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Autore: Black_Yumi    05/03/2013    2 recensioni
Questa è la prima storia che publico in questa categoria.
Comunque la storia parla di una ragazza di nome Luna che da quando è nata non ha avuto l'affetto da parte di suo padre e questo con il passare degli anni non ha fatto che pesarle. Crescendo si è allontanata sempre più da lui e si è chiusa in se stessa, ma tutto è cambiato quando ha conosciuto la sua amica Alice e il ragazzo che si innamorerà, Shane McAndrew.
Lei e Shane non si sono mai sopportati e per loro ogni momento è buono per litigare.
Spero che la storia vi abbia incuriositi :-)
Tratto dalla storia:
[...] Io non ho mai visto i miei genitori mentre si scambiano carezze, si tengono per mano o si danno un bacio, l'unica cosa che ricordo sin da quando ero una bambina non sono altro che le loro grida mentre litigano anche per il più banale dei motivi.
[...] Non ho nemmeno un ricordo felice di noi tre insieme e questo con gli anni ha iniziato a pesarmi.
[momentaneamente sospesa]
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Scusate se ci ho messo così tanto a pubblicare ma sono stata molto impegnata.

In questo capitolo verrà raccontato il primo incontro tra Luna ed Alice.

Spero vi piaccia e fatemi sapere cosa ne pensate :-)


 


 


 

Con il telefono stretto in una mano aspettai che la mia amica Alice mi rispondesse; nel frattempo ascoltai la voce che proveniva dalla TV che stava guardando Vivien nell'altra stanza.

Giocai un po' con i giochini del telefono per passare un po' il tempo, fino a quando sentii dalla vibrazione che era arrivato un messaggio.

Andai subito a leggerlo, sollevata dal fatto che Alice abbia risposto così in fretta.

Ciao! Sono contenta che alla fine sei riuscita a liberarti, almeno ora possiamo parlare senza che nessuno metta il naso in quello che ci diciamo.

Quando vidi che è proprio Alice, risposi subito.

Non sai quanto sono contenta di sentirti, non ne potevo più di mio padre e Vivien.

Per fortuna domani ritorno a casa.


 


 

Ero seduta sul suo letto con il computer portatile appoggiato sulle gambe, mentre giravo per la rete cercando ogni cosa che mi venisse in mente.

Infatti in quel momento stavo cercando di scovare delle nuove canzoni di un gruppo musicale che mi aveva fatto scoprire la mia amica Luna.

Infatti le piaceva moltissimo ascoltare gruppi che non conosceva quasi nessuno; sia perché così si distingueva dalla massa, sia perché era sempre bello conoscere altre band dei vari paesi del mondo e questo col tempo avava iniziato ad appassionare anche lei.

Potevo ancora sentire le urla dei miei fratellini gemelli che provenivano dal salotto, questo voleva dire che sua madre non era ancora riuscita a convincerli ad andare a letto.

Suo padre invece come ogni fine settimana era uscito chissà dove e a lei andava benissimo così.

Dopo una buona mezz'ora era finalmente riuscita a trovare alcune delle canzoni che cercava e quando stava per scaricarle sentii il telefono sul comodino che vibrava.

Con una mano cercai sul mobile al mio fianco il cellulare, mentre con l'altra scaricavo le canzoni.

Mentre aspettai guardai chi era e quando vidi che la sua amica Luna le aveva mandato quel messaggio, andai subito ad aprirlo.

Avevo creduto che avrei dovuto aspettare ancora a lungo, ma per fortuna era riuscita a liberarsi.

Sapevo benissimo quanto detestasse andare da suo padre, ed era proprio per questo che avevano escogitato quel metodo, cercando di tenere nascosto il fatto che alla sera si sentivano di nascosto.

Il telefono che utilizzava Luna era un vecchissimo modello, ma in fondo poteva andare benissimo.

Mandai subito un messaggio poi aspettai che mi rispondesse. Nel frattempo diedi un'occhiata ai download delle canzoni che, per fortuna erano quasi giunte al termine.

Quando riportai lo sguardo sul telefonino vidi arrivare la risposta che aspettavo.

Almeno Lunedì mattina si sarebbero riviste, ricordava ancora il loro primo incontro avvenuto solo due anni prima.


 


 

Ero andata con mia cugina a trovare un'amica di quest'ultima e quando arrivammo al luogo dell'incontro insieme a questa ragazza c'era anche un'altra persona.

Quando la vidi la prima cosa che mi colpì furono i suoi occhi scuri, visti da lontano sembravano non avessero nemmeno la pupilla, visto che sembrava che fosse stata risucchiata da tutto quel buio.

Avvicinandomi vidi che sorrideva, ma quel sorriso non gli illuminava lo sguardo facendolo sembrare ancora più cupo.

In lei però riconobbi la stessa sofferenza e tristezza che provavo anch'io, e quando incrociò il mio sguardo capì che anche lei se ne era resa conto.

Dopo un po' arrivarono degli altri ragazzi un po' più grandi di noi e iniziarono a giocare a calcio nel parcheggio lì vicino, mentre le nostre cugine li guardavano.

Noi due invece ci sedemmo su un muretto dall'altra parte della strada, poi rimanemmo in silenzio per molti minuti, entrambe eravamo molto timide per parlare ed iniziare un discorso.

Stavo per parlare chiedendole come si chiama , ma finiamo per porre la domanda nello stesso istante.

Dopo un attimo di sorpresa iniziammo a ridacchiare, poi mi porge una mano presentandosi.

<< Ciao! Mi chiamo Luna >> disse la ragazza

<< Io invece sono Alice >> dissi stringendo la mano di Luna, mentre lei faceva un sorriso venendo subito ricambiata.

Da lì a poco iniziammo a parlare del più e del meno scoprendo che avevamo molte cose in comune, specialmente la musica, cosa che entrambe non potevamo farne a meno.

Si riscossero solo quando le loro cugine le chiamarono per ritornare a casa.


 

In quei giorni non si videro e non si sentirono, di lei conosceva solo il nome e quello che le piaceva, ma non sapeva dove abitava.

Un giorno andai all'edicola vicino a casa mia e dopo aver salutato la proprietaria andai dritta verso la sezione dove c'erano le riviste per le ragazze.

Vidi che c'era già qualcun' altro, ad una prima occhiata non la riconobbe ma quando questa si girò dopo aver sentito i miei passi, capì che si trattava di Luna.

Era ancora sorpresa di averla incontrata lì, ma dopo le sorrise. In mano aveva un giornale di musica rock, lo stesso che speravo di trovare anch'io e per fortuna vidi che c'era un'altra copia.

Dopo esser andate a pagare uscimmo. Prima che lei se ne andasse le chiesi se le andava di fare una passeggiata insieme e lei accettò.

Andammo nuovamente nella via dove ci eravamo conosciute e abbiamo parlato del più e del meno.

Per il resto dell'estate avevamo continuato a vederci quasi tutti i giorni e la nostra amicizia cresceva insieme a noi.


 


 

Era sempre bello ricordare quei giorni passati insieme, visto che Luna è la migliore amica che avrei potuto desiderare.

Continuammo a scriverci per un altro po' e di certo a Luna avrebbe fatto piacere sentire le canzoni che aveva scaricato.

I pensieri di Alice vennero interrotti da un altro messaggio e continuarono così fino a che le due non si addormentarono.


 


 

Ero ancora sotto le coperte con ancora le orecchie tese per ascoltare tutto quello che proveniva nella stanza accanto, per fortuna dopo mezz'ora Vivien si era addormentata.

Messaggiai tranquillamente con Alice parlando del più e del meno.

Parlammo anche di Tom il ragazzo per cui la sua amica aveva una cotta che andava avanti da quasi due anni, ma non sembrava ricambiata.

Avevo spesso detto ad Alice di lasciare perdere visto che nemmeno la considerava, ma lui rimaneva comunque il primo ragazzo per cui si era presa una cotta.

Passò un'altra mezz'ora prima che sentii i passi strascicati di mio padre salire le scale.

Velocemente mi girai, dando le spalle alla stanza e nascosi il cellulare sotto le coperte.

Finsi di dormire quando udii mio padre muoversi per la stanza per andare in bagno.

Aspettai per un bel po' prima che mio padre se ne andasse a letto, così da poter parlare nuovamente con Alice.

Attesi fino a quando non sentii il respiro addormentato di mio padre, sapendo benissimo che grazie al grande specchio di fronte al letto poteva osservare quello che accadeva.

Poteva vedere lo schermo illuminato del suo telefono e non volevo rischiare.

Parlai ancora un po' con Alice prima che ci addormentammo

Ma per fortuna prima nascosi il telefonino sotto il cuscino, sperando di ricordarmi il giorno dopo di rimetterlo nella tasca segreta.  

   
 
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