molto soddisfatta del banner dato che l'ho fatto tutto da sola ghjfdhjd *fine momento di sclero*; sono stata anni e anni a cercare il titolo adatto e questo (anche se è lunghissimo e non so come sia uscito fuori dalla mia povera testolina bacata) mi piace.
Personalmente, vado fiera di questa fic che sto cominciando a scrivere, voglio farne una cosa seria (per modo di dire, io non ci riesco a scrivere cose serie), ergo, mi impegnerò abbastanza nella stesura di questa storia.
Bene, dopo aver riletto il capitolo per la quattrocentomiliardesima volta (le precauzioni non sono mai troppe) e dopo aver appurato che questo A.A.A. (che non è il "cercasi", chiariamo) è decisamente troppo lungo e noioso, vi saluto e vi chiedo un ultimissimo piccolo favore: so che non volete sciupare la bellezza del numero zero sotto la colonnina nelle recensioni, però non mi offendo, sappiatelo.
Tutti voi che leggete siete dei panda pucciosi e bellissimi.
A presto (si spera)
La vostra Autrice Anormale,
Marianne.



 

   
 
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