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Autore: EdieSedgwick    06/03/2013    1 recensioni
La Terra di Mezzo è profondamente scossa. L'Ombra nera di Mordor si sta diffondendo a grande velocità e il Flagello d'Isildur si è nuovamente risvegliato. Il giudizio finale sarà decretato con la distruzione di esso. Cosa porta una Ninfa a seguire le orme della Compagnia dell'Anello? Cosa ha a che fare la sua storia con la distruzione del Flagello di Isildur? Ripercorrendo le tappe dei Nove Compagni, una storia molto antica tornerà alla luce.
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Frodo, Legolas, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 11
 
 
 
La rabbia e la frustrazioni di Niniel dovettero ben presto venire accantonate in favore della preoccupazione riguardo le condizioni di Frodo. Il Mezzuomo, infatti, gemeva dal dolore, stringendosi la ferita al petto, la fronte imperlata di sudore e il viso tetramente pallido. Niniel gli scostò i capelli dall'umida fronte, esaminò la ferita e strinse i denti. Prese le piccole mani di Frodo tra le sue e gli assicurò che avrebbero fatto il possibile per fargli sentire meno dolore.
- E' una brutta ferita, ed il fatto che l'abbia causata uno Spettro non è rincuorante. - disse seria e a bassa voce, rivolta a Grampasso.
- E' stato colpito con una lama Morgul. - le rispose l'Uomo, come a confermare le parole della Ninfa - Dobbiamo tenerlo vicino al fuoco, ma prima è meglio abbandonare questo posto! - aggiunse, severo.
Grampasso osservò la malvagia lama per qualche istante ed essa gli si squagliò tra le mani. Inveì contro quell'oggetto, colpevole di una funesta disgrazia. Si premurarono quindi di ridiscendere il Colle e si infilarono tra le fronde dei primi arbusti incontrati sul loro cammino.
- Starà bene non è vero? Lo guarirete? - esclamò Sam ansioso, non appena furono al sicuro nel fitto della foresta, spostando lo sguardo agitato da Grampasso a Niniel.
- Non sono in grado di guarire una ferita di questo calibro, mastro Sam. - rispose l'Uomo. - Ma mi assicurerò di fare tutto ciò che è in mio potere per condurre Frodo a Granburrone, nel migliore delle condizioni che posso garantirgli. - Lo sguardo di Sam divenne liquido e vuoto e le sue attenzioni nei riguardi del padrone si fecero più diligenti che mai. Merry e Pipino erano silenziosi, non osavano fare nulla per paura di essere d'intralcio, mentre Niniel, Grampasso e Sam si prodigavano nelle cure di Frodo.
La stanchezza ed i brividi del Mezzuomo si facevano sempre più pesanti sul suo esile corpo, il Ramingo estrasse quindi da sotto il suo mantello una piccola sacca.
- E' Athelas, un'erba curativa. La raccolsi a sud della Via, attratto dal suo inebriante profumo. Ahimè, non so se basterà per alleviare il dolore di Frodo sino a Gran Burrone! - sussurrò Grampasso, più rivolto a sè stesso che a Niniel.
Athelas...Come credi di poterti rendere utile se non ricordi nemmeno cosa vai portando appresso? si rimproverò la Ninfa, scocciata.
- Ecco qui. Non è molta. - disse, estraendo anch'essa un piccolo panno delicatamente ripiegato. Il Ramingo la guardò stupito, mentre la ragazza si voltava, incolpandosi, per mettere ad ebollizione dell'acqua sul focolare.
Forse aveva sbagliato ad intraprendere quel viaggio. Probabilmente, escludendo l'incidente nei Tumulilande, gli Hobbit se la sarebbero cavata molto meglio scortati unicamente da Grampasso. D'altra parte, Gandalf aveva affidato a lui il delicato compito di far loro da guida. Lei era stata forse un ostacolo per la loro missione, un incidente di percorso. Ed ora Frodo era ferito a causa sua e del suo egoismo e della sua debolezza; aveva avuto paura, lassù, a Colle Vento, rivedendo il più potente dei Nove. Aveva esitato e ciò aveva loro permesso di lesionare il giovane Hobbit.
- Non è stata colpa tua, Niniel. - esordì improvvisamente Grampasso, interrompendo il correre dei suoi tristi pensieri. La Ninfa si girò, un cipiglio cinico improntato nel suo sguardo.
- Sai benissimo che è così. Non ho bisogno tu mi faccia sentire meglio, conosco i miei errori e me ne rammarico. Ma ora Frodo è ferito e tutto farò per rimediare ai miei sbagli. - 
L'uomo scosse la testa, osservandola meglio. - Dovresti smettere di giudicarti tanto severamente, chiunque avrebbe esitato davanti ai servi dell'Oscuro Signore. - cercò di farle capire Grampasso.
- Ma io non avrei dovuto! - quasi urlò, Niniel, nella sua voce rotta e secca. Il Ramingo affondò nei suoi occhi lo sguardo di chi aveva capito più del necessario. Sapeva che la Ninfa non aveva tentato di inseguire i Nazgûl unicamente perchè avevano colpito Frodo. C'era qualcosa nella profondità delle sue iridi che riluceva più della rabbia e dello spavento. Ed ella sapeva che lui aveva intuito qualcosa, ma non avrebbe lasciato intendere altro. 
- Mia Signora, egli ha ragione...Non è stata colpa vostra! - Sam fece capolino tra i due, con lo sguardo ferito di un servitore non in grado di prestare al meglio le proprie cure al padrone. - Chissà cosa sarebbe successo, se voi non ci foste stata! - Niniel non se la sentiva di replicare, non aveva intenzione di continuare la discussione ma soprattutto non voleva sminuire i Mezzuomini.
- Grazie Sam. Ora riposati pure, devi essere molto stanco. - rispose sorridendo.
E detto ciò, prese il panno che conteneva le foglie di Athelas e lo inumidì dell'infuso che ne avevano fatto, facendone impacchi sulla ferita di Frodo, allietandolo con il dolce profumo della Foglia di Re.

 
L'indomani mattina Frodo aveva ripreso coscienza ma era incapace di intraprendere il cammino, dunque i viandanti si premurarono di prendersi a carico le poche provviste affidate a Mellinir, per lasciare a Frodo la possibilità di venire trasportato senza accusare fatica.
Il paesaggio stava a mano a mano diventando brullo e stopposo, non vi era segno di alcun sentiero e l'erba era rattrappita e secca. L'umore dei compagni era lugubre ed affine alla parvenza dei luoghi percorsi e le parole non venivano sprecate. I piedi marciavano pesanti e le sofferenze di Frodo aumentavano e, anche se non ne fece mai parola, lo sguardo attento di Grampasso e di Niniel potè notarlo, di modo che spesso si fermarono per cercare di rinvigorire il compagno ferito.
Al quarto giorno di cammino non vi era ancora nessun segno della presenza del Nemico, ciononostante - oppur a ragione - la compagnia non era affatto serena e nelle ore notturne montava la guardia a due a due.
Toccava a Niniel vegliare su quella notte illune del loro quarto giorno di cammino, e Pipino con lei. La Ninfa tendeva l'orecchio per udire l'ultimo chiacchericcio delle nidiate affamate o per perdersi nello scorrere di un rigagnolo nelle vicinanze. L'unico suo momento di pace era quello in cui si affidava totalmente alla natura, e quasi le parve di essere nuovamente tra le braccia materne della Vecchia Foresta.
- Credi che Frodo guarirà? - interruppe i suoi pensieri la flebile voce di Pipino. Anch'egli guardava nel vuoto, quasi a presagire un futuro non sinfonico in risposta alla sua domanda.
- A Gran Burrone saranno certamente in grado di guarirlo.- gli rispose Niniel, accarezzandogli i vispi riccioli bruni.
- Tu ci sei mai stata? A Gran Burrone, intendo...- domandò l'Hobbit volgendo lo sguardo un po' più speranzoso alla Ninfa.
Ella trasse un profondo sospiro ma continuò a guardare lontano, perdendosi in immagini cui il Mezzuomo non poteva accedere.
- Si, Pipino, molto tempo fa...- la sua risposta fu quasi un'esalazione, la voce pareva brezza e non più vocalizzo, un vento d'Oriente ostacolato dalle fitte fronde degli alberi.
L'Hobbit si sentì a disagio, quasi percependo di aver intavolato una discussione poco piacevole per la compagna e cominciò a torturare una piccola radice.
Gran Burrone...Lontana nel tempo ti ricordo, mia dolce Imladris. Ma ancor non posso varcare la tua soglia, non ancora, non più.
Si domandò in che modo avrebbe abbandonato i Mezzuomini e Grampasso prima del loro arrivo nella casa di Elrond. Ancora non lo sapeva, ed ancora non voleva trovarlo. Sarebbe stata dura, dopo solo quei pochi giorni insieme, abbandonare quei piccoli Hobbit al loro destino. Abbandonare Frodo e con lui il pesante fardello che recava. Ma non poteva fare ritorno, non dopo l'impegno che aveva impiegato per far perdere le sue tracce. Si ridestò da quei pensieri fastidiosi, scacciandoli con un cenno del capo, quasi come un insetto nelle calde notti d'estate.
- Dormi pure, Pipino, veglierò io anche per te questa notte. - 
 
 
All'alba del sesto giorno Grampasso fece notare che era impossibile proseguire se non attraversando la Via. Si trovavano dinanzi al Fiume Bianco che la gente elfica chiama Mitheithel, il paesaggio dai colli si stava trasformando in rude roccia e cime acuminate e la ferita di Frodo faceva affaticare il Mezzuomo sempre più, nonostante le cure e il trasporto a cavallo.
Per giungere al guado del Bruinen era necessario oltrepassare l'Ultimo Ponte, sul quale transitava la Via.
- Andrò in perlustrazione, voi limitatevi a rimanere nascosti, tornerò presto. - asserì Grampasso, guardando negli occhi Niniel e scomparendo veloce tra gli alberi. La Ninfa potè vederlo riapparire sulla Via, furtivo e guardingo come la sua natura lo portava a fare. Passarono pochi minuti dalla sua scomparsa che già riapparve agli occhi dei compagni portando uno sguardo carico di speranza.
- Non vi sono tracce del Nemico, come dal giorno dell'attacco a questa parte. Se prima lo ritenevo strano, ora reputo la situazione ancora di più. Trovai questa, sulla Via, e ciò mi infonde fiducia! - ed esclamando queste parole estrasse dal mantello un gioiello. Si trattava di una gemma elfica, argentata e adornata di piccoli smeraldi. I Mezzuomini erano ammaliati dalla bellezza del gingillo ma non riuscivano a comprendere come essa potesse infondere speranza nel cuore di Grampasso.
- Sono convinto sia un segno di buon auspicio, credo qualcuno voglia informarci che il Ponte è libero dal pericolo e quindi transitabile. - disse, affondando lo sguardo in quello di Niniel.
La mascella della Ninfa si strinse, tesa. 
 
Decisero quindi di intraprendere nuovamente il cammino attraversando l'Ultimo Ponte, Grampasso in testa e Niniel in coda, guardinga e cauta, spostando spesso lo sguardo diffidente alle sue spalle.
Con l'avvento del crepuscolo la compagnia cercò di trovare un luogo in cui accamparsi, erano tutti piuttosto affaticati e l'arrivo a Gran Burrone pareva ai loro cuori ancor troppo distante per poter infondere delle aspettative negli animi dei viandanti. Stavano valutando dove potersi sistemare per la notte quando un rumore turbò lo spirito di ogni compagno: in lontananza si poteva distintamente udire uno scalpitio di zoccoli.
Tra i Mezzuomini si accese il panico e tutti cominciarono a cercare lo sguardo delle loro guide, incapaci di decidere sul da farsi.
- Coraggio, tra quegli alberi, svelti! - sibilò Niniel estraendo il pugnale e seguendoli tra gli arbusti. Insieme, vigili ed inquieti, attesero l'arrivo del cavaliere.
Ma ciò che si parò loro davanti alla vista non fu uno spettacolo di terrore, bensì riempì i loro cuori di giubilo. Non era un Cavaliere Nero colui che faceva schioccare le briglie del destriero, bensì una figura distinta e fiera su di un purosangue bianco. La bardatura del destriero era scintillante ed i capelli dorati del cavaliere brillavano di una luce propria.
Grampasso saltò fuori dal nascondiglio e corse incontro allo straniero offrendogli parole di amicizia.
- Ai na vedui Dúnadan! Mae govannen!* - esclamò la creatura elfica alla vista del Ramingo.
- Benincontrato, amico Glorfindel! Quale speranza infonde la tua venuta! Uscite, compagni, non vi è pericolo al cospetto degli amici di Gran Burrone! - esclamò Grampasso rivolgendosi ai compagni ancora nascosti.
I Mezzuomini lasciarono ilari il loro nascondiglio, Sam trainando Mellinir per le redini, portando quindi anche Frodo al cospetto dell'Elfo. 
- Mi mandano da Gran Burrone sulle vostre tracce. Abbiamo appreso che i Nove sono in movimento quindi Elrond mandò coloro in grado di fronteggiarli alla loro ricerca. Io avevo il compito di sorvegliare la Via e feci in modo di liberare l'Ultimo Ponte, infatti vi erano tre dei Nove Cavalieri su di esso, ma si dileguarono al mio arrivo. -
- Dunque era tua la gemma che trovammo ai piedi del ponte! Sapevo che era un segno di buona ventura e ti ringraziamo per la tua guardia! - esclamò Grampasso, gioendo per le notizie recate dall'amico.
- Non c'è tempo per ulteriori nuove, amico mio, giacchè siamo sulla Via dobbiamo correre il rischio di attraversarla, e in fretta! Ci sono cinque cavalieri dietro di noi e non appena si accorgeranno delle nostra tracce ci inseguiranno rapidi come il vento! Dove si trovino gli altri, lo ignoro. - sospirò Glorfindel.
Il suo sguardo però fu attirato da Frodo, o meglio, dalla sua cavalcatura. Quel destriero...era certo di averlo già incontrato.
- Amico mio...- incalzò, le labbra aperte dallo stupore - a chi appartiene questo purosangue? - 
Grampasso si voltò confuso, ma capì immediatamente perchè gli era stata posta quella domanda. Niniel non era uscita dal suo nascondiglio. La Ninfa, infatti, rimaneva occultata tra le fronde degli alberi, ascoltando la conversazione dei compagni e dell'Elfo senza osare farsi vedere. Aveva sprecato il suo momento per fuggire, per lasciare i viandanti al loro destino e se stessa al suo. Grampasso stava già venendola a cercare e lei non aveva più la possibilità di andarsene indisturbata. Inoltre, qualcosa la tratteneva. Non si spiegava la situazione in cui stava affondando, ma era combattuta tra l'anteporre il suo destino a quello dei compagni o meno. E l'arrivo di Glorfindel l'aveva turbata, un battito era inciampato nel mezzo del suo petto nel momento della sua comparsa.
Ma non si sarebbe fatta stanare come una preda dal Ramingo, quindi uscì spontaneamente sulla Via, imponendo la sua presenza agli occhi di tutti. Avrebbe trovato un altro modo per andarsene, nonostante Glorfindel.
Quest'ultimo, vedendola, spalancò la bocca e i celesti occhi, lasciò le redini del suo destriero e si portò una mano al petto, e le sue labbra sussurravano "Ed’ i’ear ar’ elenea!"*
- Oio naa elealla alasse’, Glorfindel.* - sospirò la Ninfa.
 


*Ah, finalmente, Uomo dell’Ovest! Ben incontrato
*Per il cielo e le stelle!
*La tua vista è sempre una gioia, Glorfindel.


-


Eccomi chiedere venia dopo millenni di non-aggiornamento!
Ma questa sera mi sono impegnata moltissimo per portare a termine questo fatidico capitolo che era solamente a metà da secoli et secoli et amen!
Finalmente, e lo voglio urlare, FINALMENTE, stiamo arrivando a quella svolta che tanto vi ho promesso e tanto attendevo (embè, che credete, che io non sia la prima a voler vedere evolversi la vicenda?? :D ).
Eccoci qui: colpo di scena, quella testa calda di Niniel a Gran Burrone non ci vuole proprio andare. Neanche fosse l'inferno! E poi arriva il bellissimo Glorfindel che la stana e ci rimane così vedendola! Ma cosa sta succedendo? Qualcuno ci nasconde qualcosa! Come proseguirà la vicenda? E questo aitante Elfo che ruolo avrà sulle decisioni di Niniel? Al prossimo episodio!

Dato che siamo giunti alla seconda decade dei miei capitoli, mi sento in dovere di ringraziare i miei fedelissimi recensori!
elepaddy85 che mi segue fin dalla notte dei tempi e mi fa sempre avere la sua opinione :*
Carmaux_95 che mi offre sempre il suo parere e mi incita a proseguire con gli aggiornamenti
like che mi rassicura sulle mie paranoie di lentezza riguardo lo svolgersi della vicenda

Ed ultimo, ma non per importanza:
Aven90 che ha deciso di prendere in mano questa pennellata di Terra di Mezzo fin dall'inizio e di farmi notare errori e sviste capitolo per capitolo, nonchè rendendomi sempre felice per le sue profonde e significative recensioni ed apprezzando il mio lavoro!
Ringrazio anche coloro che si sono persi per strada, che hanno recensito solo qualche capitolo e magari poi si sono stufati, ringrazio chi è di passaggio e anche chi segue in silenzio lo svolgersi di questa mia umile ma tanto amata creazione!
Grazie,grazie,grazie, siete voi la forza che mi porta a continuare!
*L'angolo dell'autrice è più lungo del capitolo*

A presto,
S.



 
 
  
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